Capitolo XVI: Sabato 22 agosto 2015 notte

Capitolo XVI: Sabato 22 agosto 2015 notte

Una volta che furono entrati in casa, le donne si diressero senza esitazione in salotto e gli uomini le seguirono, un po' sorpresi perché si erano aspettati di salire subito in camera; ma del resto erano appena le dieci e mezzo e ritennero che forse Nives e Raffaella avessero in mente qualcos'altro.

Avevano ragione, naturalmente.

In salotto, Nives armeggiò con lo stereo, mentre Raffaella faceva segno a Jerry e Richard di sedersi sul divano.

"Ora accomodatevi", disse, parlando come se fosse la conduttrice di uno spettacolo televisivo. "Tra poco assisterete ad una piccola esibizione in onore del festeggiato, ma dovrete pazientare qualche minuto."

"Un'altra sorpresa?" fece Richard, senza nascondere la propria curiosità. "Va bene, vediamo di cosa si tratta..." concluse sorridendo e seguendo l'esortazione della padrona di casa. Anche Jerry si sedette.

"Non toccate lo stereo, per favore", li pregò Nives e loro annuirono.

"Cosa avranno in mente, adesso?" ridacchiò Jerry, una volta che furono lasciati soli.

"Non ne ho idea, ma sono certo che sarà qualcosa di fantastico che ci lascerà senza fiato, come al solito", considerò Richard, ridacchiando a sua volta. Si sentiva spensierato e allegro, euforico addirittura, ma non era per i buoni vini che avevano bevuto – non avevano bevuto così tanto – bensì per la contentezza derivante dalla compagnia della donna che amava e di due ottimi amici in una giornata significativa come il proprio compleanno.

Raffaella accompagnò Nives in camera, dove l'aiutò a cambiarsi. La vicentina aveva portato una borsa, tenuta sempre rinchiusa in fondo all'armadio, in cui aveva riposto tutto il necessario per trasformarsi nella seducente odalisca che Richard aveva visto in foto e nel video che gli aveva mandato mesi prima. Sciolse i capelli, si rinfrescò il trucco e poi indossò il costume lilla.

"Sei bellissima", dichiarò l'amica, sorridendole. "Richard rimarrà stecchito!"

"Lo spero", fece Nives, leggermente nervosa. "E spero di ricordarmi tutta la coreografia senza sbagliare..."

"Altrimenti improvviserai, come hai fatto quella volta alla manifestazione di cui mi hai parlato", le rammentò Raffaella in tono incoraggiante. L'altra ricordò l'episodio: le era stato chiesto di esibirsi nella danza del ventre durante una festa di paese, in assolo, ma ad un certo punto nel bel mezzo del numero si era dimenticata i passi. Era riuscita a non farsi prendere dal panico ed aveva improvvisato, fino a riconoscere un punto in cui aveva ripreso la coreografia prestabilita. Si era sentita quasi svenire per la tensione, ma ce l'aveva fatta, e quella volta era stato davanti a dozzine di persone, mentre adesso ce n'erano soltanto tre, che per di più annoverava tra le persone che aveva più care al mondo. Fece il gesto del pollice alto.

"Andiamo", disse.

Scesero al piano di sotto; Raffaella precedette Nives in salotto, dove i due uomini stavano chiacchierando, e andò a prendere il telecomando dello stereo, poi si girò e fece l'annuncio come lo aveva elaborato secondo le istruzioni dell'amica.

"Signori", cominciò. "Come preannunciato, eccovi una presentazione in esclusiva di un'arte che si presume antica di migliaia d'anni, proveniente dalla favolosa Mesopotamia, un'arte già nota all'epoca della grande civiltà sumera, che precedette quella egizia di quasi un millennio", fece una pausa per enfatizzare quanto seguiva. "In onore e celebrazione del quarantaquattresimo compleanno di Richard, dunque, Nives si esibirà nella danza del ventre."

"Wow!" esclamò Jerry con entusiasmo, mentre il festeggiato rimase senza parole: Nives era stata davvero molto brava a nascondere le sue intenzioni, non le era sfuggito nessun accenno, nessuna allusione, e quindi lui era stato del tutto preso di sorpresa.

Raffaella si affrettò a sedersi accanto a Jerry e premette il pulsante d'avvio del cd. Si diffuse una musica ritmata dalle tonalità chiaramente arabe e Nives, avvolta in un grande velo dello stesso colore dell'abito, comparve sulla soglia del salotto; si mosse a passo di danza, abbassando il velo via via che si avvicinava rivelando il costume sottostante. Richard le tenne gli occhi incollati addosso e non li distolse per un solo millisecondo, completamente rapito da quella visione; quando l'aveva vista in foto e nel video, aveva ritenuto che fosse terribilmente seducente, ma dal vivo era addirittura mozzafiato.

