"Voglio andarmene di qui..."

4. Capitolo quattro.

Erano passati tre giorni dal mercoledì che Emyrin aveva passato con Kili e mai i lavori che le appioppava Dhelia le erano sembrati così leggeri da svolgere. Inoltre, sulle sue labbra era stampato il sorriso e canticchiava qua e là per la locanda mentre puliva o riordinava i tavoli.
Durante l'orario di piena era a mille e volava da un ordine all'altro in soli cinque minuti. La vecchia Dhelia la osservava da sotto le folte sopracciglia grigie, chiedendosi cos'avesse quella ragazzina d'esser così felice.
Ebbene quel sabato mattina, nonostante non volesse, l'anziana Nana mandò Emyrin nella bottega della vecchia Hirina, proprio nel centro di Gabilgathol, a comprare le spezie.
Hirina era una Nana dolcissima e ogni volta che la ragazza andava da lei per comprare gli aromi, quella le regalava sempre un sacchetto contenente ogni volta un tipo diverso di the proveniente da altrettante diverse parti della Terra di Mezzo.


Entrò nella piccola drogheria accompagnata dal cristallino suono della campanella in cima alla porta.
"Buongiorno, signora Hirina."
La vecchietta si voltò verso la porta sfoggiando il suo solito sorriso allegro.
"Buongiorno a te, cara." Le disse, sistemandosi il grembiule giallino.
"Dhelia mi ha mandato per le solite spezie, ma questa volta al posto dell'origano vorrebbe del rosmarino." Disse la ragazza, sedendosi sullo sgabello di fronte al bancone.
"Ti preparo subito il pacchetto, tesoro." Hirina si voltò e iniziò ad aprire i vari cassetti incastonati nel muro, cercando i giusti aromi.
"Come stai, Emy?" Le chiese, mentre sbuffando sonoramente richiuse l'ennesimo cassetto sbagliato. Alla rossa scappò un sorriso divertito.
"Beh, tutto come al solito eccetto che... sono uscita con un ragazzo, questo mercoledì." Rispose con un sorrisetto furbo.
"Ah sì? E chi è questo misterioso giovanotto fortunato?" Domandò la vecchina, tirando fuori un sacchetto lilla. "Ah, ho trovato il rosmarino, finalmente."
"Lui, beh... è il Principe Kili."
La Nana la guardò sorpresa.
"Oh Hirina, non hai idea di quanto sia carino e dolce Kili! È... non è come Thorin, con lo sguardo severo e silenzioso e chiuso... Kili è più sciolto, è simpaticissimo e pensa, mi regalerà un libro nuovo perché l'unico che avevo gli è caduto nella neve e l'inchiostro ha stinto sulle pagine."
Hirina la guardò con dolcezza e le accarezzò una guancia. "Ma guardati, Emyrin, come sei bella! Sembri proprio innamorata."
"Ti ringrazio, Hirina, io... cosa? No, no. Kili è l'Erede di Durin e io non potrei mai amarlo o quantomeno lui non potrebbe mai amare me. È di ottima compagnia, questo sì, e poi mi ha offerto un muffin ripieno alla marmellata preparato da sua madre che era la fine del mondo... Non avevo mai mangiato niente di così buono!"
Gli occhi della giovane brillavano di una luce particolare e le sue guance erano leggermente arrossate. Parlava di lui con lo sguardo rivolto in un punto indefinito della stanza, sognante.
"Oh, Emyrin cara, non si può negare che però ti piaccia molto." Le disse la vecchietta. "Vi vedrete altre volte?"
"Sì, mercoledì prossimo nella radura dietro il boschetto dei falegnami."
"Ho capito... bene, allora ti auguro tante belle cose." Le disse, mentre finiva di chiudere la scatola di legno con le varie spezie.
Emyrin tirò fuori dalla tasca del suo vestito arancione un sacchetto di cuoio con i soldi che le aveva dato Dhelia. Precisi, non un centesimo di più e non uno di meno.
"Tieni, Emy, e salutami Dhelia."
"Lo farò." La rossa scese dallo sgabelletto e si avviò alla porta ma l'anziana la richiamò.
"Mi sono dimenticata di darti questo." Le disse, sparendo dietro una tendina azzurra e uscendone un grosso pacco colorato.
"Per me?" Domandò la giovane, al quanto sorpresa. Si aspettava il solito pacchettino di the, ma questa volta Hirina aveva pensato in grande.
"Aprilo, avanti." Le disse col sorriso. Voleva guardarla mentre vedeva cosa aveva fatto per lei.
Emyrin, che non riceveva mai regali, era più che entusiasta di sciogliere il nastro che legava il pacco e di aprirlo.
E quando lo fece, gli occhi le si appannarono di lacrime di gioia.
"Ti piace?"
"Hirina... non so cosa dire, davvero! È stupendo!"
"L'ho fatto io con le mie mani, per te. Sono mesi che ci lavoro." Le sorrise la vecchietta.
Emy tirò fuori dalla scatola un ampio vestito verde, semplice, ma allo stesso tempo bellissimo. Le spalline e il colletto erano più chiare rispetto al resto, molto più sulla tonalità di un verde smeraldo.
Davanti, sul petto, aveva anche un merletto.
"Ti ringrazio tantissimo, è davvero splendido!"


