Distance

21.Capitolo ventuno.

Gran Burrone – 20 Lótessë 2941, Terza Era.

Era ancora l'alba quando Gandalf si fece strada tra i Nani.
Si diresse verso i due fratelli, che dormivano l'uno accanto all'altro, in una posizione decisamente ridicola.
Li osservò per un attimo, sorridendo divertito, poi con il tacco del bastone diede una bottarella sulla coscia del bruno, osservandolo girarsi dall'altro lato ma continuando a dormire.
"Svegliati, Kili!" Esclamò lo Stregone, ma ancora niente.
Kili sembrava dormire profondamente.
"Che succede, Gandalf?" La voce tonante di Thorin alle sue spalle lo fece girare.
Il Nano notò subito il corvo che teneva appollaiato sull'avambraccio.
"Viene dagli Ered Lûin." Gli disse il vecchio. "È un messaggio per Kili: c'è scritto il suo nome sul dorso della piccola pergamena."
Thorin gli fece cenno di seguirlo e i due si allontanarono dal gruppo di Nani russanti.


Durante il pranzo, Gandalf continuava a lanciare occhiate al Nano accanto a sé che, a sua volta, non toglieva gli occhi dai nipoti.
"Thorin, so che non è affar mio e che forse non dovrei intromettermi ma... credo che Kili abbia il diritto di sapere."
Thorin gli scoccò un'occhiata gelida.
Poi raddolcì lo sguardo, distese i lineamenti e sospirò.
Subito dopo la fine del pasto – se così si poteva chiamare quella roba che mangiavano da più di una settimana – chiamò da parte il nipote e lo portò su una delle tante terrazze del palazzo di Re Elrond.
"Cosa c'è, zio?" Aspettandosi qualcosa di importante – un ordine, un compito, qualsiasi cosa – Kili si era fatto serio.
"Questa mattina è arrivato un corvo. Dagli Ered Lûin."
Kili si accigliò, poi un sorriso comparve sul suo volto.
"Emyrin?" Chiese. Subito dopo aver pronunciato il suo nome si rabbuiò. "Sta male, forse? È successo qualcosa a mia madre? Ti prego, zio, dimmi di che si tratta."
"Calmati." Esordì Thorin, il tono calmo ma autoritario. Cercò di addolcire la voce il più possibile: "Ascoltami, Kili: questo messaggio è molto importante," Disse, tirando fuori la pergamena. "ma..."
"Ma, cosa?"
"La missione... Quello che sto cercando di dirti è che non puoi rinunciare alla riconquista di Erebor." Con sorpresa, dopo aver pronunciato quelle parole Thorin si sentì terribilmente orrendo.
Davvero stava chiedendo questo ad una delle persone a lui più care al mondo?
Non avevano forse il diritto di vivere la loro vita anche i suoi nipoti?
E allora perché aveva detto quelle cose?
"Thorin, mi stai spaventando. Cosa succede? Dimmelo." Il tono del ragazzo si fece glaciale, oltre che preoccupato.
Allora lo zio gli porse la pergamena e con mani tremanti, Kili la aprì, leggendone il contenuto.


Ered Lûin – 20 Lótessë 2941, Terza Era.

Quel pomeriggio, Emyrin si fece un bel bagno, lasciando che l'acqua diventasse fredda prima di uscire.
Aveva riflettuto su molte cose, ad esempio da quanto tempo era che non le venivano le mestruazioni e sopratutto come aveva fatto a non accorgersene. Ma la verità era che era stata talmente presa dagli ultimi tempi passati con Kili che non vi aveva fatto caso.
Si avvolse nel grande asciugamano e andò in camera a vestirsi.
Scelse l'abito che le aveva regalato Hirina anni prima e quando si fu pronta lo mise. Era tanto che non lo metteva e finalmente stava tornando il caldo.
Le sembrò di scoppiare.
Si guardò allo specchio e in effetti notò che era stretto sul seno e la vita.
"Ma che...?" Si tolse il vestito con curiosità e si guardò allo specchio.
Da quando le erano finite le nausee doveva aver mangiato come un facocero, dato che i suoi fianchi erano leggermente – un po' più di leggermente – lievitati e le cosce le sembravano un po' più grasse dell'ultima volta che aveva fatto caso alla sua immagine allo specchio senza vestiti in dosso. E poi c'era il seno: nettamente più grande di quanto lo ricordava.
Ridusse gli occhi a due fessure, scrutando il suo riflesso.
Si girò di lato, osservando il lieve rigonfiamento del suo ventre e distese i lineamenti in un sorriso carico di amore.
Era un gonfiore minimo, ma l'amore che provò accarezzandolo fu immenso.
Poi sospirò, pensando per l'ennesima volta che Kili non era lì con lei a gioire di tutto quella situazione.
Scelse un vestito più largo e decise che una volta in città, sarebbe andata al negozio di stoffe di Ygrin a fare rifornimento di vestiti larghi, molto larghi.


