Incovenienti e preoccupazioni. L'idea di Kili

9.Capitolo nove.

"Tieni, bevi un po' di the caldo."
Emyrin avvolse le mani intorno alla tazza fumante, cercando di trattenere ulteriori lacrime.
Aveva gli occhi rossi e gonfi di pianto. Era avvolta in una coperta calda e aveva lo sguardo fisso sul tavolo di legno scuro.
"Non pensavo fosse così... così... Coma ha potuto? Non ho mai fatto nulla di male... Oh, Valar..." Disse asciugandosi ancora gli occhi castani. Le era venuto un gran mal di testa.
"Mi dispiace tanto, tesoro, non meriti una sofferenza tale." Disse la Nana al suo fianco, accarezzandole i capelli. "Perché non ti riposi un po'?"
Emyrin scosse lentamente il capo. Non aveva voglia di riposare, non voleva chiudere gli occhi e pensare all'orribile scoperta che aveva fatto. Stando alle lettere, i suoi genitori credevano che li odiasse per averla lasciata lì da sola, ma non era così. Suo padre era morto senza sapere la verità e forse anche sua madre.
"Scusami, Hirina, non voglio crearti alcun disagio. Se qui non c'è posto per me, andrò altrove."
"Ma no, cara, c'è sempre un posto per te in casa mia. Lo sai che ti voglio bene e poi mi piacerebbe molto avere la tua compagnia." L'anziana le strinse la mano con un sorriso dolce sulle labbra.
"Grazie." Emyrin sorrise dopo tante lacrime e bevve un sorso del suo the che le scaldò le membra.
Quel giorno il negozio di spezie rimase chiuso e le due passarono la giornata a parlare di ogni piccola cosa veniva loro in mente.
Emyrin riuscì a rasserenarsi, fortunatamente.


"Allora, come va con il tuo Principe?"
"Uhm... bene. Anzi, benissimo. Cioè... beh, è successo proprio ieri. Mi ha baciata. A dire il vero... sono stata io a baciare lui, ma poi lui ha ricambiato. Insomma, Hirina, è stato il momento più bello della mia vita." La giovane parlava con gli occhi che brillavano d'emozione.
"Oh, tesoro, sono così felice per te."
"Ti ringrazio. Sai, dopo siamo rimasti a guardare le stelle. Non mi ero mai accorta d come fossero belle. Kili ha detto che i miei occhi hanno lo stesso colore di Morwinyon, la stella che comunemente chiamiamo Scintilla del Crepuscolo."
Hirina notò come il solo pensiero di quel ragazzo le aveva fatto svanire dal volto ogni segno di sofferenza. E guardandola in quel momento, i suoi occhi assomigliavano davvero a due stelle luminescenti ricche di amore.


"Sai, Hirina, sono un po' spaventata da tutto questo. Insomma, io non so nulla dell'amore, ma per sessant'anni non ho mai conosciuto nessuno che mi abbia fatto battere il cuore così... Credo proprio di essermi innamorata."
"Beh, non ci vedo nulla di male in questo, mia cara."
"Lo so, ma sai come vanno queste cose. Lui è un principe e io una semplice cameriera, figlia di mercanti. Non credi che sia impossibile il nostro amore? Insomma, quanto potrà andare avanti?" Emyrin abbassò gli occhi. Confidarsi con Hirina non era difficile, era come una nonna per lei.
"Ascolta, Emy: l'amore è un sentimento forte, anzi, fortissimo e se lui ti ama davvero farà di tutto per starti accanto. Ma tu non devi arrenderti mai."
"So che è una domanda sciocca ma, ecco, sei mai stata innamorata, Hirina?"
"Si..." Rispose la vecchietta, ma i suoi occhi erano ormai persi nella stanza con la mente che vagava in chissà quale ricordo felice di un tempo passato.




Passò una settimana intera durante la quale Emyrin aiutò l'anziana Nana con le faccende di casa mentre quella continuava ad occuparsi del negozio, al piano di sotto.
Alle volte, Emyrin si sedeva in cima alle scale e ascoltava la gente che arrivava in negozio parlare del più e del meno.
Un paio di giorni prima era arrivata una Nana con la sua bambina e aveva raccontato all'anziana di aver sentito dire in giro che Dhelia era uscita fuori di testa da quando la cameriera della locanda era scomparsa.
Emyrin non si sentiva in colpa, ma di certo aveva timore di essere riconosciuta. Non aveva alcuna intenzione di ritrovarsi faccia a faccia con quella strega.
Quel lunedì, il negozio rimase chiuso e la ragazza aiutò la Nana per l'inventario.
Hirina aveva davvero una miriade di spezie e insegnò qualche nome che Emyrin non conosceva ancora.
Avevano appena finito di stilare una bella lista di ciò che avrebbero dovuto ordinare per la settimana seguente quando Hirina, scendendo dallo sgabello, mise un piede in fallo e rovinò a terra.
Emyrin corse da lei, preoccupata, e la aiutò a sedersi facendole poggiare le spalle ai piedi del bancone.
"Valar, stai bene?" Chiese, spaventata a morte dall'espressione che l'altra aveva in viso.
"La caviglia, credo di essermela rotta." La signora Hirina mise su una smorfia di dolore.
Emyrin non sapeva cosa fare.
"Aspettami qui, non cercare di alzarti o fare qualsiasi altra cosa. Vado a cercare aiuto." E così detto, mise la mantella in tutta fretta e uscì in strada, infilando i capelli nel cappuccio.