"Ma quanto ci hai messo?"
Dhelia. Coglieva sempre l'occasione per arrabbiarsi con lei di qualcosa. Emyrin non rispose, lasciò sul bancone le spezie e si avviò nella sua stanza per posarvi il pacco.
"Cosa c'è in quella scatola?" Domandò la vecchia, seguendola.
"Non sono cose che ti riguardano. È un regalo della signora Hirina." Rispose seccamente lei.
"Chi le ha dato il permesso di farti dei regali, mh?"
"Perché, adesso serve il permesso anche per questo? Quando la smetterai di controllare la mia vita respiro per respiro?" Emyrin si sentiva davvero stanca di discutere con Dhelia, ma non ne poteva davvero più delle sue cattiverie.
"Portami più rispetto, ragazzina, ricorda che io sono stata quella che-"
"Quella che ti ha salvato da morte certa. Se non ci fossi stata io a quest'ora saresti morta di fame e di freddo e blablabla! Smettila di ripetermi sempre le stesse cose: se dovevi 'salvarmi' per poi rinfacciarmi ogni giorno della mia vita di averlo fatto, allora era meglio che mi lasciavi morire." Gridò arrabbiata.
Dhelia la guardò con disprezzo.
"Dopo tutto quello che io ho fatto per te, dovresti baciare la terra dove cammino invece di venirmi sempre contro. Sei una stupida ingrata." Le gridò, lanciandole uno schiaffo sulla guancia.
Emyrin non si scompose di un millimetro ma nei suoi occhi crebbero le fiamme della rabbia e dovette arpionare con forza il vestito per evitare di sbatterla a terra per i capelli.
"Ah davvero? Dovrei esserti grata per farmi sgobbare come un mulo dalla mattina alla sera? Per non farmi mai uscire in città? Per segregarmi in camera dopo la chiusura? Per avermi costretta a cacciare Rhor dal vicolo? Per mandarmi in giro a fare il tuo lavoro mentre tu te ne stai qui, a crogiolarti dietro la tua stupida cassa a contare i tuoi stupidi soldi?!"


