Capitolo XV: Venerdì 21 agosto 2015
Capitolo XV: Venerdì 21 agosto 2015
Anche quella giornata fu scandita dall'ormai abituale schema: colazione, attività – quella mattina fu una cavalcata – piscina, pranzo, ancora piscina, cena.
"Era tanto tempo che non mi sentivo così perfettamente riposato", dichiarò Richard mentre scendeva con Nives per la cena. "Questa vacanza così rilassante mi ci voleva proprio."
"Ne sono felice", affermò lei, guardandolo con un sorriso. "Davvero non ti sei annoiato troppo...?"
"Per niente", la rassicurò l'attore. "Non è possibile che io mi annoi, quando sto con la donna della mia vita", vide il suo sorriso allargarsi mentre gli occhi le brillavano. "E poi, come ho già detto, ogni tanto è necessario anche un po' di dolce far niente."
"Oh..." fece lei assumendo un'aria birichina. "A me sembra che in questi giorni sia sì stato dolce, ma non certo far niente..."
Era più che ovvio quello cui stata alludendo e Richard sogghignò: adorava quando lei faceva la maliziosa. La fermò, scese altri due scalini e si girò; in quel modo, era alta quanto lui. Le circondò la vita sottile con le sue grandi mani e l'attirò contro di sé.
"È proprio vero", mormorò. "Fare l'amore con te è sempre dolcissimo..."
Le posò la fronte contro la fronte; Nives gli mise le braccia al collo e sorrise emozionata.
"Ti amo, mio bel ragazzo britannico", gli sussurrò in italiano.
"E io amo te, mia dolce ragazza italiana", bisbigliò lui di rimando nella stessa lingua, prima di baciarla con grande tenerezza.
Salvo e Marcella uscirono dalla cucina che recarsi in salotto con gli aperitivi e li videro fermi sulle scale a baciarsi. Madre e figlio si scambiarono un'occhiata divertita e intenerita allo stesso tempo, poi, fingendo di non aver visto nulla, sgusciarono silenziosamente via. In salotto, fecero un po' di rumore mentre apparecchiavano per l'aperitivo, giusto per avvisare gli innamorati che non erano soli, nel caso non avessero piacere di essere visti intenti a scambiarsi effusioni.
Richard e Nives, udendoli, si staccarono.
"Ti rendi conto che ci stiamo comportando come due adolescenti?" ridacchiò la donna.
"Ne sono perfettamente consapevole", ammise lui. "Ma sai una cosa? Non m'importa un accidente", concluse sorridendo. Era vero: stare con Nives lo rendeva euforico – oltre che scompigliargli gli ormoni – come se avesse nuovamente sedici anni, ma non gli interessava affatto essere giudicato sciocco per quello. Anzi, compativa profondamente chi non capiva che i sentimenti non hanno età e quindi non importa se si hanno venti o sessant'anni.
Scesero e incrociarono Marcella e Salvo che uscivano dal salotto.
"Buonasera", disse loro la cuoca, con un gran sorriso. "L'aperitivo è pronto", aggiunse, sfoderando lo scarso inglese che conosceva.
"Grazie", rispose Richard. "Che cocktail ci ha preparato stavolta, Salvo?" domandò poi.
"Un Rossini", rispose l'interpellato. "Spumante secco con fragole frullate", spiegò poi. "In realtà, è una variante del famoso Bellini, che però la signora Raffaella non può bere a causa della sua allergia alle pesche."
Richard ricordò d'aver bevuto il Bellini a Venezia con Nives, la sera in cui l'aveva portata a cena e poi si erano baciati per la prima volta.
"Sono curioso di assaggiarlo", dichiarò. "Mi sembra perfetto per te", aggiunse, guardando la fidanzata: ormai sapeva bene che lei adorava le fragole.
"Vero", confermò Nives. "Ma che tu ci creda o no, non ho ancora mai assaggiato un Rossini, quindi anche io sono curiosa."
Entrarono in salotto dove, in attesa degli altri due, Nives accese lo stereo; anche se Raffaella le aveva detto anche in passato di cercare liberamente nella collezione di cd, lei detestava mettersi a frugare nelle cose degli altri, così si limitò ad avviare il cd già inserito. Si diffusero le note di una famosa canzone di Whitney Houston, I wanna dance with somebody (who loves me). Quanto volte Nives aveva desiderato ballarla con l'uomo che amava... e ora poteva farlo. Guardò Richard e gli porse la mano, invitandolo. Lui non si fece pregare: il titolo gli faceva intuire il motivo per cui Nives voleva ballare con lui, lì e adesso.