Muovendosi sinuosamente, Nives si posizionò nello spazio libero tra il divano e il pianoforte di Jerry, e continuò a danzare, facendo turbinare il velo attorno a sé in maniera spettacolare. Il suo sorriso era un po' tirato mentre teneva gli occhi fissi su Richard, spiandone il volto, ansiosa di scoprire se quello che vedeva gli piaceva; l'espressione estasiata dell'attore la rassicurò ed il nervosismo si stemperò, lasciando il posto al puro piacere della danza. Come le accadeva sempre, si lasciò trasportare dalla musica, divenne la musica e l'espresse attraverso il proprio corpo. Le sue movenze aggraziate divennero più rilassate, più sicure, più sentite, manifestazione visibile del suono, delizia per la vista così come la melodia erano delizia per l'udito. Nives muoveva ogni parte del suo corpo in armonia con la musica e a ritmo con le percussioni, mentre il velo era diventato una sua estensione che, vorticando attorno a lei, creava disegni fantastici nell'aria.

Richard non le toglieva gli occhi di dosso, quasi non respirava, né batteva le palpebre, tanto era ammaliato. Il suo sguardo incantato le faceva battere forte il cuore e la incoraggiava a dare il meglio di sé.

Ad un certo punto, girandosi, Nives scambiò uno sguardo d'intesa con Raffaella e le gettò il velo, che l'altra afferrò perché non rischiasse di impicciare l'amica durante l'esibizione; Nives quindi proseguì la seconda parte della danza senza l'ausilio coreografico del velo, riducendo i movimenti e concentrandoli su fianchi e ventre, facendo ondeggiare e vibrare le frange che ornavano il reggiseno e la cintura, per poi tornare ad ampliare le movenze di braccia, gambe e busto. Infine concluse la danza, gettando il capo all'indietro facendo volare i capelli e sollevando le braccia in alto, mentre la musica terminava con un accordo finale.

Per un istante ci fu completo silenzio. Poi Richard si riscosse, come risvegliandosi da un sogno.

"Bravissima... fantastica!" mormorò. Il suo non era soltanto il parere di un uomo innamorato, ma anche di un ex ballerino professionista: aveva ben visto tutta la preparazione e la tecnica che c'erano dietro all'esibizione di Nives e le apprezzava indipendentemente dal fatto che la ballerina fosse la donna che amava.

Raffaella cominciò ad applaudire e Jerry dopo un attimo la imitò; anche Richard si mise a battere le mani, con un sorriso quasi sognante che commosse Nives al punto da farle venire un groppo in gola. Si inchinò come una professionista consumata, ma in realtà le tremavano le gambe per l'emozione.

"Grazie... grazie", disse, e anche la voce le tremolava. Richard si alzò e le prese le mani, baciandole galantemente.

"Grazie a te", rispose. "Non avevo mai avuto occasione di vedere la danza del ventre dal vivo e, dopo che ho saputo che la studi, non ho voluto cercarne, aspettando di vedere te... e ne è valsa la pena. Bellissima... tu e anche la danza. Sono senza parole."

Lei gli sorrise.

"Non mi sembra affatto che tu sia senza parole", rispose sottovoce, compiaciuta e lusingata, facendolo sorridere.

"Complimenti", si fece sentire Jerry. "Ho visto danzatrici del ventre professioniste, in passato, ma tu puoi star loro tranquillamente alla pari."

"Grazie, ma non esagerare", lo frenò Nives, consapevole dei propri limiti. "Dovreste vedere Michela, la mia insegnante: lei sì che è eccezionale... ma sono felice di esservi piaciuta", tornò a guardare Richard. "Ora torno in camera... ti aspetto lì tra un quarto d'ora."

Raffaella si alzò e la seguì, dovendola aiutare a togliersi il costume da odalisca; allontanandosi strizzò un occhio a Jerry e fece un cenno col capo, facendogli capire che anche lei lo avrebbe aspettato in camera da letto.

"A quanto pare avevi ragione", osservò Jerry, sogghignando all'espressione tuttora alquanto stralunata di Richard. "Nives ti ha lasciato senza fiato."

"Ah, non c'è dubbio", ammise l'inglese con un sorriso lievemente imbarazzato. "Mi lascia spesso senza fiato..." guardò l'amico, improvvisamente serio. "L'amo così tanto, Jerry... non so cosa farei, se la perdessi..."

"Ma che vai pensando?!" esclamò l'altro, vagamente allarmato. "Lei ti ama altrettanto, perché dovresti perderla...?"

