Capitolo VII: Martedì 11 agosto 2015
Capitolo VII: Martedì 11 agosto 2015
Al mattino, si trovarono come d'accordo alle otto per la colazione. Stavolta se ne occupò Jerry, preparando due breakfast con uova strapazzate – come usavano negli Stati Uniti – pancake con miele, cereali, pane tostato e caffè, per sé e per Richard. Raffaella e Nives invece preferirono la classica colazione italiana a base di caffelatte e biscotti. Nives amava il breakfast, ma non poteva sperare di evitare un drammatico aumento di peso consumandolo tutte le mattine tranne che rinunciando al pranzo, e questo non voleva farlo; quanto a Raffaella, non era mai riuscita ad abituarsi a una colazione salata, per cui al massimo qualche volta prendeva pane tostato con la marmellata invece dei biscotti.
Mentre mangiavano – all'aperto, sotto al gazebo dove solitamente cenavano – Raffaella si rivolse a Richard.
"A Ferragosto – il 15 di agosto, la festa dell'Assunzione in Italia – diamo sempre una grande festa qui alla tenuta, per i nostri dipendenti e per quelli del maneggio, e i loro famigliari", disse.
"Sì, Nives me l'ha detto", annuì Richard. Era stato un poco riluttante perché non era una grande socializzatore e quindi non amava particolarmente partecipare alle feste, ma Nives gli aveva detto che sarebbe stato come in famiglia, perché i dipendenti delle due attività si conoscevano tutti e molti erano anche imparentati tra di loro, e questo lo aveva rassicurato. "Non sono un grande festaiolo", tenne comunque a precisare in tono di scusa. "Ma non mi tirerò indietro", guardò la fidanzata con il suo tipico piccolo sorriso. "Nives me ne ha detto meraviglie, di questa festa: ricco buffet di prodotti tipici, musica e perfino fuochi d'artificio."
"Esatto!" intervenne Jerry. "Di quelli mi occupo io, mi diverte molto e ho fatto un apposito corso per maneggiarli in tutta sicurezza."
"Bravo, la sicurezza non è mai troppa", commentò Richard.
Raffaella era stata messa al corrente da Nives della relativa avversione di Richard per le feste e quindi fu molto contenta della sua disponibilità a partecipare.
"So che sei una persona riservata, ma nessuno ti infastidirà né spettegolerà in giro della tua presenza qui", gli assicurò. "Che poi, se anche fosse e arrivassero curiosi e giornalisti, siamo in una proprietà privata e se becchiamo qualche intruso, lo facciamo buttar fuori come un ladro", concluse con un'aria feroce che non le era abituale. Si sentiva molto protettiva verso il fidanzato della sua cara amica Nives, per quanto riguardava la sua privacy, come lo era del resto anche Nives stessa.
"All'eventuale intruso posso dare io una lezioncina di kung fu gratis", dichiarò infatti la vicentina, in tono scherzoso ma non troppo. Jerry ridacchiò.
"Mai farvi arrabbiare, voi due", commentò.
"Già", annuì Raffaella. "Come tutte le persone tranquille, quando arriviamo ad arrabbiarci facciamo danni."
"Come me", borbottò Richard, che era il più quieto dei quattro e pertanto aveva molto raramente scoppi d'ira; ma era ben consapevole che, quando succedeva, faceva davvero paura, a causa della sua imponenza fisica e della sua voce, che diventava ancora più profonda.
Raffaella sorrise per alleggerire la momentanea tensione.
"Sono sicura che ti divertirai, Rich", disse.
"Ah, su questo non ho dubbi!" confermò vivacemente l'attore britannico, percependo la sua lieve ansia: la romana ci teneva molto al far sentire i suoi ospiti a loro agio.
Rassicurata, Raffaella proseguì. "Al mattino di quel giorno ci sarà un po' di trambusto, perché verranno a montare la pedana da ballo e la postazione musicale, e inoltre quelli del catering coi tavoli, le sedie, i gazebi – per le cibarie torneranno poi la sera quando prenderanno servizio – quindi dovrò trascurarvi un pochino per supervisionare il tutto; ma non ci vorrà molto, al massimo un paio d'ore. Vi terrà compagnia Jerry."
"Ho provato a aiutarla", intervenne l'arciere. "Ma Raffi vuol fare tutto da sé."
"Eh, amò, stai a fa' troppo casino", rise la romana.
