Capitolo IV: Mercoledì 3 agosto 2016
Mentre aspettava l'arrivo della fotografa, Richard dispose tutto il necessario per la colazione e preparò la tavola; quando udì suonare il campanello, andò ad aprire senza controllare dallo spioncino, sapendo che era lei.
"Buongiorno, signor Armitage", disse Nives, sorridendogli con aria a metà strada tra lo spavaldo e il timido, un mix che lui trovò assolutamente adorabile.
"Buongiorno, signorina Nardini", rispose l'attore, guardandola con apprezzamento: indossava jeans chiari e una canotta verde acqua, un abbigliamento semplice e pratico ma anche abbastanza sexy, perché metteva in risalto le piacevoli curve del suo fisico a clessidra.
Anche Nives stava fissando incantata il bellissimo attore moro che popolava i suoi sogni da quattro anni, ormai, ossia da quando lo aveva visto per la prima volta sul grande schermo: era così alto ed imponente da riempire la cornice della porta e risultare quasi intimidatorio, ma la sua espressione era gentile e rassicurante... tranne che per gli occhi, che sembravano divorarla. La donna sentì un'ondata di calore, anche perché, visto da vicino, lui era ancora più attraente che sullo schermo o in fotografia. Abbigliato con una semplice maglietta bianca e un paio di calzoni da ginnastica in cotone grigio che mettevano in risalto il suo fisico atletico, e la barba ancora da fare, era terribilmente sexy e lei dovette fare uno sforzo per non mettersi a sbavare.
"Posso... posso entrare?" domandò, visto che erano rimasti impalati a fissarsi molto più del necessario.
Lui parve riscuotersi da un sogno. "Uh, ma certo!" esclamò, facendosi da parte. "Si accomodi."
Nives entrò ed avanzò di qualche passo prima di tornare a voltarsi, così Richard ebbe modo di ammirare anche la sua notevolmente attraente parte posteriore. Ma che gli prendeva? si domandò, stordito, mentre chiudeva la porta. Nives Nardini non era più bella di tante altre donne che gli era capitato di frequentare col suo lavoro, e non era certo la prima fotografa che gli faceva un servizio ... So io che servizio vorrei che mi facesse, gli balenò per la mente in maniera del tutto inappropriata e sfacciata. E gliene farei volentieri altrettanto uno io, proseguì imperterrita la sua mente. Un fremito percorse la sua virilità.
"Prego, la cucina è di qua!" si affrettò a dire; accorgendosi del tono lievemente stridulo della sua voce, si schiarì la gola. "Come d'accordo, cominciamo con la colazione", aggiunse, rivolgendole quel suo sorriso spontaneo che faceva impazzire tutte le sue fan – compresa Nives, che sentì il cuore accelerare. Calma, ragazza! si rimproverò. Sii professionale... seee, come se fosse possibile, con un uomo così maledettamente affascinante e sexy...
Seguì l'attore in cucina, ammirandone il ben proporzionato lato B avvolto dalla maglietta e dai pantaloni della tuta. Sentì prudere le mani dalla voglia di accarezzarlo, così le strinse a pugno e si obbligò a guardarsi attorno nella stanza. Non era molto ampia, ma era luminosa, essendo fornita di una grande finestra e arredata con mobili chiari.
"Non sapendo cosa gradisce, ho aspettato a cucinare", disse Richard. "Uova con bacon? Pancakes?"
"Quello che prende lei di solito, signor Armitage", rispose Nives.
"Se per te va bene, preferirei soltanto Richard", disse lui, lanciandole un'occhiata interrogativa mentre prendeva le uova dal frigo.
"Ma certo! Non amo le formalità", accettò subito lei. "Uno, per me, grazie", soggiunse, indicando le uova.
Lui annuì e cominciò a darsi da fare. "Strapazzate o al tegamino?"
"Al tegamino, grazie. Posso aiutarti?" chiese Nives. "Come non amo le formalità, non amo neanche starmene con le mani in mano..."
"Beh, se vuoi puoi mettere a tostare il pane", rispose l'attore, indicando il tostapane, accanto a cui c'era la confezione di pan carré. "Per me due fette, grazie."
Quando fu pronto, Richard portò in tavola le uova col bacon, mentre Nives arrivava con il pane tostato e il bricco del caffè. L'attore scostò la sedia per lei, ma la donna scosse la testa. "Aspetta, prima ti faccio qualche scatto seduto davanti alla tua colazione."
