Terza Parte

<< Ma dove cazzo è finito Jack! Se non fosse per l'incontro che deve disputare stasera gli avrei già spaccato l'osso del collo...>>  L'uomo che in quel momento parlava non sembrava essere adirato...diciamo che era davvero incazzato nero! Sedeva al tavolo di una vecchia locanda e non la smetteva di imprecare e di sbraitare. Era molto muscoloso e, senza alcun dubbio, anche lui da giovane era stato un lottatore. Il particolare che lo faceva sembrare un vero e proprio avanzo di galera era una cicatrice che gli solcava il volto da parte a parte, passando sopra il naso e arrivando sotto l'occhio sinistro. Solo quando vide Jack entrare dalla porta completamente sudato e zoppicante esclamò:

<< Che diavolo ti è successo, Jack?>>
<< E' stato Paul.>>
<< Di nuovo! Ascolta Jack, non si può andare avanti così. Dobbiamo trovare una soluzione anche se...>>  L'uomo non fece in tempo a completare la frase che Jack replicò:<< Robert lascia perdere... pensiamo all'incontro>>,  e così dicendo si avviò sul retro del locale, ma solo dopo aver salutato con una stretta di mano il proprietario che lo osservava visibilmente preoccupato per le sue condizioni fisiche. Percorsero un lungo corridoio prima di arrivare nella stanza sul retro. Quando entrò, Jack vide un enorme gabbia posta al centro della sala nella quale due dilettanti si battevano per intrattenere il pubblico prima del vero incontro tra lui e un lottatore chiamato Johnny Foster detto "Il Pazzo della terza strada". Non era difficile capire il perchè di quel soprannome. Nonostante il luogo non fosse grandissimo, c'erano più di cento persone intente a guardare l'incontro e altrettante si avventavano sulla gabbia lanciando tutto ciò che si trovavano ad avere fra le mani. Quando Jack attraversò il salone qualcuno sembrò riconoscerlo, ma la maggior parte della gente non gli prestò molta attenzione. Raggiunse il suo spogliatoio e vi entrò, seguito a ruota da Robert.
<< Senti Jack anche se so già che domani mi pentirò amaramente di avertelo chiesto dal momento che ci rimetto un sacco di soldi, voglio che tu stasera non combatta...>>,  le parole pronunciate dal suo allenatore non produssero su Jack l'effetto sperato.
<< O tornerò abbastanza integro da poter combattere ancora o morirò combattendo. In entrambi i casi non mi potrebbe andare meglio>> , e così dicendo Jack esplose in una risata liberatoria. Radunò accuratamente le sue cose, le ripose su uno scaffale e prima di varcare la soglia della porta che lo avrebbe portato a pochi metri dalla gabbia di combattimento disse:<< Ora basta stronzate Robert: è tempo di combattere!>>,  ed uscì rapidamente, evitando di perdere altro tempo.

<<A tutti voi,signori e signore che vi trovate qui questa sera al "Dead Men" di Los Angeles, auguro una piacevole serata e spero che vi divertiate a vedere scorrere il sangue di questi due autentici professionisti dei combattimenti clandestini: all'angolo destro troviamo Johnny Foster soprannominato "The Mad of the Third Street", famoso per aver quasi mandato all'obitorio l'ex campione Danny Groove; mentre in quello sinistro troviamo lo sfidante che si fa chiamare Jack "The Demon" Jhonson altrettanto illustre per le sue numerose vittorie. Ma adesso è finito il tempo delle presentazioni: che il match abbia inizio!>>
Jack, salendo sul ring, amava vedere il suo avversario atteggiarsi con il pubblico per far fronte alla paura che puntualmente gli attanaglia lo stomaco e gli rende difficile perfino respirare. Lui non provava più paura ormai da molto tempo: era praticamente una vita che si guadagnava il pane combattendo. Quella volta, però, Jhonny Foster non aveva paura ma, anzi non vedeva l'ora che lo scontro avesse inizio e questo disorientò alquanto Jack che non smetteva di fissare con insistenza il suo avversario. L'assordante rimbombo del gong diede il via al combattimento.

Dopo un paio di affondi rapidi e precisi andati a segno, Jack incominciò a perdere la sensibilità degl'arti superiori che non riuscivano più a sopportare l'eccessivo sforzo.Foster non perse tempo e colpì il suo sfidante con un montante un po' troppo debole per riuscire a preoccupare seriamente Jack . Quest'ultimo,nonostante non avesse ancora subito un numero troppo elevato di colpi, grondava sangue già dall'inizio del match ma sembrava non curarsene troppo. Lo scontro era molto concitato e ogni pugno andato a segno veniva accompagnato da urla e grida di esultanza.Il primo round si chiuse senza che nessuno dei due fosse ancora andato a baciare il pavimento di quell'angusto ring.

<<Jack, puoi farcela basta che chiudi definitivamente l'incontro al secondo round perchè non credo che tu riesca a resistere oltre in queste condizioni>>

<<Robert, questo lo stendo facile. Non è duro come credevo. E' giovane e spavaldo ma non ha nessuna esperienza. Se fossi stato in forma a quest'ora sarei già a casa davanti alla tv>>

<<Allora muovi le mani, non la lingua>>

Il secondo round iniziò con una raffica di colpi da entrambe le parti ma era evidente a tutti che Foster stava mollando.Era più sfiancato poichè metteva più colpi a segno del suo sfidante ma con poca precisione mentre Jack non si scopriva troppo e colpiva molto più forte. Erano quasi giunti alla fine del round quando Jack fece un finta a destra e poi si spostò di colpo sulla sinistra sferrando un montate che colpì Foster in modo così violento da farlo stramazzare al suolo svenuto e privo di sensi. Jack aveva vinto l'incontro ma proprio il quel momento dal pubblico si udì un rombo di tuono e un paio di proiettili andarono a colpire Jack in piena schiena. Dal pubblico si sollevò una voce possente: <<Ti avevo avvertito, fratello!>>

<<Paul, grandissimo figlio di una...>> Jack non riuscì a terminare la frase poichè cadde a terra con un tonfo sordo.

Tutto divenne buio.

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