Capitolo V: Domenica 9 agosto 2015

Capitolo V: Domenica 9 agosto 2015

Raffaella si svegliò tra le braccia di Jerry, che la cingeva da dietro. Cercò di muoversi pianissimo, ma come fece per scostarsi, sentì la sua stretta accentuarsi.

"Dove scappi, honey?" lo udì mormorare; un istante dopo lo sentì strofinare il naso contro la sua spalla nuda e poi le sue labbra che vi deponevano un bacio.

"In bagno!" rispose ridendo. "Dammi un minuto..."

Lui la lasciò andare, non senza averle prima accarezzato un fianco; quando tornò in camera dopo essersi rinfrescata, Raffaella scoprì che il marito aveva aperto le imposte, lasciando entrare la luce di quel mattino estivo, poi era tornato a letto.

Vedendo arrivare la moglie, Jerry finse di sbadigliare, passandosi una mano tra i capelli in un gesto che metteva in evidenza il suo fisico atletico. Raffaella si fermò sulla porta del bagno, ammirandolo; Jerry aprì gli occhi, sorridendo sornione: sapeva esattamente che effetto le faceva.

"Sei proprio un...un... filibustiere!" sbottò Raffaella. "Ora te la faccio pagare!"

Si avvicinò rapidamente al letto e lo spinse sdraiato sulla pancia, poi gli si mise cavalcioni sulle gambe in modo che non potesse girarsi. Cominciò ad accarezzargli la schiena, partendo dalle spalle e scendendo fino alle natiche sode; tornò a salire con la punta delle dita per poi ridiscendere, graffiandolo leggermente con le unghie.

"Ah! Baby, chi è la filibustiera, adesso...?" gemette Jerry, inarcandosi sotto il suo tocco.

"Così impari a farmi venire la tachicardia di mattina appena sveglia!" ridacchiò Raffaella, abbassandosi e sfiorandogli la schiena con la punta dei seni, poi si sdraiò sopra di lui e gli baciò la nuca con labbra leggere come farfalle.

Jerry tremò violentemente per l'eccitazione e sentì tutto il sangue affluire alla sua virilità, facendola sbocciare prepotentemente.

"L'hai voluto tu!" proferì in tono di finta minaccia, dandosi una spinta con le braccia e rotolando sulla schiena, facendo di conseguenza rotolare anche Raffaella; poi si girò subito di nuovo ed in un attimo fu sopra di lei, le afferrò le braccia e gliele sollevò in alto prima di chinare la testa e baciarla appassionatamente.

Ci volle un po', prima che si alzassero dal letto.

OOO

Conoscendo bene i gusti di Jerry, Marcella si era premurata di preparargli la tipica colazione all'americana a base di uova strapazzate, pancetta magra affumicata per sostituire il bacon, fette di pan tostato, marmellata d'arance, cereali, nonché caffè, mentre per Raffaella c'era il classico cappuccino con biscotti – adorava particolarmente gli Abbracci del Mulino Bianco – e un cornetto vuoto fresco di pasticceria.

Mentre mangiavano con appetito – sicuramente stuzzicato dalla loro attività mattutina – Raffaella udì il suono che notificava l'arrivo di un messaggio via Whatsapp. Ferma sostenitrice che a tavola non si debba trafficare col cellulare, lo avrebbe ignorato se non per il fatto che aveva silenziato tutti tranne le persone di famiglia, così diede un'occhiata e vide che si trattava della figlia di Jerry.

"È Alyssa", lo informò, aprendo il messaggio. Leggendolo, sorrise. "Dice che ha trovato il libro in una fumetteria di Pasadena. Ha subito pensato che non fosse un mero caso e che fosse lì perché lo prendesse per me. Tua figlia è semplicemente adorabile", concluse, non senza una certa commozione.

"Mi piacerebbe che, dopo la laurea, venisse a stare da noi", considerò Jerry.

"Piacerebbe anche a me ma, purtroppo, obiettivamente le migliori opportunità di lavoro le avrà negli Stati Uniti, non qui in Italia, figuriamoci poi in un ambiente ristretto come l'Elba."

Lo statunitense sospirò.

"Sfortunatamente hai ragione... Però magari potrebbe prendersi un periodo sabbatico, tra la laurea e l'inizio della vita lavorativa, magari tre o quattro mesi che potrebbe trascorrere qui, se tu sei d'accordo."