Andò a prendere la fotocamera dalla borsa, che aveva posato accanto alla porta quand'era entrata, e lo inquadrò. "Non guardare l'obiettivo", lo istruì. "Fingi che io non ci sia..."
Impossibile, pensò Richard, distogliendo lo sguardo che, più che sull'obiettivo, si era soffermato sulla scollatura di Nives che, essendosi lei chinata per scattare, aveva rivelato curve molto attraenti. Ma cosa gli pigliava? si rimproverò. Non era da lui avere pensieri così poco professionali...
"Prendi la tazza del caffè e fingi di voler bere", continuò la fotografa, ignara del suo turbamento. "Bene... Ora impugna la forchetta e rompi l'uovo... Ottimo, così... No aspetta, ne scatto un'altra... Ora prendi una fetta di pane e spalma la marmellata..."
Spalmerei te, sul tavolo, pensò Richard, obbedendo alle istruzioni. Strinse la mascella, cominciando ad arrabbiarsi con se stesso: se continuava così, avrebbe trascorso una giornata infernale perché, invece di divertirsi come solitamente gli accadeva durante i photoshoot, avrebbe dovuto continuare a lottare contro quei pensieri inopportuni.
Accorgendosi della sua mascella serrata, Nives si interruppe. "Qualcosa non va? Sono troppo molesta?" s'informò in tono dispiaciuto. "Scusami..."
"No, no, non sei tu!" si affrettò a rassicurarla lui. "Solo un pensiero fastidioso che mi è passato per la testa... Continua pure."
"Va bene... ancora un paio di foto, poi basta. Addenta la fetta di pane... Bene, e adesso prendi il bicchiere del succo d'arancia e bevi. Okay, finito, per ora."
"Meno male, altrimenti la tua roba si raffredda", sorrise Richard.
Nives si sedette e prese la tazza del caffè. "Sei gentile a preoccuparti."
"Non sarei un buon anfitrione, altrimenti."
"Allora sei così cortese con tutti i tuoi ospiti, immagino?"
"Mi piace viziarli", ammise Richard con uno dei suoi bei sorrisi.
Lo so, pensò Nives, considerando però ben altro che il cibo: Richard era un amante perfetto, sempre attento ai suoi desideri e bisogni e sempre pronto a soddisfare ogni sua richiesta o fantasia. Come questa del servizio fotografico... Represse un sorrisetto: avrebbe fatto in maniera da ricompensarlo...
"Dimmi, da quanto fai questo lavoro?" le domandò l'attore, continuando la recita.
"Professionalmente, da vent'anni, ma per passione, fotografo da quando avevo quattordici anni e mio padre mi ha regalato la mia prima reflex..."
"Vent'anni che da professionista? Allora devi aver cominciato poco dopo quella prima reflex!"
Lei rise, compiaciuta dall'implicito complimento. "Sembro più giovane di quello che sono. Anche tu, comunque..."
Chiacchierarono piacevolmente, divertendosi a fingere di non conoscersi; quando terminarono la colazione, Nives aiutò Richard a sparecchiare ignorando le sue proteste, poi tornarono in salotto.
"E ora?" fece lui.
"Accendi la tv, ti fotografo mentre ti rilassi sul divano... Cosa ti piace guardare, in tv?"
"Sport, come le partite di calcio della mia squadra del cuore, il Leicester City – a proposito, abbiamo vinto il campionato, quest'anno – oppure qualche bel film, o un documentario del National Geographic..." parlando, si era seduto sul divano, mettendosi comodo: scalzo, braccio steso sullo schienale, caviglia posata sul ginocchio dell'altra gamba. "E a te cosa piace?" si informò.
Nives scattava, spostandosi per cambiare angolatura. "Prevalentemente telefilm polizieschi", rispose. "Film d'azione, d'avventura, fantascienza, fantasy... qualche documentario, la Moto GP..."
"Appassionata di moto?"
"Ne ho anche avuta una", sorrise lei, ricordando di avergli raccontato la cosa al loro primo appuntamento, mentre si recavano a Windsor.
"Io l'unica che ho guidato è stata quella usata nel pilot della serie L'ispettore Gently. Facevamo le riprese andando a velocità molto ridotta, talmente tanto che a un certo punto ho rischiato di cadere!" l'attore sogghignò.