"Dove vai?" Le chiese Dìs, chiudendo il libro che aveva in mano.
"In città, vuoi venire con me?"
Dìs sembrò pensarci, ma alla fine decise di rimanere a casa a preparare la cena.
"Non fare troppo tardi e non camminare troppo, va bene?" Le disse, abbracciandola.
"Ai vostri ordini, Principessa. Porterò Rhor con me, così mi farà compagnia."



Gran Burrone – 20 Lótessë 2941, Terza Era.

"Hei." Kili sussultò.
Salutò il fratello con un cenno del capo e tornò a guardare la Valle Incantata, fumando la pipa pensieroso.
"Ci stavamo chiedendo che fine avessi fatto." Fili scelse bene le parole, rivolgendosi al Nano dall'aspetto serio.
Quando Kili metteva su quel cipiglio c'era qualcosa che non andava e, difatti, non rispose alla domanda, alzando semplicemente le spalle.
Poi Kili si passò la mano sul volto e guardò suo fratello.
"Credi che abbiamo fatto la cosa giusta?"
Fili lo guardò, piegando la testa di lato: "Perché me lo chiedi?"
Con un sospiro, il minore prese dalla tasca della giacca un pezzo di carta stropicciato e glielo passò.
Quando con la cosa dell'occhio lo vide guardare nella sua direzione, spense la pipa e abbassò lo sguardo.
"L'ho lasciata da sola ad affrontare... questo." Disse, indicando la pergamena.
"Kili, non potevi saperlo." Fili gli poggiò una mano sulla spalla, ma Kili non si mosse.
"Cosa dovrei fare?"
"Cosa ti ha detto Thorin?"
"Che non posso abbandonare la missione... ma non posso nemmeno abbandonare Emyrin!" Sbuffò il Nano.
"Kili..."
"No, Fili. Qui si tratta di una montagna contro la vita di mio figlio! Dovrei sapere da che parte stare, ma se me ne vado..."
"Lo so. Rispondi al biglietto. Qui dice che è tutto a posto e che non c'è da preoccuparsi. Kili, guardami." Kili lo guardò. "Io non sono Thorin, non posso né voglio obbligarti a fare una scelta, ma i fatti sono i fatti e tu sei davanti a un bivio. Ma puoi scegliere la strada giusta da prendere. Pensaci bene."
Con queste parole, Fili tornò sui suoi passi, lasciando Kili a rimuginare da solo.


Ered Lûin – 21 Lótessë 2941, Terza Era.

Nel nuovo abito che aveva comprato il giorno precedente, Emyrin si sentiva decisamente bene.
Il seno era – purtroppo – messo in risalto dalla fascia che aveva appena sotto e lo teneva ben alto, mentre il tessuto che scendeva morbido e libero al di sotto di essa copriva il lieve rigonfiamento.
Ne fu entusiasta e sorrise alla sua immagine, prima di scendere di sotto, dove Lirys la stava aspettando.
"Ti piace?" Le chiese, girandosi per farle vedere anche il dietro.
"Sei uno schianto, Emy. Ma ricordati che sei occupata." Lirys le fece l'occhiolino e poi scoppiarono a ridere.
"Comunque, questo colore ti dona." La bionda si riferiva al profondo blu del quale era tinta la stoffa.
"Ti ringrazio. Allora, andiamo?"
Avevano deciso che avrebbero fatto un picnic, soltanto loro due, nella radura. Beh, in realtà c'era anche Rhor, un po' una specie di guardia del corpo di Emy.
Quando arrivarono, la rossa non vedeva l'ora di sedersi.
"Accidenti, non mi ero mai stancata così tanto." Disse, passandosi una mano sulla fronte imperlata di sudore.
"L'esser mamma inizia a farsi sentire." Rise Lirys, aprendo il cesto del pranzo.


