Capitolo III: Domenica 31 luglio 2016 giorno

Nives si svegliò che era ancora buio; il suo orario era ancora sballato, ma la piacevole attività notturna con Richard aveva favorito il sonno e così aveva dormito più del normale, il che andava a tutto vantaggio del recupero del jet lag.

Si mosse con attenzione, non volendo svegliare Richard a quell'ora antelucana, e scivolò fuori dal letto. Cercò alla cieca la vestaglia, gettata via con noncuranza ore prima, ma non la trovò, così rinunciò e si diresse tentoni verso il bagno. Dopo una rapida rinfrescata, indossò l'accappatoio di Richard – che ovviamente le stava larghissimo e lunghissimo, ma non voleva girare nuda per l'appartamento – e si recò in cucina, in cerca di qualcosa da sgranocchiare perché stava morendo di fame. In un armadietto trovò una barretta di cereali al cioccolato della Kellogg's e la mangiò, poi decise che era meglio tornare a letto, memore che Richard non voleva svegliarsi senza di lei, quando erano insieme. Rammentò come lui l'avesse punita a dicembre per non aver rispettato questo suo desiderio e sentì scorrere un brivido caldo lungo la schiena: per la Dea, possibile che non fosse mai sazia di quest'uomo...? Dopotutto, si erano donati piacere reciprocamente solo poche ore prima – ma non era la stessa cosa che fare l'amore, sentirlo muoversi sopra di sé, dentro di sé, nell'unione della carne che è il riflesso dell'unione delle anime.

Passando per il salotto, notò un grande mazzo di calle e rose rosse in un vaso posato sul tavolino. La sera prima non c'era, quindi doveva averlo portato Richard quand'era tornato a casa. Il cuore le si gonfiò d'amore: che pensiero dolce aveva avuto...

Tornò silenziosamente in camera e, dopo essersi liberata dell'accappatoio, scivolò sotto il lenzuolo, avvicinandosi a Richard e disponendosi ad attendere il suo risveglio, paga della sua vicinanza, che percepiva attraverso il calore del suo corpo e il lieve suono del suo respiro regolare; dopo qualche tempo, si appisolò.

OOO

Richard si svegliò con la piacevole sensazione di un morbido corpo femminile premuto contro il fianco; gli occhi ancora chiusi, sorrise lievemente alla consapevolezza che Nives era sdraiata accanto a lui. Rammentando il soddisfacente interludio notturno, sentì un fremito percorrere la sua virilità; aprì le palpebre e girò il viso a guardare la sua donna nel chiarore proveniente dalla finestra, le cui cortine accostate lasciavano filtrare un po' della luce diurna.

I suoi lievi movimenti svegliarono Nives, che stava soltanto pisolando.

"Buongiorno, bellissima regina del mio cuore", le mormorò Richard in italiano, accarezzandole un fianco e scoprendo con piacere che era ancora nuda.

"Buongiorno a te, bellissimo re del mio cuore..."

L'attore vide l'emozione nel suo sorriso: sapeva che lei adorava essere chiamata con romantici soprannomi ed era per questo che lui lo faceva spesso e volentieri. Comunque anche a lui faceva piacere essere chiamato con nomi romantici da lei, ammise tra sé. L'attirò più vicina e le sfiorò la bocca con un bacio. "Hai dormito bene?" le chiese poi.

"Benissimo, sì", rispose Nives, sollevandosi su di lui; chinò la testa e posò le labbra sulle sue, accarezzandone la giunzione con la punta della lingua.

Richard non si fece certo ripetere l'invito e le schiuse, consentendole accesso; esplorarono dolcemente i recessi delle rispettive bocche per svariati minuti, scambiandosi baci su baci, dapprima teneri, poi via via sempre più avidi e sensuali. Le mani di Richard cominciarono a percorrere il corpo di Nives, lentamente, partendo dalla schiena verso il basso, sulle eccitanti curve dei glutei, la parte alta delle cosce, poi di lato seguendo i fianchi, risalendo sino al punto vita e poi di nuovo sulla schiena fin sulle spalle.