"Colpevole, Vostro Onore", ammise Jerry ridendo a sua volta. "Quindi, per starle fuori dai piedi, vado a farmi un giro a cavallo. Potete venire con me – di solito Nives mi accompagna – oppure potete restare in piscina."
"Un giro a cavallo non mi spiacerebbe", ammise Nives. Anni prima, aveva preso lezioni di monta western, che rispolverava ogni volta che veniva all'Elba, ma non sarebbe mai stata una cavallerizza esperta, sia per mancanza di esercizio sia perché, in fondo, non aveva una vera passione, come aveva confidato a Richard.
"Io adoro cavalcare", sorrise quest'ultimo. "Ho perfino acquistato la giumenta che avevo ne Lo Hobbit, Lippy", raccontò a Raffaella e Jerry. "Tra noi è stato amore a prima vista."
"Devo essere gelosa?" brontolò Nives, accigliandosi in modo tanto plateale che tutti risero.
"Dove andremo?" s'informò poi Richard.
"A cinque minuti in auto c'è un centro ippico", rispose Raffaella. "Si chiama La Costa dei Gabbiani ed è diretto dal primo amico che mi sono fatta appena arrivata all'Elba. Si chiama Giorgio ed è un bravissimo istruttore. Voleva aprire una scuola di equitazione tutta sua, ma non sapeva dove andare. A me i cavalli fanno un po' paura, ma vedendo il suo amore e il suo entusiasmo, ho pensato perché no? Diversifichiamo le attività! È sempre una buona idea, negli affari, no? Allora abbiamo costituito una società: io ci ho messo il terreno e un po' di soldi, lui il resto del capitale e la costruzione del maneggio. Ha cominciato da solo con sua moglie Laura, anche lei brava istruttrice, e adesso hanno cinque dipendenti e un chiosco bar. Vengono da tutta l'isola a cavalcare qui", concluse Raffaella con giusta soddisfazione.
"Dovete sapere che Raffi mi ha regalato un cavallo", annunciò Jerry a quel punto. "Un paint dagli occhi azzurri di nome Sky."
"Accidenti, davvero un gran regalo: è uno dei cavalli americani più belli", considerò Richard. "E gli occhi azzurri sono molto rari."
"Non ne avevo idea", ammise Raffaella. "L'ho preso così solo perché è lo stesso colore degli occhi di Jerry", guardò il marito con evidente amore. "Volevo un regalo speciale per un uomo speciale."
Jerry ricambiò il suo sguardo, poi si sporse e la baciò sulle labbra.
"Non so se sono speciale, ma di sicuro so che sono fortunato", dichiarò. Richard si girò a guardare Nives, un sorriso lieve a curvargli le labbra.
"Anch'io", affermò, chinandosi verso di lei per imitare Jerry. Data la sua naturale riservatezza alla presenza di estranei, quello era un gesto insolito, per lui; ma con i due amici di Nives si sentiva a proprio agio come se li conoscesse da molto, molto tempo.
Dopo il momento di tenerezza con le rispettive compagne, Jerry tornò a rivolgersi a Richard.
"Dovrei continuare a familiarizzare con Sky", disse "Se a te e a Nives fa piacere, stamattina potremmo andare insieme fino al maneggio."
"Volentieri", l'attore accettò quindi.
"Benone", approvò Raffaella. "Così ne approfitto andare a Capoliveri a ritirare il quadro", guardò gli ospiti. "Ho commissionato a un'artista locale, una pittrice che mi piace molto, un olio su tela della vista dal nostro terrazzo", spiegò loro. "Stamattina ho trovato la sua e-mail che mi comunicava che è pronto."
Jerry annuì, poi si rivolse a Nives. "Nives, hai in programma di far visitare qualcosa, a Richard? Tipo qualche spiaggia?"
"Richard non ama molto le spiagge e il mare", rispose la donna. "Eppure, nonostante questo ha accettato di venire qui all'Elba, perché sa quanto a me invece piacciano."
La rivelazione guadagnò all'attore inglese occhiate di approvazione da parte di Jerry e Raffaella.
"Beh, dopotutto Nives è venuta a Cortina l'inverno scorso, anche se non ama la neve e sciare. Ho ritenuto semplicemente giusto ricambiare", spiegò Richard.
"Non è molto scontato, in un rapporto", commentò Raffaella. "Una volta ho avuto un ganzo che decideva solo lui dove andare e cosa fare. L'ho mollato dopo tre mesi", concluse sogghignando.
"Troppo buona, io l'avrei mollato dopo tre giorni!" esclamò Jerry in tono così esageratamente truce che gli altri si misero a ridere.