"Questa è anche casa tua", gli ricordò Raffaella. "Alyssa sarà sempre la benvenuta, ogni volta che vorrà venire e per tutto il tempo che vorrà rimanere. Sai che è come una figlia, per me..."

"Per certi versi, tu sei sua madre più di Sonya, che non ha mai apprezzato la sua predisposizione per l'informatica e sognava per lei una carriere simile alla propria, mentre tu invece l'hai sempre incoraggiata e sostenuta."

I suoi rapporti con l'ex moglie, seppure civili, erano comunque sempre alquanto tesi e passavano quasi sempre attraverso i rispettivi avvocati.

"Sono molto felice che Alyssa e io andiamo tanto d'accordo", affermò Raffaella, che nutriva autentico affetto per la figlia del marito. Si alzò. "Parlando di regali, anch'io ne ho uno per te, solo che per vederlo dobbiamo fare un giretto in macchina..."

Molto sorpreso, Jerry seguì la moglie nell'atrio, dove l'attese finché andava a recuperare la borsetta.

"Guido io", si offrì quando la vide tornare.

"No, perché tu sarai bendato", disse Raffaella serafica, porgendogli un foulard. "Altrimenti, se vedi dove andiamo, capirai subito di cosa si tratta, mentre vorrei che restasse una sorpresa fino all'ultimo momento possibile."

"Caspita, la cosa si fa sempre più interessante!" esclamò Jerry, prendendo il fazzoletto di seta viola. "Non è che tu voglia farmi qualcosa alla Nove settimane e mezzo...?" aggiunse con un'aria così buffamente speranzosa che Raffaella scoppiò a ridere.

"Non stavolta, ma mi hai fatto venire idee pericolose!" dichiarò mentre uscivano. Jerry la seguì e si arrampicò sul sedile del passeggero.

"Guarda che ci conto", disse con la massima serietà. Raffaella fece un sorrisetto pieno di promesse e mise in moto; Jerry allora piegò il foulard per farne una benda e si coprì gli occhi, legando le cocche dietro alla testa.

"Non imbrogliare", gli raccomandò la moglie. "Odio quando mi rovinano le sorprese..."

"Non lo farò, giurin giurello!" le assicurò lo statunitense.

Il tragitto durò pochi minuti; dopo aver fermato la macchina, Raffaella annunciò:

"Siamo arrivati, ma non toglierti ancora la benda."

"Okay", disse Jerry. Raffaella scese dal SUV e andò ad aprire la portiera del passeggero, aiutando l'accecato marito a scendere a sua volta. Jerry mosse qualche passo, poi una zaffata di stallatico raggiunse il suo naso, proprio mentre udiva il suono di un nitrito in lontananza. Combinati alla brevità del tragitto, questi indizi gli fecero capire dove si trovassero.

"Ma... siamo al maneggio?" domandò.

Poco dopo aver avviato l'attività di vitivinicoltura, Raffaella aveva affittato un terreno boscoso con un'ampia radura ad un'associazione sportiva che aveva creato il centro ippico Costa dei Gabbiani, dove si praticava sia monta all'americana che all'inglese. Ospitavano una dozzina di cavalli, quarter horses e appaloosa per la monta western, maremmani per la monta all'inglese.

"Dovevo prevedere che uno yankee cresciuto in un ranch riconoscesse un maneggio anche bendato!" sbuffò Raffaella, fingendo irritazione. "Dai, togliti la benda e vieni a conoscere il nuovo ospite di Giorgio", concluse, riferendosi al proprietario del centro ippico nonché, dopo otto anni di proficua collaborazione, ormai anche buon amico.

Jerry si liberò del foulard e lo restituì alla proprietaria, che lo ficcò nella borsetta e gli fece cenno di seguirla. Entrando nella scuderia, videro Giorgio e due suoi collaboratori sul fondo, impegnati a preparare dei cavalli – evidentemente qualcuno aveva prenotato una passeggiata – e si scambiarono dei cenni di saluto.

Raffaella si fermò davanti al secondo stallo e si girò verso Jerry.

"Ti presento Sky", disse, sulle labbra un sorriso da un orecchio all'altro.

