L'altra dimensione [Flame] [Parte III]

« I build a home and wait for someone to tear it down
Then pack it up in boxes, head for the next town running'
Cause I've got memories and travel like gypsies in the night »

[No Roots - Alice Merton]


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Spostarsi nelle diverse aree della Trama era come fare un brusco mezzo giro su se stessi e vedere l'universo sfocarsi tra una scena e l'altra. Era simile alla transizione pigra e svogliata tra due diapositive di una presentazione non valutata da creare per compito a casa – e fatta il giorno prima della consegna alle undici e mezza di sera, in dieci minuti.

Per motivi da non approfondire, Flame quel tipo di transizione predefinita la conosceva benissimo.

I designer di Mizef avrebbero potuto impegnarsi un po' di più, nell'effetto wow dei trasporti tra le zone. Flame avrebbe lasciato una recensione negativa anche a loro, con qualche critica costruttiva, da un artista procrastinatore ad un collega. Aveva già qualche idea in merito, che includeva lampi di luce stroboscopica e una batteria fuochi d'artificio arcobaleno con coreografie di NPC vestiti da pavone.

Dopo aver liquidato con piacere la faccia inquietante di 142 ed essersi trattenuta dal metterle le mani nei capelli per accertarsi se fossero un pezzo unico come un omino LEGO, Flame aveva osservato Kiwi spalancare con un cenno una nuova finestra digitale nell'aria e armeggiarci dentro con la stessa concentrazione con cui lei selezionava i donuts scaduti da quelli ancora mangiabili in una confezione rinvenuta in fondo alla credenza.

Aveva allontanato i pensieri amari di poco prima.

Non erano importanti. Kiwi non le avrebbe fatto del male. A dispetto delle premesse, non l'aveva mai fatto.

Flame aveva escluso le cose brutte dal cervello proprio come quando Rayne e Virya urlavano l'uno contro l'altra nella nebbia scura di Bristol, e il pianto di lei sembrava infrangere il buio in cocci di vetro; la guancia sanguinante e quel suo respiro corto che raggiungeva Flame e le raspava nella testa come una mano febbrile.

Flame aveva imparato che in quei momenti doveva chiudere gli occhi e premersi i palmi sulle orecchie; immergere la faccia tra le ginocchia e sparire dove non l'avrebbero vista. Doveva annegare le parole e i suoni dentro un mare di colore sconfinato. Sprofondarci. E costruirsi il silenzio di una notte dove non avrebbe più pianto nessuno.

Flame era brava ad ammantare i dubbi con la vernice.

E il sarcasmo.

Il sarcasmo era terapia gratuita.

Spark glielo diceva sempre, che l'ironia pungente faceva miracoli per rendere la realtà un posto un po' meno merdoso, in ogni Mondo possibile.

La lobby svanì attorno a loro insieme alle pubblicità di accendini a forma di banana.

In un secondo Flame si ritrovò in quello che sembrava il corridoio, bianco come un Apple Store, di un ufficio amministrativo o di un ospedale particolarmente deprimente, privo di porte o finestre, ma largo almeno quattro metri.

Fece correre lo sguardo tutt'attorno, la perplessità che suo malgrado cresceva.

Sopra di loro, il soffitto si innalzava di parecchi metri e terminava in una trama a scacchi, con riquadri opachi che si alternavano ad altri luminosi come led. Lo stesso valeva per il pavimento, quasi che la stanza potesse in qualunque momento essere messa sottosopra.

L'unica caratteristica che sembrava dettare una direzione alla forza di gravità erano le file di quadri a cornice nera allineati sulle pareti, a intervalli regolari. Erano tutti squadrati, ma di dimensioni diverse, che infrangevano la rigida simmetria.

Eppure la cosa davvero inquietante era il soggetto, ripetuto all'infinito in ogni cornice, in una monotonia ossessiva che dava i brividi: un giovane uomo più o meno umano, con la pelle celeste e traslucida come una gemma. Addosso aveva un frac ottocentesco di un blu profondo, intriso di una fantasia psichedelica come una macchia di benzina. Un cilindro dello stesso tessuto era sbilenco sopra i capelli liscissimi fatti col petrolio e gli occhi, di un bel taglio orientale, trasmettevano lo stesso disagio di 142, resi innaturali da quella pupilla penetrante a bottone di accensione.

