Capitolo III: Venerdì 30 dicembre 2016

Venerdì 30 dicembre 2016

Al mattino, le due coppie si ritrovarono per la colazione, come di consueto.

"Abbiamo un annuncio da farvi", disse Nives, rivolta agli amici, così come lei e Richard avevano progettato. "Non la data del matrimonio", si affrettò a specificare, vedendo Raffaella illuminarsi, "ma un primo passo... Richard, vuoi dirglielo tu, dato che l'idea è stata tua?"

"Certamente... ma prima sediamoci, visto che la colazione è pronta", li esortò l'attore britannico; dopo che si furono accomodati, servendosi di uova, bacon, pane tostato e quant'altro, proseguì. "Ho proposto a Nives di andare a vivere a Venezia, che sarebbe appena un'ora di strada da suo padre e dove io avrei un aeroporto internazionale comodo per i miei spostamenti lavorativi."

"Che bello, Venezia!" esclamò Raffaella con entusiasmo. "Venezia è sicuramente un'ottima soluzione per voi. E comunque, ci sono voli diretti con l'Elba, per quando avremo la possibilità di vederci", aggiunse con un gran sorriso.

"Certamente", fu d'accordo Nives. "Ci ritroveremo almeno tanto quanto adesso."

"Ci conto!" esclamò Jerry.

"Anch'io", confermò Richard. "Poi, quando avremo trovato e sistemato casa, Nives e io penseremo al matrimonio."

"Ai matrimoni", lo corresse la fidanzata. "Pensavo di fare due riti, uno in Inghilterra e uno in Italia, per la comodità dei nostri rispettivi genitori, parenti e amici", spiegò poi alla sua occhiata interrogativa. "Che ne dici?"

"Dico che è perfetto", concordò Richard con entusiasmo: la trovava un'idea eccellente.

"Se non fosse così presto, proporrei un brindisi", dichiarò Jerry.

"Possiamo sempre brindare più tardi", osservò Raffaella.

"Ovviamente", assentì Richard. "A pranzo, assieme ai miei che arrivano alla stazione di St. Pancras alle undici e un quarto. Pensavo di andare a prenderli in taxi e accompagnarli in albergo, poi pranzeremo tutti assieme al ristorante dell'hotel."

"Ottimo", approvò Nives, "tranne che vorrei venire assieme a te a prenderli in stazione, non li vedo da più di un anno e mezzo e non vedo l'ora di riabbracciarli."

"Farà loro molto piacere..."

Richard prenotò quindi un taxi adeguato e assieme a Nives si recò a King's Cross, dov'è situata la stazione ferroviaria di St. Pancras. Scesi dal mezzo, raggiunsero la sala d'attesa della prima classe, dove Richard aveva concordato di trovarsi coi genitori in modo da evitare di essere esposto alla folla delle banchine. Tra i servizi offerti, c'era anche quello di portabagagli, e difatti poco dopo arrivò un facchino, seguito da John e Margaret Armitage.

Non appena scorsero il figlio e la futura nuora, si affrettarono nella loro direzione.

"Nives, finalmente!" esclamò Margaret, abbracciandola calorosamente. "Sono molto felice di rivederti!"

"Anch'io, Margaret", concordò Nives, sentendosi un po' commossa. Scambiò un abbraccio anche con John, mentre Margaret faceva altrettanto con il figlio.

"Volete bere qualcosa?" domandò Richard.

"No, grazie, abbiamo bevuto un tè a bordo", rispose John, in tono vagamente attonito: non era ancora abituato ai lussi che l'agiatezza del figlio procurava loro, come viaggiare in prima classe e avere un facchino a propria disposizione.

"Allora andiamo, il taxi ci aspetta", concluse Richard, invitando il portabagagli a seguirli. Raggiunto il taxi, aiutò Margaret e Nives a salire, mentre il facchino si occupava di caricare la loro valigia; John gli diede una mancia, poi precedette il figlio a bordo della vettura. Una volta che furono tutti seduti, Richard diede all'autista l'indirizzo del St. James Court Hotel a Westminster; il tragitto durò circa mezz'ora, che trascorsero in piacevoli chiacchiere.

Giunti all'albergo, il tassista aprì la portiera e aiutò Margaret a scendere, mentre John la seguiva. "Quando siete pronti, chiamatemi, così vi raggiungiamo qui per il pranzo", rammentò loro Richard.