Jerry si avvicinò. Un bellissimo paint bianco e nero si girò a guardarli con gli occhi più azzurri che Jerry avesse mai visto in un cavallo.

"L'ho acquistato per te", annunciò Raffaella, tutta gongolante.

A momenti la mascella di Jerry cadeva a terra: conoscendo l'avversione della moglie per i cavalli, di cui aveva un irrazionale quanto autentico timore, non si sarebbe mai aspettato un regalo del genere.

"L'hai comprato per me?" ripeté, quasi senza fiato. Lei rise di contentezza.

"Sì! Mi ha consigliato Giorgio", raccontò. "Ti piace?"

"È bellissimo! Ma... perché? Il mio compleanno è a gennaio, il nostro anniversario di matrimonio è a febbraio, e Natale è ancora lontano..."

"Devo avere per forza un motivo, per farti un regalo?" domandò lei, inclinando la testa di lato in una mimica che Jerry trovava adorabile. Si sentì pungere gli occhi da lacrime di commozione; le scacciò sbattendo le palpebre ed abbracciò Raffaella, stringendola così forte da stritolarla.

"Certo che no", le mormorò, prima di baciarla a perdifiato. Sky li osservò, poi emise un leggero sbuffo come ad esprimere perplessità.

Dopo un lunghissimo, dolcissimo bacio, Jerry staccò le labbra da quelle di Raffaella per guardarla negli occhi, che stavano splendendo di gioia.

"Ti amo da impazzire, honey", le disse sottovoce, cullandola per qualche istante. Le baciò i capelli, poi la lasciò andare. "Meglio se mi do una calmata, o qui finisce che facciamo un tipo di cavalcata diversa da quella che si può fare con questo splendido paint... quei mucchi di fieno sembrano piuttosto comodi..." sogghignò, indicando sul fondo dello stallo.

Raffaella si sentì di colpo accaldata mentre si raffigurava sdraiata nuda sul fieno assieme a Jerry.

"Oh... beh..." bofonchiò, poi all'improvviso fece un sorrisetto malizioso. "Si può fare, amò... una notte o l'altra..."

Jerry si sentì seccare la gola all'idea ed emise un sospiro di desiderio. "Attenta, baby, ti prendo in parola..."

"Sai che io sono una donna di parola", gli rammentò lei, strizzandogli un occhio. Non aveva mai pensato di fare l'amore tra la paglia di una scuderia, ma adesso l'idea la stava stuzzicando parecchio. In quel momento però era inopportuno indulgere in questo tipo di pensieri, così sviò il discorso. "Non vuoi far conoscenza con Sky?" domandò.

"Certo!" accettò subito Jerry. "Vieni qui, bello", disse poi al cavallo, allungando una mano per farsi annusare.

In quel momento, vennero raggiunti da Giorgio.

"Ciao, Raffi. Bentornato, Jerry", li salutò, "Come sta tua madre?"

"Molto meglio, grazie per aver chiesto", rispose lo statunitense, grato del suo interesse.

"Spero che possa tornare presto a trovarci", commentò Giorgio, riferendosi alla visita che Vanessa aveva fatto tre anni prima alla Tenuta d'Altariva.

"Piacerebbe anche a lei. Magari il prossimo anno."

Giorgio si avvicinò allo stallo. Era un omone grande e grosso, biondo fulvo con una barba rossa che lo faceva assomigliare ad un vichingo.

"Vedo che stai facendo conoscenza con Sky", osservò. "Che ne dici, Raffaella e io abbiamo scelto bene?"

"Una scelta perfetta, direi", affermò Jerry. "Quanti anni ha?"

"Quasi quattro. È stato domato sei mesi fa da un addestratore di cui mi fido molto. Dice che ha un carattere molto docile e generoso, e che gli piacciono in particolare le carote. Tieni", aggiunse, allungandogli un grosso esemplare dell'ortaggio in questione. Jerry lo accettò e lo porse a Sky, che lo annusò brevemente prima di prenderlo delicatamente tra i denti e iniziare a masticarlo.

"Che ne dici di portarlo nel paddock e lavorare un po' con la lunghina?" propose Giorgio.

"Eccellente idea", accettò subito Jerry.

