Capitolo 14

Natale.
Cosa c'è di meglio del Natale?
Voglio dire, puoi mangiare quanto ti pare e fregartene dei chili in più che, inevitabilmente, prendi, puoi dormire tutto il giorno se vuoi, stai con la tua famiglia e gli amici dei tuoi genitori, per non parlare della neve! Nevica così tanto nel New Jersey d'inverno, è uno spettacolo meraviglioso giuro.
I miei genitori ogni Natale organizzano una specie di festa, alla quale invitano i loro soliti quattro amici e, ovviamente, i genitori di mio padre, dato che quelli di mia madre sono morti entrambi.
Ogni anno mi hanno sempre fatto invitare a pranzo e a cena degli amici che non avevano niente da fare, ma Ray era l'unico che era mai venuto da noi a Natale, dato che era l'unico amico che avevo.

Mancavano pochi giorni a Natale e quindi pochi giorni alla fine delle lezioni.
Quella mattina mi svagliai tossendo e starnutendo, probabilmente per colpa di tutti i giorni passati con Frank in quel tugurio di studio e sulla panchina del fiume. Mi stava insegnando ad andare sullo skateboard, era molto bravo come insegnante, ed anche il più carino che avessi mai avuto. Stavo decisamente migliorando e poi stare con lui era veramente fantastico.
"Dio Gerard, sembri mia nonna con la tubercolosi" mugolò Billie passandomi davanti per andare a prendere un paio di mutande abbandonate sul pavimento.
"Ah-ah-ah. Simpatico. In ogni caso, la potresti smettere di lasciare le tue schifo di mutande sul pavimento?"
"Sei così noioso" disse raccogliendo le suddette mutande e infilandosele.
"Tu sei così gay."
"Non sono gay!"
"E io non sono noioso."
In un attimo mi ritrovai i suoi pantaloni del pigiama, bianchi a righe blu, sulla faccia.
"Oddio mi stanno uccidendo!"
Feci finta di lottare contro i pantaloni di Billie e poi caddi a terra, fingendo di morire soffocato.
"Piantala Gee" disse lui sorridendo.
Certe volte mi piaceva fare lo scemo, senza esagerare ovviamente.
Non lo facevo perchè lo ero veramente, ma solo perchè mi diverte vedere le reazioni delle persone davanti alla mia occasionale stupiditá.
Quella mattina mi sentivo particolarmente scemo, per questo presi i pantaloni di Billie e improvvisai un tango con quello strano partner.
"Che fai a Natale" chiesi, nel bel mezzo di un caschè.
"Niente" disse infilandosi le mutande e i pantaloni, corti ovviamente.
"Vieni a pranzo da me allora?"
"Gee smettila di ballare il valzer con i miei pantaloni."
"È un tango ignorante" dissi sarcasticamente e lanciai i suoi pantaloni sul letto, sedendomi davanti a lui.
"Tu non vai a lezione stamani?"
"Certo che ci vado."
"Allora vestiti" disse mentre litigava con la manica della felpa.
"Vuoi una mano tesoruccio" chiesi, imitando la voce di una vecchietta e sbattendo le ciglia.
Billie rise e mi mandò in un posto che preferisco non nominare.
Era divertente fare lo scemo con lui, si arrabbiava sempre.
"Vieni a pranzo da me o no?"
"Certo, tanto mica posso andare dai miei."
I genitori di Billie vivevano dall'altra parte del continente, più o meno, e lui andava da loro solo durante l'estate. Quindi a Natale veniva a casa mia insieme a Ray.
"A proposito" disse lanciandomi una camicia e costringendomi a indossarla, non avevo voglia di vestirmi nè niente "Ray va dai suoi genitori quest anno."
Sospirai, era il secondo anno di seguito che Ray non veniva da me a Natale e mi lasciava con Billie, e fidatevi non è così divertente come può sembrare.
"Allora invita qualche tuo amico che non ha niente da fare" dissi mettendomi i jeans controvoglia.
"Ci sarebbe Alex, quello coi capelli verdi hai presente?"
Annuì.
"Va benissimo, i miei saranno felici di vedere gente nuova."
"Beh saranno felici di vedere Frank. Lo inviterai vero?"
"E-ecco io... n-non lo so..." balbettai.
Non sapevo neanche cosa c'era effettivamente fra di noi, voglio dire, a me lui piaceva eccetera eccetera e so che anche a lui piaccio però non credo che possiamo considerarci, cone dire, fidanzati ecco.
"Sono sicuro che gli farebbe piacere venire, chiediglielo."
"Lo farò quando lo vedo."
Forse.
Billie mi salutò con un cenno della mano ed uscì dalla porta.
"Ah giusto, quasi dimenticavo" disse guardandomi "cos'hai prima di pranzo?"
"Uhm fame?"
"Ma cosa" Billie si passò una mano sulla faccia, esasperato "intendevo che materia hai!"
"Aaaah" dissi ridendo "musica."
"Bene" disse ridendo a sua volta "passo a prenderti allora."
"Okay ciao."
E uscì, senza tornare indietro questa volta.