L'uomo fissava dritto l'osservatore in pose astruse su sfondo bianchissimo, posando sorridente mentre era seduto, in piedi, a testa in giù o fluttuante nel vuoto con i lunghi arti dislocati in posizioni fisicamente impossibili per un essere umano provvisto di ossa.

Flame si sentiva vivisezionare da tutti i lati.

– Sobrio – commentò nervosamente, indicando un'immagine del puffo satanico che sorrideva, con circa quarantacinque denti più del dovuto, in un primissimo piano – Chi è?

Kiwi distorse la propria faccia immobile in una lieve smorfia.

– Superior – rispose, piatto.

Flame strabuzzò gli occhi.

– Almeno non ha problemi di autostima. Si firma spesso gli autografi da solo?

– Ha il controllo totale su ogni movimento della Trama, quindi meglio non spingersi a dire cose del genere – la ammonì il Guardiano. Gettò un'occhiata sospettosa al soffitto, come se cercasse telecamere nascoste – E credo stia ascoltando ogni nostra parola.

– Aggiungiamo stalker alla lista dei pregi – disse Flame, rispondendo con un sorriso innocente all'occhiataccia dell'altro.

– Il suo ufficio è in fondo al corridoio. Sbrigati – replicò Kiwi in tono definitivo, ignorando volutamente il commento. Le fece cenno di seguirlo mentre iniziava a marciare.

– Frena, ma quindi 'sto tizio è un'intelligenza artificiale? – Flame gli trotterellò dietro, per niente persuasa a lasciar cadere il discorso. Lei e Kiwi erano sorvegliati dagli sguardi multipli di Superior, che sembrava inseguirli con gli occhi e ammiccare non appena Flame superava un quadro – Tipo, un altro robot senz'anima che parla come un centralinista?

Kiwi si irrigidì e si gettò un'ulteriore occhiata tutt'attorno.

– Si rischia di impazzire, senza un'anima. E vale anche per chi non l'ha mai avuta – rispose il ragazzo, abbassando la voce e squadrandola in tralice – Superior è stato sviluppato da Mevo e perfezionato nel corso dei decenni dalle più grandi menti dell'Alleanza. Ha raggiunto uno stato di coscienza tale da superare il limite che separa macchina e creatura viva, tanto da conoscere il funzionamento dei pensieri delle masse meglio della loro stessa storia, che lui studia e adatta ai propri giochi. Il poter camminare, comunicare, e percepire, all'interno della Trama, avviene soltanto perché è lui a decidere che è possibile.

– Guarda, che avesse manie di grandezza non l'avevo proprio capito.

– Superior non è da sottovalutare, Flame – la avvertì Kiwi, camminandole affianco con il corridoio che pareva dilatarsi all'infinito sotto i loro piedi – Non è un'intelligenza algoritmica basilare come 142 e gli altri suoi sottoposti. È autonomo e pericoloso. Non esistono più programmatori vivi in grado di influenzarlo o renderlo diverso da quello che è: possiede un codice criptato infinite volte e talmente labirintico da aver sviluppato da solo dei sistemi di sicurezza inviolabili da qualunque entità al di fuori di se stesso. Mevo gli ha affidato un compito parallelo a quello del Maestro, nel tenere salda l'Alleanza, come padrone dell'informazione. E Superior ha adottato il ruolo, traendone abbastanza potere da essere capace di entrare in totale simbiosi con chiunque venga a contatto con un Dispositivo.

Flame storse la bocca e guardò male un quadro dove Superior ghignava, seduto su una sedia girata e con il mento in bilico sulle dita. Trattenne la tentazione di fargli un dito medio e scoprire se l'avrebbe incenerita o trasformato il suo avatar in un lombrico.

– Credevo che la Trama servisse soltanto a cercare ricette e postare fotografie delle vacanze – borbottò Flame – Cosa c'è di epico nell'essere il signore supremo dei video tutorial?

Kiwi emise un rapido sospiro esasperato.

– La Trama è il motore esterno dell'Alleanza, Flame. Come la Piazza garantisce il legame fisico tra i luoghi, la Trama definisce gli snodi e abbatte il confine mentale. Come credi che sia possibile comunicare istantaneamente tra pianeti distanti anni luce e costruire un'economia stabile tra governi così diversi?

