Fortuite circostanze. Di dolcezza, amore e desiderio

13.Capitolo tredici.

"Esci di lì!"
"No!"
"Dammi almeno la possibilità di guardarti in faccia..."
"No."
"Oh avanti, Emyrin, non puoi rimanere rintanata lì dentro per sempre."
"E chi lo dice questo?"
"Beh, suppongo che prima o poi dovrai mangiare o bere o andare in bagno."
Emyrin sbuffò sonoramente, dandogli la schiena.
"Vattene, Kili! Non ho voglia di vederti in questo momento, è troppo imbarazzante."
Udì il sospiro di Kili e poi il silenzio.
Se ne era andato? Abbassò di poco le coperte per vedere ma non appena mise il naso fuori dal lenzuolo, il Nano balzò sul letto e la imprigionò sotto di sé.
"Che cosa stai facendo? Scendi subito dal mio letto!" Esclamò, cercando di spostarlo ma lui non si mosse di un centimetro.
"È la tua fine." Le disse, iniziando a farle il solletico.
"Ti pre... ti preg... Kili! ... Bast... per favo... Non respiro!" Diceva lei, in preda a frenetiche risate.
Alla fine, il Nano cedette alle suppliche e si fermò, restando però carponi su di lei.
Emyrin fece finta di niente, ma vide la luce maliziosa che gli illuminava gli occhi.
Si sentì avvampare. Ricordava ogni cosa della sera precedente e non faceva altro che pensare a quanto era stata stupida e a cosa sarebbe successo adesso che anche lui sapeva che provava il suo stesso desiderio.
Kili dovette accorgersi del rossore sulle sue guance perché ghignò malignamente, puntando lo sguardo sulla sua bocca mentre si leccava le labbra.
Un secondo dopo aveva annullato la distanza fra di loro e la conduceva in un bacio lento al quale lei non poté far a meno di abbandonarsi completamente.
Gli circondò il collo con le braccia e fece per attirarlo di più a sé ma in quel momento Kili ruppe la magia staccandosi da lei.
"Emyrin." Le disse dopo che aveva visto la sua smorfia contrariata. Si spostò da sopra a lei e si sedette con le spalle al muro.
"Si?" Emyrin lo seguì, poggiando la schiena al suo petto e lasciando che lui la circondasse con le braccia.
Silenzio.
Era evidente che Kili stava pensando ad un modo per porle una domanda; stava scegliendo le parole più adatte, ma a giudicare dal prolungato silenzio, pensò lei, la ricerca non stava andando bene.
"So cosa vuoi chiedermi." Sospirò in fine la giovane, senza voltarsi verso di lui. "E credo di poterti anche dare una risposta."
"E qual è questa risposta?" Il suo fiato caldo era come elettricità che le punzecchiava il collo. Percepì una nota di impaziente curiosità nelle sue parole.
"Beh... ci ho messo un po' per capirlo, ma credo di essere pronta."
...
... ...
... ... ...
"Kili?"
Non appena pronunciò il suo nome, il ragazzo la strinse al petto e affondò il viso nei suoi capelli.
"Oh, Emy..."