Richard scosse la testa. "Non dubito del suo amore, ma dei casi della vita. L'ho aspettata per così tanto tempo... Se le succedesse qualcosa, se il destino me la strappasse..."

"Basta", lo interruppe Jerry, posandogli una mano sulla spalla. "Non pensarci neanche. Non possiamo sapere cosa ci riserva il domani, né possiamo cambiare il passato, tutto quello che possiamo fare è vivere il presente, attimo dopo attimo, grati per ogni bel momento. Non pensare a cosa potrebbe essere o a ciò che poteva essere, pensa piuttosto a ciò che è", concluse con una certa veemenza: era una cosa che ripeteva frequentemente a se stesso.

Richard parve colpito.

"È la stessa cosa che dice anche il Dalai Lama: il futuro non è ancora avvenuto, il passato è già perduto, l'unico momento per vivere è il presente. Il qui e ora. Noi occidentali abbiamo la tendenza a preoccuparci troppo del futuro o a rimuginare troppo sul passato, dimenticando che si vive adesso, non ieri né domani... Hai ragione, amico mio", concluse con un sospiro che parve come di liberazione. "Inutile pensare a come sarebbe stata la mia vita se avessi conosciuto Nives vent'anni fa, o a come sarebbe se lei non ci fosse più. Lei c'è, qui e adesso, e intendo godermi la cosa fino in fondo."

Jerry guardò l'orologio.

"Devi aspettare ancora dieci minuti prima di godertela", sogghignò sfacciatamente. Richard prese un cuscino e glielo tirò, ridendo.

OOO

Mentre percorrevano il corridoio, dirette verso le scale, Nives colse un riflesso azzurro sulla parete, proveniente dalla piscina che, di notte, era illuminata dal basso con faretti a basso consumo energetico. Un'idea osé le fiorì nella mente e si fermò di botto.

"Raffi... ti scandalizzeresti se ti chiedessi di usare la piscina per... ehm... un incontro sexy con Richard?" domandò a bassa voce, un po' imbarazzata per la propria audacia.

Raffaella si mise a ridacchiare.

"Stai scherzando? Io e Jerry l'abbiamo fatto un bel po' di volte", le confidò. L'imbarazzo di Nives evaporò di colpo e anche lei ridacchiò.

"Dai, andiamo di sopra, così mi cambio", la esortò, riprendendo a camminare. "Mi metterò il bikini hawaiano..."

"Ho un'altra idea", la interruppe Raffaella in tono cospiratorio; all'occhiata interrogativa di Nives, sorrise in maniera birichina. "Aspetta e vedrai..."

Arrivate di sopra, andò velocemente in camera propria a recuperare quello che aveva in mente, poi accompagnò l'amica nella sua camera e l'aiutò a liberarsi del vestito da odalisca; infine le fece vedere l'involto: era un copricostume di pizzo nero trasparente, a manica lunga e dallo scollo molto ampio.

"Da indossare con niente sotto", le suggerì. "O, al massimo, degli slip neri sexy..."

"Raffaella Romani!" esclamò Nives fingendosi scandalizzata. "Non ti facevo così svergognata!"

Risero come matte, poi la vicentina indossò il copricostume; dopo un'esitazione, si tolse le mutandine.

"Non penso di averne bisogno", sghignazzò.

"E poi dai a me della svergognata... senti chi parla!" sogghignò Raffaella.

"Però come faccio a scendere in piscina senza esser vista?" considerò Nives, tornando seria.

"Ci penso io", rispose la padrona di casa. "Scendo da sola e dico a Richard che c'è stato un cambio di programma per cui deve aspettarti in piscina; poi prendo Jerry e ci chiudiamo in camera, così tu puoi scendere senza problemi."

"Ottimo piano..."

Richard rimase un poco perplesso dal cambiamento, ma comprese subito che sarebbe stato per il meglio. Jerry gli strizzò un occhio, poi si affrettò a rincorrere Raffaella che lo invitava di sopra, seguito dallo sguardo divertito dell'amico inglese.

Entrambi sapevano che li aspettava qualcosa di molto piacevole...

OOO

Raffaella si fece precedere da Jerry in camera, poi prima di chiudere la porta diede una voce a Nives all'altra estremità del corridoio, in modo che l'amica sapesse d'aver via libera.