Musica, come giá saprete, è la materia che preferisco in assoluto. Anche se certe volte è piuttosto pericoloso averla prima di pranzo, dato che quando inizio a suonare non smetto più. Fortunatamente Billie venne a chiamarmi e insieme andammo in mensa per mangiare.
Lì, mentre ero in fila per il purè, incontrai Frank.
"Ciao Gee" disse sorridendo.
"E-ehi" balbettai.
Perchè diavolo stavo balbettando adesso? Non era mai stato imbarazzante parlare con Frank, non sempre almeno.
Ci sedemmo entrambi al solito tavolo con Ray e Billie, pensavo che lo avrebbero ucciso perchè quello era il nostro tavolo, invece lo accolsero sorridendo. Evidentemente capivano quanto lui era importante per me ed io gli ero grato per questo.
"Che fai a Natale" gli chiese Billie masticando il pollo.
Io, che stavo bevendo dell'acqua, per poco non affogai sentendolo pronunciare quelle parole. Dovevo chiederglielo io se voleva venire a pranzo a casa mia, non lui.
"Uhm starò alla Eastern, credo" disse Frank con noncuranza.
"Oh beh allora puoi venire a pranzo a casa mia."
"Casa mia Billie, casa mia."
"Si infatti, casa sua."
"Certo mi farebbe piacere conoscere i tuoi genitori" disse Frank sorridendo.
Ray fece finta di vomitare, ficcandosi due dita in bocca e Billie gli diede una gomitata nelle costole ridendo.
Io sospirai, certe volte erano proprio due cretini.
"Lo hai chiesto al tuo amico Billie?"
"Non ancora" disse lui, guardandosi intorno nella sala, probabilmente lo stava cercando.
"Ah eccolo lì" esclamò, urlando il suo nome affinchè il ragazzo so voltasse nella sua direzione.
Quando arrivò al nostro tavolo, mi accorsi che era con il ragazzo-principessa, quello della festa di Halloween.
"Alex a Natale siamo invitati a casa del Gerardo" disse Billie ingoiando il suo purè.
Odiavo quando mi chiamava in quel modo, preferivo di gran lunga essere chiamato Arthur da Ray.
"Billie smettila" lo ammonì, fulminandolo con lo sguardo.
Lui si strinse nelle spalle e tornò a guardare il ragazzo dai capelli verde acqua.
"Allora ci stai?"
"Certo! Grazie dell'invito Gerard."
"Di niente" dissi senza guardarlo, ero troppo concentrato nella contemplazione di Ray alle prese con il purè. Gli era caduto sulla maglia e adesso tentava di pulirlo con il tovagliolo, ma a quanto pare non ci stava riuscendo affatto, era abbastanza ridicola come cosa.
Alzai la testa quando sentì Billie chiamare il mio nome.
"Cosa?"
"Ho detto, potrebbe venire anche il suo ragazzo?"
Indicò Alex,che sembrava piuttosto imbarazzato da quella situazione.
"Chi sarebbe?"
Il dito di Billie si spostò dal ragazzo coi capelli verdi a quello seduto accanto a lui.
"Si chiama Jack" disse.
"Certo."
Più amici invitavo più i miei erano felici. A loro faceva piacere sapere che avevo tanti amici e compagnia bella, mi preoccupava il fatto che mio padre sarebbe impazzito alla vista di Frank e degli altri due.

La prima volta che avevo portato Billie a Natale, i miei erano rimasti veramente sorpresi che, parole loro, un tipo tranquillo come me conoscesse una persona come Billie. Credo che potrebbero impazzire quindi, quando vedranno Frank e Alex e Jack. Perchè loro somigliano ai miei genitori più di me, voglio dire, amano la musica rock e tutto il mondo che c'è dietro. Io sono più una persona da musica classica, come giá sapete e per questo continuo a non capire cosa ci trova Frank di bello in me.
La buona notizia è che ci sará il vischio, tanto vischio, e tutti voi sapete cosa significa.

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