"Buongiorno, cara, come ti senti?" Dìs la invase di vitalità fin dal primo istante in cui mise piede in cucina.
C'erano Fili e Thorin seduti alla tavola. Il primo la salutò tutto sorridente, mentre Thorin si limitò ad un cenno del capo.
"Ehm, buongiorno." Disse, non sapendo come comportarsi.
"Avanti, sei rigida come un ciocco di legno. Va a sederti, la colazione è quasi pronta." Dìs la spinse fino alla sedia vuota accanto a Thorin e la fece sedere.
Pochi istanti dopo, Kili si sedette di fronte di lei, al fianco del fratello.
"Come stai, sorella? Ti sei presa una bella sbronza ieri sera, non è così?" Rise Fili, dando una gomitata al fratello.
Si udì un tonfo e tutti si voltarono verso la Nana ai fornelli: aveva mandato in frantumi un piatto, ma il suo sguardo non era sui cocci a terra, bensì sul suo figlio maggiore. Uno sguardo inceneritore.
"Non essere maleducato, figlio mio." Gli disse con voce calma, gentile, anche se il suo sguardo mandava lingue di fuoco.
"Oh, è tutto a posto. Fili ha ragione, ho davvero esagerato. Anzi, vi chiedo scusa... mi vergogno un po' a dire la verità." Disse Emyrin, cercando di salvare la situazione. Si alzò e andò vicino alla Principessa. "Lascia che ti dia una mano, Dìs."
Gli occhi glaciali di lei divennero subito dolcissimi quando li sposò su Emyrin.
"Che cara ragazza, lascia che ti abbracci." Le disse, stringendola forte.
Emyrin ricambiò la stretta, confusa dal suo comportamento.
"C'è qualcosa che non va?" Chiese, mentre raccoglieva i pezzi del povero piato distrutto.
'Peccato, era carino.'
"Oh, no." Disse Kili, smettendo immediatamente di mangiare.
"Cosa?" Emyrin non capiva. Ma che stava accadendo?
"C'è solo un motivo per cui nostra madre possa assumere questo atteggiamento." Fece lui, quasi terrorizzato.
"Proprio così, ragazzo." Intervenne Thorin, che fino a quel momento era rimasto a fare colazione in silenzio.
"Scusate se interrompo il vostro scambio di sguardi eloquenti ma... potreste spiegarmi cosa sta succedendo? Mi state spaventando."
"Dobbiamo andare a Nogrod, da nostra cugina*." Iniziò il Nano, in tono grave.


Quale strana coincidenza le avevano mandato i Valar. O meglio, quale pericolosa coincidenza.

"Da vostra cugina, hai detto?" Chiese Emyrin, non capendo perché tutto quel dramma per una visita ai parenti.
"Devi sapere, mia cara ragazza, che nostra cugina è l'unica persona al mondo che riesce a mettermi in agitazione." Spiegò Dìs. "Ti auguro di non incontrarla mai."
"Capisco..." Disse lei, anche se in realtà non capiva niente. "Quindi, dovete partire?"
"Già... e anche al più presto. A lei non piace aspettare."
"Oh, va bene. Vorrà dire che in caso di pericolo, sarà Rhor a proteggermi. Non vi preoccupate per me e fate un buon viaggio."
"Ma, Emy, non sarai sola." Dìs la prese per le spalle, sorridendole felice.
"No?"
"No." Rispose Thorin. "Kili rimarrà qui, con te."
Il Nano in questione risciò di strozzarsi con il suo cibo.
"Hei, zio, posso rimanere anche io?" Tentò Fili, nella speranza di scamparla, ma ancora una volta Dìs lo carbonizzò con lo sguardo.
"Non pensarci nemmeno!"

