Capitolo 22

«David!»
Appena sentì il suo nome pronunciato in quel modo, nella sua mente apparve l'unica persona a cui poteva corrispondere quella voce.
Eppure era impossibile... O meglio, aveva creduto fosse impossibile fino a quel momento.

Il suo capo virò verso la provenienza del suono che, solo un anno prima, aveva ritenuto il più melodioso del pianeta, ma non arrivò neanche a scorgere il viso che si aspettava di vedere, che venne colpito violentemente da un corpo. Quell'impatto lo destabilizzò non poco, e dovette usare tutto il suo equilibrio per evitare di cadere a terra. Delle esili braccia gli furono subito attorno al collo, mentre un'ondata di boccoli color del miele gli ostruì la vista.

Nonostante non fosse arrivato a vedere il viso della nuova arrivata, qualsiasi dubbio potesse avere sulla sua identità fu spazzato via dal profumo che gli riempì le narici.
Era inconfondibile, purtroppo.

Abbassò lo sguardo verso la ragazza che lo stava abbracciando calorosamente, non trovando la forza di ricambiare, ma neanche di staccarsi.

«Mi sei mancato» sussurrò lei alzando la testa verso di lui, incrociando un viso che non mostrava nessuna emozione tranne la sorpresa.

La guardò lungamente, ripercorrendo tutti i suoi tratti: gli occhi pesantemente truccati, quei grandi pozzi scuri in cui più volte era caduto, solo adesso se ne rendeva conto, non erano poi così speciali; non raggiungono neanche la metà della bellezza di quelli di Marianne, si ritrovò a pensare.

Le labbra, anch'esse delineate da un rossetto scuro, erano forse troppo pronunciate, e stranamente stonavano con tutto il resto, mentre il naso dritto era più piccolo di quanto ricordasse.

Evidentemente era riuscita a convincere i genitori a pagarle l'operazione che sognava da anni, anche se lui aveva sempre cercato di destarla da quella cosa. Non l'aveva mai trovata necessaria. Era una ragazza bellissima anche con quelle che lei aveva sempre reputato essere imperfezioni, ma che, in realtà, avevano solo contributo a renderla unica.

Glielo aveva spiegato più e più volte, ma sembrava che a lei non importasse delle sue opinioni. Era normale che le dicesse così perché le voleva bene, gli ripeteva sempre, e lui, alla fine, non insisteva più di tanto.
Tanto era inutile provare a farle cambiare idea.

La ragazza iniziò a spostare le mani dal suo collo fino alle spalle, facendo scorrere le dita sulla sua pelle e sul tessuto della giacca.
Ricordava bene quel tocco: delicato ma malizioso e, senza volerlo, un brivido gli corse lungo la schiena.

Avvicinò sempre più il viso, puntando alle sue labbra, ma prima che potesse toccarle, lui le prese le mani, spostandole delicatamente dal suo corpo.
Sapeva che il gesto risultava freddo, ma non gli importava.
Non poteva apparire così, dal nulla, e pretendere che niente fosse cambiato.

Arricciò le labbra allontanandosi, per poi alzare gli occhi su Marianne, preoccupato della sua reazione. Aveva visto chiaramente la scena e sarebbe stato complicato spiegarsi, soprattutto perché non sapeva nulla di quella parte del suo passato.

La vide spostare lo sguardo dalla nuova arrivata a lui, per poi soffermarsi con un'espressione che sembrava tanto richiedere spiegazioni: le sopracciglia erano inarcate e gli occhi socchiusi, di certo confusa da quello a cui aveva appena assistito.

«Marianne...». Il sussurrò di Davide fu a malapena percepibile, facendo capire alla ragazza quanto fosse imbarazzato per quella situazione.

La giovane dai capelli biondi si girò, puntando anche lei lo sguardo su Marianne come se si fosse accorta solo allora della sua presenza. La squadrò dalla testa ai piedi con criticità, per poi aggrapparsi di nuovo al ragazzo, come se credesse che potesse portarglielo via.

Quando vide l'intimità del contatto visivo che si era creato tra i due, si schiarì la voce per attirare l'attenzione di Davide, e fu come se il ragazzo si risvegliasse da un sogno ad occhi aperti.
Sbatté velocemente le palpebre imbarazzato, decidendosi finalmente a parlare.

«Marianne, lei è Rose ed è...». Si fermò quasi subito non sapendo come continuare.
Cos'era per lui? Dopo tutto quel tempo e quello che era accaduto non lo sapeva più.

«Sono la sua ragazza» intervenne la diretta interessata, quasi con tono soddisfatto, completando la frase.