Udendola, Nives prese i due teli da bagno che aveva preparato, lasciò la propria camera e scese rapidamente dabbasso; prima di uscire, sbirciò fuori, ma non vide Richard. Un po' sorpresa, allungò il collo e allora lo scorse, posato con la schiena contro il muro, a piedi nudi e con la camicia aperta, in modo molto simile a come si era fatto trovare in camera da letto a Londra, alla première de La Battaglia delle Cinque Armate. Che mascalzone, pensò compiaciuta; sapeva bene quanto le piaceva vederlo così... ma anche lei aveva una sorpresina per lui, con quel copricostume trasparente senza niente sotto. Ridacchiò tra sé, sentendosi terribilmente spudorata e monella.

Per essere al pari di Richard, si tolse i sandali e li lasciò accanto alla porta, dove depose anche i teli da bagno, poi uscì camminando lentamente, con fare da gattamorta.

Richard colse un movimento con la coda dell'occhio e si voltò, pronto a una battuta spiritosa... ma il respiro gli si mozzò in gola e le parole gli morirono sulle labbra. Aveva ben intuito che tipo di sorpresa lei volesse fargli e quindi aveva pensato di accoglierla adeguatamente, ma non era stato preparato a vederla avvolta soltanto da una nuvola di pizzo e velo neri. Sentì l'immediata risposta del proprio corpo e, ancora una volta, gli parve impossibile che, a quarantaquattro anni, i suoi ormoni potessero impazzire in maniera tanto immediata.

"Sei... sei stupefacente, Nives", dichiarò, quasi tartagliando. Lei sorrise in modo seducente – o così sperava: non pensava di esser brava a fare la femme fatale – e lo guardò da capo a piedi con aperto apprezzamento.

"Anche tu non sei male, Richard..." disse a bassa voce. Gli si avvicinò e lui si preparò a stringerla a sé, ma all'ultimo momento lei deviò e si diresse invece al bordo della piscina, dove si fermò. Illuminata dal lucore azzurro delle lampade sotto il pelo dell'acqua, sembrava una creatura fatata, pensò Richard, stordito. La vide girare la testa per guardarlo.

"Che ne dici di fare il bagno nudi?" gli domandò, facendo scivolare il copricostume lungo le braccia e lasciandolo cadere a terra. Colto in contropiede, l'attore ci mise qualche istante a rispondere.

"Ah... ma certo!" esclamò, staccandosi dal muro e liberandosi della camicia; finì di spogliarsi in fretta, gettando a terra gli indumenti alla rinfusa, e la raggiunse. Nives gli sorrise di nuovo e gli porse la mano, che lui prese, ed assieme scesero la scalinata.

L'acqua sembrò loro fredda, al primo impatto, per cui si immersero con lentezza. Nives aveva sollevato i capelli in un nodo in cima alla testa, intenzionata a evitare di bagnarli per quanto possibile: il suo scopo non era nuotare, ma fare l'amore con Richard in piscina, una cosa che non aveva mai fatto in vita sua né pensato le sarebbe mai stato possibile, o di averne la sfrontatezza.

"Hai freddo?" le domandò Richard a bassa voce, gli occhi calamitati dai capezzoli eretti di lei.

"Un po'", ammise Nives; accorgendosi della direzione del suo sguardo, si girò verso di lui per offrirgli una vista migliore. "Ma non ho dubbi che sarai capace di riscaldarmi..." soggiunse in tono allusivo, guardandolo di sotto in su.

Gli occhi dell'uomo si sollevarono in quelli di lei e mandarono un lampo pericoloso. "Non chiedo di meglio..."

La tirò verso di sé ed avvolse le braccia attorno al suo corpo, stringendola; Nives sentì la sua dura verga maschile premere contro il proprio ventre e le viscere le si torsero per il desiderio. Stordita, pensò che da quando stava con Richard era diventata una specie di ninfomane, non riusciva mai a saziarsi di lui, ed il pensiero la imbarazzò un poco, perché non era mai stata così; poi la verità la colpì: non era mai stata così perché non aveva mai provato un amore tanto travolgente in vita sua. Non era soltanto il piacere carnale ciò che ricercava da Richard, bensì l'appagamento di un bisogno molto più profondo, che apparteneva alla sfera dei sentimenti e dell'anima, un appagamento di cui non avrebbe mai avuto abbastanza, e che amava ricambiare con ogni fibra del proprio essere, anima e corpo.

"Ti amo, Richard", disse piano, la voce malferma per l'emozione. "Ti amo immensamente..."

Lui le prese il volto tra le mani, guardandola profondamente negli occhi.

"E io amo te, Nives, altrettanto immensamente", bisbigliò, prima di chinarsi e di prenderle le labbra; le loro bocche si schiusero l'una contro l'altra e le lingue s'intrecciarono in un bacio contemporaneamente dolce e passionale. Richard sentì le braccia di lei salirgli dietro la schiena e percepì il suo abbandono, che derivava da una fiducia assoluta; gli venne un groppo in gola per la commozione: Nives poteva non aver fiducia nel destino, motivo della sua continuativa insicurezza riguardo al loro rapporto, ma non c'era dubbio che si fidasse di lui.