"Comunque, per rispondere alla tua domanda, sì", disse Nives dopo che il momento ilare fu passato. "Pensavo almeno alle due residenze napoleoniche."
"Sono dei must per chi visita l'isola", approvò Raffaella. "Ma se a Rich non piace il mare, come possiamo fare per la nostra consueta escursione a Cavoli?"
"Solitamente, andiamo a fare una giornata di snorkeling", spiegò Nives a Richard, guardandolo un po' dispiaciuta. "Ma posso farne a meno..."
"Stai scherzando?" la interruppe Richard. "Non permetterò che la mia avversione per il nuoto ti impedisca di goderti una cosa che ti piace. Verrò con voi, solo che non farò il bagno e mi limiterò a guardare e a far foto", concluse, facendo spallucce.
Messo al corrente del problema di Richard con l'acqua alta, Jerry aveva pensato però ad un'alternativa.
"Altrimenti, io e te potremmo andare a cavalcare", propose, avendone parlato con Raffaella.
Richard ci pensò su solo un momento.
"Grazie, Jerry, ma no: quando sto con Nives, preferisco passare ogni momento possibile insieme a lei."
La sua risposta piacque all'americano che, nei panni del suo nuovo amico, avrebbe fatto lo stesso, quindi gli fece un cenno d'assenso. Essa emozionò invece tantissimo Nives, che rivolse a Richard un sorriso colmo di gratitudine. Le sarebbe spiaciuto rinunciare all'annuale gita sulle rocce granitiche di Cavoli ed immergersi nell'acqua incredibilmente trasparente di quell'incantevole angolo d'Elba, ma le sarebbe spiaciuto ancora di più rinunciare alla compagnia di Richard anche solo per poche ore, esattamente come aveva appena dichiarato lui.
Quando ebbero finito di mangiare, riposero le stoviglie a lavare, poi si prepararono ad uscire. Richard, sapendo che avrebbe avuto l'occasione di cavalcare, aveva portato il suo abbigliamento informale da cavallerizzo, composto di attillati pantaloni blu e maglietta bianca, cap e stivali. Nives, che non aveva un abbigliamento dedicato, indossò invece dei jeans, una tshirt sbracciata lilla e stivaletti bassi; in testa calzò un cappellino da baseball blu con ricamato in giallo oro NCC-36100 Palladium.
"Che cosa significa quella scritta?" domandò Richard incuriosito, accennando al cappellino mentre scendevano al pianterreno. "Sembra il nome di un'astronave di Star Trek."
"Esattamente!" confermò Nives con un sorriso. "È il nome dell'astronave ossia del gruppo di trekker vicentini affiliato allo Star Trek Italian Club, di cui fanno parte anche Fulvia e Max. Si chiama Palladium in onore di Andrea Palladio, grande architetto originario di Padova ma le cui opere più note si trovano a Vicenza. Te le farò vedere, un'altra volta che verrai a trovarmi..."
Frattanto erano giunti dabbasso, dove trovarono Raffaella e Jerry già pronti. Quest'ultimo sembrava un moderno cowboy, con tanto di cappello Stetson in paglia, camicia western dalle maniche arrotolate e stivaletti di pelle dall'aria alquanto logora. Raffaella invece indossava un fresco abito di cotone bianco che faceva risaltare la sua abbronzatura.
"Ci vediamo dopo", disse al marito, scoccandogli un bacio sulle labbra. "Divertitevi!" aggiunse, salutando gli altri due con la mano e dirigendosi all'uscita.
"Prendiamo la mia macchina", suggerì Jerry. Salirono quindi sulla sua Stelvio e pochi minuti dopo erano arrivati al maneggio, dove trovarono Giorgio intento a strigliare uno degli appaloosa.
"Lieto di conoscerla, signor Armitage", disse in un ottimo inglese quando gli presentarono l'attore britannico, porgendogli la mano larga e callosa. "Piacere di rivederti, Nives", aggiunse poi, sorridendo e stringendo la mano anche alla vicentina.
"Piacere mio, Giorgio", ricambiò quest'ultima, "Come sta la tua famiglia?"
"Bene, grazie! State uscendo per un giro, immagino", disse, deducendolo dal loro abbigliamento.
"Sì", confermò Jerry. "Puoi sellare Lucky Star per Nives? E pensavo a o per Richard."
"Monta all'inglese, quindi", commentò Giorgio. "Direi che è adatto, vista la statura del signor Armitage", aggiunse, annuendo. "Preparo subito i cavalli."