Gran Burrone – 21 Lótessë 2941, Terza Era.

La luce inondò la balconata, filtrando nel salone dove si erano accampati i Nani.
Avevano rifiutato le stanze che Re Elrond aveva offerto loro, preferendo - a detta di Thorin - non avere nulla da ringraziare agli Elfi più di quanto non avessero già.
I raggi dorati scaldarono le membra della Compagnia che iniziò a svegliarsi gradualmente.
Fili si guardò intorno dopo essersi allontanato di scatto da suo fratello: per un istante gli era sembrato di essere a casa, nel suo comodo letto, abbracciato alla sua dolce Lirys, ma poi si era reso conto che quello che stava abbracciando era il corpo di Kili.
Così, di malumore, si alzò e andrò a farsi una passeggiata nei dintorni, alla ricerca di Thorin.
"Ragazzi, non vedo l'ora di andarmene di qui, ho la schiena a pezzi." Borbottò Bofur, sistemando il suo bizzarro cappello.
"A chi lo dici..." Fu il commento di Kili, che nel frattempo si era svegliato e messo a sedere.
Ma il giovane non aveva soltanto la schiena a pezzi.
Quella notte aveva sognato la sua dolce Emyrin, il suo bellissimo e luminoso sorriso, poi l'aveva sentita ridere e non sapeva come, si era ritrovato al suo fianco ad osservare il piccolo fagotto che la giovane teneva fra le braccia.
Aveva scelto di restare.
Mandato indietro il corvo con la sua risposta, avrebbe voluto scoccare una freccia e colpirlo, farlo cadere, non far mai arrivare quel messaggio sugli Ered Lûin ma bensì tornare lui stesso indietro.
Poi si era dato dello sciocco e aveva voltato le spalle al volatile ormai scomparso dalla sua vista.
E ora era lì, sospirando rassegnato, ridendo con i suoi compagni mentre dentro celava la voglia maledetta di fuggire da tutto quello.


Ered Lûin – 23 Lótessë 2941, Terza Era.

Dopo cena aiutò Dìs a sistemare la cucina e poi entrambe si andarono a sedere sulle poltrone, accanto al camino spento.
"Accidenti, inizio a sentire la fatica." Disse Emyrin, sospirando.
"Non preoccuparti, è una cosa normalissima." La rassicurò la Nana al suo fianco, sorridendole.
"Mi dispiace, Dìs."
"E per cosa?" L'altra la guardò  confusa, non capendo.
In realtà Emyrin si sentiva in colpa perché in quello stato, presto, non avrebbe più potuto aiutarla e non voleva che rimanesse sola ad affrontare tutte quelle faccende di casa.
Quando glielo disse, Dìs le sorrise dolcemente: "Sei una ragazza adorabile. Ma vedi, per tanti anni ho fatto tutto da sola, non hai motivo di sentirti in colpa. Quello che ti sta accadendo è la cosa più bella che i Valar ci hanno concesso di avere e devi godertela tutta, Emy. E io sarò al tuo fianco, sempre."
"Oh, Dìs, non so come ringraziarti, per tutto. Per tutti questi anni..." Non seppe perché, ma scoppiò a piangere.
Dìs le sorrise e si alzò, andando ad abbracciarla.


Si diedero la buonanotte e poi ognuna andò nelle sue stanze.
Emyrin si sedette sul letto per riprendere fiato dopo aver fatto le scale, poi decise che quella sera avrebbe dormito nel letto di Kili, sperando di sognarlo in qualche modo.
Le mancava in maniera incredibile ed era passato poco più di un mese dalla sua partenza.

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