Capitolo 5

ITAN'S POV

Non resto molto, giusto il tempo necessario a far arrivare suo padre. Mi da un bacio sulla guancia per salutarmi e sento il rossore che mi copre il viso. Esco dall'ospedale e torno a casa. Saluto ancora la mia famiglia ignorando i richiami a raggiungerli e vado spedito in camera. Poso la giacca nell'armadio e i vestiti nella cesta di quelli da lavare in bagno e faccio una doccia. Torno in camera con un asciugamano attorno alla vita, metto il pigiama e raggiungo la mia famiglia in cucina con i capelli umidi, sento il ciuffo gocciolare così scuoto i capelli su mia sorella che si incazza lanciandomi delle briciole. Ovviamente rido e per farmi perdonare basta un bacino sulla guancia. La zia ha preparato pasta a aglio, olio e peperoncino. Me la gusto tutta seduto di fronte a lei mentre parliamo del più e del meno, ma non racconto di aver accompagnato Caroline perché poi crederebbero che tra me e lei c'è qualcosa e non è per niente così per una serie lungha di motivi che suppongo abbiate capito. Torno in camera e messaggio un po' con Nicholas sistemando ciò che è fuori posto e passando l'aspirapolvere per la gioia del mio pavimento e di mia zia,  poi si metto a letto e mi addormento pensando ancora all'espressione di Caroline quando l'ho presa in braccio la prima volta, pareva imbambolata, ma sono certo di aver frainteso. Faceva ridere, ma era allo stesso tempo era tenera, sono un po' confuso.

CAROLINE'S POV

Mi fanno dei controlli e per fortuna è solo slegata (una gioia). Pensare di non poter fare lo spettacolo era troppo da sopportare per me, almeno in questo momento della mia vita. La fasciatura me la leveranno tra un paio di settimane, ma nel frattempo devo stare molto attenta a non prendere colpi e a non affaticare la gamba. Torno a casa e come al solito non ceno entrando nella mia enorme camera riposando seduta alla scrivania. Mio padre, ovviamente, ha mandato Augastus, il mio "cameriere" preferito per convincermi senza risultati. É stato lui a crescermi, è il mio unico amico in questa enorme casa vuota. Quando arriva mi sistema sul letto e mi bacia i capelli dopo avermi dato la buonanotte . Resto sola per circa venti minuti. Mi limito a pensare a Itan. I suoi occhi sono nella mia testa, il suo sorriso, la sua voce, i suoi gesti. Ogni cosa é fissa lì. Riesco a proiettare sul muro i ricordi, come un film. D'un tratto entra mio fratello preoccupato e si siede accanto a me.

-Che diamine è successo?

-Niente, stavo correndo e ho messo male il piede inciampando, mi passa in due settimane... è solo una slegatura dai

Vi risparmio il suo monologo sulla sicurezza e su cosa è giusto fare e cosa no e su come si sta in strada, in pratica un noioso monologo che ammetto di aver scordato appena è finito.

-Grazie di tutto ma sto bene, voglio solo dormire...

Dopo le ultime raccomandazioni sulla pericolosità dei comodini e dei loro spigoli, se ne va lasciandomi assorbire ogni ricorso che ho di quel pomeriggio addormentandomi felice anche se leggermente infreddolita.

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