"Per Sky ci penso io", si affrettò a dire Jerry, sempre allo scopo di abituare il cavallo a sé.
Mentre Jerry e Giorgio entravano nelle scuderie per andare a prendere le cavalcature, Nives portò Richard a fare un breve giro per il centro ippico, facendogli vedere il rettangolo dove facevano esercitare i principianti e il chiosco del bar.
Una quindicina di minuti più tardi, Jerry comparve sulla soglia delle scuderie conducendo Sky per le briglie; scorgendolo, si avvicinarono ed espressero la loro ammirazione per il bellissimo paint che, molto affabilmente, si lasciò accarezzare.
Giorgio arrivò poco dopo con i cavalli per Nives e Richard, che un inserviente aveva aiutato a sellare. Nives si avvicinò a Lucky Star, la mansueta giumenta di quarter horse che cavalcava sempre quando veniva al maneggio, ed allungò una mano per accarezzarle il muso; la cavalla la riconobbe e sbruffò un saluto, lasciandosi toccare ed anzi abbassando il collo per favorire il contatto.
Frattanto Richard stava facendo conoscenza con Titano, un magnifico esemplare di maremmano dal manto scuro particolarmente grande e decisamente adatto alla sua statura. Lo stallone, abituato a farsi cavalcare da sconosciuti, non si mostrò minimamente nervoso, tanto più che l'attore sapeva bene come trattare i cavalli. Come unica raccomandazione, Giorgio gli disse di non tirarlo troppo in bocca o rischiava di irritarlo.
Pochi minuti dopo erano in sella; Nives, incapace di issarsi in arcione da sola, aveva rifiutato l'aiuto di Richard e preferito usare l'apposita scaletta per salire, sentendosi più sicura a far da sé che non a farsi dare una spinta. Mosse le redini, un po' impacciata, e la cavalla obbedientemente si avvicinò agli altri due.
"Come si comporta?" stava chiedendo Richard, rivolto a Jerry e riferendosi a Sky.
"È molto ben addestrato", gli riferì lo statunitense. "Vivace ma disciplinato", vide arrivare Nives. "Richard, ti spiace metterti in coda? Così teniamo Nives tra noi due."
Era un modo per farla sentire più sicura, soprattutto alla prima uscita dopo un anno di pausa. Richard annuì e così s'incamminarono in fila lungo la strada sterrata che conduceva verso il Ginevro. Dopo una decina di minuti, Jerry si voltò.
"Pronta a provare il piccolo trotto?" domandò a Nives.
"Sì..."
"Bene, poi allunghiamo sul trotto, e se poi te la senti, galoppiamo anche un po'."
"Vediamo come va", disse Nives. "Mi sento sempre un'imbranata, quando ricomincio..."
"Andare a cavallo è come andare in bicicletta", affermò Richard, che aveva sentito lo scambio. "Una volta imparato, non dimentichi più come si fa."
"Questo è vero", confermò la donna. "Il mio maestro di yoga la chiama memoria del corpo e dice che è più forte di quella della mente, perché la mente può dimenticare, il corpo no."
Si avviarono quindi a trottare, dapprima piano, poi più velocemente; quando raggiunsero un tratto libero e pianeggiante molto ampio, Jerry li fece fermare.
"Vi spiace se lancio Sky al galoppo per qualche minuto?" chiese.
"Nessun problema", rispose Richard. "Intanto io e Nives facciamo un giretto tranquillo."
Jerry li ringraziò con un sorriso e poi diede di tallone al suo cavallo, partendo al galoppo; Nives lo guardò allontanarsi e suo malgrado fece una smorfia:
"Dubito che riuscirò mai a cavalcare con tanta disinvoltura come voi due: occorre tempo e pazienza, ma soprattutto occorre passione, e io non ce l'ho: anche se trovo carino cavalcare, non è un'attività a cui dedicherei molti sforzi per impararla..." guardò Richard con aria di scusa. "Mi spiace..."
"Ehi, non possono piacerci sempre le stesse cose", disse lui, molto saggiamente. "Come per lo sci; ma ci sono talmente tante altre cose che invece piacciono a tutti e due, che non starei a preoccuparmi per un paio che invece non condividiamo... anzi va bene, così ciascuno ha anche cose proprie a cui dedicarsi."