Tolse le mani dal suo viso e tornò ad avvilupparla in un abbraccio, stringendola contro il proprio corpo. Le accarezzò lentamente la schiena, scendendo sotto il pelo dell'acqua fino a raggiungere la curva delle natiche, poi più giù. L'afferrò e la sollevò, facendole allacciare la gambe attorno alla vita, poi camminò verso il sedile situato tra la cascatella e la vasca dell'idromassaggio, dove la fece sedere. Così era ad un'altezza perfetta perché potessero congiungersi senza che lui dovesse piegare le ginocchia. Rendendosene conto, Nives ridacchiò.

"Questo sedile sembra fatto apposta per fare l'amore così..." commentò sottovoce.

"Chissà se chi l'ha progettato l'ha fatto a ragion veduta...?" mormorò Richard ridendo piano a sua volta, prima di tornare a baciarla. Insinuò una mano tra i loro corpi, salendo ad accarezzarle un seno, poi le lasciò le labbra e si chinò, deponendole una scia di baci sul petto e dirigendosi verso un capezzolo; era eretto e duro e lo prese in bocca suggendolo delicatamente.

Nives sospirò mentre scosse di piacere si dipartivano da quel punto irradiandosi nelle sue profondità femminili, che vibrarono in risposta. Poi sentì l'altra mano di Richard scendere lungo la coscia, passare sul suo ventre e continuare verso il nucleo della sua femminilità; dita leggere lo sfiorarono, stuzzicandolo, facendola gemere.

Conscio di quale fosse il suo punto più sensibile, l'uomo la toccò sapientemente; poi affondò lentamente un dito dentro di lei e lo arricciò, cercando il magico bottone del suo piacere.

Nives trasalì e un'esclamazione deliziata le sfuggì dalle labbra.

"R...Richard!" esalò, senza fiato; gettò la testa all'indietro e lui subito ne approfittò per accarezzarle la gola con le labbra, da sotto il mento fino al petto, e poi ancora più giù, tornando al seno, dedicandosi stavolta all'altro capezzolo. Nives cominciò ad agitarsi, gemendo incontrollabilmente mentre il piacere saliva dentro di lei.

"Richard... ti voglio... adesso..." ansimò.

"Sono tuo..." bisbigliò Richard, sollevandosi; afferrandola per i fianchi, si posizionò contro l'ingresso al suo giardino segreto, poi si spinse dentro, fermamente ma con delicatezza. "Solo e solamente tuo..."

Lei lo accolse con un sospiro di soddisfazione; si aggrappò alle sue possenti spalle e sollevò le ginocchia, allacciando le caviglie dietro la sua schiena per avvicinarlo il più possibile.

"Ti amo", continuò Richard, muovendosi lentamente dentro di lei. "Ti amo, mia dolcissima ragazza italiana..."

Lacrime di commozione salirono agli occhi di Nives, che sbatté le palpebre per non farle debordare; posò la testa sul petto di Richard e udì il suo battito cardiaco accelerato. Girò la testa per coprire di baci quell'ampio torace.

"Anch'io... ti amo... mio meraviglioso... ragazzo britannico", mormorò tra un bacio e l'altro.

Richard le baciò i capelli, poi cominciò ad accelerare i propri movimenti; lei rispose in controtempo, anche se, in quella posizione, non poteva fare molto. Il piacere crebbe nel suo ventre, accumulandosi strato su strato, salendo costantemente, facendola tremare sempre più forte.

Sentendo avvicinarsi il momento culminante, Richard rallentò nel timore di arrivarvi troppo presto e lasciarla indietro, ma lei ansimò. "Non fermarti...!"

L'uomo obbedì, tornando al ritmo precedente, e dopo appena una manciata di spinte la sentì vibrare, i suoi muscoli interni che si contraevano in spasmi violenti attorno a lui mentre un lungo lamento di piacere le sfuggiva dalle labbra. Il suo orgasmo innescò quello di lui quasi all'istante ed i loro gemiti d'amore si mescolarono, sovrapponendosi; godettero profondamente l'uno dell'altra, donandosi reciprocamente, ciascuno dando tanto quanto riceveva.

Infine, gli spasmi si placarono; storditi, affannati, si tennero stretti per lunghi minuti mentre i loro cuori rallentavano i battiti impazziti ed i respiri tornavano alla normalità. Poi, Richard si ritrasse per guardare Nives negli occhi e le rivolse il suo piccolo, adorabile sorriso.