– Ah, boh – Flame fece spallucce – Magia dell'amicizia, immagino.

– È Superior che amministra tutto questo – sibilò Kiwi, alzando gli occhi al cielo – L'economia? Influenzata da lui. I dati? Li gestisce interamente e li spartisce come serve. Il fatto che tu abbia comprato quei pantaloni perché vanno di moda? Probabilmente l'ha deciso lui.

Flame abbassò immediatamente lo sguardo sui propri pantaloni tutti tasche e cinghie colorate. Erano gli stessi che aveva anche nel mondo reale. Le piacevano, quei pantaloni: non le andava che qualcuno le avesse messo in testa l'idea che le piacessero. Tornò a fissare Kiwi tutta corrucciata.

– Scusa, ma da quello che dici sembra che l'Alleanza dipenda da un coso psicopatico megalomane che potrebbe tipo far scoppiare una guerra nucleare perché gli gira.

Kiwi si voltò verso di lei e le concesse uno dei suoi rarissimi sorrisi, anche se questo era amaro come fiele.

– L'Alleanza è un azzardo dal primo giorno. Mi fa piacere quando capisci le cose al volo.

Flame restò interdetta per un momento.

– Ma perché me lo stai dicendo adesso? – insistette dopo un istante di silenzio attonito – Non aveva senso farlo prima e risparmiarmi questo trauma infantile nella casa degli orrori? – e indicò frustrata i quadri che li accerchiavano.

Kiwi strinse a fessura gli occhi scuri.

– Secondo te questo corridoio è davvero così lungo tutte le volte che lo vengo a trovare?

Flame lo guardò disorientata. Fece per aprire bocca e ribattere, quando Kiwi interruppe di botto il proprio marciare, bussando educatamente alla porta bianca.

Flame fissò la porta bianca come se avesse appena visto un fantasma.

Quando stracazzo era apparsa?

Non giunsero voci, da oltre la soglia, ma Kiwi, deciso, abbassò la maniglia ed entrò senza esitare. Flame si voltò un'ultima volta verso il corridoio alle sue spalle e trasalì.

Tutti i quadri erano completamente vuoti.


Lenitov! Per il santissimo Mevo, è una lietissima notizia sapere che non mi hai dimenticato!

Flame udì a stento quelle parole riecheggianti, distratta da un'ondata accecante di luce naturale. Fu costretta a coprirsi il volto con le mani per non farsi disintegrare le retine.

Impiegò diversi, faticosi secondi per mettere a fuoco un ufficio grande come un appartamento, con le pareti ancora una volta dello stesso colore tenero e lucido della panna appena montata. Non fu contenta di vedere che anche questi muri erano tappezzati di quadri di Superior, intento a sfoggiare le sue migliori smorfie da top model egoriferito.

Una delle quattro pareti, però, era interamente fatta di vetro, che filtrava dall'esterno lo stesso bagliore angelico che Flame si sarebbe aspettata di trovare alle porte del paradiso. Si affacciava su quella che riconobbe immediatamente come la lobby, ma circa duecento metri più in basso, come se la stanza fosse sospesa nel vuoto.

Nel complesso c'era talmente tanto bianco che la figura blu di Superior, in carne e stringhe di codice, accomodato a gambe accavallate sopra la scrivania al centro della stanza, svettava come una statua di pietre preziose.

L'intelligenza artificiale, nonostante gli occhi inquietanti con la pupilla sbagliata, sembrava spaventosamente vivo. Guardava Kiwi come se volesse divorarlo con lo sguardo, un labbro mordicchiato in fare seducente e la testa inclinata di lato come un invito. Giocherellava con una canna da passeggio lunga e scura, il cui pomo somigliava a una minuscola riproduzione del pianeta Nettuno, con tanto di finissimi anelli fluttuanti a friccicare attorno al globo come le ali di una farfalla.

– Superior – Kiwi chinò appena il capo, serio come un principe – Grazie di averci ricevuti.

Superior esplose in una risata cristallina e, mentre Flame sussultava per lo shock, si sollevò in aria privo di peso e atterrò elegantemente in piedi davanti a Kiwi. Incrociò le lunghe dita inanellate sul pomo della canna e inclinò un sorriso sulle labbra.

