Capitolo 6
La lettera di mia nonna era chiara: sarebbe venuta. E così fece. Sedeva in un divanetto affianco a me con una tazzina in mano,il suo sguardo indagatore scrutava ogni centimetro del salone principale e la sua posizione eretta mi fece venire i brividi. Nei suoi occhi si poteva notare quanto potesse provare disgusto per il castello e per il territorio inglese. Odiava gli inglesi ma con il passare degli anni accettò il matrimonio tra mia madre e mio padre.
- E così ti sposi. E dimmi quale dote hai intenzione di dare a quel giovane?
- Il mio titolo nobiliare, nonna.
Rise come se quell'affermazione fosse un presa in giro ma lo pensavo veramente. Aveva una risata soffice, quando passavo l'estate in Francia da lei mi raccontava sempre che prima di sposarsi con mio nonno cantava e suonava il pianoforte. I genitori assunsero un'insegnante di musica e restò da loro fino ai suoi diciotto anni.
- Mia cara credi che questo basti?- si girò verso la porta e scrutò Edward che parlava con un suo conoscente. - Solo un pazzo accetterebbe. Gli darai mai dei figli?- Disse e bevve un sorso di thé dalla tazzina che poi ripose delicatamente nel tavolino.
- Dipende. Se ne vorremo uno si, non lo conosco neanche.- Dissi girandomi anche io verso la porta a guardarlo.
- Almeno non sei sciocca come tua madre, ma mi ha dato l'opportunità di conoscere i miei splendidi nipoti. E tu...proprio tu sei stata precipitosa. Potresti darmi una spiegazione di questo tuo gesto così impulsiva?- Disse preoccupata. E così pensai di raccontarle tutta la storia e tutte le mie teorie. Nella lettera non parlai del matrimonio, di mio fratello e di mia nipote, ma solo dell'incendio, di Oxford e della lettera della regina.
- Maledetti inglesi. Se l'avessi saputo prima, Emma, sarei venuta subito da te. Non posso credere che siano capaci di una simile barbaria. Credi stiano nascondendo quella povera bambina?
- Credi che io possa saperlo? Credo che la bambina sia dentro questo castello, nonna. La figlia del conte Henry, Christine... non so ogni volta che la vedo mi ricorda me quando ero piccola.
- Emma credo tu stia esagerando. E non credo che Jane c'entri qualcosa. Se la guardi bene noti che non sa neanche dove mettere i piedi. Secondo te riuscirebbe a nascondere la figlia di tuo fratello senza creare sospetti?
- Non lo so. Sebbene possa sembrare una stupida credetemi non lo è. Ha osato dirmi che non ho più niente.- Dissi difendendomi.
- Ha detto il vero, Emma. Hai solo il tuo titolo nobiliare e se tuo fratello è veramente vivo e si sarà vedere alla corte avrà lui il titolo di duca.
- Cosa dovrei fare allora?- Chiesi esasperata
- Se desideri che il tuo titolo rimanga a te dovrai far in modo che tuo fratello non faccia ritorno alla corte. E dovrai nascondere anche la bambina, è da barbari ma non c'è altra soluzione.
Non ci potevo credere. Avrei voluto chiederle da che parte stava ma si capiva. Voleva che io avessi tutto e per questo mi credeva capace di uccidere mio fratello e mia nipote.
- Non ci sarà bisogno di spargere sangue. Se avessi in programma di tenere il titolo basta che io abbia un erede prima che si scopra la verità su mio fratello e mia nipote.
- Dovrai avere una casa prima. I tuoi genitori avevano possedimenti anche a Nottingham molto grandi, non ci sono mai andati ma ogni anno facevano fare dei lavori di manutenzione.- Disse facendo dei gesti con le mani. - Non ci sei mai andata e se te lo stai chiedendo no, è impossibile che le guardie reali abbiano bruciato anche quella casa.-
- Potremo andare a vivere là, allora. Nonna ti ringrazio. Quanto rimarrai in Inghilterra?
- Fino a quando non sarà tutto sistemato, Emma. Credimi ho buone ragioni per rimanere sebbene non mi piaccia questo paese di barbari.- Le sorrisi cordialmente e uscii dal salone. Il corridoio che mi portava nella mia stanza era abbastanza ampio ma quella volta non riuscii a passare, c'erano cameriere con bucato, coperte e altre cose.