Sospirò.
'In che bel guaio mi sono messa.' Pensò, rimembrando le parole dette al giovane quella stessa mattina.
"Ma non potevo starmene zitta?" Si lamentò ad alta voce, imboccando le vie della città.
Arrivò in fretta alla bottega, cercando il più possibile di evitare contatti con la gente. Era troppo agitata anche solo per dire ciao a qualcuno.
Bofur la salutò allegramente non appena entrò in negozio, abbracciandola come faceva sempre.
"Ciao, Bofur." Sorrise lei, andandosi a mettere subito nella sua postazione e iniziando a lavorare.
Voleva distrarsi con i giocattoli, cercando di non pensare all'imbarazzante momento in cui lei e Kili sarebbero rimasti soli.
'Lo so come andrà a finire... Cosa devo fare? E se poi sbaglio qualcosa?' Quelli e mille altri pensieri le frullavano nella testa.
Era completamente andata nel pallone e non prestò nemmeno attenzione a quello che stava facendo, finendo col farsi sfuggire il piccolo coltellino da intaglio.
"Ahi, che male!" Gridò, più per lo spavento che per il dolore in sé – che non era nemmeno tanto in fin dei conti.
Bofur accorse preoccupato: "Ti sei fatta male?"
La vide stringersi il palmo sinistro e del sangue scorrerle tra le dita.
"Fai vedere." Le disse osservando il taglio che si era procurata, portandola subito a sciacquarsi.
"Non è niente." Disse, mentre il Nano cercava una benda.
"No, non è profondo per fortuna. Devi stare più attenta, Emyrin, potresti farti molto male con quegli arnesi affilati." Le disse, andandole accanto con il suo trofeo di guerra – aveva finalmente trovato la benda nella moltitudine di cianfrusaglie che aveva nel cassetto sotto la cassa.
"Lo so, mi dispiace. Ero sovrappensiero." Si scusò, abbassando gli occhi sulla mano ferita.
I suoi pensieri tornarono inevitabilmente ad intrecciarsi con i precedenti, in una miriade di domande da far girare la testa.
"Mi stai ascoltando?"
"Come?"
"Mi chiedevo se va tutto bene. Sei un po' sbadata oggi. Forse è meglio che torni a casa a riposare. Magari sei ancora un po' brilla." Le disse, facendole l'occhiolino.
"Forse hai ragione, sarà meglio che torni a casa. Non combinerei nulla di buono con questa mano, adesso."


Dopo essersi scusata di nuovo e averlo ringraziato per la medicazione, Emyrin lasciò la bottega e si diresse per la strada principale verso casa.
Poi le venne in mente una cosa e decise di passare a trovare la vecchia Hirina, ringraziando il cielo che Lirys non fosse in negozio. Sapeva che l'avrebbe tartassata di domande.
"Mi ha fatto piacere la tua visita inaspettata, Emy cara." L'anziana sorrise dolcemente, offrendole una tazza di the freddo.
"Volevo passare a trovarti, è molto che non vengo qui in negozio... e volevo anche chiederti un favore."


"Come profuma!" Esclamò la giovane, inspirando a pieni polmoni.
Guardò la boccetta di vetro, chiedendosi se a Kili sarebbe piaciuta quella nuova fragranza.
Si fidava di Hirina, perciò se ne diede qualche spruzzata addosso e poi sorrise soddisfatta, prendendo la boccetta e portandosela in camera.
"Che buono..." Mormorò, mentre la metteva in un cassetto.
Dopo aver pranzato, si distese sul prato di fronte alla casa, con Rhor che le si sdraiò accanto.
Guardò le nuvole essere trasportate via dal vento come fossero piume fluttuanti, soffici e leggere.
La brezza pomeridiana era un toccasana contro il caldo asfissiante di quelle giornate. Non aveva mai fatto così caldo da che ricordasse.
D'un tratto aprì gli occhi. Le era sembrato il tempo di un battito di ciglia, ma in realtà aveva dormito per almeno un paio d'ore e il sole iniziava a nascondersi dietro le montagne, così decise di tornare dentro e iniziare a preparare la cena. Kili sarebbe tornato da un momento all'altro.
Chissà che tipo era la cugina di Thorin e Dìs, per rendere nervosa perfino quest'ultima.
E chissà come mai era dovuto rimanere Kili.
Coincidenze? Sul serio?
"Chissà..." Disse a se stessa, apparecchiando la tavola.