"Questo è il più bel compleanno della mia vita", le sfiorò le labbra in un bacio tenero. "Non sto parlando soltanto di poter fare l'amore con te, ma del fatto che l'ho trascorso insieme a te. Il più bel regalo che potevo ricevere è la tua presenza al mio fianco", la baciò di nuovo, con tenerezza. "E pensare che esattamente un anno fa non avevo idea che tu esistessi..."

Lei tornò a posargli la testa sul petto, stringendosi a lui.

"Se un anno fa qualcuno mi avesse detto che mi sarei trovata qui, in questa piscina, a fare l'amore con te, gli avrei dato del pazzo furioso", bisbigliò. "Era una cosa che ritenevo potesse esistere soltanto nei miei sogni..."

"Anch'io, se qualcuno mi avesse detto che di lì a due settimane avrei incontrato la donna della mia vita, gli avrei dato del pazzo furioso", ammise Richard a bassa voce. "Ormai avevo perso la speranza... e poi ti ho vista, seduta su quella poltroncina proprio dove mi ero seduto io e avevo provato quella strana sensazione di predestinazione..."

Nives ricordò che le aveva raccontato di ciò e, allora come adesso, si sentì mancare il fiato per l'emozione: sembrava per davvero che il loro incontro fosse stato voluto dal fato... travestito da Lorraine, rammentò con un sorriso tra sé e sé, vera dea ex machina di tutto, senza la quale il loro incontro non avrebbe mai potuto aver luogo.

Rimasero così ancora per qualche minuto, avvinti nel reciproco abbraccio. Quando i loro corpi surriscaldati si furono raffreddati, Richard uscì da lei a malincuore e la prese in braccio, portandola fuori della piscina e deponendola poi a terra; vedendola rabbrividire, prese la propria camicia e gliela mise sulle spalle. Lei lo guardò con un sorriso di riconoscenza, commossa dalla sua sollecitudine.

"Ho portato degli asciugamani", gli rivelò. "Sono vicino alla porta."

"Vado a prenderli", disse l'attore, avviandosi rapidamente. Pochi istanti dopo era di ritorno e le avvolse anche l'asciugamano attorno al corpo, prima di procedere ad asciugarsi. Infine, raccattarono i loro indumenti sparsi e salirono in camera, dove appesero la camicia bagnata di Richard sulla spalliera di una sedia e poi andarono a letto; abbracciati, si scambiarono alcuni baci pieni di dolcezza, poi si addormentarono serenamente.

OOO

"Scommetto che Nives ha in mente un regalo di compleanno particolare, per Rich", sogghignò Jerry, mentre Raffaella chiudeva la porta della camera da letto. La donna si girò verso di lui, ridacchiando a sua volta.

"E vinceresti la scommessa", confermò, andando a sedersi sul letto per liberarsi dei sandali. "Ah, i tacchi sono belli ma non li sopporto troppo a lungo..."

Jerry lo sapeva bene e spesso si prestava a farle un massaggio ai piedi per darle sollievo. Si liberò della camicia per stare più fresco, poi andò a inginocchiarsi davanti a lei, prendendo tra le mani il suo piede destro.

"Lasciami praticare un po' le mie conoscenze di shiatsu", le disse scherzosamente.

"Molto volentieri", accettò lei, sorridendo a sua volta. Si stese sul letto, lasciando i piedi fuori dall'orlo, e l'arciere li manipolò abilmente per una decina di minuti.

"Ah, che sollievo", sospirò la donna alla fine. "Sei proprio bravissimo..."

"Grazie", rispose lui, sedendosi sul bordo del letto. "Se dovessi rimanere disoccupato come viticoltore, posso contare su di un mestiere alternativo", concluse ridendo.

Raffaella si sollevò a sedere e gli depose un bacio su una spalla.

"Esattamente", confermò, prima di alzarsi per recarsi in bagno, dove si struccò e si rinfrescò. Quando tornò in camera, trovò Jerry nudo ad eccezione dei boxer neri e della faretra, con tanto di frecce, appesa alla schiena a mezzo una cinghia che gli attraversava il petto in diagonale.

Raffaella percorse avidamente con gli occhi il suo corpo atletico e si sentì prudere le mani dalla voglia di accarezzarlo tutto.

Jerry la guardò con un sorrisetto malizioso: era ben consapevole dell'effetto che le faceva quando si travestiva da Occhio di Falco, per questo gli piaceva farlo.

Raffaella si era un po' ripresa dalla gradita sorpresa fattale dal marito e il suo sorriso divenne malizioso al pari di quello di Jerry.