Questo mi piace di te, Lenitov – gli diede un buffetto sulla guancia, a cui Kiwi reagì in un fremito accennato della bocca – Sempre tanto formale, come se stessi salvando l'universo. Adorabile – Superior allargò le braccia e rise di nuovo – Ma sei nella Trama, tesoro: divertiti! E sei anche mio ospite – aggiunse in tono confidenziale, marcando in modo preoccupante su quel "mio", che a Flame fece venire il voltastomaco – Bevete qualcosa – Superior schioccò le dita e un vassoio carico di calici di champagne si delineò davanti a loro con lo stesso guizzo spontaneo di uno schermo circolare.

– Non siamo qui per bere – Kiwi scostò di lato il vassoio con un gesto fermo e fece un passo verso il padrone di casa – Vogliamo informazioni, come ne hai bisogno tu – inclinò la testa a sua volta, le sopracciglia lievemente sollevate – Scambio di dati. La tua specialità, se le voci sono vere.

Un'altra risata, fastidiosa come il crepitio di una secchiata d'acqua gettata su una decina di computer accesi.

Flame gli avrebbe tirato qualcosa di pesante in testa, se avesse continuato a ridere in quel modo.

Le scarpe appuntite di Superior si staccarono dal pavimento e l'intelligenza artificiale fece una giravolta delicata, sdraiandosi carponi nell'aria e posando il viso sulle mani. Il bastone gli oscillava accanto e le code del suo abito gli ondeggiavano alle spalle come nastri. Il tessuto, dal vivo, tremolava in modo diverso a seconda di come lui si muoveva, quasi che, invece di stoffa, gli avessero cucito addosso un portale dimensionale.

Un monocolo, legato con una catenina d'argento, gli ciondolava dal colletto come un orologio da ipnosi; e Flame vide che attorno alla circonferenza del suo cilindro vorticavano anelli luccicanti, uguali a quelli che circondavano il suo bastone.

Lenitov, mi lusinghi – cantilenò – Facciamo che mi parli ancora di come potrei far esplodere Mizef con una bomba? Mi dai sempre le idee migliori.

– Superior, non siamo qui per questo – l'espressione di Kiwi era talmente di ghiaccio che Flame pensò che stesse per sputargli in faccia.

Nervoso, sei, tesoro – pigolò Superior, stringendo i begli occhi a mandorla in una smorfia delusa – Il corridoio era troppo stretto? Mi sembrava di avertelo costruito abbastanza largo da non farti dare in escandescenze. Permetti che ti faccia rilassare – l'AI provò ad allungare di nuovo una mano verso il volto di Kiwi, ma questi stavolta lo scansò bruscamente.

– Il corridoio andava bene, come sempre. Voglio solo parlare. E vedi di trattenere la gioia, i tuoi trucchi hanno perso fascino da decenni.

Capisco – i piedi di Superior toccarono terra. Riposizionò con attenzione le dita sul pomo del bastone e iniziò a tamburellarle seccamente – Il cucciolo di Nome ha la luna storta, vero? Ha portato un'amica per distrarsi da me – per la prima volta da quando aveva messo piede nell'ufficio, Flame si sentì attraversare dallo sguardo di Superior. Percepì il proprio corpo digitale attraversato da una friccico elettrico, come se per un istante avesse perso il segnale con se stessa.

– Salve – bofonchiò Flame, stringendo nervosamente i pugni mentre Superior la studiava come un oggetto da esperimento particolarmente interessante.

Philomena Garneour, il cucciolo di Nome ha fatto i salti mortali per portarti con sé oltre i limiti del proibito – le labbra sottilissime di Superior si distesero in un sorriso dolce quanto il cianuro – Curioso che rischi tanto per una creatura insignificante che Juno ha gettato in un vicolo come una cartaccia. L'ultima volta che ti sei azzardato ad aiutare una trovatella non è andata molto bene, vero, caro? – si rivolse a Kiwi, mentre Flame congelava sul posto – Come sta, quel tuo piccolo corvo?

Gli occhi di Kiwi erano una lastra di ossidiana.

– Un aiuto, Superior – sibilò – Dammi quello che mi serve, e poi potrai frugare nel mio passato quanto ti pare.