"Io vado a sedermi all'ombra e mi bevo un bel tè freddo", annunciò Raffaella, indicando la panchina sotto un eucalipto – pianta importata dall'Australia che aveva trovato un habitat favorevole in quella parte dell'isola – prima di uscire dalla scuderia e dirigersi al chiosco che fungeva da bar.

Jerry aprì lo stallo e prese la cavezza di Sky, conducendolo con mano ferma ma gentilmente. Giorgio lo aiutò a mettergli delle fasce da lavoro, per proteggere gli arti vista la sua giovane età, poi Jerry agganciò la lunghina all'apposito anello sul davanti della cavezza. Poco dopo faceva girare Sky nel paddock in un ampio cerchio, osservandone il modo di muoversi; notò che aveva un passo sicuro, agile e leggero, e che rispondeva molto bene ai suoi comandi, sia verbali che posturali.

"Ha voglia di correre", segnalò ad alta voce, rivolto a Raffaella che, come aveva annunciato, era andata a sedersi poco lontano e stava sorbendo un tè verde freddo.

"Allora oggi pomeriggio puoi tornare qui e fargli fare una passeggiata", lo esortò lei. Jerry fu tentato, ma solo per qualche istante. Scosse la testa.

"Preferisco stare con te, honey", dichiarò. Conoscendo il suo amore per i cavalli e ben immaginando la sua eccitazione per l'inaspettato regalo che lei gli aveva fatto, Raffaella si sentì sfarfallare lo stomaco per la commozione. Tuttavia, per quanta voglia avesse anche lei di stare col marito dopo le settimane di separazione, le spiaceva troppo fargli ritardare il piacere di cavalcare Sky per la prima volta, quindi pensò ad un compromesso.

"Beh, anche oggi farà molto caldo", considerò. "Puoi tornare verso sera, diciamo per le sei e mezzo, e fare un giro di un'oretta."

"Ottima idea", approvò Jerry con un gran sorriso. Sky si muoveva obbedendo prontamente ai suoi comandi, dimostrando di essere stato addestrato molto bene. Dopo una decina di minuti, gli fece cambiare direzione; lo incitò al galoppo e ne ammirò la potenza e l'eleganza. Era indubbiamente un cavallo di gran classe.

Quando terminò, poiché avevano lavorato in pieno sole, sia il cavallo che il suo futuro cavaliere erano accaldati, nonostante fossero appena le dieci del mattino. Jerry raccolse la lunghina, facendo avvicinare Sky, poi lo condusse all'abbeveratoio, situato all'ombra accanto all'ingresso della scuderia. Frattanto, Giorgio e i suoi assistenti erano usciti in passeggiata con un gruppetto di clienti, così Jerry e Raffaella erano rimasti da soli.

Jerry prese una canna dell'acqua e rinfrescò le zampe di Sky.

"Cielo che caldo", borbottò, asciugandosi il sudore dalla fronte. Udendolo, Raffaella pensò di fargli uno scherzetto: afferrò un'altra canna dell'acqua e lo schizzò leggermente.

"Ehi!" protestò lui, ridendo, poi le rivolse contro l'erogatore della propria canna e la spruzzò a sua volta.

"Ah!" esclamò la donna, ostentando delizia. "Con questo caldo ci vuole proprio!"

Regolò l'erogatore sulla modalità spray e lo diresse sul marito, bagnandogli la parte anteriore della maglietta, che gli si appiccicò addosso rivelando i rilievi dei suoi tonici pettorali.

"Chi la fa l'aspetti", commentò Jerry con un sogghigno diabolico, ricambiando il favore. Attraverso la stoffa bagnata della maglietta e del reggiseno, emersero i capezzoli ritti che calamitarono il suo sguardo.

"Sei un briccone!" lo accusò lei, ridacchiando. "Deponiamo le armi e torniamo a casa, che è meglio..."

"Peccato, mi piace vederti in versione Miss Maglietta Bagnata", dichiarò Jerry, facendo penzolare la lingua in un'imitazione volutamente buffa di un lupo affamato. Raffaella raccolse la sfida.

"Ma davvero?" fece, spingendo in fuori il seno; di colpo, Jerry si sentì più accaldato che mai.

"Razza di monella... aspetta che ti prenda..." finse di minacciarla. Raffaella non si mosse ed anzi gli fece una linguaccia; allora Jerry le andò vicino e l'afferrò per la vita.

