CAPITOLO I
12 aprile 1716
Carolina del Sud
Charlestown
Adorata figlia,
Le nostre vite sono troppo brevi per vedere i cambiamenti della società. Mi dispiace saperti intrappolata dalle convenzioni e dai principi di questo tempo.
Abbiamo saputo dal professor Brown che hai richiesto nuovamente al Cancelliere dell'Università di consegnarti la laurea, ma che, per l'ennesima volta, egli si è opposto. Figlia mia, tutto ciò ci duole così tanto. Sebbene possa apparire poco, devi sapere che tuo padre ed io siamo molto fieri di te. I tuoi successi nello studio sono assai evidenti e speriamo che ti diano maggior comprensione di ciò che ti circonda. Quante maldicenze e quante insidie hai dovuto sopportare. Desideravi un'istruzione quanto quella dei tuoi fratelli e, sebbene per tuo padre la cosa poteva rivelarsi controproducente, ha egualmente esaudito il tuo desiderio; ha fatto sì che tutta quella tua inesauribile voglia di imparare fosse soddisfatta. "Proprio perché è femmina deve studiare e comprendere così le ingiustizie del mondo", fu in questo modo che mi si rivolse tanti anni fa, poco prima che iniziassi la tua istruzione. Ti abbiamo vista maturare e cambiare a poco a poco, diventare sempre più una donna intelligente e di forti convinzioni. Non disperare troppo, mia cara Eveline. Loro si rifiutano di riconoscere il tuo valore, negano l'esistenza di una donna colta, ma per quanto possano lottare contro di te, per quanto vorrebbero strapparti di dosso tutta la tua conoscenza e relegarti nel ruolo che vorrebbero tu assumessi, non ci riusciranno mai. Potranno portarti via tutto, ma non il tuo sapere.
Ai tuoi fratelli manchi molto. Come sai, Gideon ha compiuto gli anni ieri. Ha ricevuto in regalo un nuovo cavallo, uno stallone di andaluso. Si tratta di un cavallo estremamente agile, resistente e veloce. Ha il manto grigio e la criniera dello stesso colore. Tuo fratello ne è rimasto entusiasta e non vede l'ora di fartelo vedere. Henry invece ha conosciuto una ragazza di origini olandesi, figlia di un proprietario di piantagioni da zucchero. Si sono conosciuti in un ricevimento in città e credo ne sia rimasto molto colpito. Il suo nome è Detty Bakker e da quanto ho sentito dire è di famiglia molto rispettabile. Non so ancora bene se il padre le permetterà di frequentare il nostro Henry, tuttavia è atteso per l'ora del tè mercoledì. Secondo tuo padre non ha nulla di cui temere, poiché il nostro reddito monta alla pari a quello della famiglia Bakker; quindi, presumiamo che saranno ben che felici delle attenzioni di Henry verso la loro figlia.
Riceverai notizie di tua sorella Mary ben presto. Ti sta scrivendo una lunga lettera proprio in questo istante, affannata e precipitosa, come suo solito. Sicuramente ti starà raccontando ogni aneddoto e ogni sciocchezza accaduta, spero non ti annoierai troppo a leggere i suoi vaniloqui.
La tua partenza è prevista tra un mese esatto, ma considerando che alla lettera servirà quasi lo stesso tempo per arrivare a te, molto probabilmente la riceverai pochi giorni prima di lasciare definitivamente Londra. Ebbene, desidero farti i miei migliori auguri per il viaggio. Pregheremo il Signore che ti sorvegli, perché tu possa arrivare sana e salva a Charlestown e ricongiungerci finalmente a noi.
Lasciare la nostra amata Londra non è per nulla facile. Ma sii coraggiosa, sii forte. Dire addio a una cosa vecchia per una cosa nuova non è triste come può sembrare, tutt'altro, per una mente sveglia e gioviale come la tua potrebbe essere persino eccitante.
Tuo padre ti saluta, dice di non vedere l'ora di riabbracciarti.
Con affetto,
Lessi la lettera lentamente, concentrandomi su ogni parola. Ormai la sapevo a memoria. In quegli ultimi giorni l'avevo riletta così tante volte che, inevitabilmente, mi era rimasta impressa nella mente. Carezzai la carta ruvida, la stessa carta che mia madre aveva toccato prima di inviarmela. Feci scorrere le dita sulla sua scrittura elegante, con il cuore che mi si riempiva di malinconia ogni secondo di più. La partenza era prevista tra due giorni e non riuscivo a pensare ad altro che alla mia famiglia. L'idea di riaverli vicino dopo tutto quel tempo era elettrizzante. Non mi erano mai mancati così tanto quanto in quel momento. Rilegata assieme alla lettera di mia madre, c'era anche quella di Mary. Risultava più spessa e pensante, segno che aveva scritto parecchio. Potevo citare a memoria anche la sua.
12 aprile 1716
Carolina del Sud
Charlestown
Carissima sorella,
quando riceverai questa lettera sarai già pronta a partire per il Nuovo Mondo e di certo sarai allo stesso tempo spaventata ed euforica. So bene cosa si prova, perché ho provato i tuoi stessi sentimenti due anni fa. Non posso credere che tu stia per giungere a Charlestown! Era da così tanto che aspettavo questo momento che adesso mi sembra di sognare. Devo ammetterlo, mi sei mancata molto. Mi mancano le tue espressioni imbronciate, la tua risata, il tuo modo di fare così serio e rigoroso, i tuoi discorsi, la tua perspicacia, le tue sopracciglia sollevate quando c'è qualcosa che ti meraviglia e, oh, così tante altre cose! Senza di te appare tutto così lento e monotono! La nostra lunga separazione è stata una delle prove più dure che la vita poteva farmi affrontare. Non ti permetterò di abbandonarmi una seconda volta, lo sai?