Jerry e Raffaella arrivarono un minuto dopo e li trovarono che volteggiavano per la stanza; i due coniugi guardarono, poi Jerry sorrise, prese la moglie tra le braccia e cominciò a ballare con lei, imitando gli amici.
Quando il brano terminò, le due coppie si fermarono e si scambiarono dei sorrisi. Notando che Raffaella non portava più la fasciatura al braccio, Richard le chiese come stava.
"Quasi del tutto passato", rispose Raffaella, mostrando l'avambraccio, dove il segno lasciato dalla medusa era molto sbiadito.
"Meno male", commentò Nives, che c'era rimasta davvero male per l'amica, ma l'atteggiamento tranquillo di Raffaella la rincuorava.
Dopo l'aperitivo, si trasferirono sul terrazzo, dove Salvo servì loro gli spaghetti allo scoglio amati da Nives, a cui aveva abbinato un Falanghina, ottimo vino bianco, campano come il piatto.
"Spettacolare", dichiarò Richard, ciucciando con entusiasmo una vongola verace.
Come dessert, Salvo portò dei coloratissimi spiedini di frutta, freschi e deliziosi, spruzzati di Cointreau.
"Salvo, lei e sua madre ci viziate", gli sorrise Nives.
"E a noi piace molto farlo", le sorrise di rimando il cameriere.
Dopo cena, le due coppie si accomodarono a giocare a poker, usando come denaro per le puntate quello del Monopoli. Dopo alcune partite, Nives e Raffaella avevano perso tutto e la sfida si era ridotta a Richard e Jerry. I due finsero di misurarsi in cagnesco, facendo a gara su chi dei due riusciva a fare la migliore faccia da poker, con gran divertimento delle due donne. Alla fine l'ebbe vinta Richard, battendo con una scala a colore il full di Jerry.
"È stata una bella battaglia", commendò, mentre riponevano le carte e il denaro del Monopoli.
"Sì", concordò Jerry, poi guardò incuriosito il suo nuovo amico. "Non ti facevo così bravo a poker!"
"Pura fortuna", si schermì Richard, scuotendo la testa. "In realtà gioco meglio a bridge."
"Troppo complicato!" esclamò Nives sventolando una mano in segno negativo. "Così come gli scacchi... Preferisco giochi meno di strategia e più d'azione: sono il tipo che prende a spadate il problema, non che valuta quale incantesimo è più efficace per liberarmene", rise di gusto. "Ricordo una volta che stavo giocando un gioco di ruolo fantasy sul computer, collegato in parallelo con mio cugino Daniele; vedo un movimento in un angolo dello schermo, mi volto e zac! taglio in due l'avversario. Daniele rimane come un baccalà e mi fa ehm, veramente quello ero io..."
Richard sogghignò. "Lo sapevo, che non era il caso di cercare di sorprenderti alle spalle... come quella volta a Creta, no?"
Nives aveva loro già raccontato di come, per fare uno scherzo a lei e ad una coppia conosciuta in albergo mentre stavano tranquillamente passeggiando sul lungomare, due loro conoscenti avevano finto di attaccarli alle spalle e, mentre l'altra ragazza aveva strillato per lo spavento, Nives invece si era limitata a irrigidirsi pronta a reagire e poi aveva informato i due buontemponi che avevano rischiato di finire scaraventati in acqua.
Ora la vicentina si strinse nelle spalle:
"Riflessi condizionati da otto anni di arti marziali", commentò.
Jerry assunse un'aria perplessa. "Non erano sette?"
"Sette di kung fu", confermò l'altra. "e uno di karatè, che ho provato ma con cui non sono riuscita a trovarmi a mio agio: una volta che hai l'impronta di uno stile, è difficile passare a un altro."
A quel punto si apprestarono ad andare a dormire.
"Ormai siamo agli sgoccioli della nostra vacanza", sospirò Nives con una smorfia avvilita.
"Non parliamone", la esortò Richard, prendendola sottobraccio. "Altrimenti ci roviniamo gli ultimi giorni..."
"Hai perfettamente ragione", concordò lei, riprendendosi. "Scusami... scusatemi", aggiunse, guardando anche gli altri due per includerli. Raffaella e Jerry le segnalarono che non c'era niente da scusare: capivano bene come si sentivano i due fidanzati, che non potevano vedersi tanto spesso come avrebbero voluto.
Si diedero reciprocamente la buonanotte, poi si ritirarono nelle rispettive stanze.