Neppure Nives tenne ferme le mani, facendole vagare sul solido corpo di Richard, iniziando dalle ampie spalle, scendendo sul torace dove sfiorò i capezzoli con le punte delle dita, giù sull'addome scolpito, seguendo il sentiero di peluria verso il basso fino ad avvolgere tra le dita il simbolo della sua mascolinità; era ancora rilassato, ma lo sentì irrigidirsi e crescere rapidamente. Richard sospirò di piacere nella sua bocca e lei si sentì importante come non mai, perché era la sola per cui lui desiderasse reagire così. Le aveva raccontato che, come uomo, a volte gli era capitato di reagire automaticamente alle proprie colleghe con cui doveva girare scene audaci, soprattutto ai suoi esordi, ma oramai succedeva molto raramente, e adesso che stava con lei era diventato praticamente impossibile; ma se anche fosse successo, Nives sapeva che era una risposta incontrollabile, automatica, e che non esprimeva alcun tipo di reale desiderio, al contrario che con lei. Sentirlo eccitarsi per lei sotto le proprie dita la accese, irrorando la sua femminilità della linfa del desiderio.

"Ti amo", gli sussurrò sulle labbra, prima di chinarsi a baciargli il collo, "e ti voglio..."

"Ti amo anch'io", gemette Richard, godendo del suo tocco su di sé, sia delle dita che delle labbra, "e ti voglio..."

"Lo sento", bisbigliò Nives, senza riuscire a trattenere un risolino compiaciuto; lo accarezzò più fermamente, strappandogli un altro gemito.

"Voglio sentire anch'io il tuo desiderio per me", esclamò lui, afferrandola per le spalle e guidandola a giacere di schiena; la luce era aumentata col crescere del giorno e, ai loro occhi abituati al buio, era sufficiente per vedersi. Guardandola negli occhi, Richard scostò il lenzuolo – che oramai faceva loro troppo caldo – e mosse le mani sul suo seno, sfiorando coi pollici i capezzoli svettanti, per poi prenderne in bocca uno, suggendolo ed accarezzandolo con la lingua mentre faceva scendere una mano sul suo ventre palpitante.

Nives schiuse le gambe, bramosa di sentire il suo tocco nel luogo più segreto del proprio corpo, e quando le sue dita lo raggiunsero e massaggiarono sapientemente la sua collinetta gonfia di desiderio, gettò un'esclamazione di piacere

Essa suonò come musica negli orecchi di Richard. Adorava sentirla gemere d'amore per lui, lo eccitava terribilmente, almeno quanto le sue carezze e i suoi baci. Scese di più con le dita, percorrendo il suo solco femminile e trovandolo caldo e madido; lo schiuse dolcemente, inserendovi una falange e muovendola nel modo che sapeva le piaceva di più, ed infatti udì altri gemiti cadere dalle sue labbra. La stimolò sapientemente, sentendola intridersi sempre di più, mentre lanciava lamenti via via più sonori.

"Richard...!" la udì boccheggiare in tono implorante; allora si adagiò su di lei ed entrò dentro di lei lentamente, ma Nives era troppo smaniosa di sentirlo completamente suo e sollevò il bacino per affrettare la loro unione, emettendo un sospiro soddisfatto e strappandone uno anche a lui.

"Impaziente, eh...?" cercò di scherzare, lusingato dal suo desiderio per lui.

"E ti stupisce, dopo tre mesi che sono in astinenza di te...?" ribatté lei, rauca, stringendo i suoi muscoli interni attorno a lui facendolo gemere.

"No... certo che no... per me è lo stesso!" ansimò Richard. Le prese i posi e glieli sollevò ai lati della testa, poi si mosse dentro di lei, con precauzione per consentirle di adattarsi alle proprie dimensioni; fu la volta di Nives di sospirare di piacere.

Si amarono con trasporto, appassionatamente, guardandosi negli occhi e scambiandosi baci profondi e ardenti, esprimendosi reciprocamente il loro amore, altrettanto profondo e ardente.

Il piacere crebbe velocemente e nessuno dei due tentò di arginarlo, troppo vogliosi di dare e ricevere gioia dopo tante settimane trascorse a digiuno l'uno dell'altra. Raggiunsero il picco contemporaneamente, lanciando alti gemiti amorosi mentre godevano l'uno dell'altra; poi giacquero ansanti, abbracciandosi stretti, riluttanti a lasciarsi, attendendo che la tempesta fisica ed emotiva si acquietasse.

