Un aiuto inaspettato



La conoscenza è imparare qualcosa ogni giorno.
La saggezza è lasciar andare qualcosa ogni giorno.
Detto zen.

Una stanza buia. Un computer acceso. Un sorriso enigmatico.

Quanto erano strani gli esseri umani? Una volta che pensavi di averli capiti, ti sorprendevano sempre. Ma forse era proprio questo che li rendeva così interessanti. Almeno così pensava quella persona.

Era arrivato il momento di fare la prossima mossa. Come avrebbero reagito, solo gli eventi futuri avrebbero potuto dirlo. Ad ogni modo, quella persona era convinta che sarebbe stata una reazione degna di nota, sicuramente fuori dall'ordinario. Almeno così pensava.

Era sera quando successe tutto.

Qualche giorno prima, Michele e i suoi amici si erano incontrati per decidere che cosa avrebbero dovuto fare in merito alla sparizione di Arianna. Dopo lunghe discussioni, erano arrivati ad un'unica conclusione: dovevano tornare al locale e seguire i trafficanti di organi durante i loro spostamenti.

Era rischioso, ma era l'unica possibilità che avevano per scoprire se l'amica di Lorenzo era ancora viva.

Era la loro ultima possibilità. Se fosse fallita, allora avrebbero dovuto arrendersi.

Proprio quella sera, qualcuno scrisse nella chat che i gestori del locale avevano una consegna da fare. Michele e gli altri non si domandarono chi fosse quella persona e come facesse a sapere una cosa simile.

Non se lo domandarono perché pensavano che quella persona credesse che si trattasse di una consegna comune, come quella insomma che effettuavano un po' tutti i locali. In fondo, chi poteva sospettare che si trattasse di commercio di organi?

Tuttavia, se avessero pensato di più, forse avrebbero capito che la loro riflessione non era del tutto corretta.

Ad ogni modo, quella sera aspettarono nella macchina di Lorenzo che i trafficanti uscissero. Ci volle un'ora buona prima che questi si facessero vedere.

Quando ciò accadde, quei loschi figuri salirono subito su un furgone e con tranquillità partirono.

Lorenzo mise in moto la macchina e, tenendosi a distanza in modo tale da non destare sospetti, li seguì.

«Speriamo vada tutto bene» deglutì Mattia, aprendosi il colletto della camicia.

«Se saremo prudenti, andrà tutto per il verso giusto» sorrise forzatamente Stefano.

Era evidente che tutti erano agitati, anche se cercavano di non darlo a vedere. Solo Lorenzo sembrava tranquillo, ma Michele pensò che fosse perché ormai non aveva più nulla da perdere.

Quanto a lui stesso, era difficile a dirsi. Il suo cuore batteva all'impazzata, ma non per la paura. Era euforico, terribilmente euforico. Anche se, in realtà, lo erano un po' tutti loro perché stavano vivendo qualcosa fuori dall'ordinario.

«Guardate, si sono fermati» sussurrò Alessandra.

«Accosto qui, allora» affermò serio Lorenzo.

«Vuoi dire che dobbiamo scendere?».

«Si, altrimenti non possiamo sentire quello che dicono».

«Ma è...».

«Non abbiamo altra scelta» le mise una mano sulla spalla Stefano. «Comunque se le cose dovessero mettersi male, non dobbiamo fare altro che correre verso la macchina».

Alessandra annuì, anche se sapeva che non sarebbe stato così facile.

Scesero dall'auto e silenziosamente si appostarono dietro un cassonetto.

«Degno dei migliori film polizieschi» ironizzò Mattia.

Michele e gli altri non poterono non sorridere.

Quel breve momento di distensione fu però interrotto da Stefano. «Sono arrivati due uomini» notò scuro in volto.

Benché fossero abbastanza vicini ai trafficanti di organi, non riuscivano a udire bene tutte le loro parole, in quanto esse erano attutite dal rumore delle macchine e delle moto che passavano nelle vie vicine.

«Ci sono tutti?» domandò uno dei trafficanti.

«Tutto come stabilito» annuì un uomo con degli occhiali scuri, consegnando una valigetta.

«Bene» sorrise facendo segno ai compagni di scaricare quanto c'era nel furgone.

«E la ragazza? È ancora con voi?».

Michele e i suoi amici trattennero il fiato.

«No, non lo è più da un pezzo».

Che significava? Voleva forse dire che Arianna era morta? Cosa...

«Quella persona è venuta da noi due settimane fa e ha detto che non c'era più bisogno che la nascondessimo».

I ragazzi si guardarono confusi. Forse avevano preso un buco nell'acqua. Perché infatti quell'uomo avrebbe dovuto dire 'nascondere' se fossero stati lui e i suoi complici a rapire Arianna? Forse non stavano parlando dell'amica di Lorenzo.

«Non riesco proprio a capire il suo comportamento. Ma, in fondo, ci ha procurato un buon affare in cambio della nostra copertura» continuò il trafficante.

«Intendi noi, vero?».

«Certo. Siete tra i migliori clienti che abbiamo mai avuto».

«Ringraziamo quella persona e Arianna, allora» risero sguaiatamente.

I giovani rimasero immobili, incapaci di proferire parola. Cosa stava succedendo? Cosa significava quello che avevano appena sentito? Se dietro la sparizione di Arianna non c'entravano i trafficanti di organi, allora chi era il responsabile?

Michele ripensò a tutto quello che avevano scoperto e ebbe un'improvvisa illuminazione: «È stato il ragazzo che era al locale con Arianna!».

«Abbassa la voce, altrimenti ci farai scoprire» lo rimproverò Alessandra.

Lui si alzò lentamente e fece loro segno di seguirlo. Ormai avevano ascoltato a sufficienza ed era piuttosto improbabile che venissero a conoscenza di qualcos'altro.

Raggiunta la macchina Mattia chiese: «Che cosa volevi dire, prima?».

«Quando siamo usciti dal locale dei trafficanti, Alessandra ha detto che il cameriere le ha raccontato che Arianna, il giorno in cui è scomparsa, era andata lì insieme ad un ragazzo e che era preoccupata, ricordate?».

I suoi amici annuirono.

«Bene, io penso che quel ragazzo sia la persona di cui parlavano poco fa quegli uomini».

«Vuoi dire che pensi sia lui il responsabile della sparizione di Arianna?» domandò Lorenzo.

«Esatto».

Per un po', nessuno di loro parlò. «Potresti avere ragione, però come facciamo a scoprirlo?» disse Stefano, incerto.

«C'è solo una cosa che possiamo fare».

Lorenzo sorrise. «Dobbiamo andare a casa di Arianna, vero?».

Michele annuì.

Quella sera una nuova pista si era aperta. Quella sera avevano appurato che la ragazza era ancora viva. Quella sera, forse, si erano avvicinati un po' di più alla verità.

Quella sera Michele, mentre tornava a casa, fece un incontro inaspettato.

La figura incappucciata con la falce comparve all'improvviso davanti ai suoi occhi.

Lui fece un passo indietro, spaventato. Non sapeva che cosa volesse. Quel che era certo era che lui non voleva che tutto finisse proprio nel momento in cui tutto stava incominciando a cambiare.

Rimasero per lunghi istanti a fissarsi, poi la figura incappucciata affermò: «Non sapendo com'è vicina la verità, la cerchiamo lontano: è come se fossimo immersi nell'acqua e implorassimo da bere».

«C-come?» balbettò Michele.

«Lo capirai».

Detto questo, la strana figura scomparve.

Quella sera, in quel luogo, in quel momento, la soluzione era stata data. Ora toccava ai partecipanti farla venire alla luce.

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