- Lady Emma il vostro promesso sposo vi aspetta nella vostra stanza, conviene non farlo aspettare.- La ringraziai e mi feci strada in mezzo al trambusto fino ad arrivare nella mia camera, ad ogni passo che feci ero sempre più agitata e appena arrivai davanti alla porta fui investita dall'indecisione. Entrare o non entrare? Portava buone notizie o no? La paura cresceva ma mi feci forza e entrai. Mi sedetti velocemente in una poltrona e versai in un bicchiere dell'acqua.
- Porti buone notizie?- Dissi in un soffio senza pensarci.
- Dipende. Mio padre mi ha dato la sua benedizione e mi ha concesso un suo uomo come tu hai chiesto ma a una condizione.- Si sedette in un'altra poltrona, incrociò le gambe, appoggiò il gomito in un braccio della poltrona e con la mano si reggeva la testa. Sembrava annoiato.
- Quale condizione?- Gli avrei lanciato un bicchiere d'acqua se le buone maniere non me l'avessero impedito. - Sei annoiato?-
- Sono semplicemente stanco.- Rispose freddo. - Mio padre mi ha detto che dovrai rinunciare al tuo titolo. Se avremo un erede io prenderò il posto di mio fratello.
- Cosa vorresti? Prendere il posto di tuo fratello o non avere neanche l'opportunità di farlo?
- Non m'importa di prendere il posto di mio fratello. Anche senza avere il titolo di duca avrei abbastanza soldi per permetterci l'impensabile, almeno fino a quando non avrai sistemato la situazione del patrimonio della tua famiglia.
- Cosa intendi? Non ci sono dubbi su di chi spetta il patrimonio della mia famiglia. Sono io l'unica erede.
- Non lo sei più dal momento in cui la figlia di tuo fratello va in giro cercando te. E sai perché? Perché non riesci ad essere prudente.-
Mi alzai dalla poltrona e feci avanti e indietro per la stanza. Mi venne un'idea che mi sembrò buona e la raccontai.
- Devo trovare mia nipote, prendere il patrimonio e mentire alle persone.-
- Cosa intendi con mentire alle persone?
- Non possiamo permettere che mia nipote ci ostacoli vero? Non si tratta solo di questo. Suppongo che lei non abbia una madre dal momento che mi cerca e magari non ha proprio una madre. E se crede che io sia sua madre?
- Credi sia giusto mentirle? E supponiamo che non somigli a me o a te, cosa dovrebbe pensare la gente di lei? Emma, non è semplice. Se la gente inizia a parlare male di lei sarà la sua rovina.-
- Ci sono stati altri casi di questo tipo, Edward. Ma mai nessuna è rimasta sola, nel bene e nel male tutte si sono sposate.
- Farò trovare la bambina ma non permetterò che tu le menta. Avrò il mio titolo nobiliare e lei sarà tua nipote e l'unica erede di tuo fratello.
Ero spaesata. Non sapevo come spiegarglielo. Dovevo evitare proprio questo e invece in quel momento ero ferma a guardare il pavimento spaesata.
- Tu non sai niente.- Ammisi.- Mio fratello non era l'unico erede. Lo credono morto e non si è mai sposato. La bambina è illegittima. Gran parte dei possedimenti dei miei genitori avrei dovuto averceli io.
- Emma, gli Hilliard hanno preso tutti i tuoi possedimenti.
Cosa? Cadde il bicchiere dalle mie mani e si frantumò nel pavimento. Un unico pensiero mi attraversò nella testa: volevo riscatto. Avrei mosso mari e monti per trovare la verità nascosta e portare alla rovina quella famiglia, in quel momento più che mai.
Finalmente ho aggiornato! Scusate se non ho aggiornato prima ma ho avuto alcuni problemi e non ho avuto tempo di scrivere il capitolo.
In questo capitolo incontriamo la nonna di Emma che l'aiuterà a scoprire chi è l'artefice della scomparsa di suo fratello e sua nipote. Basta spoiler!
La famiglia di Jane Hilliard ha preso i possedimenti che avrebbe dovuto ereditare Emma, hanno risposto alla provocazione di Emma? E sarà veramente così?
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