"Cielo, quanto ti amo..." mormorò Richard all'orecchio di Nives, prima di ricoprirle il volto di baci.

"Quanto io amo te", alitò lei, emozionata come ogni volta che glielo diceva.

Rimasero a coccolarsi a lungo, prima di decidersi ad alzarsi per andare a fare colazione. Nives ritrovò la vestaglia e l'indossò, mentre Richard si riprese il proprio accappatoio; non si disturbarono a vestirsi del tutto, prevedendo di passare la giornata a fare l'amore come ogni volta che si ritrovavano dopo mesi di separazione.

"Full breakfast?" le domandò Richard, aprendo il frigo.

"Certo!" accettò Nives con entusiasmo, poiché adorava quel tipo di colazione; e poi, avevano bisogno di ripristinare le calorie spese e accumulare un po' di riserva per le prossime ore...

Mentre l'attore grigliava il bacon e friggeva le uova – in tegami antiaderenti così da evitare l'uso di grassi, come piaceva a Nives e come aveva cominciato ad apprezzare anche lui l'estate scorsa a casa di Raffaella e Jerry – lei si occupò di preparare la tavola, seguendo le indicazioni del padrone di casa per trovare piatti, tazze e posate. Poi preparò il caffè con l'apposita macchina, mentre Richard tostava alcune fette di pan carré. Infine portarono in tavola succo d'arancia, latte, marmellata e formaggio spalmabile Philadelphia. Notando la sorpresa di Nives, Richard suggerì con un sorriso. "Provalo sul pane al posto del burro."

Lei fece come le aveva detto. "Mmmhh, assolutamente delizioso", commentò, poi le venne da ridere. "E pensare che, la prima volta che sono tornata da un viaggio all'estero con la notizia che la marmellata sul formaggio è squisita, hanno tutti fatto una faccia schifata e mi hanno dato della pazza. Ricordo che era la metà degli Anni Novanta. Poi la cosa si è diffusa nei ristoranti e allora tutti a dire ah che buono, e io mi sono vendicata rammentando loro sarcasticamente come mi avevano presa in giro quando io glielo avevo detto anni prima", concluse ridacchiando.

"Non sei una che la fa passar liscia a chi ti fa un torto, vero?" commentò Richard, divertito.

"No, infatti", ammise lei. "Non vado in cerca della rivincita, ma se mi si presenta l'occasione, la colgo al volo. Come quando, pochi anni dopo la separazione, ho ballato la danza del ventre davanti a una platea di settecento persone tra cui c'era anche il mio ex", gli raccontò, sogghignando. "Non sai che soddisfazione sbattere in faccia, a lui e alla sua nuova compagna, la mia trasformazione da timida cicciottella a spavalda in bella forma fisica..."

"Penso di sapere come tu ti sia sentita", commentò Richard. "Come me dopo il successo di Nord e Sud, quando a una cena tra ex compagni di classe ho ritrovato la tipa con cui avevo perso la verginità che, dopo, mi aveva preso in giro perché ero stato impacciato."

"Che stronza!" esclamò vivacemente Nives. "Perché lei alla sua prima volta era stata disinvolta, scommetto...! Imbecille... Ma tu, come hai reagito?"

"Ho fatto finta di non ricordarmi di lei", rispose Richard con un sorrisetto beffardo.

Nives sbottò in una risatina feroce. "Ben le è stato, così si è sentita umiliata tanto quanto ti eri sentito tu", si strinse nelle spalle. "In italiano diciamo chi di spada ferisce, di spada perisce", concluse.

Richard annuì, comprendendo il senso del proverbio. "In inglese è simile: chi vive per la spada, muore per la spada", le rivelò. La pensava come lei: anche lui non andava a cercar vendetta, ma se gli veniva servita su un piatto d'argento, non si tirava indietro. Esser buoni va bene, ma non esserlo troppo...

"Comunque", ridacchiò Nives, gli occhi brillanti di malizia, "se mi capita a tiro, le farò sapere quanto tu sia diventato bravo, a letto..."

Lui sbottò a ridere: Nives poteva davvero essere una ragazzaccia terribile... ma si sentiva molto lusingato che lei pensasse che lui fosse bravo a letto. Di certo, ce la metteva tutta, per esserlo con lei, perché l'amava follemente e darle piacere era la cosa che più dava piacere a lui.