Sabato 22 agosto 2015 giorno
Quel mattino Jerry e Raffaella precedettero gli altri due per la colazione; d'accordo con Nives, avevano portato in cucina i regali per Richard, così da poterglieli dare subito.
Poco dopo sopraggiunsero anche Nives e Richard, che trovarono la colazione pronta; visto che se n'era occupato Jerry, era in stile statunitense, con uova strapazzate, pancetta alla piastra, pancake e miele d'acacia.
"Felice compleanno!" Raffaella accolse il festeggiato abbracciandolo di slancio; l'attore britannico si chinò e la contraccambiò.
"Grazie, carissima", le sorrise.
"E ora hai quarantaquattro anni, come me!" esclamò Jerry sogghignando, dandogli una pacca sulla spalla, poi i due si abbracciarono come vecchi amici.
"Mi piacciono i numeri doppi", dichiarò Richard. "A tal proposito, come regalo di compleanno ho chiesto ai miei follower di fare una donazione a JustGive che richiami tale cifra, tipo quarantaquattro o quattrocentoquaranta o anche solo quattro virgola quaranta euro, dollari, sterline..."
"Già fatto", disse Nives, strizzandogli l'occhio. "Ho visto il tuo tweet di ieri", spiegò alla sua occhiata sorpresa.
"Pure io e Jerry", ridacchiò Raffaella, beccandosi anche lei un'occhiata sorpresa.
"Cos'è, tenete costantemente monitorato il mio account Twitter?" bofonchiò poi, ma era chiaramente compiaciuto. "Grazie mille, amici miei."
"Vieni, siediti e mangiamo", lo invitò Jerry. "E poi aprirai gli altri regali", terminò strizzandogli un occhio.
"Anche altri regali...? Non dovevate disturbarvi..."
"Nessun disturbo", gli assicurò Raffaella. "Ci faceva piacere e pertanto li abbiamo fatti."
Consumarono quindi la colazione e, quando ebbero finito, sparecchiarono rapidamente. Poi Raffaella portò i pacchetti; erano tre, di dimensioni molto diverse.
Jerry prese il più piccolo, un parallelepipedo della grandezza di un libro, e lo porse a Richard con un sorriso. "In memoria del motivo che ti ha fatto incontrare Nives e quindi, di conseguenza, Raffaella e me."
L'attore britannico immaginò cosa fosse, ma lo scartò ugualmente con curiosità: come aveva pensato, era il romanzo di Tolkien Lo Hobbit, in un elegante tomo rilegato.
"È un pezzo da collezione", spiegò Jerry. "Si tratta dell'edizione di Unwin Hyman del 1990, con la copertina che riproduce il disegno originale che ne fece Tolkien negli Anni Trenta."
"Caspita!" esclamò Richard impressionato. "Dove l'hai scovato?"
"Google", rispose l'altro ridendo. "C'è un sito internet chiamato The Tolkien Library Store che vende esclusivamente libri da collezione di Tolkien. Figurati che de Lo Hobbit hanno anche la prima edizione, quella originale del 1937 di Unwin & Allen, e un'edizione rilegata in tre volumi con cofanetto de Il Signore degli Anelli del 1963, firmata dal Professore in persona..."
"Non oso immaginare i prezzi", borbottò Nives.
"Roba da tenere in cassaforte, o in una cassetta di sicurezza", commentò Jerry. "Oppure in una teca a prova di bomba."
"Spero che non sia questo il caso!" si augurò Richard, rigirando il volume tra le mani per ammirarlo da tutte le parti.
"No, no", lo rassicurò l'amico. "Si tratta di un'edizione limitata, ma non rara o unica. Puoi metterlo tranquillamente nella tua libreria a casa e leggerlo quando vuoi."
"Meno male... Possedere un libro e non poterlo leggere perché troppo prezioso, per me non avrebbe senso", affermò Richard; posò il volume sul tavolo e guardò Jerry con un sorriso. "Grazie, amico."
L'altro ricambiò il sorrise e gli fece il segno del pollice sollevato.
Poi fu il turno di Raffaella, che porse al festeggiato un involto sottile, ma piuttosto voluminoso, grande più o meno come un poster. Richard ruppe la carta, scoprendo una scatola di cartone che, aperta, rivelò di contenere una cornice di legno brunito che racchiudeva una foto di loro quattro a tavola, sotto al gazebo. L'attore ricordò che l'aveva scattata Salvo, su richiesta di Raffaella, uno dei primi giorni.
"È bellissima", disse Richard, commosso. "Grazie, Raffi."