"Vero, è importante avere anche i proprio spazi", concordò Nives; uno degli errori che, a parer suo, aveva fatto quand'era stata sposata, era che faceva solo le cose che piacevano anche al marito, ma non faceva mai quelle che piacevano soltanto a lei, mentre lui invece sì. Non era giusto, ma a quel tempo non se ne rendeva conto.
Si riavviarono, dapprima nuovamente al passo, poi ancora al trotto. Richard le insegnò come capire meglio il modo di battere la sella e lei, dopo alcuni tentativi, cominciò a mettere in pratica.
"Hai un talento naturale per cavalcare", la complimentò Richard.
"Me lo ha detto anche Jerry", sorrise Nives, lusingata.
"Davvero?" fece Richard. "Sicura che non svilupperai la passione per l'equitazione...?" aggiunse sorridendo. Nives gli lanciò un'occhiata molto maliziosa:
"Veramente preferisco di gran lunga cavalcare te..."
Gli occhi dell'attore mandarono un lampo:
"Attenta, potrei tirarti giù da cavallo e portarti dietro quei cespugli a fare subito quel tipo di cavalcata..."
Nives si sentì rimescolare al pensiero di fare l'amore con Richard in mezzo alla natura, ma come al cerchio di faggi sulle pendici del monte Summano, la paura di esser scoperta la frenava. Poi rammentò il grande giardino della villa dei suoi amici e la gola le si seccò mentre alla sua mente si affacciava l'idea di farlo là. Aveva acquistato appositamente un lungo abito verde estivo da indossare per interpretare Nerwen e passeggiare in quel giardino con Richard nei panni di Aryon, ma non aveva pensato di arrivare a far l'amore lì con lui.
Fino a quel momento.
Doveva parlarne con Raffaella e concordare un momento in cui la sua amica e Jerry avrebbero lasciato loro l'intimità necessaria...
"Dalla tua espressione direi che stai pensando a qualcosa di molto birichino" proseguì Richard, guardandola sornione. Nives ridacchiò.
"Hai indovinato... ma non ti dirò a cosa sto pensando, sarà una sorpresa."
"Uhm, devo preoccuparmi...?"
Lei scoppiò a ridere. "Non riuscirai a farmi dire niente, mio bel ragazzo britannico, rassegnati!"
"Oh, e va bene..." brontolò lui, poi si sporse e le fece una carezza sul braccio. "Ti amo da impazzire, lo sai?"
Gli occhi di Nives sfolgorarono mentre gli rivolgeva un sorriso luminoso. "E io amo te da impazzire..."
In quel momento, Jerry tornò dalla galoppata e si affiancò a loro.
"Vuoi far fare una corsa a Titano?" domandò, rivolto a Richard. "Tengo io compagnia a Nives."
Richard annuì e, dopo un sorriso a Nives, spronò il maremmano, che balzò in avanti lanciandosi di corsa. Nives lo seguì con gli occhi, ammirando lo stile impeccabile dell'attore britannico.
"Ti stai divertendo?", le domandò Jerry; la vicentina annuì:
"Sì! Anche se non ho la vostra stessa passione, mi piace cavalcare."
L'arciere la osservò. "Batti la sella molto meglio di prima..."
"Merito di Richard, mi ha spiegato bene come fare", naturalmente parlarne la distrasse e ricadde sulla sella troppo pesantemente. "Uffa, ci devo ancora lavorare..."
Jerry rise. "Non preoccuparti, nessuno è nato maestro! Con l'esercizio imparerai anche tu, come guidare l'auto: all'inizio si fa fatica a ricordare tutto, ma poi viene naturale senza pensarci. Sarà lo stesso per cavalcare."
Continuarono a caracollare al trotto e a chiacchierare per una decina di minuti, osservando Richard condurre Titano al galoppo attorno e attraverso l'esteso terreno libero.
"Voglio provare a galoppare di nuovo al più presto", dichiarò Nives con decisione. "È troppo divertente!" sorrise a un ricordo spassoso. "Ti ho mai raccontato della prima volta che ho galoppato?"
Jerry scosse la testa. "No, non mi sembra proprio."
"Ricordi che ti ho detto che anni fa ho preso delle lezioni di equitazione western?" Jerry stavolta annuì. "Beh, dopo una mezza dozzina di lezioni nel rettangolo abbiamo cominciato ad uscire in passeggiata e alla seconda uscita, la cavalla – ricordo che si chiamava Duchessa e che era bianca, ma non so la razza – si è eccitata per qualcosa ed è partita al galoppo."
"Ti sei spaventata?"