Finita la pantagruelica colazione, sparecchiarono e misero le stoviglie nella lavastoviglie, che Richard usava raramente dato che viveva da solo; poi senza bisogno di consultarsi si avviarono verso la camera da letto. Passando dal salotto, Nives fece una deviazione per andare ad accarezzare delicatamente le rose rosse e le calle. "Grazie per il pensiero", disse al compagno, sorridendogli con amore.

Lui ricambiò il suo sorriso. "Era per farmi perdonare perché ieri non ero a casa ad accoglierti..."

"Non c'era bisogno... ma apprezzo molto il gesto", dichiarò Nives, andando ad abbracciarlo.

Richard l'avvolse tra le braccia, beandosi della sensazione di stringerla contro di sé, ciò che gli mancava di più durante le loro separazioni. Le baciò i capelli, poi la sollevò in braccio e la portò in camera da letto, da cui sarebbero usciti soltanto alla sera per cenare.

Lunedì 1° agosto 2016

"Ho prenotato un tavolo per stasera alle sette", Richard annunciò a Nives il mattino seguente, rammentandole che le aveva detto di volerla portar fuori a cena, una volta che fosse arrivata a New York. "Al ristorante più bello della Grande Mela, Daniel..."

S'interruppe, perché con sua sorpresa Nives si era messa a ridere. "Daniel?? Mi ci vuoi portare solo perché si chiama come il tuo ultimo personaggio, dì la verità!"

A quel punto anche Richard rise divertito. "Non ci avevo pensato... giuro!" le assicurò. "No, è solo un caso, è davvero considerato il miglior ristorante di New York, quest'anno ha addirittura vinto il Tripadvisor Award."

"Allora va bene", rispose lei sorridendo. "Richiedono l'abito lungo?" domandò poi: aveva messo in valigia l'abito bianco a fantasia vegetale verde che aveva indossato al compleanno di Richard l'anno prima, quando erano andati a cena con Jerry e Raffaella. E dove aveva avuto la soddisfazione di far schiattare d'invidia quella sua odiosa ex compagna di classe, rammentò.

"Non sono così formali, ma naturalmente puoi metterlo, se vuoi", rispose lui.

"Ottimo... Mi piace vestirmi per le occasioni", aggiunse, sorridendo tra sé: sapeva quanto a lui piacesse vederla in abiti eleganti... salvo poi sfilarglieli a conclusione della serata. Del resto, piaceva molto anche a lei fare altrettanto con lui...

"Mi aiuti a vestirmi, stasera?" le domandò Richard, ignaro dei suoi pensieri maliziosi.

"Preferisco aiutarti a svestirti", ridacchiò lei.

L'attore sogghignò. "Se per questo, anch'io..." ammise, "ma, seriamente, visto che io sono abbastanza un disastro a scegliere le mie mise, sarei davvero lieto se mi aiutassi."

Fu così che Nives scelse per lui un completo Armani in lino color sabbia, abbinato ad una camicia bianca e alla cravatta azzurra che gli aveva regalato a san Valentino.

"Stai d'incanto", gli disse. "Dovresti vestire sempre italiano... se la moda italiana è considerata la migliore, un motivo c'è", concluse sorridendo.

"Mi sa che hai ragione..."

Uscirono e si recarono con l'auto di Richard nell'Upper East Side, a circa un quarto d'ora da dove abitava; il ristorante era davvero spettacolare e il cibo non fu da meno. Nives scelse il menù di pesce – proveniente dall'Atlantico e fresco di giornata, come le assicurò il cameriere in smoking che li servì – annaffiato con un ottimo champagne francese, quest'ultimo in onore del proprietario e capocuoco che era, per l'appunto, francese e che, saputo della loro presenza, venne personalmente al loro tavolo per salutare il famoso attore e la sua fidanzata. Chiese ed ottenne una foto assieme ad entrambi – Nives continuava a domandarsi perché mai volessero foto anche con lei, senza rendersi conto che il fatto di essere la fidanzata di Richard Armitage rendeva anche lei, di riflesso, una persona famosa – ed offrì loro un dessert a scelta, che naturalmente fu a base di cioccolato.

La loro serata terminò però in maniera ancora più dolce del cioccolato...