La chiave girò nella toppa ancora una volta prima di arrivare al limite.
Emyrin tirò un calcio alla sedia che aveva in stanza e si gettò supina sul letto, le braccia conserte e le guance rosse per le urla di poco prima.
Alla fine Dhelia l'aveva chiusa nella sua camera e le avrebbe riaperto solo al momento dell'apertura della locanda.
'Voglio andarmene di qui...' Pensò, rivolgendo lo sguardo alla finestra. Per un attimo le passò di mente di uscire da lì, ma calcolò che nonostante fosse sul vicolo e Dhelia non avrebbe vista, la sua stanza era al primo piano e lanciarsi su un lastricato di sassi larghi quanto un pugno non era un bel modo per morire.
Sospirò rassegnata.
Il tempo le sembrava non passare mai. Quasi le pareva meno noioso lavorare che starsene sdraiata a torcesi i riccioli fra le dita e sbuffare in continuazione.
Poi si ricordò del vestito che le aveva fatto la signora Hirina con le sue mani e decise di provarlo.
Lo tirò fuori dalla scatola e lo mise dopo essersi tolta quello che aveva.
Si guardò al grande specchio e fece una giravolta su se stessa, gonfiando d'aria la gonna.
Sorrise alla sua stessa immagine, pensando a quando lo avrebbe indossato il mercoledì successivo, per l'incontro con Kili.
Le cadde l'occhio sulla scatola e intravide che vi era qualcos'altro al suo interno: si chinò e ne tirò fuori un fiocco delle stesse tonalità del vestito.
'Questo sì che sarà una sfida metterlo...' Pensò la giovane, rigirandoselo tra le mani.
Guardò nuovamente il suo riflesso e pensò a come sistemare i suoi ricci in moto da non essere impresentabile all'appuntamento.
Li raccolse in una coda, ma non le piacque come le stava il fiocco. 'Troppo in vista.' Aveva pensato mentre li scioglieva.
Dopo un'ora circa a provare e riprovare diverse acconciature, scelse di lasciare sciolti i capelli davanti e di legarlo solo con quelli di dietro. 'Perfetto! Emyrin 1, capelli 0!'


Fece in tempo a richiudere con cura il pacco che la serratura emise un rumore secco prima di spalancarsi.
"A lavoro."
"Arrivo..." Rispose seccata.
Alzò gli occhi al cielo e attese che la vecchia la seguisse per andare ad aprire.
Andò Emyrin ad aprire la porta principale della locanda e con sua grande sorpresa vi trovò già qualche Nano pronto per essere servito.
Da una parte le fece piacere: dopo aver passato tre ore e più senza far niente chiusa in una stanza di venti metri quadri, un po' di movimento le faceva bene e soprattutto le faceva passare il tempo più in fretta.
Quella sera, verso l'orario di chiusura, entrarono nel locale il Principe Thorin e suo nipote Fili.
'Perché Kili non è con loro?' Pensò subito la ragazza, rischiando di rovesciare un boccale di birra sul pavimento.
Gli andò incontro, consigliando loro il posto della volta scorsa.
"Ti ringrazio." Le disse Thorin, accomodandosi stancamente.
Fili la guardò per un istante di troppo ed Emyrin, sentendosi i suoi occhi addosso, arrossì violentemente.
"C-cosa vi porto?" Domandò loro. Trasudava nervosismo da tutti i pori e cercava in ogni i modo di evitare direttamente i loro occhi.
"Da bere e..." Emyrin prese appunti mentalmente e se la diede a gambe levate il più presto possibile, riportando l'ordine in cucina. Ma suo malgrado, dovette tornare per servirli.
"Ecco a voi. Se vorrete dell'altro basterà un cenno e io arriverò." Disse ai due, sperando che la lasciassero andare subito. Ma ovviamente le cose non vanno mai come tu le speri.
"Aspetta. Avvicinati, per favore." Le disse Thorin, lanciando un'occhiata a Fili.
Emyrin, quasi timorosa, fece un paio di passi fin quando non urtò leggermente il tavolino.
"Guardami." Le disse, non con tono severo né le stava dando un ordine.
Emyrin fece scontrare i loro occhi e dopo qualche attimo di silenzio Thorin le sorrise e con la coda dell'occhio vide l'altro Nano tirare un sospiro di sollievo.
"Puoi andare, grazie."


"Cosa voleva da te il Principe?" Le chiese Dhelia, avvoltoio, chiudendo a chiave la porta.
"Nulla, in realtà. Mi ha solo guardata."
"Nient'altro?"
"Nient'altro."
'Ma guarda tu che vecchia impicciona.' Pensò Emyrin con fastidio, mentre finì di mettere a posto tutte le sedie.
Mangiò un boccone prima di salire nella stanza e infilarsi sotto le coperte.
Stava morendo di freddo e il cielo era stato coperto da una coltre di nuvole grigie. Sembrava proprio dovesse nevicare.
Ripensò a Thorin e a cosa avrebbe dovuto significare il suo gesto. Chissà se Kili gli aveva detto qualcosa su di lei...
Chiuse gli occhi e crollò in meno di cinque minuti.
Quella notte fu senza sogni.

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