"Di niente. Così avrai un ricordo perenne di questa vacanza", disse la romana con un sorriso. "Per e-mail ne manderò copia anche a te", aggiunse, guardando Nives, che annuì con entusiasmo.
Richard guardò dubbioso il vetro che ricopriva la foto.
"Spero che non si rompa durante il trasporto in aereo", si augurò.
"Non è vetro", gli rivelò Raffaella, picchiandovi contro con un'unghia e ricavandone un suono sordo. "Bensì una lastra di plastica."
"Oh! Non si direbbe", commentò lui, meravigliato, passando le dita sulla superficie; era levigata e lucida come vetro, ma la consistenza era sicuramente quella della plastica. "Fantastico, così non c'è problema", sorrise Richard, rimettendo gli angolari di polistirolo al loro posto e infilando nuovamente il quadro nella scatola.
A quel punto si fece avanti Nives con un altro pacco, più o meno del formato di una scatola da scarpe. Richard le rivolse un sorriso colmo d'amore, che lei ricambiò emozionata.
"Questi faranno pendant con una cosa che hai già", gli disse.
Richard aprì il pacco e, in un letto di polistirolo ricoperto di velluto azzurro, trovò due eleganti portacandele di ceramica bianca. Riconobbe immediatamente lo stile dello scrigno che Nives gli aveva portato in regalo a Londra, quasi un anno prima.
"Sono stupendi", disse piano, tirandone fuori uno per ammirarlo. "Grazie mille, amore... Staranno benissimo a casa mia, vicino allo scrigno. È lo stesso artigiano?"
"Sì, sono tornata da lui", confermò Nives, poi si mise a ridacchiare. "La volta scorsa gli ho detto che stavo cercando un regalo per un mio amico inglese... chi poteva immaginare che saresti diventato molto di più..."
"E stavolta che cosa gli hai detto?" domandò Raffaella, divertita.
"Solo che stavo cercando un regalo per accompagnare lo scrigno, perché al mio amico inglese era piaciuto molto", rispose Nives." Non ho specificato chi fosse il mio amico... non volevo essere riconosciuta per la fidanzata di Richard Armitage."
"Hai fatto bene, a volte può essere seccante", ammise Raffaella, tornando seria.
"Allora, vecchio mio, ti piacciono i regali?" domandò Jerry.
"Moltissimo", annuì Richard, riponendo accuratamente i portacandele. "Grazie di cuore."
Si alzò per abbracciare prima Raffaella, poi Jerry, ed infine prese Nives tra le braccia e la baciò sulle labbra.
"Sono fortunato ad avere due amici come voi, e una fidanzata come te", disse loro, sorridendo contento. Stavolta Nives non si sentì a disagio per il suo uso della parola fidanzata, anche se l'emozione era sempre tanta. Forse si stava finalmente convincendo che era tutto reale, che lei stava davvero assieme al bellissimo attore che rappresentava il suo sogno di fangirl...?
"Stasera si cena fuori", interloquì Raffaella. "Ho prenotato una saletta privata in un bellissimo ristorante a Morcone, dove ci aspettano alle otto. Sarete nostri ospiti."
"Ti ringrazio, ma neanche per sogno", replicò subito Richard. "È la mia festa e offro io", sollevò un dito ammonitore quando vide Raffaella aprir bocca per protestare. "Non intendo sentir ragioni."
Jerry scoppiò a ridere. "Raffi, è inutile cercare di ragionare con questo testardo di un Nano!"
Anche Richard si mise a ridere. "No, niente da fare, amici miei..." disse, poi s'accorse che Nives aveva aggrottato la fronte. "Qualcosa non va, amore?"
"Ecco, il fatto è che progettavo di offrire io questa cena", spiegò la donna. "Lo faccio ogni volta che vengo qui, per ringraziare Jerry e Raffi della loro ospitalità..."
"Oh", fece Richard, sentendosi spiazzato per un momento. "Mi spiace rubarti la scena, ma non trovo corretto che qualcun altro paghi la cena per la mia festa di compleanno..."
"Sì, però tu hai già offerto tutte le volte che abbiamo mangiato fuori..."
"Ho io la soluzione", intervenne Raffaella, serafica, interrompendo il contenzioso. "Fate a metà."
Nives e Richard le lanciarono un'occhiata sorpresa, poi si scambiarono uno sguardo.
"Direi che è un compromesso equo", offrì la vicentina.
"Concordo", l'attore accettò. "Anche se non mi piace particolarmente che una donna paghi quando usciamo insieme, anche se siamo in compagnia. Sarò anche all'antica, ma..." s'interruppe, stringendosi nelle spalle come a scusarsi.