"Ah, capisco perfettamente, io una volta sono caduta perché stavo prendendo un tornante troppo lentamente!" rise Nives. Era accaduto veramente, e il guidatore di un'auto che stava sopraggiungendo dalla direzione opposta si era fermato ed era sceso, spaventato, per darle soccorso, un soccorso di cui fortunatamente non aveva avuto bisogno. Non quella volta, almeno...
Chiacchierarono ancora di moto e di aneddoti legati all'argomento, nell'esperienza di entrambi, scoprendo cose che finora non avevano saputo l'uno dell'altra nella realtà.
"Ora facciamone qualcuna di finta", propose Nives dopo un po'. "Nel senso, hai già fatto colazione, ma sarebbe carino scattare qualche foto mentre ti alzi dal letto. Sempre che tu sia disposto a condividere quel momento, s'intende", si affrettò ad aggiungere. "Se lo ritieni troppo privato, lasciamo stare."
Nella realtà, Richard non avrebbe mai acconsentito; ma si trattava di finzione, per cui accettò senz'altro. Già prevedeva di farla impazzire spogliandosi della maglietta...
Si recarono in camera; il letto era stato sistemato, prima che iniziassero il gioco di ruolo, per cui Richard scostò le coltri e stropicciò il cuscino del suo lato per simulare che si fosse appena svegliato. "Solitamente dormo quasi nudo", la provocò, togliendosi la t-shirt.
"Ah... meglio se non lo diciamo esplicitamente, nel servizio", disse Nives, deglutendo vistosamente. "Altrimenti le tue fan rischiano un collasso!" aggiunse spiritosamente, cercando di nascondere il proprio turbamento alla vista del suo torace scolpito. Stavano recitando, ma a lei la visione del suo fisico statuario faceva sempre venir caldo...
Richard considerò se sbarazzarsi anche dei pantaloni della tuta, ma decise di no, perché sarebbe stato poco verosimile, giacché lei aveva parlato di evitare di far sapere in giro che dormiva praticamente senza niente addosso. Pertanto, s'infilò tra le coperte e la guardò, in attesa di istruzioni.
Nives lo inquadrò, poi abbassò la fotocamera. "Sei troppo pettinato", osservò. "Dovresti essere più in disordine, appena sveglio..."
"Giusto", annuì lui, spettinandosi con le mani. "Va bene così?"
Nives sorrise: era alquanto buffo, con la capigliatura scompigliata; il pensiero che soltanto lei poteva vederlo così – non era scarmigliato neppure quando girava scene in cui si alzava dal letto – la emozionò profondamente. "Sei perfetto", dichiarò con enfasi.
Lo fece sdraiare e girarsi verso il comodino, come se stesse guardando la sveglia; poi lo fece alzare a sedere, stiracchiandosi.
"Che ne dici ora di farti la barba?" suggerì Nives dopo un po'. "Molte donne considerano sexy un uomo che si rade", soggiunse con intenzione.
Richard arricciò le labbra nel suo caratteristico sorrisetto, metà divertito, metà sardonico, sapendo perfettamente a cosa lei alludeva. "Tu dici...?" finse di cadere dalle nuvole, mentre si alzava dal letto. "Puoi scegliere tra rasoio elettrico, tradizionale e a mano libera..."
Fu la volta di Nives di fare un sorrisetto. "A mano libera", decise.
Dopo una serie di foto scattate mentre si radeva – tra cui una di spettacolare riflessa nello specchio, ancora a torso nudo – l'attore si rivestì e tornarono in sala.
"Ora qualche foto mentre stai al pc e al tablet a twittare", disse Nives. Gli scattò diverse foto, nuovamente in salotto col tablet in mano, e successivamente nel piccolo studio mentre stava seduto davanti al pc; poi gli chiese di fingere di telefonare e nuovamente fece svariate foto.
Oramai era quasi mezzogiorno.
"Sarà meglio che io mi metta in cucina", osservò Richard, "se vogliamo mangiar qualcosa per pranzo... Che ne dici di un hamburger con dell'insalata?"
"Ottimo, ma per me solo insalata per favore... solitamente quando faccio un full breakfast, mangio pochissimo a pranzo. Intanto ti scatto foto mentre stai ai fornelli, dato che stamattina non ne ho fatte. Ti piace cucinare?"
"Sì, abbastanza; ma preferisco mangiare", sogghignò l'attore, dirigendosi in cucina.
"E bere un buon pinot nero", suggerì lei mentre lo seguiva.