Al suo rientro, il Nano fu avvolto da un profumo che gli fece venire subito l'acquolina in bocca.
Arrivato sulla soglia della cucina si fermò ad osservare la sua ragazza che canticchiava mentre poggiava sul tavolo una bella teglia ricca della loro succulenta cenetta.
"Si schiarì la gola e lei si accorse del suo arrivo.
"Ehi, come è andata oggi?" Gli chiese, avvicinandosi per dargli un bacio.
"Bene... a dire il vero, ora che sono con te , direi decisamente meglio." La abbracciò forte, lasciandola andare solo per andarsi a lavare le mani e sedersi poi davanti a lei.
"E a te?"
"Oh, beh..." Rispose, indicandogli la fasciatura.
"Che ti è accaduto?" Chiese, allarmato.
"Mi sono distratta mentre stavo lavorando e mi sono tagliata una mano. Niente di grave, comunque, anche se Bofur ha voluto a tutti i costi medicarmi ugualmente."
"Stai più attenta, Emy, potresti farti male seriamente. E io non voglio che ti accada nulla." Le disse Kili, prendendole la mano.
"Stai tranquillo, una volta mi basta e avanza per imparare." Sorrise lei.
Iniziarono a mangiare e per tutta la durata della cena, Kili non fece altro che farle i complimenti per il delizioso pasto che aveva preparato.
"Tutto merito di tua madre, è lei chi mi ha svelato i trucchi della cucina."


Dopo aver messo tutto in ordine, Kili la prese per mano e le chiese se le andava di salire.
Lei annuì e sorridendole la condusse al piano di sopra, nella sua stanza.
Accese una candela e la posò in una ciotolina di vetro sul comodino, illuminando la stanza di una fioca luce tremolante.
La camera dei fratelli Durin non era grandissima, ma c'era spazio per due letti e un paio di armadi. Alle pareti erano appese le loro armi e sui mobili vi erano poche cose ma essenziali.
Nonostante fosse la camera di due Nani scalmanati, era stranamente in ordine.
'Ah, Dìs, questa è opera tua.' Pensò, sorridendo tra sé e sé.
Kili la condusse sul letto e la fece sedere al suo fianco.
Restarono in silenzio per un po', tenendo le dita intrecciate; Emyrin era in totale imbarazzo: non sapeva cosa dire né tantomeno cosa fare.
Chissà se lui provava lo stesso.
'Mahal, ti prego, dammi la forza.' Pensò, e senza accorgersene strinse la mano del Nano che voltò il capo verso di lei.
"Scusa." Disse, pentendosi immediatamente di avergli lasciato la mano di scatto, come se si fosse scottata.
"No, ehm..." Era evidente che volesse chiederle qualcosa, ma non trovava le parole adatte per farlo.
Così lei raccolse quel po' di coraggio che ancora le era rimasto e si avvicinò di più a lui sussurrandogli: "Baciami, Kili."
Il giovane Nano annullò quella minima distanza che ancora li separava, sfiorando delicatamente le sue labbra.
Fu lei a schiudere per prima le labbra, lasciando così incontrare le loro lingue.
Kili le mise una mano tra i capelli e piano la spinse sdraiata sotto di sé.
Cercò di non badare al lieve irrigidimento di lei e decise di tastare il terreno, osservando la sua reazione nel momento in cui lasciò la sua bocca per andare a lambirle la pelle del collo. Con la mano tracciò la linea del suo corpo.
"Hai un buon profumo." Disse tra un bacio e un altro.
Quando alzò il capo per guardarla, gli fece una gran tenerezza trovarla con gli occhi chiusi.
Si riportò alla sua altezza, sdraiandosi accanto a lei e le accarezzò una guancia.
Emyrin aprì gli occhi e lo guardò.
"Stai bene?" Le chiese, strusciando il naso sulla sua guancia.
Lei annuì, e poi si voltò verso di lui, sorridendogli. Si sentiva più tranquilla di prima, adesso. Kili era così gentile, premuroso...
"Vuoi che continui?" Domandò, prima di fare qualsiasi cosa che avrebbe potuto rovinare quel bel momento.
Le spostò un ricciolo dietro l'orecchio, ricevendo un altro gesto d'assenso.
L'attirò a sé, e prese a baciarla ancora, poi, con un gesto rapido, la portò sopra di lui.
Sorrisero entrambi, l'una sulle labbra dell'altro.
Emyrin si mise a cavalcioni sui suoi fianchi e curvò la schiena, prendendogli il viso tra le mani.
"Ti amo." Gli disse semplicemente.
Il giovane fece allora leva sui gomiti e si alzò a sedere, con le gambe di lei strette in vita e le sue braccia che gli circondavano il collo.
Mentre si scambiavano un altro bacio, Emyrin percepì il suo tocco sulla schiena; quelle carezze lente, delicate, le lasciavano scie di fuoco addosso, tanto che fu scossa da un brivido.
Kili interruppe il bacio per scendere di nuovo sul collo, questa volta andando oltre lo sterno mentre le sue mani si impegnarono a scioglierle i lacci del vestito.
Una volta aperti, scostò la stoffa, abbassandola ad ogni bacio, scendendo fino a lasciarne un ultimo nell'incavo dei seni.
Poi le rivolse uno sguardo e lei annuì, sollevando le braccia per facilitarlo nel liberarla da quell'ammasso di stoffa. Un po' arrossì, certo, ma ebbe il tempo di riprendersi mentre lui si sfilava la casacca.
Non era la prima volta che lo vedeva a petto nudo; quando con Fili e Dwalin si allenavano alla lotta a corpo libero, erano sempre tutti e tre a torso nudo.
Il giovane si fermò ad osservarla, tenendole le mani sui fianchi.
Le sorrise e lei fece altrettanto.
"Sei bellissima." Le disse, dandole ancora un altro bacio.
Accarezzandole la pelle, risalì dai fianchi al costato fino a raggiungere i seni.
Emyrin sospirò sulla sua bocca e chiuse gli occhi, mentre glieli accarezzava.
I suoi gesti così lenti e piacevoli fecero scemare anche l'ultimo briciolo di imbarazzo rimasto.
Lo abbracciò forte; Kili sussultò quando i loro petti si toccarono.
Le accarezzò la schiena nuda, tracciando con le dita l'incavo della colonna vertebrale.