"Certo", confermò suo padre, intanto che l'autista scaricava la valigia e la dava in consegna al portiere, che era prontamente sopraggiunto. "A più tardi, allora."

Dato che la casa affittata si trovava ad appena duecento metri di distanza, Richard pagò il taxi e con Nives tornò a piedi.

Raffaella e Jerry stavano guardando in tv un documentario del National Geographic, ma lo lasciarono perdere non appena videro arrivare gli amici. "Tutto bene, il viaggio dei tuoi?" s'informò Jerry.

"Sì, il treno in prima classe è più comodo dell'aereo, secondo mio padre", rispose Richard, soddisfatto, sedendosi sul divano di fronte. "Di certo, è meno stressante", guardò l'orologio. "Penso che ci chiameranno tra una mezz'oretta per raggiungerli al ristorante dell'albergo."

Attesero guardando la tv; come previsto da Richard, circa mezz'ora dopo John lo chiamò per dirgli che lui e Margaret erano pronti a scendere a pranzo, così i quattro amici indossarono i loro cappotti ed uscirono.

Pochi minuti dopo raggiunsero l'albergo ed entrarono, trovando i genitori di Richard che li aspettavano nella hall.

"Che bello conoscervi!" esclamò Margaret, rivolta a Jerry ed a Raffaella. "Richard ci ha parlato molto di voi."

"Il piacere è nostro, signora Armitage", rispose Raffaella, prendendo la mano che l'altra le porgeva e poi facendo altrettanto con John. "Lieta d'incontrarla, signor Armitage."

"John, la prego", disse quest'ultimo.

"E io sono Margaret!" aggiunse vivacemente sua moglie, mentre scambiava una stretta di mano con Jerry. "Se non ho capito male, lei è un campione olimpionico di tiro con l'arco?"

"Sì, esatto", rispose Jerry, senza specificare che era stato anche campione del mondo. "Una carriera che ho dovuto interrompere per ragioni di salute, così ho rispolverato l'attività di famiglia, ossia la viticoltura e la vinificazione."

"E questo l'ha portato a conoscere me", intervenne Raffaella sorridendo.

"Esatto. Un colpo di fulmine per tutti e due", confermò Jerry, ricambiando il sorriso della moglie.

Margaret vide l'amore che c'era tra loro. "Che bello!" esclamò. "Spero che anche Richard e Nives si decidano presto..."

"Mamma..." cominciò l'attore britannico, preoccupato che la fidanzata si dispiacesse per quell'osservazione.

"Lo so, lo so", la madre gli sorrise con aria contrita. "Non era un rimprovero, solo l'ansia di una madre che adora il figlio e la futura nuora e non vede l'ora di assistere alla loro cerimonia nuziale", concluse, guardando Nives.

L'italiana sentì le lacrime agli occhi a quella dichiarazione d'affetto. Posò una mano sul braccio della futura suocera e la strinse. "Ci stiamo lavorando", le rivelò. "A tavola vi racconteremo..."

Durante il pranzo, quindi, Richard mise a parte i genitori dell'idea che aveva avuto e della risposta di Nives.

"Soluzione brillante", approvò John. "Certo mi sarebbe piaciuto che foste venuti a vivere in Inghilterra, ma noi abbiamo pur sempre Chris e la sua famiglia, mentre tuo padre, Nives, non ha nessun altro, per cui non possiamo che essere d'accordo, vero Margaret?"

L'interpellata annuì. "Anche a me spiace che non verrete ad abitare vicino a noi", ammise, "ma John ha ragione, la soluzione che avete trovato è davvero perfetta. E voi, invece?" domandò all'altra coppia. "Se ho capito bene, Jerry, anche lei ha optato per l'Italia?"

"Esattamente", confermò l'arciere. "Quando mi sono innamorato di Raffi, mi sono innamorato anche dell'Elba, per non parlare del fatto che lei aveva da poco creato la sua propria azienda vinicola in uno degli angoli più suggestivi dell'isola. Anche se la Napa Valley è bella, non regge il confronto, ai miei occhi. E poi, volete mettere vivere in una villa ottocentesca invece che in un ranch, per quando grande e comodo? Non è stata una scelta difficile"; concluse con un gran sorriso alla moglie, che lo ricambiò.