"Adesso te la faccio pagare!" mormorò, chinandosi su di lei e baciandola appassionatamente. La donna gli passò le braccia dietro la schiena e ricambiò il bacio con uguale ardore, incurante di chi potesse vederli.

"Anche tu non sei male in versione Mister Maglietta Bagnata", gli disse poi. Risero insieme del loro gioco infantile, sentendosi spensierati proprio come fanciulli. Era una cosa che accadeva loro spesso: stare insieme li metteva invariabilmente di buonumore.

Riposte le canne dell'acqua, si asciugarono alla meno peggio con la carta a rotoli che si trovava nell'ingresso delle scuderie, poi Jerry riaccompagnò Sky nel suo box.

Tornarono a casa, dove si cambiarono; Raffaella indossò un fresco abito bianco dalle spalline sottili, mentre Jerry mise una tshirt sbracciata azzurra e un paio di bermuda in tinta. Infine, scesero a pranzare.

Faceva troppo caldo per mangiare all'aperto, così Salvo aveva avvedutamente preparato in sala da pranzo, dove il climatizzatore era in funzione al minimo. Questa era una cosa cui Jerry aveva dovuto abituarsi, perché negli Stati Uniti solitamente si usava mettere questi apparecchi a palla, ma Raffaella era stata irremovibile: non voleva assolutamente sbalzi di temperatura eccessivi tra interno ed esterno, che erano estremamente nocivi, e Jerry non poteva darle torto.

Si accomodarono per un pasto gustoso e fresco a base di verdure crude e formaggi.

"Ricordo che una delle cose che più mi ha colpito, la prima volta che sono venuto in Italia, è stata la varietà incredibile di formaggi", osservò Jerry tra un boccone e l'altro.

"Ho sempre trovato molto strano che in America ce ne siano così pochi", commentò Raffaella. "Considerando gli enormi allevamenti, potrebbero fare tantissimi tipi di formaggi; ma forse manca la tradizione che abbiamo invece qui."

Jerry annuì. "Può essere che sia quello il motivo..."

Quando terminarono, Salvo venne a sparecchiare.

"Gradite un caffè?" domandò. "Magari shakerato freddo?"

Accettarono volentieri: il cameriere ne faceva uno veramente delizioso, usando sciroppo di zucchero ed estratto di vaniglia.

Finito il caffè, Jerry guardò la moglie con un sorrisetto sornione. "Andiamo a fare un riposino...?"

Lei capì fin troppo bene cosa lui intendesse precisamente per riposino e rispose semplicemente alzandosi con un sorriso uguale al suo e dirigendosi al piano superiore.

Trascorsero un delizioso pomeriggio in reciproca compagnia, non tanto per la quantità di volte in cui fecero l'amore, ma per la qualità con cui lo fecero, godendo profondamente l'uno dell'altra, col corpo e con l'anima, come accade solo tra innamorati.

Verso le sei e mezzo di sera, come suggerito da Raffaella, Jerry tornò al maneggio. Sellò Sky con lentezza, parlandogli costantemente in modo da abituarlo ai suoi gesti e alla sua voce. Il cavallo dimostrò grande fiducia nel suo nuovo cavaliere, fiducia che era il risultato sia dell'eccellente addestramento ricevuto, sia della sua natura tranquilla. Giorgio si aggregò, cavalcando un quarter horse particolarmente robusto di nome Golia, e i due fecero una passeggiata lungo i sentieri sterrati tra i vigneti della tenuta e nella parte boscosa del Monte Calamita, dove il terreno era coperto di un soffice tappeto di aghi di pino marittimo.

Prima delle otto, Jerry fu di ritorno; si fece una rapida doccia, poi scese a cena, servita sul terrazzo sotto al gazebo. Stavolta, Marcella aveva preparato delle fettine panate alla romana, passione di Raffaella, con una colorata insalata mista, e per dessert una macedonia di ananas.

Attendendo l'arrivo di Richard e Nives, si misero a guardare la tv; poco dopo le 22.00, il cellulare di Raffaella trillò: era l'amica, che l'avvisava che stavano per sbarcare e che contava di arrivare attorno alle 23.00, quindi con un'ora d'anticipo rispetto alle previsioni.

