Capitolo 2


Perplesso buttai subito un'occhiata all'interno della roulette e dal finestrino della guida non vidi nessuno eccetto che un disordine pazzesco. Chiunque al mio posto se ne sarebbe andato via o avrebbe chiamato qualcuno, ma io non mi sentivo di fare niente di tutto ciò. All'improvviso quando decisi di aprire la porta laterale della roulette mi cadde un bracciale che portavo al polso che mi ricordò tutti quei bei momenti passati insieme alla mia migliore amica Jessie quando eravamo ancora bambini, e visto che era un regalo da parte di lei, promisi di metterlo in qualsiasi occasione, ma adesso non era il momento di ricordare tutti quei bei ricordi, quindi mi chinai e raccolsi il braccialetto, ma una macchia di sangue fuori dalla roulette sotto i miei piedi mi irrigidì.

Non avevo altra scelta, posai la mano sulla maniglia della roulette, aprii lentamente la porta laterale, e dopo un momento di suspense vidi che non c'era nulla per cui spaventarsi, un rumore proveniva da una piccola radiolina che diceva:" Signori e signore vi presento il nuovo concorrente del nostro reality show" e cose del genere, ma un portafoglio alquanto sporco mi colpì immediatamente. Si stava facendo abbastanza tardi, andai verso il portafoglio, lo presi e quando stavo per aprirlo decisi di richiuderlo e di portarlo con me a scuola.

Il tempo stava passando e mi diressi verso scuola come se nulla fosse accaduto, presi l'autobus e sentii quel portafoglio umido sudare nella tasca posteriore dei jeans costantemente. Arrivato a scuola mostrai segni di ansia e preoccupazione e la mia migliore amica Jessie mi disse: "Hai qualcosa che non va? Mi sembri abbastanza agitato". Non potevo mentirle, ma adesso la cosa importante rimaneva mantenere il segreto, e le risposi: "Sono solo in ansia per la mia interrogazione, dovresti conoscermi ormai". Dubbiosa Jessie andò in classe sapendo che c'era sotto qualcos'altro. Poi in un monologo dicevo che in fondo non gli avevo mentito perché la verifica orale c'era davvero e per la cronaca andai abbastanza bene.

Al mio ritorno a casa la roulette era scomparsa, come per magia, e la macchia di sangue che avevo visto si era dileguata. Entrato a casa chiesi a mia madre: "Hai incontrato qualcuno o qualcosa questa mattina?" e con aria tranquilla mi disse: "No, perché è successo qualcosa di cui mi devo preoccupare?" Allora alla sua risposta mi tranquillizzai e gli dissi che stavo solo chiedendo. Entrato in camera, tolsi dalla mia tasca il portafoglio umidiccio e lo guardai per una trentina di secondi senza fare niente.

Poi, feci spazio sulla scrivania dove c'erano una montagna di libri che dovevo studiare in vista della mia ultima prova scritta con la quale avrei concluso l'anno scolastico ma purtroppo non ero ancora pronto per studiare soprattutto perché ero afflitto da quel "problema". Mi misi i guanti, sentendomi come un chirurgo prima di operare, aprii il portafoglio e lì c'erano solamente quattro documenti, ognuno appartenente a un ragazzo/a che non avevo mai visto prima.

In preda all'ansia frugai ancora di più nel portafoglio e trovai un fogliettino dove c'era scritto l'indirizzo di una strada con il suo rispettivo numero civico. Presi il computer, e notai che questa località corrispondeva ad un resort in campagna, non tanto lontano dalla città in cui mi trovavo. All'improvviso sentii la voce di mia madre che mi diceva: "Jeremy, ti cercano!". Quel giorno non aspettavo nessuna visita e quindi andai di persona a controllare chi fosse. Non era niente meno che Jessie e voleva sapere come stavo e mi disse: "Questa mattina avevi un atteggiamento particolare, quindi volevo costatare se stavi bene davvero". La feci entrare in camera e le dissi tutto ciò che mi era successo fino a quel momento.

In un secondo momento la ragazza si accorse che conosceva questo resort, dato che da piccolina ci andava spesso con i suoi genitori, e magari riportando questi documenti al personale, avrebbero goduto di un soggiorno gratis e roba così. Ci accordammo molto velocemente, e pensammo che magari potevamo organizzare una piccola gita in questo luogo il prossimo fine settimana. Jessie decise di invitare anche:

Lindsay, una delle sue amiche, con un corpo bellissimo;

Davpa uno dei miei migliori amici, davvero simpatico;

E Joshua, il fratello maggiorenne di Jessie, che ci avrebbe accompagnato per tutto il viaggio facendoci da guida.

I miei genitori non hanno fatto molte storie a riguardo, dato che conoscevano la famiglia di Jessie. Inoltre, anche il fatto che veniva suo fratello, ormai adulto, li riassicurava parecchio. Col passare dei giorni Jessie ebbe conferma da parte degli altri ragazzi e organizzò il viaggio tutto molto velocemente.

Mancavano pochi giorni al viaggio e i ragazzi non vedevano l'ora di passare insieme questa splendida esperienza! Intanto affrontai la mia ultima prova scritta a scuola e me la cavai, nonostante non abbia studiato moltissimo, con una semplice e pulita sufficienza che avrebbe segnato la fine della scuola e l'inizio delle vacanze estive.


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