Superior scoppiò a ridere.

Il Demone di Mambra che getta via l'orgoglio per salvare un cane di strada! Questa è nuova! – si sporse verso di lui, le labbra socchiuse con fare ammiccante – Sai, ho qualche offerente che pagherebbe miliardi per la tua piccina: tanto preziosa da scomodare gli dei.

– Non te ne fai niente dei soldi – replicò Kiwi – E lei non è in vendita.

Ah, quanto mi conosci bene. L'utilità dei soldi la vede solo chi non li ha – Superior fece roteare scioccamente gli occhi al cielo – Ma qui non ci sono di mezzo soldi, cucciolo. Oh, no, no. Qui ci sei di mezzo tu – tornò a studiare Kiwi con un sorriso – E ogni parola che pronunci, che brucia e diventa mia. Cielo, mi fai venire una voglia sfrenata di distruggere tutto e costruirlo da capo – il suo sorriso si allargò, pericoloso e tagliente come un coltello – È il tuo passato a poter distruggere tutto, Lenitov. È quello che tu vuoi, il grande mistero su cui l'Alleanza si dibatte da decenni come un pesce che sta per morire. Guarda la tua piccina, Lenitov, è terrorizzata da te! – indicò freddamente Flame ed ella si irrigidì.

– Flame è terrorizzata da te – il tono di Kiwi si era fatto gelido – Che figura ci stai facendo, a spaventare i bambini?

Superior ridacchiò con soddisfazione. Fece una giravolta e tornò a fluttuare, le gambe incrociate sul vuoto con il cilindro che si piegava di lato sulla sua testa, come se stesse per cadere.

Spaventare i bambini ci riesce bene, mh? Se lei sapesse cosa è successo a quell'ultimo corvo che hai adottato tra mani insanguinate, non credo sarebbe così servizievole – Flame serrò i pugni ma non reagì, restando orripilata quando il collo di Superior iniziò a seguire l'inclinazione estrema del suo cappello, piegandosi ben oltre novanta gradi.

– Irrilevante – replicò Kiwi in uno schiocco – E posso assicurarti che Flame è la creatura meno servizievole che conoscerai.

La ragazza gli gettò un'occhiata allibita, vagamente onorata, ma lui non la stava guardando.

Superior ridacchiò, e gli occhi di Flame, in allerta, si piantarono di nuovo su di lui, trovando quelli dell'AI a ricambiare il suo sguardo, frizzanti da un mezzo sorriso, sbilenco come un crepaccio.

Eppure ti sta inseguendo da mesi, Lenitov, o sbaglio? – con sollievo di Flame, Superior tornò a concentrarsi su Kiwi – Stai complottando un'altra strage di innocenti? O soltanto di un piccolo, solitario cuore indebolito dalla fiducia?

– Non dovresti già saperlo, informato come sei? Mi deludi – Kiwi levò lievemente le sopracciglia, totalmente indifferente – Possiamo rimediare, però: regalami cinque minuti di eternità.

Superior aprì la bocca per ribattere, la richiuse. Fece una nuova capriola e scoppiò a ridere.

Uh! Mi hai raggirato, tesoro? – si avvicinò drasticamente al Guardiano e allargò il sorriso già spaventosamente largo – D'accordo, hai la mia attenzione.

– Voglio un favore.

Kiwi lo disse con la stessa sicurezza con cui Flame avrebbe potuto schiaffare una banconota stropicciata su un bancone per comprare un pacchetto di caramelle gommose.

Uh, uh! – Superior raddrizzò il collo ritorto e atterrò con grazia in piedi davanti a loro, una mano artigliata al bastone – Dimmi, cosa mai potrei offrirti, che quell'essere tanto loquace di Nome non abbia già conficcato a forza dentro la tua bella testolina? Sono tutt'orecchi, cucciolo. Sorprendimi!

Kiwi strinse gli occhi.

– Necessito dell'invisibilità totale. Per sempre – non lasciò il tempo all'AI di intervenire che continuò, il tono rinvigorito di decisione, come stesse parlando a una folla: – Basta pedinamenti e titoli di giornali invasi dal mio nome. Voglio libertà di movimento senza telecamere puntate addosso e senza il tuo regno saturo dei miei avvistamenti. Io e Flame dobbiamo sparire nel nulla.