"Sei proprio un gentiluomo d'altri tempi", disse Nives dolcemente, accarezzandogli l'avambraccio. "E io ti amo anche per questo."
"Molte donne moderne si indignerebbero", osservò Jerry blandamente.
"E sarebbero alquanto sciocche", rispose Nives con uguale tranquillità. "Non è impedendo a un uomo di essere gentile o cavalleresco che si afferma la propria eguaglianza in dignità: ciò passa da ben altre cose. Se però mi accorgo che, solo perché glielo lascio fare, un uomo si sente superiore o crede di poter pretendere qualcosa da me, lo mando subito a casa sua, perché la sua gentilezza o cavalleria dev'essere spontanea e senza secondi fini, altrimenti perde tutto il suo valore", scosse la testa. "Il discorso è molto complesso, non so se riesco a renderlo in maniera corretta..."
"Ritengo di sì", le assicurò Jerry. "Non è un dare per avere, ma un dare per il gusto di dare. Come quando si fa un regalo: lo si fa per il piacere di farlo, non per riceverne uno in cambio; in tal caso, perde tutto il suo valore, proprio come la cavalleria..."
"Hai centrato il punto", gli sorrise lei, lieta di essere stata correttamente interpretata. Anche Raffaella e Richard annuirono, concordando col suo punto di vista.
OOO
Durante la giornata, Richard ricevette molti messaggi di auguri via sms, Whatsapp ed e-mail da parte di amici e collaboratori, e telefonate da parte dei genitori e di suo fratello; per non parlare delle centinaia di tweet che i suoi follower gli mandarono. Era più che evidente che era molto benvoluto da tantissime persone e Nives era felice per le numerose e meritatissime manifestazioni di affetto che stava ricevendo.
Pagando doverosamente il servizio, Raffaella si era assicurata che la gelateria consegnasse la torta direttamente al ristorante, con cui si era accordata perché la tenessero nel freezer fino al momento opportuno.
Ad un orario adeguato, i quattro si prepararono; avevano concordato un abbigliamento abbastanza elegante, anche se non troppo formale. Richard indossò pantaloni scuri con una camicia bianca, una mise molto semplice che però ebbe il potere di ammaliare Nives. Apollo lèvati, pensò.
Richard si girò e la vide fissarlo incantata.
"Allora, sono passabile?" le domandò, leggermente a disagio: lui prediligeva la semplicità e per questo avrebbe sempre indossato jeans e maglietta, ma si rendeva conto che a volte le circostanze richiedevano diversamente. Come adesso: gli piaceva moltissimo vedere Nives in abiti eleganti, quindi lui non poteva vestirsi casual, non tanto perché avrebbe sfigurato al suo fianco, quanto piuttosto perché avrebbe fatto sfigurare lei.
"Sei uno schianto", lo rassicurò Nives. "Ora però scendi e aspetta con Jerry in salotto..."
Lei e Raffaella infatti si erano accordate per farsi vedere dai loro uomini soltanto dopo che avevano finito di prepararsi.
Lui le rivolse il suo piccolo sorriso: gli piaceva che Nives volesse sorprenderlo.
"Vado subito... ma tu fai presto, non vedo l'ora di ammirarti", le disse, poi le buttò un bacio ed uscì. Scese in salotto, dove poco dopo venne raggiunto a Jerry, anche lui scacciato da Raffaella; l'amico indossava una camicia bianca dalle maniche arrotolate fino ai gomiti, cravatta e un paio di pantaloni grigio antracite.
"Vedo che non ti sei messo la cravatta" osservò guardando Richard. "Me la tolgo anch'io..." lo fece, lasciandola cadere sullo schienale di una poltrona, poi tornò a guardare l'amico, "Quanto scommetti che le nostre donne ci faranno restare senza fiato?" scherzò.
"Hai già vinto", ribatté Richard sogghignando. "Ci faranno venir voglia che la serata sia già conclusa per chiuderci in camera da letto..."
Jerry sogghignò a sua volta. "Ci tengono in pugno, vecchio mio, questa è la verità..."
"L'hai detto", confermò l'altro. "E il bello è che non vorrei che fosse niente di diverso da così... Un tempo avrei avuto paura di essere tanto in balia di una donna, e con chiunque altra sarebbe ancora così... ma non con Nives."
"Per me è lo stesso con Raffi", ammise Jerry. "Credo che sia questa la prova ultima che si tratta delle donne giuste per noi."
Richard annuì pensierosamente. "Mi sa che hai proprio ragione..."