"Vedo che sei informata sui miei gusti", fece lui, guardandola con un sopracciglio inarcato.
"Fermo così!" esclamò lei, impugnando la fotocamera e scattando. "Saresti un signor Spock perfetto", disse poi, ridendo.
"Fan di Star Trek?"
"Sì, fin da ragazzina... e tu?"
"Abbastanza, anche se sono cresciuto con Dr. Who", le svelò Richard. "Comunque, per tornare al pinot nero, qual è il tuo, di vino preferito?"
Ovviamente lui in realtà lo sapeva benissimo, essendo che ne avevano parlato l'estate precedente da Raffaella e Jerry; parlarono poi di vari vini e Nives sfoderò ancora una volta la sua conoscenza in materia.
Dopo aver scattato diverse foto mentre Richard preparava le verdure per l'insalata, Nives considerò che era tutta la mattina che non lo baciava né abbracciava e si accorse che non poteva reggere ancora molto.
"Metto il gioco in pausa", disse quindi; Richard girò il viso per guardarla, senza capire. "Non resisto un attimo di più senza baciarti!" spiegò Nives, avvicinandosi.
Lui mollò di colpo i pomodori che stava lavando, si voltò e la strinse in un abbraccio, tenendo però le mani bagnate lontane da lei.
"Neanche io...!" mormorò, prima di chinarsi e prenderle la bocca in un bacio avido.
Nives gli si strinse addosso, passando le braccia dietro la sua schiena, e contraccambiò con ardore. Al primo bacio ne seguì un secondo, ancora più rovente, e poi un terzo, in un crescendo di passione esplosiva.
"Ti seccherebbe molto se ritardassimo un po' il pranzo?" domandò Richard con voce rauca, passando a baciarla dietro un orecchio, dove sapeva c'era un punto particolarmente sensibile.
Nives sentì le sue profondità torcersi e ribollire di desiderio: cielo, che effetto devastante le faceva quest'uomo...
"Per... per niente", rispose, leggermente senza fiato.
Allora Richard l'afferrò per i fianchi, la sollevò seduta sul bancone di marmo e le infilò le mani ormai asciutte sotto la maglietta.
Lei alzò le braccia per farsi sfilare l'indumento, che finì per terra, poi gli tirò la t-shirt fuori dai pantaloni della tuta e cominciò a sollevarla. L'attore si mosse per aiutarla a toglierla di mezzo e la sua maglietta raggiunse quella di lei sul pavimento, poi si abbracciarono nuovamente. Nives gli accarezzò la schiena muscolosa, le spalle ampie, per poi tornare a scendere fino al sedere; strinse fermamente i suoi glutei sodi, spingendolo contro di sé.
Lui gemette, strofinando la propria erezione contro il caldo centro del corpo di lei. "Nives... cosa mi fai, Nives..." gracchiò. La sua voglia di lei – non certamente soltanto fisica – invece di diminuire col tempo, continuava ad aumentare.
"Quello... che tu fai a me..." ansimò Nives, godendo di quel contatto, mentre sentiva il calore dentro di lei aumentare a dismisura.
Richard le accarezzò la schiena, lentamente – sapeva quanto le piaceva – fino a raggiungere il gancio del reggiseno; lo slacciò, poi si scostò per toglierlo, ed anch'esso finì sul pavimento. Strinse delicatamente i seni tra le mani, poi si chinò e ne prese una punta tra le labbra, suggendo e mordicchiando il capezzolo, che sentì indurirsi contro la lingua, mentre sfiorava l'altro con i polpastrelli; la udì sospirare mentre le sue dita gli s'infilavano tra i capelli e gli cingevano la testa.
Nives sentiva scosse di piacere irradiarsi dalle punte dei seni fino alle sue frementi profondità femminili; il suo respiro si fece più irregolare. Si scostò, respingendo leggermente Richard, e passò le mani sui suoi pettorali ben definiti; con dita leggere, tracciò cerchi attorno ai suoi capezzoli, ma senza toccarli, e lo udì emettere un basso lamento frustrato. Represse un sorrisetto e, ignorandolo, scese ad accarezzargli l'addome, che sentì fremere sotto i palmi; vagando ancora più in basso, fermò una mano sul cinturino dei pantaloni, ma con l'altra proseguì, tracciando il suo gonfiore con la punta dell'indice, lentamente, dall'alto in basso e ritorno.
Richard gemette. "Nives...!"