Ci fu un istante di assoluto silenzio. Flame sentiva il suo cuore battere amplificato da infinite dimensioni.

Poi Superior ghignò, schioccando pigramente la lingua.

Meraviglia, il Demone di Mambra che vuole appostarsi con un nuovo burattino imbrigliato nella sua trama – gettò uno sguardo divertito verso Flame, che di nuovo di sentì congelare.

– Non ti devo spiegazioni – rispose piatto Kiwi – A tempo debito trarrai tutte le tue conclusioni.

Giochiamo a nasconderci, eh? Divertente! – altra risata, ma questa volta sembrò adombrarsi di una nota pericolosa. L'AI fece un elegante passo indietro, in un misurato inchino, la mano stretta attorno al bastone posizionata dietro la schiena e l'altra allungata verso il volto di Kiwi, come per invitarlo a stringerla. Il suo tono si assottigliò in un sibilo – In cambio di questo miracolo quanto di te sei disposto a offrire?

Il Guardiano parve esitare, ma solo per una frazione di secondo.

– Mambra – disse infine, gli occhi fissi e immobili sull'avversario – Avrai materiale necessario ad alimentare i tuoi giochi per anni.

Interessante – Superior inclinò la testa in uno scricchiolio – Ma non mi basta – aggiunse, sibillino. Le dita tese verso Kiwi si ripiegarono lentamente, irrigidendosi come artigli famelici a un soffio dal suo viso – Che ne dici di Nome, mh? Mi regali il luccichio di uno specchio?

– No.

Kiwi aveva risposto così rapidamente che a Flame si mozzò il respiro. Lo guardò, turbata, indurire la postura e sfidare Superior con occhi lampeggianti.

Ma l'altro rise ancora, questa volta meno sguaiatamente, ma cauto e rauco come se stesse stuzzicando una preda indifesa con un coltello.

Buffo, sei, nel credere di avere scelta – i volti dei quadri alle pareti attorno a loro si deformarono in linee grottesche, la luce arrogante della lobby si intrise di scuro, cosparsa di cenere. Flame si sentì mancare e fece un passo indietro, verso una porta che non c'era più – Ero la tua ultima speranza, vero? – Superior lo seviziava con voce sempre più affilata, le dita sempre più vicine alla sua guancia bianca – Gli dei ti hanno abbandonato, Lenitov. Che sarà mai abbandonare anche te stesso?

Kiwi non si allontanò. Non si mosse, impassibile, le labbra una cicatrice bianca. I suoi occhi e quelli di Superior, nell'improvvisa penombra, brillavano gli uni contro agli altri.

– Un ricordo – gli evase di bocca dopo un tempo infinito. Aveva la voce ferma, ma sprizzava veleno – Avrai solo un ricordo.

Affascinante. Chiedere e accettare la libertà in cambio della tua vita – Superior rise pacato, sorridendogli da oltre il profilo aguzzo del cappello – Mi piace, è un controsenso! Stringi questa mano, Lenitov. Senti quante pedine sono in gioco?

– Aspetta – esalò Kiwi, in un ringhio – Il ricordo lo scelgo io. E voglio la garanzia che Mizef non ci rintracci.

Superior sorrise. Fuori dalla vetrata parvero raggrumarsi a intermittenza nubi sempre più fitte, come se la luminosità degli schermi che tappezzavano il cielo fosse andata completamente in crash.

Cosa direbbe Biatra, vedendoti sparire nel nulla? – le parole dell'AI vibrarono di provocazione, le dita che fremevano impazienti nel vuoto davanti alle sue labbra – Cosa penserebbe nel saperti disperso in eterno, sorellina perduta spinta sulla tua ombra per essere tradita ancora una volta? Vuoi che io ti costruisca una strada sicura sacrificando nelle fiamme la tua leggenda? Meraviglia, sarà, veder bruciare tutte le tue maschere! – ridacchiò, raddrizzando il busto quel tanto che bastava per guardarlo dritto negli occhi – Eh, Lenitov, quand'è l'ultima volta che ti sei mostrato a qualcuno per come sei davvero? soffiò dolcemente sul volto di Kiwi e fu come se il travestimento da essere umano gli si sciogliesse addosso come acquarello. Kiwi strizzò gli occhi, ma non si scompose.