Martedì 2 agosto 2016

La donna di servizio di Richard veniva a fare le pulizie di martedì, così pensarono di lasciarle campo libero approfittandone per andare a zonzo per la città. Per prima cosa, Nives chiese a Richard di portarla a visitare Ground Zero, recando un fiore che depose sul bordo di una delle fontane commemorative alle vittime dell'11 settembre. Poi Richard la portò a vedere quello che è certamente il monumento più iconico della Grande Mela, ossia la Statua della Libertà; contrariamente a quanto aveva progettato inizialmente, Nives si accontentò di guardarla dalla riva, perché non le andava di esporre Richard all'attenzione del pubblico in un luogo tanto frequentato.

Dopo di ciò, si recarono a vedere il mitico Empire State Building, dalla cui cima King Kong aveva ruggito la sua rabbia nella fantasia cinematografica. Qui Richard sorprese la fidanzata, mostrandole i due biglietti VIP che aveva acquistato online quando aveva saputo che lei voleva vedere quello che forse è il grattacielo più famoso del mondo, biglietti che consentivano loro di accedere a entrambi i piani panoramici, l'86mo ossia l'ultimo del corpo principale, e il 102mo ossia il più alto.

Quel giorno Nives scattò una marea di fotografie, incluse alcune con Richard sullo sfondo della Statua della Libertà ed altre dalla cima del grattacielo, una in particolare che includeva la spettacolare guglia del Chrysler Building.

"Mi piace come fotografi", le disse Richard quella sera, mentre guardavano le immagini sullo schermo ad altissima definizione del suo enorme televisore da 60 pollici.

"Mi piace fotografare", rispose lei, "e il mio fotografo – quello delle foto della danza del ventre – mi ha detto anni fa che ho un grande senso dell'inquadratura. Sai, quando fantasticavo una storia d'amore tra noi – quando credevo fosse una cosa del tutto impossibile – a volte mi immaginavo di essere una fotografa di grido e di venir chiamata per farti un servizio fotografico, dove ti innamoravi di me..."

"Beh, non mi spiacerebbe affatto che tu fossi la mia fotografa personale", sorrise lui.

Presa da ispirazione, Nives afferrò la fotocamera e gli scattò una foto mentre se ne stava seduto sul divano. "Ecco, potrei fare un fotoreportage intitolato Un giorno a casa con Richard Armitage", disse. "Dal mattino quando ti alzi dal letto tutto spettinato e con la barba lunga, fino alla sera quando vai a dormire... Le tue fan impazzirebbero!"

A Richard balenò la possibilità di farne un gioco di ruolo: dopotutto, era un anno che non ne facevano, l'ultimo risaliva all'estate scorsa nel giardino di Raffaella e Jerry, quando avevano interpretato Nerwen ed Aryon. Dedicandole il suo tipico sorrisetto, prese il cellulare e finse di rispondere a una chiamata. "Ehi, ciao Ruth... GQ vuol fare un servizio fotografico a casa mia? Dal mattino alla sera... la trovo un'idea originale. Chi è il fotografo? Non la conosco... italiana? Capisco... Beh sì, domani sono libero. Okay, dammi il suo numero... Grazie."

Nives ricordò che Ruth era la sua publicist per gli Stati Uniti, cioè la persona addetta a creare pubblicità attorno a lui e alla sua figura professionale; era stata lei a consigliargli caldamente di aprire un account Twitter, ed ora stava premendo che aprisse anche una pagina su Facebook e un account Instagram, ma lui stava ancora tentennando.

Richard finse di comporre un numero sul cellulare, poi guardò Nives con intenzione; lei ci mise qualche istante a capire che voleva che prendesse il suo cellulare e fingesse di rispondere. "Pronto?"

"Buonasera signorina Nardini, sono Richard Armitage... Ruth Bernstein mi ha riferito del servizio per GQ che vorrebbe fare a casa mia."

"Ah... che piacere, signor Armitage... non mi aspettavo che mi chiamasse di persona", disse Nives, entrando rapidamente nella parte. "Non le nascondo di essere un po' emozionata, sa, sono una sua ammiratrice fin dai tempi del primo film de Lo Hobbit."

"Grazie, sono lusingato... Volevo dirle che domani sono libero. A che ora vuol arrivare?"