Un quarto d'ora dopo le videro entrare in salotto ed entrambi, come avevano previsto, si sentirono mozzare il respiro in gola: Raffaella indossava un abitino a sottoveste aderente, dal corpino rosso decorato con un gran fiocco viola e la gonna dello stesso colore, mentre Nives aveva scelto un abito lungo dalla linea sciolta, stampato a motivi vegetali verdi su fondo bianco. Entrambe calzavano eleganti sandali-gioiello dal tacco alto che le facevano camminare ondeggiando sui fianchi in maniera molto seducente.
"Siete una visione incantevole, tutte e due", dichiarò Jerry, ma i suoi occhi erano solo per Raffaella.
"Mi associo", disse Richard, lo sguardo fisso su Nives. "Stasera faremo morire d'invidia tutti gli uomini che ci vedranno in vostra compagnia."
"Grazie", risposero le due donne quasi in contemporanea, molto compiaciute da quei complimenti, a dimostrazione che erano riuscite nel loro intento di fulminare i rispettivi compagni.
Jerry si avvicinò a Raffaella e le porse galantemente il braccio. "Allora, andiamo, mia dolce mogliettina?"
"Andiamo", concordò lei, avviandosi al suo fianco. Richard porse il braccio a Nives e insieme si accodarono agli altri due. Presero la Stelvio di Jerry e, meno di mezz'ora dopo, arrivarono al ristorante; per la forza dell'abitudine, Nives stava per scendere subito, ma si ricordò appena in tempo che Richard era un paladino della cavalleria d'altri tempi e si fermò. Difatti, l'attore britannico scese e venne ad aprirle la portiera, mentre Jerry, che non era da meno, faceva altrettanto per Raffaella.
Scendendo, le due donne ricompensarono i loro cavalieri con sorrisi luminosi, che vennero ricambiati con sorrisi altrettanto luminosi.
Entrarono a braccetto e vennero accolti da una bella donna bionda sulla cinquantina con un'elegante divisa da maitre, che li salutò con cortesia. Poi guardò meglio l'uomo più alto e dilatò leggermente gli occhi, ma non disse nulla.
"Ho prenotato a nome Romani", annunciò Raffaella, lieta che la direttrice di sala, molto professionalmente, non desse altri segni d'aver riconosciuto l'attore britannico.
La donna, la cui targhetta identificativa riportava il nome Giuliana, controllò rapidamente sul computer ed annuì.
"Ecco qua, una saletta privata per quattro", confermò. "Prego, seguitemi", aggiunse in inglese, a beneficio di Richard. Prese quattro menù e una carta dei vini e li precedette; attraversarono la sala, già affollata, dove diverse persone si girarono a guardarli, poi salirono al piano di sopra, dove vennero condotti in una saletta con un tavolo rotondo. Le finestre spalancate affacciavano direttamente sulla spiaggia; il tramonto colorava il cielo di tenui sfumature d'azzurro e rosa ed una gradevole brezza portava il profumo del mare.
La donna depose i menù sul tavolo ed attese che si fossero accomodati – gli uomini si premurarono di scostare le sedie per le loro dame – e poi domandò se desideravano l'aperitivo.
"Certamente", confermò Nives. "Per me poco alcolico, per favore."
"Che ne dice di spumante brut con un tocco di succo di melograno?" propose Giuliana.
"Mi sembra ottimo", accettò subito la vicentina, conquistata dall'idea. Gli altri seguirono il suo esempio e quindi poco dopo arrivò un cameriere con quattro calici contenenti un liquido rosso chiaro e un piatto di salatini in sfoglia assortiti.
"Primo brindisi", disse Nives sorridendo e sollevando il suo bicchiere. "A Richard: che tu possa ottenere tutto quello che desideri."
Lui toccò il proprio bicchiere con quello di lei.
"Ho già tutto quello di cui m'importa davvero, perché ho te", dichiarò, guardandola negli occhi. La donna lo ricambiò con uno sguardo in cui brillavano le stelle ed un sorriso dolcissimo.
Gli altri due attesero sorridendo che la loro attenzione tornasse, poi brindarono a loro volta alla sua salute.
Piluccando i salatini, scorsero il menù; essendo quest'ultimo scritto soltanto in italiano, Jerry tradusse per Richard e stabilirono cos'avrebbero ordinato.
Il cameriere di prima sbirciò nella saletta e, vedendo che avevano deposto i menù, si fece avanti.
"Prego, signore, signori, volete ordinare?" chiese in inglese, evidentemente avvertito da Giuliana che c'era una persona straniera. Diversamente dalla donna, però, sembrò non riconoscere l'attore, oppure fu molto bravo a non rivelarlo.
