IL TESORO PERDUTO DELLA REGINA ASTRID

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Immersa nel silenzio serale, una stanza del castello di ghiaccio è illuminata dalla fievole luce di alcune candele color oro.
Un momento di pace che viene spezzato da urla e risate, seguito da un rumore di passi provenienti dal corridoio.
All'improvviso due bambini paffutelli dai riccioli d'oro e dagli occhi azzurri chiari, spalancano la porta e si fiondano sopra il letto coperto da una morbida trapunta cremisi.
I due vivaci fanciullini prendono i loro candidi soffici cuscini, si alzano in piedi e cominciano a lottare assiduamente fra di loro. I loro volti sono divertiti e sorridenti. I loro occhi sprizzano gioia e felicità.
Iniziano a saltare da tutte le parti fino a che odono una voce familiare, calma, dolce e melodiosa che li fa arrestare dai loro giochi.

«Mamma!» Urlano i bambini, quando la vedono comparire in veste da notte sulla soglia.

«Kasper e Iselin è ora di andare a dormire», dice ai figli.
Si avvicina al letto e disfa le coperte.
«È tardi. Adesso andate sotto le lenzuola al caldo.»

I bambini si inginocchiano e strusciano sotto il caldo e confortevole piumone.

«Basta fare confusione, è ora di dormire.»

«Ci racconti una storia?» Chiede il fratellino più grande.

«Un'altra? Ma vostro padre...»

«Ti prego mamma, un'ultima storia.» La implora la figlia.

«Ti promettiamo che staremo zitti e ci addormenteremo subito», affermano in coro i bambini.

La madre sospira, rassegnata. «E va bene, ma questa è davvero l'ultima.»

I bambini eccitati si fanno più comodi e più vicini nel lettone per ascoltare la nuova storia che la mamma ha da raccontare.

«Allora...» La donna si alza e si mette comoda su una sedia a dondolo a fianco al letto, coprendosi le gambe con un plaid scozzese.
Questa volta ci pensa un po' su. Aveva raccontato un milione di fiabe e favole ai suoi piccoli figli, ma non li aveva ancora raccontato la sua storia: la storia del suo valoroso padre Adrian. Questa sera crede sia arrivato il momento giusto per tramandarla.

"C'era una volta, tanto tempo fa, un regno di ghiaccio nascosto e protetto in un fiordo, dove soffiava il gelo dell'inverno. Era un regno piccolo e prospero. Regnava l'amore e la pace.
Gli abitanti vivevano felici.
Ognuno aveva uno scopo e perseguiva un suo sogno. Erano persone gentili e altruiste. Si aiutavano a vicenda e non si facevano mai mancare nulla. Tutti contribuivano alla prosperità e alle ricchezze del regno. I padri insegnavano ai figli a diventare abili pescatori o fabbri, mentre le madri insegnavano alle figlie a diventare delle ottime casalinghe, sarte e ricamatrici.
Possedevano un animo buono. La loro bontà e generosità era stata donata dall'alto: dal Re e dalla Regina del regno, che nell'unione del loro amore avevano dato alla luce una graziosa figlia dai capelli biondi e dagli occhi chiari come il ghiaccio."

«Che regno magnifico!» Esclama Iselin.
«Sì, era un incantevole e luminoso regno, fino a quando...»
«Fino a quando mamma?» Si fa curioso Kasper.