Ma mettiamo da parte i sentimentalismi, ora! Vorrei darti qualche consiglio per il viaggio:
Le navi non offrono possibilità per lavarsi, ma tuttavia l'igiene personale è importante. Non vorrei che ti ammalassi come è accaduto con Henry. La mamma ha veramente creduto che sarebbe morto ma, a dire il vero, tutti noi l'avevamo pensato. È stata un'esperienza terrificante e per nulla al mondo vorrei che ti accadesse la stessa cosa. Un marinaio, dopo qualche tempo, mi ha confidato che la colpa era della scarsa pulizia. Infatti, nessuno di noi si lavava spesso. E come potevamo? L'acqua era razionata, assai poca per permettere a ognuno di noi di lavarci come si conviene. Successivamente però cercammo di pulirci alla bell'e meglio. Se devi, usa anche l'acqua di mare.
Fai attenzione al mal di mare. La prima settimana io stetti male. Avevo continuamente la nausea e non riuscivo a mangiare nulla. Quando c'è burrasca è meglio uscire sul ponte piuttosto che rimanere in cabina. Per me risultava meno spaventoso e la nausea migliorava, almeno un po'.
Ti sentirai spesso spaesata, insicura, spaventata. Starsene nel bel mezzo dell'oceano non è affatto piacevole. Probabilmente ti chiederai perché ti sei lasciata convincere a partire e vorrai ritornare indietro. Ma ti prego, Eveline, se questo accade non dimenticare mai perché sei lì. Pensa a noi, pensa alla tua famiglia. Pensa a come sarai felice quando ci rivedrai. Non devi aver paura, perché pregherò così intensamente per te che non potrà accaderti nulla di male!
Mi dispiace molto il sapere che sosterrai questo viaggio da sola, senza la presenza di una persona amica a bordo. Mi auguro che non soffrirai troppo di solitudine. In ogni caso, io ti penserò sempre, ogni giorno, fino a che non ti vedrò scendere dalla nave nel porto di Charlestown.
Già immagino la scena, Eveline! Tu, sul ponte della nave, che osservi in basso i passanti e i marinai. I tuoi occhi, famelici e ardenti di gioia, cercheranno tra la folla dei volti familiari. Io alzerò una mano verso l'alto, verso di te, chiamandoti a gran voce per cercare di catturare la tua attenzione. In un primo momento non mi noterai, perché la folla coprirà la mia vista. Ma poi, i nostri sguardi s'incontreranno e sul tuo viso si allargherà un amabile sorriso. Ci faremo largo tra la gente, impazienti, disperate di raggiungerci. E finalmente... finalmente sarai dinanzi a me. Dopo due anni. Riuscirò a guardarti da vicino, noterò quanto tu sia cambiata e tu farai altrettanto con me. Dopodiché mi accoglierai nelle tue braccia e solo allora saprò che sei reale, solo allora saprò che non sei un sogno. Il tuo corpo consistente sarà la prova.
Oh, sorella mia! Non posso continuare a sognare ad occhi aperti in questo modo! Devi venire da me e subito, perché non resisterò ancora per molto.
Dolce sorella, ora devo lasciarti. La mamma sta chiamando, dice che è ora di uscire. Siamo state invitate a casa della signora Lynde, la nostra vicina. È una donna scialba e petulante. Continua a insistere che io conosca suo nipote, anche se non ho desiderio alcuno di avere altri pretendenti.
Fa buon viaggio, ti aspetto.
Con tanto amore,
Misi le lettere nello scrigno, dove tenevo tutti i gioielli e il denaro di famiglia. Il signor Williams, un caro amico dei miei genitori e, una volta, il collega di mio padre, mi aveva aiutata a sbrigare gran parte delle faccende. Aveva venduto la nostra casa e la proprietà di campagna che possedevamo nell'Hampshire, dopodiché aveva organizzato il mio viaggio verso il Nuovo Mondo, facendo sì che portassi assieme a me tutti gli averi degli Adler. Da ciò che mi era stato riferito, la nave era già carica e pronta a salpare - aspettava solo il giorno della dipartita.
Avevo già detto addio ai miei zii. Dopo la partenza della mia famiglia avevo vissuto con loro nel Kent. Era stato un addio difficile, oserei dire straziante. Zia Maud non era riuscita a smettere di singhiozzare, i suoi occhi offuscati costantemente dalle lacrime. Quante parole dolci e quante confessioni erano state dette quel giorno! Quanto amore e quanto desiderio di fermare il tempo; almeno per un minuto, solo un minuto, un minuto ancora per riuscire a fissare per sempre nella memoria quell'istante...
Ahimè, non ero ancora riuscita ad accettare il fatto che non li avrei più rivisiti.
Sospirai. Prima di coricarmi, restai un attimo a fissare fuori dalla finestra, lasciando correre lo sguardo nella notte. La luce della luna filtrava attraverso i vetri, illuminando la stanza di una luce tenue.
Che cosa sarebbe stato della mia vita una volta giunta nel Nuovo Mondo? Il desiderio di mia madre era di vedermi sposata al più presto. Sapevo bene che una volta lì, si sarebbe data subito da fare per trovarmi pretendenti. L'idea del matrimonio mi rattristava, sebbene consapevole che era quello il mio destino. Non avevo più alcuna scusa per evitare il matrimonio, ora. Per tutti quegli anni avevo usato lo studio come giustificazione, ma ora... Mi chiedevo soltanto quanto tempo avrebbe impiegato mia madre per trovarmi un marito adeguato.
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