"Sì", disse Raffaella. "Per primo, caciucco all'elbana per quattro."
"Molto bene", il cameriere annuì, compiaciuto della scelta: il loro locale era infatti famoso proprio per la tipica zuppa di pesce toscana, servita però nella versione isolana. "Per secondo?"
"Grigliata di pesce per tutti", rispose Richard. "Con insalata mista e verdure alla griglia."
"Eccellente", disse il cameriere, annotando. "Da bere?"
La scelta dei vini aveva richiesto solo una brevissimo consultazione tra Nives e Raffaella, che avevano studiato l'offerta e scelto in base alle pietanze.
"Col caciucco, il Chianti non ha rivali", disse Nives. "Quindi questo Chianti classico docg è perfetto, direi."
"Ottima scelta, signora", approvò il cameriere.
"Per il pesce, Ansonica doc", aggiunse Raffaella. Non era quello prodotto dalla sua tenuta, ma era comunque di un eccellente vinificatore locale.
"Molto bene. Porto anche dell'acqua?"
"Sì, una bottiglia di naturale e un'altra di frizzante."
"Ha già pensato anche per il dolce?"
"Lo Zibibbo", rispose Nives. "Mi spiace tradire l'Aleatico", aggiunse poi in tono di scusa. "Il fatto è che lo Zibibbo siciliano ha un sapore che si sposa meglio con il cioccolato del dolce."
Il suo interlocutore non se n'ebbe a male, anzi apprezzò che lei si dimostrasse un'intenditrice: non accadeva spesso di trovare un cliente che s'intendesse di vini, in particolare una donna.
Le pietanze vennero servite in modo molto scenografico, ma soprattutto si rivelarono ottime; così come i vini abbinati.
Al termine, arrivò la torta gelato, decorata con dei lamponi e dei triangoli di croccante cioccolato bianco. Richard ne fu deliziato in tutti i sensi, riconoscendo che avevano scelto proprio la torta ideale per lui.
Lo Zibibbo venne servito freddissimo, come deve esserlo il vino passito che, se servito alla temperatura sbagliata ovvero non abbastanza freddo, da dolce diventa perfino amaro ed imbevibile.
I commensali fecero ancora un brindisi al festeggiato. Dopo il primo sorso, Richard si sporse e baciò Nives sulle labbra, sfiorandole appena con la punta della lingua.
"Mmm, il vino così è molto più buono..." mormorò.
"Ottima idea", considerò Jerry e fece come l'amico, baciando Raffaella allo stesso modo.
"Che discolaccio che sei", finse si protestare la romana, ridendo; per tutta risposta, Jerry la baciò di nuovo, con maggior impegno.
"Non vedo l'ora di tornare a casa", le disse sottovoce, con intenzione; lei si sentì accaldata, e non per il vino. Santo cielo, di questo passo, sarebbero arrivati alle nozze d'oro prima che i loro bollenti spiriti si calmassero...
Terminarono la cena con un caffè ed infine Richard chiese il conto. Glielo portarono al tavolo, assieme ad un limoncello fatto in casa che venne loro offerto come digestivo. Lo accettarono volentieri, ma Jerry, dovendo guidare, ne prese soltanto un sorso.
"Ti spiace se pago io con la carta di credito, così poi mi dai il contante?" domandò Richard a Nives. "Sono un po' a corto di euro."
"Ma certo, nessun problema."
Sistemata la faccenda, si disposero ad uscire. Scesero al pianterreno e riattraversarono la sala, ancora quasi piena, Jerry e Raffaella davanti, Richard e Nives immediatamente dietro, tutte e due le coppie mano nella mano come fidanzatini adolescenti.
"Nives?"
Passando davanti ad un tavolo, la donna si sentì apostrofare per nome; girò lo sguardo sulla persona che aveva parlato e, per la sorpresa, si fermò di botto: era Patrizia, una sua ex compagna delle superiori, la più bella della scuola, arrogante e vanitosa, che l'aveva spesso umiliata per essere sovrappeso e occhialuta. Pur se a quel tempo Nives era molto più timida di adesso, si era ben difesa, ma passare anni in quelle condizioni era stato logorante, e il ricordo ancora la disturbava.
Lo scopo dichiarato nella vita di Patrizia era uno solo: accalappiare un marito benestante o meglio ancora ricco. Erano passati quasi trent'anni dall'ultima volta che Nives l'aveva vista, e si notavano tutti, perché Patrizia portava malissimo la sua età; inoltre era vestita e truccata in modo molto appariscente, a stridente contrasto con la raffinatezza di quel locale.