"Una notte, il regno venne attaccato.
La sua gloria cadde. Tutte le cose prima o poi sono destinate a finire e andare in mille pezzi, perché nulla dura in eterno.
Il regno venne invaso da un popolo vichingo durante una delle più tremende tempeste di ghiaccio, cercavano riparo e viveri per sopravvivere al gelo. Si presentarono come un esercito di vandali e analfabeti. Presero d'assalto il porto.
Il regno, dato che si trovava in pace e in armonia con l'universo, non aveva mai arruolato soldati né guardie per difendersi, quindi venne colto impreparato. Molti pescatori scesero dalle loro abitazioni per andare a difendere le proprie imbarcazioni, ma senza armi, perché non sapevano nemmeno cosa fossero. Loro odiavano e ripudiavano ogni forma di violenza verso gli altri, non sapevano combattere, né difendersi. La guerra nel loro regno non era mai esistita. Non conoscevano l'odio né tanto meno il Male, ma quello era il loro regno, la loro unica e sola casa, tutta la loro vita e perciò si sentirono onorati e obbligati di proteggerlo in qualche modo e così provarono ad arrestare quei luridi vichinghi. Purtroppo fu tutto invano, molti pescatori vennero feriti gravemente, altri morirono.
I vichinghi così avanzarono verso le vie del regno distruggendo tutti i loro averi: saccheggiarono case e uccisero famiglie intere. Cercarono cibo per sfamarsi. Oro, diamanti e gioielli per potersi arricchire. Fracassarono porte e derubarono botteghe. Nell'oscura e gelida notte, si impossessarono pian piano di tutti i tesori del regno.
Molti abitanti morirono, pochi riuscirono a scappare e a rifugiarsi sulle alte montagne.
Fu davvero devastante, un orrore senza precedenti, una tragedia.
Nessuno sapeva che l'uomo potesse arrivare a fare anche tanto male contro i suoi simili. Quel giorno gli abitanti del regno conobbero la faccia oscura e malvagia dell'uomo.
I vichinghi, infine, giunsero fino al castello. Sfondarono le porte e rasero al suolo ogni luogo, atrio, sala e stanza, fino a che non si trovarono davanti il Re Adrian e la Regina Astrid in vestaglia da notte. Li sfidarono e li attaccarono con le loro armi. Il Re ordinò alla moglie di chiudersi nelle loro stanze e così fece.
Il sovrano provò a difendere con tutte le sue forze il suo castello. Implorò loro di andare via, ma non successe. Anzi fu peggio, perché lo attaccarono con ancora più violenza e brutalità fino a farlo accasciare a terra sanguinante. Quei vigliacchi lo abbandonarono lì, fragile, esausto e dolorante sul pavimento di ghiaccio. Il Re stava per svenire, ma un agghiacciante urlo lo ridestò dal suo stordimento. Balzò di nuovo in piedi, diretto verso la camera da letto della Regina. Entrò nella stanza e vide Astrid che giaceva morta in una pozza di sangue.
Il Re aveva perso la sua Regina, aveva perso il suo amore.
Si inginocchiò davanti a lei e l'abbracciò forte. I ricci corvini le incorniciavano il viso pallido. Il suo corpo cadaverico era avvolto in un drappo di seta blu. Pianse lacrime di dolore per il suo amore andato perduto.
All'improvviso udì degli strilli disperati di un neonato provenire dalla stanza vicina.
Alzò gli occhi e vide la porta della camera socchiusa.
Si rialzò e abbandonò il corpo della moglie.
Spalancò la porta e vide che era tutto in disordine: il letto disfatto, le tende rosa strappate, la finestra aperta dove la neve della tempesta infuriava a entrare e il fuoco spento. La piccola principessa che urlava di paura e confusione. Quando la vide viva e sana trasse un sospiro di sollievo, la prese in braccio, piangendo anche lui disperato, provando a cullare e a rassicurare la dolce bambina. Kaira, pian piano, si riaddormentò tra le braccia del suo papà.
Il Re Adrian perlustrò la stanza e notò la scomparsa del tesoro più prezioso del regno: la Corona dorata della Regina Astrid, con incastonati i diamanti dai tre colori dell'aurora boreale.
Il sovrano, quella notte, aveva perso un grande tesoro, ma soprattutto aveva perso il suo amore più grande e sua figlia aveva perso sua madre.
I vichinghi abbandonarono il regno la mattina seguente, lasciando solo morte e distruzione. Nella strada del ritorno non si accorsero che quel tesoro, tanto bramato fin dall'inizio, lo smarrirono durante la fuga tra le insenature delle alte montagne. Il tesoro venne così perso per sempre."

«O no...» Pronuncia triste e afflitto il bambino.

«Che storia triste.» La fanciulla china il viso. «E adesso cosa succede?» Chiede rivolta alla mamma.