Con inaspettata tranquillità, Emyrin aveva sciolto i lacci delle braghe del Nano e, ormai con solo un indumento indosso, entrambi giacevano sdraiati abbracciati l'uno all'altra.
Kili le stava lasciando tutto il tempo che voleva, tutto quello che le serviva per fare un passo alla volta fino al grande salto.
Aveva atteso a lungo quel momento e non aveva alcuna intenzione di rovinare tutto mettendole inutile fretta.
Quando si sentì pronta, glielo fece capire.
Si posizionò sopra di lei; sulla sua pelle serpeggiavano le ombre tremolanti proiettate dalla fiamma della candela sul comodino.
Decise di andare per gradi, baciandole le labbra, poi il mento e il collo fino al petto. Lì si fermò sui suoi seni, beandosene mentre lei esprimeva la sua approvazione con mugolii e sospiri che lo eccitarono.
Seguì poi a baciarle la pancia fino all'orlo dell'intimo.
Prima di agire in qualche modo, incontrò i suoi occhi. Emyrin gli sorrise, intimandolo ad andare avanti.
Senza rompere quel contatto profondo tra i loro occhi, le abbassò lentamente la stoffa che la copriva, facendogliela scivolare via dalle caviglie in una sola mossa.
Senza accorgersene, Emyrin aveva avvicinato le ginocchia, un riflesso incondizionato dettato dal rossore comparso inevitabilmente sulle guance.
Allora Kili le prese la mano, stringendo le sue dita.
"Non vergognarti, Emy, non ne hai motivo. Sei perfetta, sei la mia Morwinyon** e io ti amo." Le disse in un sussurro e con un tocco gentile, quasi impercettibile, la invitò a schiudere le gambe per lui.
Emyrin cedette alle sue richieste e abbassò le ginocchia, lasciandogli una completa panoramica del suo corpo.
Kili provò una forte emozione che gli riempì il petto e qualcosa si mosse dentro di lui, pulsante di eccitazione.
In un attimo fu di nuovo sulla sua bocca e mentre la teneva impegnata in un bacio più spinto dei precedenti – al quale lei rispose con altrettanta enfasi – con le ginocchia le divaricò le gambe e iniziò ad accarezzarla dapprima sui seni, poi i fianchi e l'inguine.
Emyrin premette ancor di più le labbra sulle sue non appena le dita del Nano sfiorarono un punto sensibile del suo corpo.