"Ehm... beh, dovendo documentare un'intera giornata, pensavo di venire abbastanza presto, ma non voglio buttarla giù dal letto", rise piano, simulando un certo nervosismo. "Mi dica lei quando va meglio."

"Beh, se vuole possiamo far colazione insieme, così comincia a scattare subito. Che ne dice delle otto?"

"Per me va benissimo."

"Bene, allora siamo d'accordo. A domani."

"A domani..."

Nives finse di chiudere la comunicazione, poi balzò in piedi e cominciò a saltellare in giro per il salotto. "Oddeidellolimpoedelvalhallaaaaa!!!" cantilenò, dando a vedere di star fangirlando a tutto spiano. "Domani mattina farò colazione con Richard Supersexy Armitage!!!!"

Richard si mise a ridere e lei continuò imperterrita. "Oh santi Valar, ma come mi vesto??" esclamò, mettendosi le mani nei capelli. "Devo star comoda per lavorare, quindi niente minigonna... anche se mi piacerebbe essere un po' sexy per attirare la sua attenzione... Jeans attillati? Sì ma non esagerati, altrimenti mangia la foglia, mica è uno stupido... Top scollato? No, troppo audace, vale come per i jeans attillati... Maglietta spiritosa? Sì, è un uomo pieno d'umorismo... Sandali col tacco? Ma per favore, devo pur sempre lavorare... Un paio di infradito però sono troppo banali... O santo cielo, che cosa mi mettoooo???" si lamentò in maniera così comica che Richard si sbellicò dalle risate. "E tu che ridi??" finse di inalberarsi lei. "Per noi ragazze è fondamentale scegliere l'abbigliamento giusto, che faccia esattamente l'impressione che vogliamo fare..."

"E tu che impressione vuoi fare, su Richard Armitage?" le domandò lui, divertendosi a parlar di sé in terza persona.

"Sono pazza di lui... non solo come attore, ma proprio come persona, e vorrei tanto far colpo su di lui..."

"Ma come puoi dire d'essere pazza di lui, se neanche lo conosci?" obiettò l'attore; si era sempre chiesto questa cosa, con tante fan che si dichiaravano perdutamente innamorate di lui pur non avendolo mai incontrato.

Nives tornò a sedersi sul divano, continuando a fingere che lui fosse un amico col quale stava parlando di Richard Armitage. "È vero, non lo conosco personalmente", ammise, "ma da quello che emerge di lui nelle interviste, sia a lui sia ai suoi colleghi, e su Twitter tramite i suoi messaggi, si capisce che è una persona fantastica, gentile con tutti, con alti principi morali, generoso – sostiene molte associazioni benefiche – corretto, leale. Oltre a questo, è un gran bell'uomo e quindi, mettendo insieme tutto, penso che sarebbe difficile che mi deludesse. Solo, mi domando come una ragazza qualsiasi come me possa sperare di far colpo su un uomo così... un attore famoso idolatrato di centinaia di migliaia di donne – e anche da molti uomini – su tutto il pianeta..."

Richard faticò a rispondere, mentre ponderava la descrizione che Nives aveva dato di lui e che evidentemente rifletteva quello che pensava non soltanto lei, ma tutta l'Armitage Army. Stentava a credere di essere considerato in maniera tanto positiva. "Non metterlo su un piedestallo", la avvertì. "Non sai com'è, in realtà... magari è antipatico, scontroso, musone, ossessionato dal suo lavoro, maniaco della precisione... o magari... un pervertito sessuale!" concluse con una risatina volutamente inquietante.

Nives riuscì a stento a trattenersi dallo scoppiare a ridere. "Non credo... ormai lo seguo da anni e sarei venuta a sapere qualcosa in merito, non è possibile che tutti, ma proprio tutti parlino soltanto bene di lui, se non lo meritasse", affermò, cercando di reprimere il divertimento nel suo tono. Se la stava proprio spassando, a parlar di Richard Armitage con Richard Armitage.

Anche l'attore rise, poi si alzò. "Che ne dici se preparo la cena?" domandò, interrompendo il gioco di ruolo.

"Dico di sì", sorrise lei, alzandosi a sua volta. "Cos'hai in mente?"

"Pensavo a una semplice bistecca e insalata."

"Andata!"

Ma la pietanza migliore li aspettava come sempre dopocena, e non in cucina...

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