Slittava tra la gente, correndo veloce per i vicoli della cittadella. Era diretta alla casa del guaritore, Glorin, nella speranza che potesse seguirla.
Continuava a guardarsi intorno per evitare di incontrare qualcuno che avrebbe potuto riconoscerla. Svoltato un angolo della strada, però, andò a sbattere contro qualcuno, cadendo a terra.
'Che gran guaio!'
"Mi... mi dispiace. Scusatemi, devo andare." Disse sbrigativa, alzandosi e rimettendosi a correre. Per sua sfortuna, però, quel qualcuno la afferrò per un braccio tirandola indietro. Il cappuccio le calò dalla testa.
"Emy?"
Il cuore di lei perse un battito.
"Kili!" Esclamò, rimettendosi subito il cappuccio.
I due si guardarono un istante, poi lei iniziò a singhiozzare e si gettò tra le braccia del giovane.
Kili scambiò un'occhiata con il fratello, accanto a lui.
"Hei, che succede?" Le chiese preoccupato.
"Non ho tempo per le spiegazioni," rispose lei, staccandosi e asciugandosi le lacrime "devo trovare il guaritore!"
"Stai male?"
"No, non è per me. Hirina... insomma, ho bisogno di aiuto!"
I due Nani si guardarono, capendosi al volo.
"Veniamo con te."


Come se non fosse già abbastanza, Glorin non era in casa.
"E adesso cosa faccio?!" Gridò lei, mettendosi le mani nei capelli.
Kili le prese i polsi. "Vuoi dirmi che succede?"
Allora Emyrin spiegò ai due l'accaduto.
"Va bene. Kili, va con lei al negozio, io andrò a cercare il signor Glorin." Disse Fili e in seguitò si separarono.
"Sbrighiamoci." Kili prese per mano la giovane e insieme tornarono indietro.


La caviglia di Hirina era diventata gonfia e aveva assunto un colore violaceo.
Fortunatamente l'anziana era piuttosto magra per gli standard nanici, così fu semplice tirarla in piedi. Ma prima le venne immobilizzata la caviglia.
"Emy, prendi una stecca di legno dalla catasta accanto al camino, per favore. Ah, porta anche delle bende."
"Subito." La giovane si precipitò e in un attimo portò tutto l'occorrente.
Una volta immobilizzata, presero la vecchietta sotto braccio e la misero in piedi, non senza un po' di dolore.
"Ce la fai, Emy?" Le chiese Kili, facendo i primi passi. Si era messo dal lato della gamba infortunata in modo da portare lui il maggior peso.
"Tranquillo." Rispose lei, con il solito sorriso stampato in viso.
"Mi spiace tanto ragazzi. Questa non ci voleva proprio." Disse Hirina mortificata.
"Si figuri, signora, non deve preoccuparsi."
Kili sorrise alla vecchina ed Emyrin sentì il petto venire invaso da un tenero calore. Come poteva esistere un essere così buono e gentile e dolce come il suo Kili?


Ai piedi delle scale constatarono che era impossibile salire in quello stato.
"E va bene. Emy, dammi una mano a farla salire sulle mie spalle."
"Sì."
"Sicuro di farcela, giovanotto?" Chiese la Nana, preoccupata.
"Ce la faremo. Con calma, ma arriveremo di sopra." Rispose lui e assicurata l'anziana, lentamente salirono e la portarono in camera, dove la adagiarono delicatamente sul letto.
"Vi ringrazio tanto."
"Non deve, davvero."
"Tu devi essere il Principe Kili, non è così? Dammi del tu, caro."
I due si sorrisero.
"Come ti senti, Hirina? Fa tanto male?" Emyrin le prese una mano.
"Oh, non preoccuparti, ne ho passate tante nella mia lunga vita. Posso chiederti di andarmi a prendere un bicchiere d'acqua?"
"Ma certo." Emyrin guardò Kili. "Torno tra qualche minuto."