In un lampo, Nives valutò le probabilità che potevano esserci d'incontrare una compagna di classe lì, all'Elba, proprio in quel ristorante.
Sembrava una vendetta divina. Karma all'opera.
Sorrise placidamente.
"Oh, ciao... Patrizia, vero?" fece, facendo mostra di blanda sorpresa. "Quasi non ti riconoscevo..."
"Ah, ehm, beh, è passato tanto tempo..." farfugliò l'altra, ancora in preda allo stupore: aveva riconosciuto Nives nella bella donna elegante e dall'aria sicura soltanto per gli occhi, perché la ricordava con quindici chili di più, i capelli molto corti e gli occhiali. E il suo altissimo accompagnatore... sgranò gli occhi: possibile che fosse Richard Armitage??
"Beh, spero che tu stia bene", proseguì Nives in tono di completa indifferenza. "Scusa, ma io e il mio fidanzato stiamo andando via", concluse, accennando a Richard. Gli occhi di Patrizia minacciarono di schizzarle dalle orbite sentendo Nives chiamare Richard Armitage il suo fidanzato. "Buona proseguimento di serata a te e a tuo padre", aggiunse, sardonica. Ovviamente, sapeva perfettamente che l'accompagnatore di Patrizia non era suo padre, ma finse di crederlo per sottolineare la differenza di età. L'altra divenne rossa come un pomodoro e non riuscì a spiccicar parola, mentre vedeva la donna che aveva tanto umiliato e deriso in passato girarsi, prendere sottobraccio quel bellissimo attore ed allontanarsi senza degnarla di un'altra occhiata.
Nives riuscì a trattenersi per tutto il tragitto fino alla porta, ma appena uscirono scoppiò in una risata colossale che le mozzò il fiato e la fece piegare in due. Richard, Raffaella and Jerry si fermarono, attendendo pazientemente che si calmasse e spiegasse il motivo di tanta ilarità; occorsero alcuni minuti, durante i quali la donna si tenne letteralmente la pancia perché le doleva il diaframma per il gran ridere, ma finalmente si quietò.
"Scusatemi", disse, asciugandosi gli occhi con le punte delle dita, attenta a non sbavare il trucco. "Ma mi sono appena presa una rivincita su una delle persone più odiose che io abbia mai conosciuto in vita mia... una vera stronza."
"Allora ce la devi raccontare nei particolari", la esortò Raffaella. "Per esperienza personale, so che è una soddisfazione senza pari."
"Hai proprio ragione", confermò Richard, sogghignando mentre ricordava una circostanza simile accadutagli alcuni anni prima; anche Jerry annuì, concordando.
"Allora avviamoci", li invitò Nives, incamminandosi verso la macchina. "Vi racconterò tutto mentre torniamo a casa."
Così, narrò a Richard e agli amici di come Patrizia le avesse dato il tormento alle superiori, sbeffeggiandola gratuitamente e crudelmente. Richard ascoltò con attenzione, sentendosi molto coinvolto: anche lui era stato bersaglio di bullismo, ai tempi della scuola, e quindi sapeva bene cosa significava. Spesso, sono ferite che non guariscono mai del tutto e lasciano una traccia perenne nell'anima della persona bullizzata; ma a giudicare dall'ironia e dalla verve che Nives stava mettendo nel suo racconto, sembrava che l'avesse superata molto bene, fatto salvo un atteggiamento di assoluta intolleranza verso il bullismo.
Alla fine, Raffaella rise sonoramente.
"Che bella soddisfazione ti sei presa!" esclamò. "Lei si accompagna con un vecchio per avere un po' di sicurezza economica e tu non solo sei ora una donna bella ed elegante, ma in sovrappiù stai con un uomo bellissimo che è anche un famoso attore."
"Il quale famoso attore è orgoglioso di potersi definire il suo fidanzato", intervenne Richard, accarezzando la mano che Nives gli aveva infilato sotto il braccio, e ne ricevette un sorriso luminoso. "Non so come fosse questa tipa quando ci andavi a scuola assieme", considerò poi, pensierosamente. "Ma adesso, se dovessi paragonarvi a dei fiori, tu sei una splendida rosa dal profumo inebriante, mentre lei è una margherita che ha perso tutti i petali."
"...e che inoltre non ha un odore granché gradevole", aggiunse Jerry con un sorrisetto feroce, facendo ridere tutti.
Chiacchierarono spensieratamente finché non arrivarono alla Tenuta d'Altariva. La serata però non era ancora conclusa...
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