"Nel tempo avvenire il Re aiutò gli abitanti del villaggio a redimersi e a rialzarsi da questo tragico avvenimento. Ci vollero anni e anni prima che il regno ritornasse prospero e fiorente e infine lo ridiventò come non lo era mai stato, anche senza la sua Regina.
Il sovrano rimase solo al mondo con la figlia appena nata. Rimpiangendo l'amore perso, si era impegnato a crescere sua figlia da solo. Kaira divenne una giovane donna dall'animo buono e gentile, ma anche altruista, vivace e combattiva. Aveva preso gli occhi azzurri dalla madre, mentre i capelli biondi chiari dal padre.
Anche se al Re Adrian mancava tremendamente Astrid, si sentiva di nuovo soddisfatto e felice del suo regno, ma voleva comunque indietro il suo tesoro per l'imminente incoronazione della figlia.
Con il tempo architettò e diresse molte spedizioni per ritrovare la corona perduta. Assunse e pagò molti uomini del suo regno per avventurarsi in terre sconosciute. Il Re non sapeva dove fosse finita e nemmeno gli uomini che aveva reclutato non avevano una minima idea di dove potesse essere finito il tesoro. Cercarono fra le montagne e lungo le rive dell'oceano, ma nulla. Molti di loro si smarrirono fra i fiordi e persero pure la vita morendo congelati.
Il Re si sentì in terribile colpa per aver inviato molti dei suoi sudditi a rischiare la vita per un oggetto che ormai era solo un triste ricordo della sua amata Regina. Allora si arrese e smise d'inviare uomini alla ricerca del tesoro."

«No, uffa...questo Re è poco coraggioso», sbotta Kasper.

«No, in realtà è molto saggio, perché voleva solo il bene per il suo popolo e si era reso conto che qualsiasi vita valeva di più di quel tesoro.»

«Continua mamma.» Le dice la figlia che non è più tanto triste.

"I giorni nel regno passarono e il Re diventò sempre più irritato, amareggiato e sconfortato, così chiese aiuto a una strega veggente.
La chiamò, una sera tardi a palazzo, supplicando un disperato aiuto.
Si chiusero a chiave in una stanza segreta del castello in modo da non rivelare a nessuno che faceva uso di magia nera, ma soprattutto voleva tenere nascosta la faccenda alla figlia.
Durante la seduta, la strega mostrò il tesoro perduto dentro una sfera viola di cristallo."

«O sì finalmente l'ha trovata!» Esclama il piccolo principe, drizzandosi seduto.

«Sì, ma non ho ancora finito tesoro mio...»

«Stai un po' fermo Kasper», sbuffa Iselin, scostandosi dal fratello.

«Bambini», li richiama all'attenzione.

"Il Re Adrian vide la Corona dorata sommersa nella neve, abbandonata in una caverna, nascosta in mezzo alle montagne innevate.
Il Re, felice più che mai, doveva solo organizzare una nuova spedizione.
Ringraziò la strega per il suo servigio e si diedero un caloroso addio.
Uscì e abbandonò il castello, augurando buona fortuna al suo sovrano.
Nei giorni seguenti, il Re Adrian prese a ideare piani su piani, strategie su strategie per recuperare il tesoro, ma in cuor suo non sapeva cosa e come fare, senza mettere a rischio altre vite umane.
Nonostante ciò, non si perse d'animo: passava anche interi giorni seduto a perlustrare nel suo studio mappe, carte geografiche e a studiare ogni luogo inesplorato attorno al suo regno di ghiaccio come le alte montagne che lo proteggevano ancora dai pericoli e dalle minacce vicine. Arrivare solo in cima ai monti era già da considerarsi un'impresa assai ardua e difficile da compiere, perché c'era in gioco la vita dei suoi sudditi.
Avrebbe mai trovato degli eroi disposti a recuperare il tesoro perduto? A sacrificarsi per la Corona della Regina Astrid?"

I bambini si scambiano degli sguardi accigliati.
«Continua mamma, noi vogliamo sapere», dice Kasper sempre più coinvolto dalla storia.

"Nel mentre il Re studiava un piano di ricerca, la figlia Kaira, vedendo che il padre si assentava per i fatti suoi sempre più di frequente, cominciò a nutrire dei sospetti, ma non sapeva cosa fare. Inoltre sapeva con certezza che compiuti i diciotto anni sarebbe stata prossima al matrimonio, che sarebbe stato poi preceduto dalla sua incoronazione come la nuova Regina del Regno. Non mancava molto e lei si sentiva, ogni giorno, sempre più nervosa e agitata, non tanto per l'incoronazione, ma per le sue nozze."

«Perché mamma? Sposarsi con un principe deve essere bellissimo», afferma sicura la fanciullina.
«Sì, ma deve essere quello giusto», risponde la madre, rivolgendo un tenero sorriso alla figlia.

"La giovane principessa non voleva sposarsi con uno sconosciuto e nemmeno con i mille ragazzi aristocratici che suo padre inviava per corteggiarla durante i balli a palazzo. Lei voleva sposare l'uomo giusto, l'uomo dei suoi sogni. Un uomo che avrebbe amato per il resto della sua vita."