Kili si era eccitato moltissimo nel trovarla tutta calda e bagnata.
Si beò dei suoi tentativi di soffocare i gemiti che le stava procurando attraverso baci, continuando a giocare con il suo punto più sensibile.
Emyrin aveva arpionato le sue spalle e lo attirava a sé man mano che lui aumentava la velocità dei suoi movimenti.
Presto le divenne impossibile trattenersi e diede voce al suo godimento.
Prima che arrivasse al suo limite, Kili rallentò gradualmente il ritmo fino a fermarsi.
L'espressione contrariata di lei era in netto contrasto con l'aria buffa che le davano le guance arrossate e i capelli scompigliati sul cuscino.
Le diede il tempo di riprendere fiato; il suo petto si alzava e si abbassava incontrollato mentre cercava di riprendere il controllo di se stessa.
Ripreso a respirare regolarmente, lo guardò negli occhi scuri, sorridendogli. Ma non appena Kili si avvicinò per baciarla, lo fermò: "Voglio essere io a darti piacere adesso. Ti chiedo solo di aiutarmi. Insegnami." Gli disse, con fermezza. Una fermezza che lo lasciò a bocca aperta: dov'era finita la piccola Emyrin, sempre timida, che arrossiva al minimo imbarazzo?
Non ebbe il tempo di rispondere poiché le dita sottili della giovane fecero cadere via il suo intimo, liberando il membro ingrossato dall'eccitazione da quell'ormai stretto pezzo di stoffa.
Alla sua vista, Emyrin non poté non arrossire – ecco dov'era la sua Emy – ma si diede subito contegno e si lasciò guidare dai movimenti di lui, finché non fu in grado di gestire da sola la situazione.
Kili grugniva e mugolava, tenendo la testa nell'incavo della sua spalla e ogni tanto lo sentiva digrignare i denti e respirare affannosamente.
Quando Emyrin percepì che era vicino all'esplosione, si fermò di colpo, lasciandolo cadere stremato sul suo corpo.
"Ma perché?" Brontolò sulla sua pelle, facendo un respiro profondo.
"Chi la fa l'aspetti. Lo hai mai sentito dire?" Sghignazzò la rossa, giocando con una ciocca dei capelli del Nano.
Lui alzò la testa per dire qualcosa, ma lo coinvolse subito in un bacio mozzafiato.
"Va bene, ti perdono." Le disse, rubandole un altro bacio fugace.


Prima di passare all'atto finale e più importante, Kili pensò bene di abituarla a quel genere di intrusione prima con le dita.
Uno, poi due, in movimenti lenti e dolci, avanti e indietro, dentro e fuori, in un crescendo che la portò a gemere ancora e ancora.
"Kili..." Lo chiamò d'un tratto. "Ti prego, non ce la faccio più..." Sussurrò.
Il Nano, allora, le prese le mani e fece intrecciare le loro dita.
"Ascolta, cercherò di non farti male. Qualsiasi cosa, di una parola e mi fermerò, te lo prometto."
Lei annuì, prendendo un bel respiro.
Di lì a pochi istanti, Kili avrebbe fatto di lei una donna. Aveva paura, certo, ma era anche ansiosa di divenire una cosa sola con il Nano che amava e che avrebbe tenuto fra le braccia per il resto della sua vita.
Trattenne il fiato quando entrò dentro di lei, stritolandogli le dita per cercare di lenire il dolore che la prese e che le fece stringere forte gli occhi.
"Ehi, tutto bene?" Le chiese lui, premuroso, poggiando la fronte sulla sua.
Lei annuì debolmente, intimandolo ad andare avanti.
Lentamente, Kili prese a muoversi dentro di lei, cercando il più velocemente possibile di farle passare quel momento di dolore sostituendogli il piacere che presto avrebbe avvolto entrambi.
E ci riuscì; dopo qualche spinta, Emyrin percepì il dolore divenire fastidio e poi svanire, lasciando il posto a sensazioni ben più forti, mai provate prima. Aveva il bassoventre in fiamme.
Liberò le mani dalla stretta di lui e andò ad abbracciargli la schiena, sentendo i suoi muscoli guizzare sotto le dita ad ogni movimento.
Si ricoprirono presto di uno strato di sudore, mentre insieme conducevano la danza degli amanti.
Si scambiarono baci, carezze, finché i loro sospiri non divennero gemiti e riempirono la stanza.
Desiderarono all'unisono che quel momento così intenso non finisse mai, ma infine giunsero all'apice, lasciando che quel piacere esplodesse in un milione di scintille.