"Senti un po', Barton", lo apostrofò, chiamandolo col nome del personaggio. "Dovresti avvisarmi, prima di introdurti così in camera mia... Poteva esserci in giro mio marito!"

A quella battuta, Jerry non riuscì a trattenere l'ilarità e sghignazzò.

"Mi sono preventivamente assicurato che non ci fosse, tranquilla", la rassicurò, stando al gioco, ed allungò un braccio verso di lei in un chiaro invito a raggiungerlo. Raffaella fece per avvicinarsi, poi lo sguardo le cadde sul piccolo stereo posato sul comò e le venne un'idea, ispirata all'esibizione di danza del ventre cui avevano appena assistito. Andò quindi ad accendere l'apparecchio, selezionando un singolo brano dal CD inserito, un po' datato ma sempre bello, ovvero Again di Lenny Kravitz. Riconoscendo il motivo di uno degli artisti preferiti da entrambi, Jerry inarcò le sopracciglia con aria interrogativa, ma Raffaella si limitò a rivolgergli un sorriso seducente e cominciò a muoversi al ritmo dolce della musica. Nives aveva ballato per Richard, ora lei avrebbe ballato per Jerry, aggiungendo un tocco provocante alla propria danza.

Quando la vide cominciare a ballare, l'arciere capì qual era il suo intento e si sentì di colpo la gola secca; si liberò della faretra e mise a sedere sul letto per godersi meglio lo spettacolo, gli occhi incollati sulla moglie.

Raffaella continuò a ballare per alcuni momenti, poi si girò di lato e lentamente aprì la cerniera sul fianco; sfilò le braccia ed abbassò il vestito lungo i fianchi, lasciandolo cadere attorno alle caviglie e rivelando il sottostante completo intimo nero, molto semplice ma elegantemente sexy.

Jerry sillabò silenziosamente wow mentre con gli occhi percorreva tutta l'amabile figura di Raffaella, che frattanto continuava a ballare con movenze sensuali sulle note e sulla voce ricca e dolce di Kravitz; dopo qualche altro istante, la donna si portò le mani dietro la schiena e si slacciò il reggiseno, ma fu lesta a tenerlo fermo con le braccia, senza lasciarlo cadere. Jerry si posò entrambe le mani sul cuore, facendo finta che stesse minacciando di saltargli fuori dalla cassa toracica, e lei ridendo gli fece una linguaccia. Poi si girò, ondeggiando sui fianchi a ritmo con la musica, e lasciò cadere il reggiseno, tenendolo con una mano; con un braccio si coprì il seno, tornò a voltarsi verso Jerry e gli buttò l'indumento, che lui acchiappò al volo e si posò su una spalla. A quel punto Raffaella abbassò il braccio, rivelando il seno che dondolava eroticamente coi suoi movimenti, e si avvicinò al marito sorridendo sorniona. Il suo sguardo scivolò lungo il corpo di Jerry, ammirandone la perfetta struttura muscolare, e si soffermò sfacciatamente sul rigonfiamento all'inguine, a malapena contenuto nei boxer.

Accorgendosi di dove le era caduto l'occhio, Jerry gettò a terra il reggiseno e si sdraiò supino.

"Tutto per te, honey", le disse, indicandosi spudoratamente con un sorrisetto malizioso. Raffaella ridacchiò; mentre la musica terminava, si avvicinò e si sdraiò sopra di lui, abbracciandolo.

Jerry la strinse, godendo del contatto del suo morbido seno nudo contro il proprio petto; la guardò negli occhi.

"Ti amo, lo sai, vero?" le mormorò. Raffaella si sentì sfarfallare lo stomaco per l'emozione che le davano le dichiarazioni d'amore di Jerry, anche dopo sei anni di matrimonio; gli prese il volto tra le mani.

"Sì, lo so... e tu sai che anch'io ti amo, vero?" gli chiese a bassa voce.

"Sì, credo proprio di sì", sorrise Jerry. Le posò una mano sulla nuca e le fece abbassare il capo, prendendole le labbra in un bacio molto dolce; lentamente, le accarezzò la schiena, dalle spalle verso il basso, fino a raggiungere la curva dei glutei, che seguì scendendo e poi risalendo. Raffaella emise un sospiro e schiuse le labbra per invitare Jerry ad un bacio più profondo; lui non si fece pregare, accarezzandole la lingua con la propria, in un modo tenero e sensuale assieme che le provocò caldi brividi in tutto il corpo. Sentì un gran calore tra le gambe, così le aprì, mettendosi a cavalcioni dell'arciere, e mosse il bacino per strusciare la propria parte più intima contro la sua durezza virile. Lo sentì gemere di piacere e quel suono la fece eccitare ancor di più.