"Solo un poco e per pochi istanti, poi ho visto che era perfino più facile che trottare e mi sono goduta la corsa, ma è durata forse un minuto perché l'istruttore, preoccupatissimo, mi è corso dietro e ha fermato Duchessa... poi quando ha visto che io non ero spaventata, ne è stato contento, ma ha detto che dovevo fare un po' più esperienza prima di ripetere. Peccato che poi non ho più potuto andare", concluse con una smorfia dispiaciuta. "Se avessi continuato almeno un altro po', adesso vi sarei meno di peso..."
"Non dirlo neanche per scherzo!" la redarguì Jerry. "Non sei affatto un peso, farti compagnia è un piacere: siamo o non siamo amici?" concluse con un gran sorriso. Nives lo contraccambiò e pensò che, dopo Richard, quello di Jerry era il sorriso maschile più bello del mondo. Comprendeva perfettamente come Raffaella avesse potuto perdere la testa per lui al punto da decidere di sposarlo dopo appena sei mesi dal primo incontro.
Si misero in movimento, dapprima al passo, poi al trotto, con Nives che si sforzava di battere la sella nella maniera corretta.
"Nives, ma tu lo sapevi, che Raffi aveva intenzione di comprare un cavallo apposta per me?" le domandò Jerry di punto in bianco. Lei sorrise:
"Certo che lo sapevo, fin da quando ha cominciato a pensarci!"
"Lo immaginavo! Beh, di certo è stata una sorpresa straordinaria... così com'è straordinaria la donna che me l'ha fatta", Jerry sorrise molto dolcemente. "Sai, prima di conoscere Raffi, non credevo che si potesse amare così tanto..."
"Anche Raffi ti ama tantissimo", gli disse Nives. "Così come io amo Richard..."
"E lui ama te allo stesso modo", affermò Jerry. "Ho visto come ti guarda. Sono veramente molto felice per te. Vedevo quanto la tua solitudine ti rattristava, mentre adesso sei raggiante."
A conferma, il sorriso di Nives si fece luminoso come il sole.
"Sai, continuo a pensare di star vivendo un sogno", confidò all'amico. "Il sogno di una fangirl, l'ho chiamato", il suo sorriso si ridusse visibilmente. "Non riesco a liberarmi del tutto del timore di risvegliarmi e di trovarmi in una realtà in cui Richard e io non stiamo insieme..."
"Non pensarci neanche! Ora ti do un pizzicotto, così ti renderai conto che è tutto reale", Jerry la buttò sullo scherzo per scacciare i timori dell'amica, cui era affezionato quasi quanto alle sorelle. Soddisfatto, vide il sorriso di Nives tornare ad allargarsi.
In quel momento, Richard li raggiunse e fermò Titano; cavallo e cavaliere sembravano molto soddisfatti.
"Torniamo?" propose Jerry. "Sta cominciando a far caldo..."
Gli altri due furono d'accordo: non erano ancora le dieci e mezzo, ma la temperatura era già molto elevata, preannunciando l'ennesima giornata di fuoco di quell'estate torrida.
Tornati alle scuderie, Giorgio insistette che lasciassero i cavalli alle cure sue e degli inservienti.
"Tu occupati dei tuoi ospiti", invitò Jerry, sorridendo. "Non devi trascurarli."
Anche se aveva progettato di occuparsi di Sky per continuare l'approfondimento della reciproca conoscenza, Jerry acconsentì con gratitudine.
Richard e Nives pagarono il noleggio dei cavalli, poi con Jerry risalirono in macchina e tornarono a casa, dove trovarono Raffaella, che era già rientrata da Capoliveri. La donna mostrò loro il quadro che era andata a ritirare, uno scorcio del mare visto dal terrazzo di Villa d'Altariva con, in primo piano, un fico d'india fiorito.
"Che bei colori!" esclamò Nives. "Si vede che la pittrice è una persona positiva."
"Proprio così", confermò Raffaella. "Per questo le ho commissionato il lavoro. Detesto i dipinti dai colori smorti, qualsiasi sia il soggetto."
"Anch'io", affermò Richard. "E anche se certi sono considerati dei capolavori, non mi piacciono le nature morte. Preferisco di gran lunga paesaggi dai colori vividi come questi."
"Sai che Richard ha interpretato Claude Monet in uno sceneggiato?" intervenne Jerry.
"Certamente", confermò Raffaella. "Me l'ha detto Nives. Guarda caso, il suo pittore preferito!"
"Una coincidenza incredibile", commentò Nives, guardando Richard sorridendo. "Ma quella barbetta caprina che hai avuto per tutto il tempo non mi piaceva per niente!"