Stavolta lei non ce la fece a trattenersi e sorrise con aria di trionfo.
Lui la vide e la fissò con occhi pieni di promesse. "Ah, lo fai apposta, eh? Monella... poi la paghi..."
"Non vedo l'ora che mi presenti il conto..." ribatté Nives, arditamente. Con una mossa rapida, infilò una mano nei suoi pantaloni e la posò a coppa sulla sua erezione, strofinandola sapientemente; Richard emise un lungo gemito.
Sempre più imbaldanzita, Nives chinò la testa e gli depose una serie di baci sul collo, sulla gola, sul petto, poi si spostò di lato per mordicchiare un capezzolo, sempre continuando a toccarlo intimamente.
Lui ansimava, senza fiato, e si mosse contro la sua mano, cercando di aumentare la frizione; frattanto le accarezzava i fianchi e la parte esterna delle cosce che lo stringevano. Ormai così duro da provar quasi dolore, d'un tratto si sottrasse alla mano e alla bocca di Nives; la guardò, ed i suoi occhi fiammeggianti di passione fecero divampare ancor di più l'incendio dentro di lei.
Rapidamente, l'attore le sbottonò i jeans ed aprì la cerniera, cominciando ad abbassare l'indumento attorno alla sua vita; Nives si mosse sul bancone, agevolando l'operazione. Nello spogliarla dei jeans, Richard agganciò anche le mutandine, così tolse tutto in una volta, lasciandola completamente nuda; la sua femminilità esposta, luccicante di desiderio, lo attrasse irresistibilmente, così pose un ginocchio a terra e, afferrandola per i fianchi, posò le labbra su di essa, stuzzicandone le calde, morbide pieghe con la lingua.
Sentirlo lambire la sua parte più intima quasi mandò in deliquio Nives. "Oh, Richard..." gemette. "Ti... ti voglio..."
"Anch'io voglio te..." borbogliò lui, gustandola ancora una volta in profondità: cielo, non ne aveva mai abbastanza, del suo nettare...
Indugiò ancora qualche istante, poi si rialzò in piedi e si abbassò in fretta i pantaloni e i boxer, che caddero attorno alle sue caviglie. Infine l'afferrò per i fianchi e si posizionò, ma non entrò subito, decidendo di tormentarla ancora un poco; strusciò la punta della propria virilità contro la sua apertura, stimolando la collinetta del suo piacere, e Nives emise un alto lamento.
"Per favore... adesso!" lo pregò, muovendo le anche con impazienza per accostarsi di più a lui, smaniosa di sentirlo dentro di sé.
"Ai tuoi ordini, mia regina", mormorò Richard, spingendo in avanti il bacino in un lento affondo.
Lei sospirò di sollievo e di piacere; abbassando le mani sulle sue natiche sode, portò i piedi dietro le sue cosce e gli andò incontro completando così la loro unione.
"Sei fantastica, Nives..." rantolò Richard, accarezzandole una gamba fino alla caviglia; si mosse dentro di lei, avanti e indietro, cercando il suo punto speciale, e ben presto lei lanciò un'esclamazione senza fiato, gettando indietro la testa. Lui capì d'averlo trovato ed allora cominciò a colpire quel punto con lente spinte, deciso a non consumare il loro amplesso in un fuoco di paglia, ma a farlo durare.
"Richard..." sospirò Nives, stringendo i propri muscoli interni attorno a lui; udendo il suo gemito, ripeté il movimento e Richard l'abbracciò più forte, aumentando leggermente il ritmo delle sue spinte. Ora fu lei a gemere, mentre scosse di piacere percorrevano il suo canale femminile.
Richard cominciò a ruotare il bacino, senza interrompere le spinte; Nives sussultò ed un'esclamazione deliziata le sfuggì dalla gola. Incoraggiato, l'attore continuò per qualche altro istante, poi si fermò. Lei emise un verso di protesta. "Ssshhh..." le alitò lui all'orecchio. "Pazienta... poi sarà ancora più bello, promesso..."
Nives rammentò che aveva fatto la stessa cosa a Parigi e sentì le sue profondità fremere. "Non so se riesco a resistere..." esalò.
Lui le baciò teneramente il collo, risalendo fin sotto l'orecchio, poi da lì di spostò lungo la curva della sua mascella fino a raggiungerle le labbra, che mordicchiò gentilmente prima di prenderle in un bacio sensuale ma dolce.