"Il fatto che Jerry fosse un arciere ha aiutato molto, a farmi innamorare di lui", dichiarò Raffaella in tono scherzoso. "Ero, e sono tuttora, patita di Occhio di Falco, o Clint Barton, l'infallibile arciere degli Avengers, li conoscete?"

Se pensava di dover approfondire, Raffaella si vide smentita, perché Margaret annuì. "Sì, li conosco benissimo, anche se soltanto attraverso i film e non i fumetti. Il mio preferito è Thor..."

"Sul serio?" rise Nives. "Anche il mio!"

"A me invece piace Iron Man più di tutti", intervenne John che, da ex ingegnere, si ritrovava nei panni del geniale multimiliardario Tony Stark, inventore di mille mirabolanti macchinari e aggeggi d'ogni genere.

Margaret tornò a guardare Raffaella. "Stavi dicendo, cara?"

La romana era molto lieta di condividere la sua passione con i simpatici genitori di Richard. "Diciamo che il fatto che Jerry fosse un campione di tiro con l'arco lo ha reso particolarmente... appetibile", dichiarò in tono sfrontato, suscitando l'ilarità generale. Scosse la testa, tornando seria. "Ci siamo innamorati a prima vista, e sposati dopo appena sei mesi con una cerimonia molto semplice in comune: famiglia e pochissimi amici. Molti hanno pensato che fossimo pazzi, a fare un colpo di testa simile, ma invece, eccoci ancora qui, dopo sette anni, e nessun segno di stanchezza..."

"Noi siamo prossimi alle nozze d'oro", rivelò John, guardando la moglie con amore inalterato dal tempo.

"Complimenti!" esclamò Jerry.

"Un magnifico traguardo", commentò Nives.

"A proposito di anniversari di nozze e matrimoni", intervenne Richard, attirando l'attenzione della fidanzata posandole una mano sulla mano. "Che ne diresti se, quando ci sposeremo, faremo come per il fidanzamento? Intendo dire che potremmo vendere alcune foto in esclusiva e donare il ricavato in beneficenza."

"Idea magnifica!" esclamò Nives immediatamente. "Faremo senz'altro così."

"Siete davvero dei bravi ragazzi", commentò Margaret, guardandoli entrambi con orgoglio materno.

Nives si sentì felicissima per l'apprezzamento ricevuto e sorrise con affetto alla futura suocera.

Terminato il pranzo, Richard domandò ai genitori cosa avrebbero gradito fare quel pomeriggio.

"Io non so voi maschietti", rispose Margaret strizzando l'occhio alle due donne più giovani, "ma noi donzelle andremo a fare shopping come da programma, dico bene ragazze?"

"Dici bene!" confermò Nives. "Ma sei sicura di non essere troppo stanca, dopo il viaggio?" le domandò, un po' preoccupata: dopotutto, Margaret non era più tanto giovane.

"Scherzi, abbiamo viaggiato come se fossimo in un salotto!" Margaret le rammentò quel che avevano detto anche nel taxi durante il tragitto dalla stazione ferroviaria. "E comunque, preferisco evitare la ressa dell'ultimo dell'anno."

A quel punto si alzarono tutte e tre.

"Bene! Dove andiamo?" si informò Raffaella.

"Burlington Arcade", disse Margaret con sicurezza. "Ho in mente un negozio in particolare... John, fai mettere il pranzo sul nostro conto, naturalmente", vedendo che il figlio apriva bocca per protestare, scosse il capo. "Non se ne parla, Richard: ci offri sempre tu tutto, anche questo albergo e il viaggio: lasciaci almeno offrire il pranzo di oggi."

Di fronte all'argomentazione della madre, l'attore britannico non poté che battere in ritirata, segnalando la propria resa con un segno affermativo del capo ed uno dei suoi piccoli sorrisi.

Soddisfatta, con un cenno di saluto Margaret si avviò, seguita dalle due italiane.

Poco dopo, indossati i loro cappotti, le tre donne uscivano; l'usciere si informò prontamente se avessero bisogno di un taxi e, alla risposta affermativa di Margaret, ne chiamò uno con un cenno.

Una decina di minuti dopo, scesero dal taxi ed entrarono nel centro commerciale, che in realtà altro non era che un lungo viale coperto tra due edifici, sui cui lati erano situati i negozi – oltre cinquanta – soprattutto di abbigliamento e gioielleria. Margaret andò subito a consultare la piantina e, trovato quel che le interessava, fece cenno alle due donne più giovani di seguirla. Poco dopo erano davanti ad un'elegante vetrina che esponeva biancheria intima e da notte della più prestigiosa marca italiana, La Perla.

