Capitolo 4_L'invito


Alcuni manifesti compaiono improvvisamente per le vie del paese, infissi con dei chiodi ai muri delle case.

Sono lì, dove la notte prima non c'era nulla.

Compaiono con il mattino, come le cose liete che stanno alla fine dell'oscurità.

Le lettere sono vergate su della carta avorio di alta qualità, con la filigrana in rilievo, a formare parole piene di deliziose curve, magnifiche e docili nell'insieme che vanno a formare. Davanti ai manifesti vi è un piccolo raccoglitore di legno, contenente poche schede in cartoncino duro, allineate con ordine.

Il testo riporta quanto segue:

High Tea Ceremony


Alla cortese attenzione dei più attenti e mattinieri abitanti di Carvahall,

è con immenso piacere che io, Adam Everett, conte di Norfolk, invito voi e chi più vi aggrada alla cerimonia dell'High Tea che si terrà nel parco di Carvahall, a mie spese.

Ciò che vi chiedo, miei illustri ospiti, è di presentare per ogni persona uno degli inviti che troverete nei raccoglitori all'ingresso del parco, così che io sappia che voi siete miei ospiti e non infime persone che approfittano della mia ospitalità.

I posti sono limitati.

La cerimonia si terrà a due giorni dalla data presente su questo manifesto, a partire dalle ore cinque del pomeriggio fino al calar delle tenebre che contraddistinguono la madre notte.

Per poter presenziare a questa cerimonia, oltre al possesso dell'invito scritto, vi devo chiedere un abbigliamento elegante e formale, di modo che l'evento sia contraddistinto da un qualunque picnic pomeridiano.

Con la speranza che possiate rispondere in modo garbato a questo manifesto, vi auguro una buona giornata.


                                                                                                                                                                 Carvahall, lì 1 giugno


***


Quando mi risveglio il mattino successivo mi sento fresco e riposato, una sensazione che non mi capitava ormai da anni di provare.

E tutto per merito di Victoria, della piccola Victoria che ho visto crescere e diventar donna.

Il cuore mi batte forte in petto, desideroso di affrontare una nuova giornata, che sia lieta e gioiosa nel pensiero di Victoria, del suo volto raggiante dopo il primo bacio, delle sue labbra soffici e deliziose.

Così mi alzo dal letto, accorgendomi solo allora che, durante il sonno, ho gettato in disparte le lenzuola perché sentivo caldo.

L'estate ormai è alle porte.

Mi dirigo verso la finestra ed osservo all'esterno: è ancora l'alba, sorprendentemente.

La vita mondana non mi richiede di svegliarmi presto, così da tempo ogni mattino indugio nel silenzio della mia camera da letto, finché il sole non è sorto e non ha scaldato per bene gli ambienti.

Ora invece non vedo l'ora di vedere cosa mi aspetta, cosa mi riserva il nuovo giorno. Quante cose possono cambiare in una sola notte.

Alzo gli occhi verso l'alto, ignorando il leggero azzurrino del cielo, tinto da un colore più chiaro dove i raggi del sole iniziano a prevalere. E li punto alla finestra del terzo piano della palazzina di fronte, laddove vive e riposa Victoria.

Forse la speranza è di trovarla lì, ad osservare pensierosa e innamorata la finestra in cui ora faccio capolino io.Ma nel quadrante non c'è il suo volto effimero di bellezza e dolcezza; solo alcune tende bianche si intravedono.

Il cuore mi si riscalda, immaginando la mia carissima Victoria che riposa tranquilla tra le coperte profumate di cui sicuramente è dotato il suo morbido letto.

Dormi e riposa, mia cara, non devi avere preoccupazione alcuna perché io sono qui e veglio su di te.

Poco dopo esco dall'uscio di casa mia, ispirando il profumo di rugiada ed erba che si espande per la via. Dalla strada che interseca la via in cui vivo percepisco il sentore di brioches appena sfornate, proveniente sicuramente dal gentile fornaio che ha lì la sua bottega, e che ogni mattino sforna leccornie per i palati più raffinati e golosi.

L'aria all'esterno è tiepida, e per questo trasmette un sentimento di gioia e sicurezza.

Faccio qualche passo sull'acciottolato, spostandomi lungo il marciapiede, e la mia attenzione viene attratta da un manifesto di carta che si trova appeso alla parete dell'abitazione in cui abita Victoria.

Lentamente mi dirigo in quella direzione, incuriosito, desideroso di sapere cosa ci sia scritto in caratteri così dolci su quella carta ingiallita.

Così vengo a conoscenza dell'invito che questo eccentrico conte, che molti conosco in zona per gli improvvisi e particolari eventi gratuiti e aperti alla popolazione che egli organizza di tanto in tanto, rivolge agli abitanti di Carvahall per una cerimonia dell'High Tea.

Il tè è una tradizione molto radicata e importante in questa zona, ed ho sempre sognato partecipare ad una di quelle raffinate cerimonie.

Sarebbe un'occasione fantastica portare Victoria con me, ad assaggiare la prelibatezza di infusi di foglie di Camellia Sinensis provenienti dalle regioni più remote dell'Oriente.

Leggo per intero il testo vergato sul manifesto; bisogna presentarsi con abiti formali e uno degli inviti che si trovano nel raccoglitore a persona.

Osservo il raccoglitore in legno chiaro, notando subito che all'interno vi sono rimasti solamente due cartoncini.

Che sollievo, sono giunto giusto in tempo per rilevare il numero necessario di inviti per poter portare con me anche la mia amata Victoria.

Li afferro, notando che al centro trionfa la scritta "High Tea Ceremony", incorniciata da delle rose rosse ricreate artisticamente.

Ora, devo solo attendere un'ora più consona per dirigermi da Victoria e, con parole amabili, chiederle di accompagnarmi.

Quando sto per ritornare in casa, mi sovviene una strana sensazione. Mi volto verso il punto in cui si trovava il manifesto e rimango sorpreso nel trovarlo vuoto, come se il foglio di carta non vi fosse mai stato infisso.

Una leggera brezza si alza lungo la via, mentre rifletto sulla stranezza.

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