Stanchi e affannati, si sdraiarono l'uno accanto all'altra.
Restarono in silenzio, con il battito dei loro cuori nelle orecchie e il rimbombo dei loro gemiti ancora nella mente.
Si tenevano per mano guardando il soffitto.
Emyrin rivide davanti agli occhi ciò che era appena avvenuto venendo scossa da un fremito che le fece venire la pelle d'oca.
Kili le chiese se avesse freddo e seppur lei gli aveva detto di no, coprì entrambi con il lenzuolo e poi l'abbracciò, posandole la guancia sul petto.
"Il tuo cuore batte fortissimo." Le disse, accarezzandole un braccio.
"È perché ho appena passato il momento più bello della mia vita con la persona più importante che ci sia per me." Rispose, stringendolo a sé.
Kili non disse niente, rimase ad ascoltare il ritmo del suo cuore tornare gradualmente alla normalità, continuando a sfiorarle delicatamente la pelle liscia e morbida.
Emyrin prese ad accarezzargli i capelli, poi fu colta da uno sbadiglio e si portò una mano davanti alla bocca.
"Hai sonno?" Le chiese il giovane.
"Sonno no... forse un po'. Ma in realtà sono solo tanto stanca." Rispose, sospirando.
Kili si sciolse dall'abbraccio e si riportò alla sua altezza, passandole un braccio intorno alle spalle mentre questa volta era lei che si accoccolava al suo petto.
Ci fu un altro breve silenzio, poi Kili la chiamò di nuovo.
"Mh?"
"No... niente."
"C'è qualcosa che non va?"
"No, non c'è niente che non va. È tutto perfetto." Disse il giovane, baciandole la fronte.
"Ti amo." Sussurrò lei, lasciandogli un bacio sul petto.
Kili si girò verso di lei, attirandola nell'abbraccio, facendo aderire i loro corpi.
Intrecciarono le gambe tra di loro e chiusero gli occhi.
"Aspetta." Emyrin si rianimò per un istante, allarmata.
"Cosa c'è?"
"Sarà prudente dormire insieme? E se tornassero e Fili entrasse nella stanza? Sarebbe imbarazzante... molto imbarazzante."
Kili rise.
"Stai tranquilla, non torneranno fino all'ora di pranzo di domani. La strada per Nogrod è lunga." La rassicurò, dandole un buffetto sulla guancia.
Emyrin iniziò a sentire le membra intorpidirsi dal sonno.
"Che ne dici se ora dormiamo un po'?" Gli chiese, sbadigliando nuovamente ma addormentandosi prima di sentire la sua risposta.


* COSA PURAMENTE INVENTATA DA ME. Nogrod è la seconda città fondata dai Nani, mi sembra nei dintorni della Montagne Blu, ma non ricordo bene e sono troppo pigra per prendere il dizionario u.u Anyway, la cugina terrificante me la sono inventata e, traquilli cair amici miei, non avremo il piacere di incontrarla XD

** Vi ricordo che MORWINION è la stella che nella Lingua Corrente è chiamata "Scintilla del Crepuscolo", la stella che secondo Kili brilla del colore degli occhi di Emy (Il tramonto è nei tuoi occhi, non per niente ^^ )

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