«E c'era questo principe?» Chiede la piccola.

«Sì.»

"Lei si era innamorata di un giovane ragazzo di nome Nils. Aveva i capelli color del sole e gli occhi azzurri come il cielo. Non era un principe e nemmeno un giovane ricco, era un semplice mendicante, rimasto orfano dopo l'invasione vichinga."

«Wow! Anche se era povero, di aspetto assomigliava comunque a un principe.»

«Certo Iselin, era proprio vero.»

"Nils perciò non era alla sua altezza e infatti suo padre quasi lo detestava trovarlo spesso a chiedere l'elemosina fuori da palazzo solo per vedere, anche di sfuggita, la figlia Kaira. Nils era perdutamente innamorato di lei. Voleva sposarla e voleva diventare il suo Re."

«Ci riuscì mamma?» Domanda la figlia.

«Iselin la storia è ancora lunga da raccontare...»
La bambina si rimette comoda sotto le coperte.

"Nel frattempo la fanciulla scoprì i piani di suo padre. Aveva sempre sostenuto che la Corona di sua madre esistesse veramente e che il Re la teneva solo nascosta agli occhi del regno per la sicurezza di tutti, ma in realtà era andata perduta quando lei era ancora in fasce. E adesso che sapeva anche lei dove era nascosta, doveva trovarla e riportarla a casa, ma non sapeva come fare.
Vedendo suo padre, sfinito dalle ricerche, decise lei stessa d'ingaggiare alcuni uomini: ne scelse sette fra quelli che le sembravano più valorosi e coraggiosi per recuperare il tesoro. Chi al termine della spedizione fosse riuscito a ritornare sano e salvo con la Corona, sarebbe diventato suo marito e Re del regno.

I sette uomini partirono per l'impresa, ma non fecero mai ritorno a casa.
Ormai Kaira e suo padre persero ogni briciolo di speranza."

«No...» Nei volti dei bambini si dipingono espressioni tristi.

"Un pomeriggio, la principessa incontrò di nascosto il suo amato. Vedendola amareggiata le chiese cosa la turbasse tanto. Kaira gli confessò quello che aveva scoperto nelle ultime settimane.
Lui sorpreso dalla storia del "tesoro perduto" si propose per aiutare suo padre a salvare la Corona della madre defunta. Titubante, non volle accettare la sua proposta, perché sapeva benissimo quanto era pericoloso e non voleva perderlo, ma lui disse che era abbastanza forte e coraggioso e che sarebbe stata l'unica soluzione per sposarla.
Andarono insieme dal Re Adrain e il giovane ragazzo si propose per recuperare la Corona della Regina Astrid, a patto che se fosse tornato con il tesoro avrebbe sposato Kaira.
All'inizio della questione il sovrano fu molto riluttante, ma dopo giorni d'interminabili suppliche da parte della figlia, accettò la sua proposta e infine spedì il ragazzo tra le alte montagne con tutti gli approvvigionamenti necessari."

«O sì che bello. Adesso la ritrova la corona?» Domanda il fanciullino.

«La riporta a casa e sposa la principessa? Vero mamma?» Chiede eccitata anche la bambina.

«Tesori miei, lasciatemi il tempo di finire la storia.»

"Il giovane Nils partì per l'impresa. Immerso e sopraffatto dal gelo dell'inverno e dalla neve, scalò con determinazione e coraggio le alte montagne, superando mille ostacoli e imprevisti: affrontò tempeste polari, cadde in dirupi, si imbatté addirittura in un orso polare. In quelle dure giornate patì moltissimo il freddo, la sete e soprattutto la fame, fino a che stanco e stremato sprofondò in una caverna e venne seppellito dalla neve ghiacciata.
Svenne e rimase incosciente per alcuni giorni.
Quando si risvegliò aveva il corpo metà congelato. Faceva fatica a muoversi e a respirare, pensò che quella sarebbe stata la sua fine, che da lì a poche ore non sarebbe stato più in grado di sopravvivere, coperto di neve nell'oscura grotta in cui era finito; ma mentre pensava a malincuore al suo infausto destino, intravide un bagliore dorato. Provò a destarsi e a rimettersi in piedi, tuttavia le sue gambe erano state compromesse dal ghiaccio e quindi iniziò a trascinarsi come un serpente verso quella strana e inconfondibile luce. Quando fu abbastanza vicino, sgranò gli occhi dallo stupore e dalla meraviglia: aveva finalmente ritrovato la corona. Era riuscito a scovare il tesoro perduto della Regina Astrid."