«La sua... ragazza?» balbettò Marianne, letteralmente spiazzata dalla notizia.
«Non sapevo che fossi fidanzato» disse, poi, rivolta al giovane, che diventò paonazzo e aprì la bocca più volte, senza però emettere suono.

Lei lo guardò delusa. Si sentì come se l'avesse tradita. Non capiva perché si era comportato in quel modo, con sceneggiate che facevano presumere qualcosa oltre la semplice amicizia, facendole credere che stesse sbocciando qualcosa tra loro di più intimo, se sapeva di essere già impegnato.

Mi ha solo illusa, si ritrovò a pensare amaramente. E lei, che come una stupida si stava anche affezionando.
Sapeva che non avrebbe mai dovuto accettare quell'invito.

«È meglio che vada adesso» annunciò, senza lasciare il tempo a Davide di spiegarsi. «È stato un vero piacere fare la tua conoscenza Rose» disse infine, sforzandosi di sorridere, anche se le venne un qualcosa molto simile a una smorfia.
Ma, dopotutto non era colpa di quella ragazza. Era solo di Davide; o neanche: era colpa sua che ci aveva creduto.

Girò sui tacchi, camminando con passo veloce, decisa ad allontanarsi di lì il prima possibile.

Vedendola andarsene, Davide provò a richiamarla per farla tornare indietro, ma quando la vide scomparire tra la massa di gente che si stava allontanando dalla piazza, si staccò Rose dal braccio e si mise a correrle dietro, continuando a pregarla di fermarsi.
Ma lei non ascoltò e imperterrita continuò a camminare, distanziandolo sempre più.

Marianne prese il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans controllando l'ora. Se non andava errato, c'era un treno ogni ora, perciò era ancora in tempo per prendere quello delle diciotto.

Si mise quasi a correre, mentre la voce del ragazzo si affievolì pian piano.
Sono una stupida, pensò ancora. Aveva avuto pure l'istinto di baciarlo senza sapere nulla sulla sua vita privata.
Se l'avesse fatto, avrebbe rischiato di rovinare tutto quello che si era creato tra loro. Avrebbe rischiato di perdere l'unica persona con cui riusciva finalmente a ridere; con cui sentiva di poter parlare di tutto; con cui uno sguardo valeva tanto quanto mille parole. Ed era strano, perché l'unica altra persona con cui aveva sempre condiviso tutto, non era più al suo fianco da tempo.

Arrivò in stazione poco prima che il treno partisse e, appena salita, adocchiò l'unico posto libero vicino al finestrino. Si lasciò cadere come un corpo morto, sentendosi svuotata oltre che sfinita dalla corsa.

Si appoggiò con il gomito al piccolo bordo del finestrino, facendo, poi, cadere il capo sul palmo aperto.
Quando aveva sentito pronunciare la frase "sono la sua ragazza", aveva sentito qualcosa smuoversi nel petto. Qualcosa di doloroso che non subito aveva capito. Ma ora, ripensando a tutta la scena, si ritrovò con gli occhi lucidi e qualche lacrima le cadde lungo le guance, facendole apprendere l'unica cosa che non avrebbe mai voluto accadesse.
Provava qualcosa per Davide, era inutile negarlo.

Questa cosa la destabilizzò, rendendola solo più triste, perché sapeva che l'unica cosa che doveva fare era sommergere i suoi sentimenti ancora deboli. Non poteva averlo in quel modo, ma forse potevano rimanere amici.
Si rese conto che, qualunque cosa fosse accaduta, non voleva perderlo.

Si asciugò le gote umide con la manica della giacca, sollevando lo sguardo verso il cielo ormai scuro. E proprio in quel momento, piccoli fiocchi bianchi si misero a volteggiare nell'aria.

Stava nevicando.

Capitolo un po' di passaggio in realtà, ma con una notizia poco piacevole. Dal passato di Davide, si ha un ritorno che è riuscito a sconvolgere sia il ragazzo stesso che Marianne.

Voi che pareri vi siete fatti su Rose? È sembrata un po' possessiva nei confronti del giovane, nonostante sia passato molto tempo dall'ultima volta che si sono visti...

Vi avviso che non sarà un personaggio molto presente, ma sarà comunque fondamentale ai fini della storia. Non vi dico di più, però.

Inoltre, si sta avvicinando la sessione estiva, perciò non vi assicuro la pubblicazione di un capitolo a settimana, come solito. Il prossimo dovrei riuscirlo a pubblicare domenica 12 maggio (anche perché metà è già scritto), ma credo che poi sospenderò per il periodo degli esami, riprendendo a inizio agosto.

Nel mentre, potrei riguardare e revisionare i capitoli precedenti.
Vi avviserò comunque, in ogni caso.

Stefy ❤.

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