Jerry sentì la propria erezione diventare quasi dolorosa; afferrò Raffaella per i fianchi per farla fermare, poi le infilò le mani sotto l'orlo degli slip e glieli abbassò. Per agevolarlo, lei tornò a chiudere le cosce, ed allora lui si girò sul fianco, facendola adagiare supina. Le lasciò le labbra, scendendo a baciarle il collo, proprio dove percepiva il battito accelerato del suo cuore, poi più giù, per deporre una scia di baci sul suo petto e sul seno, fino a prenderne un apice in bocca e suggere delicatamente, mentre le sfilava le mutandine dalle gambe.

Sentendolo mordicchiarle un capezzolo, Raffaella emise un gemito, mentre scosse di piacere si dipartivano da quel punto per andare a riflettersi nella sua femminilità; poi Jerry cambiò seno, andando a cogliere l'altro bocciolo rosato per riservargli lo stesso trattamento, intanto che le sue mani risalivano dalle caviglie, percorrendole le gambe con dita leggere. Si soffermò qualche istante ad accarezzare la sensibile parte posteriore delle ginocchia, per poi infilare una mano tra di esse e cominciare a risalire l'interno delle cosce. Raffaella le schiuse, anelando al suo tocco sul bollente centro del proprio corpo; comprendendo il suo bisogno, Jerry fu ben lieto di accontentarla, accarezzandola intimamente. Sui polpastrelli percepì tutta la sua eccitazione e ne fu elettrizzato.

"Oh Jerry...!" esclamò la donna, piantando le dita nelle spalle del marito. "Ho così tanta voglia di te..."

"E io di te", mormorò l'arciere, abbassandosi ulteriormente, desideroso di gustarla; non ne aveva mai abbastanza del suo sapore, così come non ne aveva mai abbastanza di udire i suoi lamenti amorosi o di sentire la sua carne contrarsi attorno alla propria nel parossismo del godimento.

Raffaella lo sentì sfiorare la sua collinetta con la punta della lingua e sussultò; poi Jerry cominciò tormentarla deliziosamente e lei prese a dimenarsi in maniera incontrollabile mentre gemiti di piacere le sfuggivano dalle labbra.

"Jerry... Jerry ti prego!" lo supplicò con voce rauca.

"Volentieri, amore mio", rispose lui con voce ugualmente rauca, staccandosi dopo un ultimo bacio; con impazienza, si liberò dei boxer, gettandoli a terra, poi si allungò sopra Raffaella e, guardandola negli occhi, entrò in lei con un unico, lento movimento.

Raffaella chiuse gli occhi per godere pienamente di quella dolce invasione del proprio corpo ed emise un sospiro spezzettato. Sentendosi accogliere dal sensuale abbraccio di lei, Jerry sospirò al pari; si ritrasse con la stessa lentezza con cui era entrato, per poi tornare ad affondare allo stesso ritmo. Stavolta lei sollevò il bacino per andargli incontro e lui gemette. "Raffi...!"

"Jerry..."

Si mossero in sincronia, ciascuno nell'intento di donare piacere all'altro al massimo delle proprie capacità, scivolando l'uno contro l'altra, stringendosi amorosamente, respirando il respiro dell'altra, occhi negli occhi, carne nella carne. L'orgasmo crebbe nelle loro viscere, con un andamento lento e costante dapprima, sviluppandosi poi in scatti sempre più rapidi ed intensi che li portavano ogni volta più vicini alla meta a ritmo sempre più incalzante, fino a deflagrare in un'esplosione che li travolse entrambi contemporaneamente e li lasciò col respiro mozzo. Per lunghi momenti godettero di un piacere paradisiaco, ineffabile perché tanto del corpo quanto dell'anima, come sospesi fuori dal mondo; poi tornarono lentamente in sé, e fu quasi come svegliarsi da un sogno, con la differenza che sapevano che era, invece, una meravigliosa realtà che durava ormai da tanto tempo.

Jerry posò la fronte sulla tempia di Raffaella, cercando di ritrovare il fiato; la testa gli girava come se fosse stato ubriaco.

"Oh Raffaella", bisbigliò, ricoprendole il volto di baci.

Lei gli accarezzò la schiena e le spalle, contraccambiando i suoi baci; si sentiva letteralmente avvolta dall'amore del marito,

Rimasero allacciati a lungo, assaporando il calore e la vicinanza reciproche, non solo dei loro corpi, ma anche dei loro sentimenti, finché il sonno non minacciò di coglierli così; allora, con riluttanza, si separarono, ma continuarono a tenersi abbracciati e scivolarono dolcemente nel regno dei sogni.

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