"Benissimo!" esclamò Raffaella, contenta. "Vi aspettiamo!"

OOO

Arrivando alla Tenuta d'Altariva, Nives vide Raffaella sulla soglia farle cenno di parcheggiare sotto alla tettoia, come al solito; si affrettò ad eseguire, poi lei e Richard scesero dalla macchina, mentre i padroni di casa di avvicinavano.

"Ben arrivati!" li accolse Jerry, poi si rivolse a Richard. "Sono Jerry Runner."

"Richard Armitage", si presentò l'attore britannico, prendendo la mano che l'altro gli porgeva. "Lieto di fare la tua conoscenza."

"Il piacere è mio: sono un tuo fan", dichiarò Jerry. "Ed è tutta colpa di mia moglie Raffaella, che condivide con Nives la passione per Tolkien e di conseguenza per i film di Peter Jackson", concluse ridendo.

Intanto, Raffaella aveva scambiato un abbraccio affettuoso con Nives.

"Raffi, ti presento Richard Armitage", disse la vicentina a quel punto. "Richard, questa è la mia cara amica Raffaella Romani."

"Molto lieto", disse Richard. "Splendida casa", aggiunse, accennando alla villa.

"Grazie. Non so se Nives te l'ha detto, ma prima di mettermi a fare vino, ero un architetto e quindi mi sono divertita moltissimo a ristrutturarla, mantenendone l'aspetto originale ma dotandola di ogni possibile comodità e sforzandomi di essere quanto più possibile rispettosa dell'ambiente", Raffaella fece una pausa e rise. "Non farmi parlare di queste cose o parto per la tangente! Anche se la mia vocazione è la vitivinicoltura, l'architettura d'interni rimane una grande passione."

"Mi piace sentir parlare le persone delle loro passioni", le assicurò Richard, decidendo all'istante che Raffaella gli piaceva, così come suo marito. "A volte perfino l'argomento più noioso diventa interessante, se a parlarne è una persona che l'ama veramente."

"Concordo", dichiarò Jerry. "Per me, l'argomento è il tiro con l'arco, quindi sei preavvisato!" concluse spiritosamente.

Intanto, Nives aveva aperto il bagagliaio e subito Richard si avvicinò per scaricare le valigie. Lui e Jerry portarono dentro i trolley, seguiti dalle due donne che si tenevano sottobraccio.

"Com'è andato il viaggio?" s'informò Raffaella.

"Liscio come l'olio", rispose Nives. "Il grosso del traffico era nell'altro senso, ma non era neanche poi così tanto."

"Meglio così! Immagino che siate stanchi, ma prima che vi portiamo nella vostra stanza, volete bere qualcosa?"

"Sì, grazie", rispose la vicentina. "Un succo di frutta, magari."

Anche Richard dichiarò che avrebbe volentieri bevuto un bicchier d'acqua, così lasciarono momentaneamente i bagagli nell'atrio e si recarono in cucina, dove si sedettero al bancone. I padroni di casa fecero compagnia ai nuovi arrivati, bevendo anche loro. Infine, accompagnarono gli amici di sopra.

"Dimmi, come ha reagito Jerry a Sky?" Nives indagò mentre, precedendo gli uomini coi bagagli, saliva le scale accanto a Raffaella. L'amica sorrise soddisfatta:

"Era così sorpreso che non sapeva cosa dire. Gli è piaciuto molto, e anche lui piace a Sky. Hanno fatto amicizia subito. Ci sa fare, coi cavalli."

"Non per niente è cresciuto in un ranch", annuì Nives.

Arrivati al secondo piano, Raffaella aprì la porta della camera che Nives occupava quando veniva a trovarla, facendole segno di entrare, poi la seguì, imitata un attimo dopo da Jerry e Richard.

"Davvero carina", commentò l'attore, guardandosi attorno nella stanza dalle pareti color salmone chiaro e arredata con mobili di noce in stile toscano, con annesso uno spazioso bagno, dotato di una grande vasca con l'idromassaggio e di una cabina doccia.

I padroni di casa augurarono la buonanotte agli ospiti e si ritirarono; Nives e Richard si alternarono per una rapida doccia, poi andarono a dormire, rimandando il compito di disfare i bagagli al mattino seguente.

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