Poco a poco, la sentì rilassarsi tra le sue braccia, ed allora riprese a muoversi, molto lentamente, cominciando dapprima soltanto con le spinte, e poi aggiungendo la rotazione.
"Oooohhhh...!" gemette Nives, sentendo la sua carne avanzare ed arretrare dentro e contro di sé, strusciando contro i due punti più sensibili del proprio corpo. Tornò a tendersi mentre il piacere cresceva a velocità molto maggiore di prima, amplificato dall'attesa; cominciò ad emettere un basso lamento continuo, che aumentò rapidamente d'intensità al crescere del piacere, finché non raggiunse la vetta ed eruppe in un grido di ineffabile godimento.
Richard la sentì contrarsi attorno a sé e perse il controllo, dando a sua volta voce al proprio piacere, tanto maggiore perché provocato da quello di lei. Continuò a muoversi, conducendo Nives e se stesso attraverso il climax del loro amplesso, riducendo lentamente il ritmo a mano a mano che gli spasmi che li scuotevano si calmavano. Infine si fermò, le braccia avvolte attorno a Nives, che a sua volta lo stringeva.
"È stato... stupendo", ansimò la donna, con voce debole, ancora scossa dall'intensità del piacere che l'aveva travolta, non soltanto fisicamente, ma anche spiritualmente.
Richard si ritrasse leggermente per poterla guardare negli occhi; la sua espressione estatica lo fece sentire fiero di se stesso. "Davvero", confermò a bassa voce; posò la fronte contro quella di lei. "Con te, ogni volta è più bella della precedente..."
"Anche per me..." mormorò Nives, prima di baciarlo perdutamente. "Non l'avevo mai fatto sul bancone della cucina", ammise poi, ridacchiando.
"Neanch'io", affermò Richard, ricambiandola con uno dei suoi tipici piccoli sorrisi. "Confesso che era una mia fantasia..."
Nives inarcò le sopracciglia. "Sul serio?" al suo cenno d'assenso proseguì. "Sono ben lieta di averti aiutato a realizzare la tua fantasia", dichiarò, baciandolo di nuovo.
Si tennero stretti ancora per diverso tempo, senza nessuna voglia di separarsi; ma infine un brontolio dello stomaco di Richard li convinse che era ora di metter qualcosa sotto i denti.
Recuperarono gli abiti ammonticchiati sul pavimento; mentre Nives andava in bagno a sistemarsi, Richard si rivestì rapidamente, poi accese la bistecchiera elettrica perché si scaldasse per bene prima di cucinarvi l'hamburger che aveva estratto dal congelatore. Infine, tornò a curare la verdura, la testa che ancora gli girava leggermente.
Nives tornò in cucina e lo trovò al lavello; andò ad abbracciarlo da dietro e, alzandosi sulla punta dei piedi, gli baciò la nuca.
"Sei un amante fantastico", gli disse senza mezze misure.
Lui la guardò, un lampo negli occhi azzurri. "Anche tu sei un'amante fantastica", dichiarò. "Mi piace quando sei sfacciata."
Lei sentì le guance che si arroventavano, il suo fondo di timidezza che tornava ad affacciarsi. "Tutta colpa tua... mi fai perdere ogni senso del pudore!" lo accusò, fingendo di indignarsi.
Consapevole che lo intendeva scherzosamente, Richard rise. "La cosa è reciproca, mia bellissima tentatrice", confessò, prima di tornare a occuparsi della verdura.
Nives sorrise, sentendosi molto lusingata da quell'ammissione.
Giovedì 4 agosto 2016
Quando avevano concordato di trovarsi a New York, Nives aveva espresso il desiderio di andare a vedere il Met – il nomignolo con cui veniva chiamato il Metropolitan Museum of Art – e quindi Richard si era affrettato a prenotare una visita personalizzata con guida come aveva fatto per il Louvre. C'erano alcune cose che Nives ci teneva in modo particolare a vedere: la ricostruzione di una stanza di villa romana, il Carro Monteleone, di origine etrusca, il celebre dipinto di Botticelli L'Annunciazione, e il tempio di Dendur, dedicato a Iside, smontato per far posto alla diga di Assuan e fedelmente ricostruito in una gigantesca sala dedicata.
Essendo Richard una celebrità, il museo avrebbe fornito, assieme alla guida, anche una guardia del corpo nella persona di un addetto alla sicurezza.