Richard rise di gusto. "Confesso che non piaceva neppure a me! Pensa a quali sacrifici deve fare un povero attore per amore della sua arte..."
Era suo tono era così comicamente tragico che tutti scoppiarono a ridere.
"Vado a farmi una doccia rinfrescante", annunciò poi Nives. "Poi andrei volentieri a fare un bel tuffo corroborante in piscina, ci state?"
Gli altri accettarono, così una ventina di minuti dopo si ritrovarono in giardino.
Ciascuna coppia si accomodò su uno dei letti da sole collocati ai due lati opposti della vasca: Raffaella li aveva posizionati appositamente a quel modo, affinché ciascuna coppia potesse avere un minimo di privacy; oltretutto, era possibile escludersi vicendevolmente dalla vista con il semplice accorgimento di tirare le tende. Raffaella era stata molto esplicita con Nives: lei e Richard potevano fare quello che volevano dove volevano, in casa, in giardino, in piscina, bastava concordare tempo e luogo in modo che una coppia non inciampasse inavvertitamente nell'altra mentre avveniva uno scambio di effusioni. Dovevano solo fare attenzione a Salvo e Marcella dopo le sei di sera, quando arrivavano per preparare la cena e rassettare un po' la casa.
"Ti spalmo la crema sulla schiena?" domandò Richard a Nives quando si fu sdraiata.
"Grazie", accettò lei, porgendogli il prodotto, poi si girò bocconi e sciolse il nodo del reggiseno.
"Ti metti in topless?", fece lui, svitando il flacone.
"No", rispose Nives. "Quello è solo per i tuoi occhi... è che non mi piace il segno del reggiseno sulla schiena."
"Guarda che non sono geloso di Jerry", la rassicurò Richard, cominciando a stendere la crema sulle sue spalle. "E spero che tu non lo sia di Raffi."
"Non è questione di gelosia, ma di pudore", ammise Nives. "Probabilmente si può definirlo un eccesso di pudore. In tutta la mia vita, solo quella volta a Maiorca, sulla spiaggia di D'Es Trenc, mi son tolta il reggiseno, perché era una spiaggia mista dove potevano stare anche i naturisti. Le donne erano tutte in topless o nude e mi sentivo fuori posto, così..." si strinse nelle spalle. "Devo dire però che fare il bagno tette al vento è stato stupendo: la sensazione dell'acqua che ti scivola addosso senza impedimenti è fantastica. Voi uomini non avete idea di cosa significhi", concluse ridendo.
"Sicuramente no", concordò l'attore, continuando a spalmare la crema. "Ma al giorno d'oggi nessuno si scandalizza più per un topless, tranne i bacchettoni, e io non sono certo tra quelli, non col lavoro che faccio. Insomma, sentiti libera di fare come ti piace di più, topless o no", concluse, deponendole un tenero bacio su una spalla. "Mmmhh, profumi di cocco, mi vien voglia di morderti..." e dicendolo, la mordicchiò.
"Ehi, sei proprio insaziabile!" esclamò lei in tono di finto rimprovero.
"Con te, sempre", ammise candidamente Richard, sghignazzando; poi si scostò e si applicò anche lui della crema solare – a protezione totale perché, da inglese verace, aveva la pelle molto chiara e piuttosto delicata – infine inforcò i suoi Ray-Ban e si sdraiò supino accanto a Nives.
Più tardi pranzarono; Nives chiese di mangiare soltanto un'insalatona e Raffaella l'accontentò, aiutandola a confezionarne una di coloratissima a base di valerianella, rucola, peperoni cornetti gialli e pomodorini, cui aggiunsero le deliziose olive elbane e dei cubetti di feta, il famoso formaggio greco di pecora che Nives aveva imparato ad amare durante una vacanza sull'isola di Creta. Gli uomini invece si confezionarono dei ricchi panini di schiaccia – la tipica focaccia salata elbana – abbondantemente imbottiti di succulenta porchetta e rigorosamente nient'altro, per non sovrapporre troppi sapori e rovinare l'effetto complessivo. Da bere, date le temperature africane, preferirono evitare alcolici e favorirono quindi dei succhi di frutta.
Subito dopo pranzo, Raffaella e Jerry si scusarono, dovendo dedicare un paio d'ore al lavoro. Tornarono prima del previsto e trascorsero il resto del pomeriggio assieme ai loro ospiti, oziando all'ombra dei baldacchini e sguazzando in piscina.
