Capitolo 47

Il tintinnio della porta che si apriva risuonò nel locale. Come gli era stato insegnato, un giovane cameriere salutò la nuova cliente con un educato «buona sera», domandando subito dopo se aveva prenotato.
Clarisse ricambiò il saluto e rispose in modo affermativo, dando il nome per la prenotazione. Dopo un rapido controllo a una serie di fogli dietro il bancone, il cameriere le fece strada portandola nella sala al pian terreno e accompagnandola fino al tavolo, già occupato da Massimo. Era di schiena e chino sul telefono, ma evidentemente poco concentrato in ciò che stava facendo visto che bastò il suono dei passi della cugina per fargli alzare la testa.

«Era ora» esclamò con un sorrisetto appena lei prese posto di fronte a lui. «Il tuo ragazzo non ti lasciava più andare?»

Clarisse alzò gli occhi al cielo, anch'essa con un sorriso, percependo l'ironia nel suo tono di voce.
Da quando aveva imparato a dare la giusta importanza anche al legame con Massimo, quest'ultimo aveva deciso di rivalutare Davide e, con grande sorpresa di lei, il rapporto tra i due si era trasformato; non sapeva ancora se poteva definirla un'amicizia, ma ci andava molto vicino.

«Non ero con lui oggi» rispose infine. «Anche se abbiamo finito gli esami, questo non significa che stiamo insieme ogni singolo momento di ogni singolo giorno.»

«Beh, lui ne sarebbe capace, credimi. Delle volte ti guarda come se fossi il centro del suo universo... Mi fa sentire altamente a disagio.»
Di nuovo le sue labbra si incresparono.
Lei non disse nulla, ma ricambiò il sorriso, sentendosi onorata da quelle parole.

Il loro principio di chiacchierata fu subito interrotta da una cameriera che servì due pizze Margherite, ciò che Massimo aveva ordinato per entrambi circa dieci minuti prima, appena la cugina lo aveva avvertito del suo arrivo chiedendogli di dare già le ordinazioni e scegliendo anche per lei. Dopotutto era facile; erano abitudinari e ogni volta che uscivano prendevano sempre la stessa pizza.

Per le prime fette il silenzio fece padrone tra i due. Poi, dopo essersi pulito le mani e la bocca con il tovagliolo, Massimo si decise a parlare.

«Quindi? Cosa volevi chiedermi?»
Clarisse, che nella chiamata di qualche giorno prima non aveva accennato a nulla di un possibile dubbio, divenne confusa, nonostante necessitasse veramente di un suo consiglio.

«Mi sei sembrata nervosa l'altro giorno al telefono; lì per lì ho pensato fossi solo ansiosa per l'ultimo esame che dovevi dare, ma anche ora sei tesa» spiegò notando l'incertezza della cugina.

Clarisse si mosse leggermente sulla sedia, dandogli ulteriore conferma di quella sua sensazione.
«Cosa succede?» domandò ancora lui, socchiudendo gli occhi e assumendo un sguardo indagatore.

La ragazza sospirò come se stesse cercando di darsi coraggio, prendendo dalla tasca posteriore dei jeans corti un foglio piegato in tre. Lo fece scivolare sul tavolo così com'era.
Massimo lo prese e lo aprì senza cambiare espressione, anche se un leggero turbamento stava iniziando a farsi strada dentro lui, mentre pian piano la sua mente vagava alla ricerca di una risposta.

Era la locandina della festa di ferragosto che, grazie all'enorme affluenza degli ultimi tempi, veniva riproposta ogni anno.
Oltre ai soliti banchetti di cibo accampati attorno al centro città, c'erano spettacoli per bambini, fuochi d'artificio di chiusura e musica dal vivo con la possibilità, per chi volesse mettersi in gioco, di salire sul palco e cantare un inedito o una cover. Forse era proprio questa idea, che secondo Massimo era semplicemente geniale, a dare tutto quel successo a una semplice festa di paese. Non importava la bravura; non c'erano vincitori né vinti. L'unica regola era divertirsi. C'era solo una piccola selezione perché le richieste di partecipazione erano sempre molto elevate, ma altrimenti non era raro ritrovare sul palco anche il vicino di casa.

«Vuoi partecipare alla selezione?» chiese scettico, dopo un lungo ragionamento. Era da due anni che la cugina rifiutava in modo categorico la musica, perciò gli sembrò alquanto strano che ora uscisse con quell'idea, di punto in bianco.

«Non io» rispose, mentre il ragazzo non poté non pensare ad un: appunto.
«Davide vuole» continuò Clarisse. «E vuole anche che io partecipi assieme a lui» lo disse come se fosse un insulto, e molto probabilmente lei lo percepiva come tale.

«E quindi? Se non vuoi, digli di no» commentò Massimo, mordendo un'altra fetta di Margherita.