«Sì, evviva!» Kasper salta entusiasta sul letto.

La madre gli sorride divertita. «Sì, sì, ma aspetta, non è ancora finita. Rimettiti sotto le coperte.»

Il bambino ascolta la Regina e si rimette disteso accanto alla sorellina.

"In lui si riaccese la speranza. Poteva ancora farcela. Poteva ritornare al suo regno con le ultime forze che gli erano rimaste, portando con sé la Corona.
Ripercorse, nella furia della tempesta di neve, la strada del ritorno e riuscì a giungere al castello di ghiaccio.
Aprì le porte del palazzo e cadde in mezzo alla grande sala con il tesoro fra le mani.
Ad attenderlo c'era la sua principessa.
Nils ce l'aveva fatta. Era un eroe.
La fanciulla fu felicissima e il Re ancora di più.
Il tesoro della Regina Astrid era ritornato a casa.
Nei giorni successivi il ragazzo recuperò le forze, mentre a palazzo la servitù organizzava in dettaglio i preparativi per la cerimonia di nozze.
Il matrimonio venne celebrato all'interno del castello e vennero invitati a partecipare tutti i sudditi del regno.
La settimana seguente, invece, la principessa Kaira venne incoronata come la nuova Regina e Nils come il suo fedele Re.
Adrian fu soddisfatto e orgoglioso di passare i suoi poteri, da sovrano, in mano alla figlia e di vederla felice per aver sposato anche lei un uomo che amava con tutto il cuore e di vederla già così raggiante e splendente come era stata sua madre, un tempo, seduta su quel trono dorato.
Pregò, per loro, un sereno futuro.
Vissero per sempre felici e contenti."

La mamma si alza dalla sedia e va a rimboccare le coperte ai figli.

«È finita così la storia?» Chiede Kasper, dopo aver sbadigliato.

«Sì, tesoro mio, la storia è finita: Il Re, dopo diciotto anni, era felice di aver recuperato la Corona della sua amata Regina. La principessa di aver sposato il suo eroe e il suo più grande amore e il giovane ragazzo per aver dimostrato al popolo intero quanto in realtà valesse, quanto fosse degno, coraggioso e forte di governare un regno insieme alla sua bellissima Regina Kaira.»

«Che bellissima storia mamma!» Esclama la più piccola.

«Iselin sono contenta che ti sia piaciuta.»
La mamma stampa un bacio sulla fronte a tutti e due. «Adesso è ora di chiudere gli occhi e di dormire.»

«Buonanotte mamma.» La salutano.

«Buonanotte amori miei. Fate dolci sogni d'oro.»

Infine si allontana da loro e va verso il balcone. Esce fuori nell'ampio terrazzo ovale e guarda l'immenso e magico gioco di luci creato dell'aurora boreale.

Una mano calda e robusta le si posa sulla spalla.
«Tutto bene, amore mio?»

«Sì, si sono appena addormentati.»

«Meno male, mi sfiniscono a volte...»

La regina ride. «Li ho raccontato la nostra storia.»

«Davvero?» Domanda Il Re Nils sorpreso.

«Sì.»

«E li è piaciuta?»

«Sì, molto, mi interrompevano spesso...»

Il Re sorride. «Mi fa molto piacere. Spero che un giorno riusciranno a capirne il valore.»

«Sono solo dei bambini...»

«Ma non lo rimarranno per sempre. Questo regno presto sarà in mano loro.»

«Già, mi rattrista vederli crescere così in fretta.»

Il Re abbraccia da dietro la sua Regina e le bacia il collo con passione.

«Mi mancano molto.»

«Lo so Kaira, è difficile...»

«Ma io li riesco comunque a percepire.» La donna alza gli occhi al cielo e li rivolge verso la moltitudine di stelle argentate cosparse nel cielo notturno.
«Loro sono lì che ci vegliano e ci proteggono da lassù. Si sono ricongiunti in Paradiso.»

«Io sono sempre stato orgoglioso e felice di far parte di questo regno con te», afferma il Re.

«Anch'io. Ti amo tanto Nils e ti amerò per l'eternità.»

«Ti amerò per sempre anch'io, mia Regina Kaira.»

Rimangono lì ad osservare il cielo blu notte variopinto dai colori dall'aurora boreale e trapuntato di stelle luminose.

Tra un'insenatura di un fiordo norvegese continuò a brillare in eterno il Regno di Nordlys.

Fine.

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