Quella sera, Marcella preparò il risotto al nero di seppia nella piccante versione tipicamente elbana; Richard rimase di stucco, perché non aveva mai visto un risotto nero. Ne fu comunque entusiasta, così come lo fu del dessert, nuovamente un prodotto tipico dell'isola: la schiaccia briaca, ossia la versione dolce della schiaccia che aveva assaggiato a pranzo, di colore rosato carico perché contenente il vino rosso passito dell'Elba – l'Aleatico – e noci, nocciole e mandorle tritate nell'impasto, nonché pinoli in superficie, naturalmente accompagnato da un bicchierino dell'Aleatico prodotto dalla Tenuta d'Altariva.
"Che ne dici se domattina facciamo un'uscita a Capoliveri?" propose Raffaella a Nives. Era loro abitudine infatti fare almeno un'escursione per acquisti nell'incantevole cittadina elbana – considerata da molti la più bella dell'isola – dove si potevano trovare sia negozi di lusso come Gucci o Bulgari, sia negozietti locali e laboratori artigianali.
"Certamente!" accettò subito la vicentina. "Richard, dovresti venire anche tu: è una bellissima cittadina medievale che merita una visita. Puoi trovare qualche bel souvenir da portare a casa, e anche un regalo per tua madre."
Ricordava come anche a Venezia le avesse preso un pensiero, da figlio affettuoso.
"Sì, volentieri", accettò l'attore britannico.
"Bene, allora mi unisco alla compagnia", dichiarò Jerry. "Meglio partire prestino, sia per evitare la folla che per schivare il caldo. Alle nove va bene?"
"Io sono un tipo mattiniero", lo informò Richard. "Proprio come Nives."
"Allora lo siamo tutti", rise Raffaella. "Anche io e Jerry. Direi pertanto che partire alle nove va benissimo. Ci vuol pur sempre una ventina di minuti per arrivare."
"E se arriviamo presto, riusciamo a parcheggiare comodamente in centro, altrimenti c'è da scarpinare", aggiunse Jerry.
"Ti piace il pesce, Rich?" s'informò Raffaella.
"Sì, molto."
"Allora potremmo andare a pranzo da Galvano a La Lampara, vi va l'idea?"
"Assolutamente sì", Nives accettò con entusiasmo. "È uno dei migliori ristoranti di pesce di tutta l'Elba", aggiunse poi a beneficio di Richard.
"Per me va bene, ma a una condizione", disse l'attore britannico con espressione seria.
"Ovvero?" lo sollecitò Jerry, leggermente preoccupato.
"Che mi permettiate di offrire", vedendo che gli anfitrioni stavano per protestare, sollevò una mano. "Non intendo accettare un no per risposta: sono ospite a casa vostra, permettetemi di offrirvi almeno il pranzo quando usciamo!"
"A dire il vero, lo fa sempre anche Nives", ammise Raffaella sorridendo.
"E intendo farlo anche questa volta", asserì la vicentina. "Una bella cena al Drago di Mare di Morcone, come al solito", guardò Richard. "Un posto molto romantico, affacciato sul mare..."
La voce le mancò e sorrise per nascondere la commozione che l'aveva presa a tradimento: quante volte, negli anni passati da single forzata, aveva sognato di andarci con l'uomo che amava... e finalmente quest'anno avrebbe potuto farlo. Con nientemeno che Richard Armitage, il suo amore di sogno...
Richard vide il suo turbamento e ne fu colpito, anche se non ne comprese subito il motivo; poi ci arrivò: aveva detto che si trattava di un posto molto romantico, e sapendo quanto le era pesata la sua lunga solitudine sentimentale, immaginò che avesse desiderato con struggimento di andarci con un compagno. Le prese la mano e le accarezzò dolcemente le dita, facendole comprendere d'aver capito. Gli occhi di Nives luccicarono di lacrime di felicità, che riuscì a trattenere sbattendo rapidamente le palpebre.
"Che ne dite di qualche altra partita a UNO?" propose, deviando completamente il discorso per superare quel momento di profonda commozione.
Jerry e Raffaella, cui non era sfuggito il significato dello scambio di frasi tra gli altri due, si guardarono sorridendo.
"Certo!" esclamò Raffaella. "Voglio la rivincita!"
E rivincita ebbe, tra molte risate ed esclamazioni vittoriose o di disappunto a seconda se le cose andavano bene o meno.
Infine andarono a dormire, lieti d'aver trascorso una splendida giornata.
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