"Mio fratello è andato a cercare il guaritore, presto saranno qui entrambi." Il Nano prese la sedia accanto alla scrivania e la portò vicino al letto, sedendovisi.
"Sei un bravo ragazzo." Gli disse Hirina. "Emyrin tiene molto a te, lo sai, vero?" Kili fu colto alla sprovvista e lì per lì non seppe cosa rispondere. Così Hirina continuò. "Non so se hai parlato con lei, ma questo è un momento difficile e ha bisogno di qualcuno che le stia accanto."
"Allora è una malattia grave?" Kili si agitò, preoccupato, ma vide sul volto della vecchietta dipingersi un'espressione confusa. "Emyrin... si, Emy non è malata?" Domandò.
"No, sciocchino. Chi te lo ha detto?"
"Sono stato alla locanda e-"
"Capisco." Lo interruppe Hirina. "È stata Dhelia, quindi?"
"Sì."
"Ti ha mentito. Emyrin non è stata affatto male o almeno non male in senso fisico. È venuta qui da me in lacrime. Ma non posso dirti il motivo, se vorrà, lo farà lei." Hirina sospirò.
"Per questo non è venuta alla radura, mercoledì." Mormorò il giovane, tenendosi il mento tra le dita con fare pensante.
"Ascoltami bene, Kili. Lei è fragile ed ha paura."
Quelle parole bastarono a Kili per intendere ciò che la signora voleva dirgli.
Annuì.
"Io tengo a lei. Non lascerò che soffra. Emy è una ragazza dolce e gentile, non ho intenzione di farla star male."
"Sono felice che abbia conosciuto un ragazzo come te."
Emyrin tornò proprio in quel momento e al suo seguito c'erano Fili e il signor Glorin.
"Hirina, ma cosa combini?" Rise il Nano, posando una borsa dall'aria pesante ai piedi del letto.
"Oh, Glorin, a volte capita di mettere un piede in fallo." L'anziana fece l'occhiolino al guaritore che rispose con una leggera risata.
"Va bene, adesso fuori, ragazzi, devo lavorare."


"Grazie, Fili, davvero." Disse Emyrin al biondo, una volta scesi in negozio.
"Figurati, tutto per la ragazza di mio fratello." Fili ammiccò e la giovane sentì le guance avvampare.
Il ragazzo rise, dando una pacca sulla spalla al fratello prima che questo andasse a circondarle le spalle con un braccio.
"Avete fame? Sete? Posso offrirvi qualcosa?"
"Si, perché no." Rispose Kili, sorridendole dolcemente.
Pochi attimi dopo, i due fratelli erano seduti davanti ad una crostata di mirtilli.
"Prendetene, l'ho fatta questa mattina. A dire il vero, non sono proprio una forza in cucina, ma spero sia buona." Emyrin si scostò un ricciolo dietro le orecchie mentre guardava i due assaggiare il dolce. Attendeva con ansia il loro parere.
"Oh!" Esclamò Kili.
"Cosa c'è? Non è buona?" Chiese lei, allarmata.
"Valar! È deliziosa, Emy!" Esclamò ancora il Nano, dando un altro morso alla sua fetta.
"Mio fratello ha ragione, è davvero fantastica."
"Mi fa piacere." Sorrise.
Risero ancora per un po', insieme. A Fili piaceva Emyrin, il che era buono. Gli stava simpatica e a lei stava simpatico lui.
Cosa poteva andare storto?


Quando Glorin scese al piano di sotto, informò i tre che le condizioni di Hirina erano ottime. La caviglia era stata curata, ma avrebbe dovuto rimanere a letto per almeno un mese.
"Niente sforzi né altro." Aveva detto il guaritore e se ne era andato senza nemmeno farsi pagare.
Il viso di Emyrin si era rabbuiato, nonostante le belle notizie.
"Tutto a posto?" Le chiese il suo Nano.
"Si..." Mormorò lei. Ma ovviamente non la diede a bere a nessuno.
"C'è qualcosa che ti preoccupa?" Fu Fili a parlare, questa volta.
Lei li guardò. Come poteva spiegar loro che aveva timore a farsi vedere dalla gente? Non voleva tornare alla locanda e per quello non voleva che nessuno la riconoscesse. Era certa che se Dhelia avesse saputo che era lì sarebbe andata da lei e l'avrebbe riportata in quell'inferno.
Non voleva.
"Emy?"
"Kili... non so come dirvelo." In quel momento si vergognò. Non seppe il perché, ma si vergognò.
"Se ce lo spieghi, magari possiamo aiutarti in qualche modo." Le disse il giovane.
La rossa fece per aprire bocca, ma sentì le lacrime pizzicarle gli angoli degli occhi.
'Non ce la faccio...'
"Ascoltami, Emyrin, se vuoi possiamo cercare insieme una soluzione al tuo problema, eh? Ma non fare quella faccia, ti prego, mi fai preoccupare." Kili le accarezzò una guancia e con l'altra mano fece in modo di intrecciare le loro dita. "Puoi fidarti di noi. Di me." Le sussurrò vicino alla bocca.
"Io mi fido di voi." Rispose lei, annullando la distanza tra loro.
Fili si guardò in torno imbarazzato, torturandosi i baffi.
Si schiarì la gola, ricordando ai due della sua esistenza.
"Scusa, fratello." Rise il moro.
"Va bene, allora..." Emyrin raccontò loro delle lettere, di quanto Dhelia fosse in realtà meschina e crudele. Versò qualche altra lacrima per i suoi genitori e infine disse loro del suo timore di essere riconosciuta.
Kili ebbe un'idea fin da subito, ma non ne fece parola con alcuno.

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