Lei tentennò, pensierosa nella risposta, spostando con la punta del coltello una foglia di basilico.
«Non è così facile...» borbottò. «Mi ha promesso una cosa, se io dovessi accettare; una cosa che gli sto chiedendo da tempo.»

Il cugino fece un'espressione maliziosa, procurandosi subito una sgridata da Clarisse che non era più in vena di scherzare.

«È davvero così importante?» domandò allora, preoccupato per quel conflitto interiore della ragazza.
«Sì.»
«Non puoi dirmi di cosa si tratta?»

Rimase in silenzio facendogli capire che no, non poteva; o molto probabilmente non voleva.

«Non capisco cosa mi stai chiedendo» disse infine, appoggiandosi allo schienale. «Se veramente è così importante che lui rispetti questa promessa, non credo ci sia molto da pensare. È ovvio che l'unico modo è accettare e salire su quel palco.»

Lei lo guardò come se fosse sconvolta da quella verità, tremando leggermente nonostante non facesse minimamente freddo.
«Sappiamo entrambi che non ce la potrei mai fare,» mormorò con voce lieve, quasi al limite dallo spezzarsi, «ma Davide dice che è l'ultimo ostacolo che devo superare per essere finalmente libera...»

Massimo la osservò attentamente, cercando di comprendere il motivo per cui reagiva in un modo che a lui parve eccessivo. Alla fine alzò gli occhi al soffitto, sbuffando.
«Non ti capisco più» affermò. «È chiaro a tutti che è impossibile per te allontanarti definitivamente dalla musica. Guarda cosa ti sta succedendo», la indicò con la mano aperta e rivolta in alto, «non puoi continuare a vivere così. Devi affrontare la tua paura, qualunque essa sia; perché ormai non c'entra più lei» continuò alzando di poco la voce e tendendosi verso Clarisse, sperando così di farla ragionare. Era sicuro si stesse nascondendo dietro il solito ritornello che all'inizio gli aveva ripetuto fino allo sfinimento. Ma, da quella volta in cui Davide era riuscito a farla cantare, era cambiata. Si vedeva che aveva voglia di ritornare su quella strada; forse non l'aveva mai abbandonata del tutto.
Non capiva perché si ostinasse a reprimere quel suo desiderio.

Lei trattenne il respiro per qualche secondo, buttando fuori tutta l'aria solo quando si accorse che il cugino aveva ragione. Non aveva più paura di fare un torto a sua sorella ritornando a cantare. Si disse che molto probabilmente non aveva mai veramente creduto a questo.
La sua paura più grande era di non essere più all'altezza; scoprire di non esserlo mai stata senza Marianne.

Il silenzio di Clarisse si prolungò abbastanza per far capire a Massimo di aver centrato il bersaglio. Le allungò il foglio aperto e lei lo prese riluttante.

«Immagino tu volessi che io ti dicessi di non accettare, ma non posso farlo. Sei tu che devi decidere, però sappi che più tempo passa, più sono felice che tu abbia incontrato Davide. Sono pienamente d'accordo con lui sul fatto che devi ritornare a essere libera, anche se non credo che metterti di fronte a una scelta a cui non puoi rinunciare sia il modo giusto di farlo» fece spallucce, finendo poi di tagliare la rimanente pizza in fette.

Clarisse chiuse gli occhi, inarcando le sopracciglia.
Non poteva rinunciare a quello scambio di favori tra lei e Davide; era stata messa con le spalle al muro e un'unica via d'uscita.
Massimo aveva ragione: l'unica soluzione era percorrerla, nonostante non si sentisse minimamente pronta per quel passo.

Sospirò per l'ennesima volta, forse sperando di trovare quel coraggio che in quel momento sentiva mancare. Riaprì gli occhi, prese il cellulare e, sotto lo sguardo curioso del cugino, inviò a Davide un "accetto". Si ripromise che quella sarebbe stata la prima e l'unica volta. Lo faceva solo per lui; per far sì che ritornasse a stare bene.

Quando lo schermo ritornò nero si sentì il cuore più pesante di quello che avrebbe immaginato.
Guardò Massimo che intanto le stava sorridendo.
«Sei più forte di quanto pensi» affermò, e lei ripetendosi a mente quella frase, si sentì forte veramente.

Capitolo un po' più corto rispetto all'ultima volta, anche perché è quasi di passaggio, nonostante fosse necessario.

Clarisse, senza pochi dubbi e paure, alla fine ha acconsentito alle richieste di Davide e provare a ritornare sul palco a cantare. Anche se, da quanto lei ha raccontato a Massimo, non aveva grande libertà di scelta.

Secondo voi cosa le ha offerto Davide in cambio di quel difficile passo? Basterà per farla realmente cantare una volta che si troverà di fronte ad altre persone? E, infine, è giusto che lui la sforzi così tanto?

Prossimo capitolo lunedì 3 agosto 😘!

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