Mikasa- Sarà per un'altra volta, trippa

Rallentai il cavallo, procedendo piano sulla neve. Il cane che avevamo portato con noi mi trotterellava intorno, annusando di qua e di là. "Mikasa", sentii Caranthir chiamarmi, "È inutile. Non c'è nulla qui, torniamo indietro." Alzai la mano per farlo tacere e continuai ad avanzare. Volevo andare in fondo a questa faccenda.
Qualche giorno prima, la mia squadra d'esplorazione dietro al muro aveva trovato il resto di un fuoco, e vicino degli abiti. Erano anni che dietro al muro non c'erano segni di vita, e io non avrei certo lasciato questi indizi incompiuti.
Alcuni minuti dopo, sentii Sasha borbottare: "Oggi fanno la trippa... Torneremo in tempo per la cena?" Compresi che la mia squadra era stanca e decisi di fermarci qualche ora. Mentre sorseggiavo del caldo vino speziato, Caranthir srotolò una mappa dei confini dietro al muro, mostrandomi il percorso che avevamo fatto. "Qualcosa deve esserci qui", insistetti, "Non tornerò dal capitano Levi dicendogli che abbiamo trovato un falò e non abbiamo indagato oltre." La mia squadra mi avrebbe seguita- Era composta dai membri migliori della confraternita. Io e Caranthir eravamo gli unici provenienti da famiglie importanti, ma anche gli altri si erano trasformati in valorosi guerrieri dopo anni d'addestramento. Veramente, non avevo la piú pallida idea del perché Caranthir, figlio del capostirpe di una delle case più importanti dei Sette Regni (E Mezzo) fosse finito a servire la confraternita. Lui non ne aveva mai parlato, e nesuno aveva mai fatto domande. Il passato di ognuno di noi non contava più nulla, dopo che avevamo pronunciato il giuramento.

Per quanto riguarda me, Mikasa della casa Ackermann che aveva giurato fedeltà ai Jäger, ero finita fra i confratelli perchè mio padre l'aveva definito un nobile compito e in quanto primagenita avevo l'onore di svolgerlo. Francamente, questa scelta scelta mi andava a genio. Quello dei Guardiani era un lavoro importante- Anche se il popolo sembrava averlo dimenticato. Ormai, solo ladruncoli, fuorilegge e feccia si offrivano di pronunciare il giuramento di sanità dei Guardiani, quello che ci impedisce di toccare dolci o altre cibarie altamente caloriche per il resto delle nostre vite. Un giuramento duro, certo, ma era la legge della confraternita. Comunque, ogni uomo ci serviva, e permettevamo a tutti di arruolarsi.

Dopo esserci rifocillati, ci mettemmo in marcia. Proseguivo verso nord. I mostri, o qualunque cosa si celasse al dilà del muro veniva da nord, al gelo. Erano giunte le ombre della sera quando la strada ci condusse nel mezzo di una foresta. Ad un certo punto, sentii Sirius Black urlare: "Mikasa! Vieni a vedere!" Lo raggiunsi. Un'altro resto di fuoco si trovava in un' avallamento. Diedi ordine di esplorare intorno con cura, scaglionati in gruppi da tre. Io avanzai nel buio con Caranthir e Sirius, occhi e orecchie vigili. Ad un certo punto, udimmo uno schricchiolio e ci voltammo di scatto. Un sibilio, e qualcosa si getto contro di noi. Riuscii a estrarre la mia spada in tempo, facendola cozzare contro quella dell'avversario. Altri due cosi emersero dagli alberi, gettandosi su Sirius e Caranthir. Io continuai a far arretrare il mio avversario, e potei osservarlo meglio. Aveva la stazza di un uomo adulto, ma la sua pelle era bianca come la neve, e i suoi occhi azzurro ghiaccio. Indossava una tunica nera con ricamata sopra la scritta bianca "Vegan." La cosa piú strana però erano i capelli: parevano un pasticcio di maiale andato a male, ma non poteva essere. Sicuramente la luce mi stava ingannando.
Caranthir aveva sconfitto il suo aggressore, mozzandogli la testa di netto. Assomigliava all' "uomo" che aveva attaccato me, ma come capelli aveva... Un cespuglio di carciofi marci?!
Quell'attimo di distrazione mi costò caro. Il mostro mi colpì sulla spalla. Ululai dal dolore, ma per fortuna Sirius, che aveva appena ucciso il terzo tizio, mi venne in aiuto. Insieme, riuscimmo a inchiodare e uccidere l'ultimo aggressore. "Cosa diavolo sono questi?", esclamò Caranthir, ansimando. "Non lo so", ribattei, "Ma dobbiamo avvisare gli altri. Torniamo indietro." Venne però la prova che non c'era bisogno di avvisare- Altri urli e suoni di battaglia echeggiavano nella foresta. Dagli alberi esplose la figura terrorizzata di Sasha. "Dei mostri! Ci hanno attaccato!" Poi notò i cadaveri. "Portaci dal tuo gruppo, Sasha.", ordinai. Era poco lontano. Thalia Grace e Beorn stavano combattendo contro ben quattro mostri. Con un urlo, andammo all'attacco. Qualcosa mi diceva che la trippa per cena avrebbe dovuto aspettare.
Uccisi un uomo piantandogli la spada nel mezzo della scritta "Vegan", mentre  resto della compagnia si occupò degli altri. Finalmente, il combattimento finì. Le ferite fortunatamente erano poco profonde, ma eravamo spossati.

Restava l'ultimo gruppo da tre che avevo mandato in esplorazione. Dovevamo assolutamente raggiungerli, poi saremmo tornati a tutta velocità verso il muro per riferire cos'avevamo vissuto. I mostri che avevano attaccato Sasha, Thalia e Beorn assomigliavano ai nostri, ma in testa al posto dei capelli avevano delle bucce di patate, uno sfornato di zucchine bruciato e della panna acida rancida. Non mi ero sbagliata, allora. Questi mostri al posto dei capelli avevano davvero del cibo andato a male.
Pensosa, montai in groppa al mio cavallo e guidai gli altri alla ricerca dell'ultimo gruppo da tre.

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