I capelli si incendiarono in oro e il suo volto, del colore grigiastro della pietra, fu cosparso di vortici di lentiggini, mentre le orecchie si distendevano aguzze come spade.

Quando il Guardiano alzò il mento verso Superior, i suoi occhi erano squarci di cielo stellato.

L'AI rise di nuovo.

Adorabile! Quanto vorrei mi venissi a trovare più spesso – gli tirò affettuosamente un buffetto sulla guancia striata di nero, sfiorandogli la pelle tra indice e medio come se volesse pizzicare una corda d'inchiostro.

– Al contrario di te non ho l'eternità, Superior – la voce di Kiwi era una stoccata – Dammi la tua parola, i tuoi stessi algoritmi provvederanno ad accertarsi che venga mantenuta.

Ma certo, caro! Giuro sul buon nome della nostra vecchia amicizia! Come dicevo, sempre un piacere fare affari con te – Superior tese ancora le dita verso di lui.

Flame ebbe un moto di lucidità, che la attraversò come una scarica. E improvvisamente i suoi occhi si inumidirono di rabbia. Vide quattro dita nude di Kiwi allungarsi verso quelle appuntite e metalliche di Superior e nel suo petto qualcosa sembrò spezzarsi.

Non capiva di preciso cosa stesse accadendo, ma c'era qualcosa di profondamente sbagliato, nel modo in cui Superior aveva costretto Kiwi alla resa. Cosa Kiwi non le aveva detto? Perché portarsela dietro per tutto il tempo, quasi con l'ossessione di non lasciarla indietro, se il suo unico scopo in tutta quella storia era stare a guardare inerme il suo sacrificio?

Nella testa di Flame, nel giro di una frazione di secondo, i pezzi del puzzle si incastrarono con una serie di clack terrificanti.

Kiwi aveva mentito. Erano più in pericolo di quello che aveva dato a credere. E a Londra non sarebbero tornati più.

Non mi importa, realizzò con un brivido, questa cosa non deve succedere.

Si slanciò in avanti, verso di loro, ma una forza invisibile le arpionò il corpo e la strattonò indietro. Il respiro le si mozzò.

Cazzo, non adesso!, provò a urlare, ma il grido si schiantò contro le labbra sigillate.

Kiwi poteva usare i suoi poteri anche nella Trama? Superior la stava trattenendo? Entrambi la volevano fuori dal loro accordo?

Rimani lì, Flame.

Servizievole.

Sentì le lacrime pungere brutali dietro le orbite.

Attraverso il velo bollente del pianto, la mano longilinea di Kiwi si perse nella presa di Superior.


─── ⋆⋅☆⋅⋆ ──

Cover credits: @ / cossiopea_ su ig
ironico pubblicare il disegno di loro due nell'unica parte con superior, ma shhh
(plus, assicuro che Flame non è così alta: ha probabilmente addosso scarpe con suola di dieci centimetri)

NdA:

Ho finito giusto oggi un gioiosissimo esame di maturità e sto nell'iperuranio <3

Yeee, finally vi presento mio marito Superior in tutta la sua follia. Lui è uno di quei personaggi nati dalle prime fasi embrionali della storia, ma fino ad ora non l'avevo mai messo nero su bianco.

Nulla di lui è reale. Come AI, imita ogni cosa, costruisce se stesso sulla base di chi ha davanti, per mettere a disagio, per attirare l'attenzione, per intrattenere e trattenere una persona nella Trama il più a lungo possibile. Può essere inteso come una personificazione della dipendenza da internet e l'attenzione rapita.

Altra cosa che tenevo a specificare è il ruolo di Flame: lei in questa parte si spegne e rimane in disparte. La sua arroganza vale e persiste come difesa soltanto quando sa di poterla adoperare a suo vantaggio. Non è stupida: vedendo Superior si congela perché capisce che è pericoloso e non sa come averci a che fare. Avrei potuto farla intervenire di più, ma la scena doveva essere su Kiwi e Superior, mentre Flame sceglie di fare un passo indietro e, attraverso il silenzio, dimostra di avere paura.

Grazie a chi è qui <3, vado a dormire per circa tre giorni filati
Voti e commenti sono accolti con amore <3

Coss

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