Incontrarono entrambi all'ingresso, dove li stavano aspettando. Sapendo già quali fossero le richieste dei due visitatori che le erano stati affidati, la guida – una giovane laureanda in storia dell'arte alla Columbia University – propose di recarsi per prima cosa all'ala Sackler, dove si trovava il tempio egizio. Per farlo, attraversarono l'intera sezione dedicata all'antico Egitto, dov'erano esposte sculture, sarcofaghi e mummie. In particolare, Nives si soffermò sulle statue di Hatshepsut, la più famosa delle pochissime donne faraone, la cui figura storica l'affascinava; Theresa, la guida, fu molto lieta di fornire notizie e curiosità riguardanti questa sovrana, tanto intelligente quanto bella, che fece prosperare l'Egitto regnando per oltre vent'anni.
Il tempio egizio ricostruito era collocato su una piattaforma circondata da un bacino d'acqua, in una spettacolare scenografia che imitava un'isola al centro di un lago, che sia Nives sia Richard ammirarono molto.
Sempre scortati da Theresa e da Grant, la guardia del corpo, proseguirono poi attraverso l'Ala Americana e la grande sezione dedicata alle arti figurative europee, verso la sala che ospitava la famosa Collezione Robert Lehman, dov'era custodita L'Annunciazione del Botticelli. Le piccole dimensioni del quadro delusero un po' Nives, ma gli splendidi colori e la squisita fattura compensavano ampiamente la minutezza del dipinto; fu felicemente sorpresa di trovare un'altra opera dello stesso pittore rinascimentale, una bellissima Natività.
Il Carro Monteleone, in legno di noce e bronzo dorato, era spettacolare proprio come Nives l'aveva immaginato ed impressionò molto anche Richard.
Alcuni visitatori riconobbero l'attore inglese che, con la sua statura e prestanza fisica, non sarebbe passato inosservato neppure se non fosse stato famoso. Qualcuno lanciò sorrisi e fece cenni di saluto, che Richard cortesemente ricambiò, e sicuramente molti scattarono foto di nascosto, ma nessuno lo disturbò con richieste d'autografo e foto in posa: la presenza della guardia del corpo, silenziosa e discreta ma dalla stazza notevole e l'espressione severa, tenne a distanza anche i più intraprendenti, così poterono godersi in pace la visita al prestigioso museo newyorchese.
Venerdì 5 agosto 2016
Il giorno dopo, Richard suggerì una visita a Central Park ed offrì a Nives un romantico giro in carrozza, mentre la sera la invitò nuovamente fuori a cena, stavolta al 230 Fifth, il più famoso tra i ristoranti di Manhattan dotati di terrazzo panoramico, da cui si godeva una vista spettacolare del cuore della City.
"Domani Jerry e Raffi arriveranno a Miami", Nives ricordò a Richard, mentre mangiavano una gustosa Ceasar's Salad con pollo alla griglia accompagnato da un ottimo chardonnay californiano. "Sono molto contenti di tornare nel luogo dove hanno trascorso la loro luna di miele."
Lei e Raffaella si erano scambiate diversi messaggi, in quei giorni. Per lasciare agli amici un po' di privacy, nonché tempo per riprendersi dal jet lag, Richard e Nives avrebbero preso l'aereo per la Florida solamente il lunedì.
"Raffi mi ha detto che probabilmente, se non fosse stato per noi, non sarebbero più tornati a Fort Lauderdale", proseguì Nives, sorseggiando il vino. "Anche se sarebbe loro piaciuto, ma sai, quei progetti che hai in mente ma non concretizzi mai..."
"Sì, capisco", annuì Richard. "Sono contento che siamo la causa della realizzazione del loro progetto. Mi chiedo se ne approfitteranno per fare una bella maratona anche loro?" aggiunse con un sogghigno. "Come quelle che facciamo noi due..."
"Conoscendoli, penso che sia probabile", Nives fece un sogghigno speculare a quello di Richard. "Mi piace far di queste maratone", aggiunse a bassa voce, toccandogli una coscia sotto il tavolo.
Lui le sorrise, più con gli occhi che con le labbra. "Me ne sono accorto", rispose. Il suo tono e la voce leggermente rauca fecero scorrere un caldo brivido lungo la schiena di Nives.
Terminarono la cena con una deliziosa coppa di gelato alla vaniglia e cioccolato, poi rientrarono a casa progettando un dessert ancora più delizioso.
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