"Nives, voglio farti un regalo di nozze particolare", dichiarò Margaret, sorridendo alla futura nuora. "Forza, entriamo."

Mentre la donna più anziana si avviava verso l'ingresso con piglio deciso, Nives lanciò un'occhiata stupita a Raffaella, che fece una buffa smorfia come a dire e che ne so, io? Entrarono, trovando Margaret che stava parlando con una commessa.

"Oh, ecco la sposa", disse la madre di Richard. "Vieni, Nives, questa signorina ti mostrerà quel che ho in mente; ma la scelta del modello sarà tua, naturalmente."

"Il modello di cosa...?" cominciò Nives.

Margaret la prese a braccetto e l'interruppe ridacchiando con aria complice. "Vedrai... vedrai..."

Seguirono la commessa, una giovane donna bionda sui trent'anni, tra gli espositori colmi di completini intimi di ogni genere, poi si addentrarono nel reparto dell'abbigliamento da notte; superato il settore dei pigiami, arrivarono in quello delle camicie da notte.

"Un classico per la sposa sono i set camicia-vestaglia", disse la commessa, sul cui cartellino identificativo Nives riuscì ora a leggere il nome Sharon. "Preferisce lungo o corto?" domandò, rivolta alla vicentina.

"Ehm..." annaspò Nives, colta in contropiede. "Lungo..."

Sharon andò verso un espositore a cui erano appese camicie da notte di raso, seta, pizzo, organza e varie combinazioni tra questi tessuti, in tutte le sfumature di bianco possibili, dal ghiaccio all'avorio, al crema; avendo valutato a colpo d'occhio la taglia della cliente, la commessa scelse tra i vari modelli, poi li andò a posare su un bancone e cominciò a mostrarli. Erano uno più bello dell'altro e a Nives girò la testa.

"Caspita..." balbettò, "Sono tutte stupende, queste camicie da notte... Come faccio a scegliere?"

"Provale!" suggerì Margaret, ridendo; era felicissima di aver così piacevolmente sorpreso la futura nuora.

"Ottima idea", reiterò Raffaella, anche lei ridendo, contenta per l'amica.

"Ah, okay..." mormorò Nives, sopraffatta e anche vagamente imbarazzata; valutò i vari modelli e ne scelse tre, poi si recò nel camerino di prova che Sharon le indicò. Poco dopo usciva con indosso una delle camicie, in stile impero, di lucido raso avorio con il busto ricoperto di pizzo che faceva anche da spalline, e si guardò nello specchio.

"Bello!" commentò Raffaella, ammirata, mentre Margaret annuiva la propria approvazione.

Nives scomparve nuovamente nel camerino e ne riemerse un paio di minuti dopo con la seconda camicia, dalla linea morbida, di splendente seta bianca dalle sfumature azzurrine, con spalline sottilissime e orlata di pizzo sia sullo scollo che sul bordo inferiore.

"Anche questo è bellissimo", dichiarò Margaret, e Raffaella concordò.

Nives aveva tenuto per ultimo il modello più sexy, in tulle di candida seta semitrasparente, dal busto attillato come un corsetto e con un audace spacco fino alla coscia sul davanti.

"WOW!" esclamò Raffaella, sgranando gli occhi. "Così rischi di far venire un infarto a Richard!" le scappò.

Margaret rise di gusto. "Esattamente quel che intendo debba fare una camicia da notte nuziale", sogghignò poi l'anziana, ma vispissima donna. "Deve far venire un colpo allo sposo... così come ho fatto io con John a suo tempo."

Nives rise all'improvviso, mentre il suo imbarazzo davanti alla futura suocera si scioglieva: a quanto pareva, anche Margaret aveva combinato le sue, da giovane... e non se n'era dimenticata.

"Va bene, scelgo questa allora", dichiarò con un sorriso.

"Le sta benissimo", commentò la commessa, annuendo: era sempre contenta quando una cliente sceglieva il modello che le stava meglio, invece che impuntarsi su qualcosa che le piaceva di più, ma non le donava.

"Ottimo, allora adesso abbiniamoci una vestaglia adatta", disse Margaret.

Nives aveva sbirciato i cartellini dei prezzi ed era rimasta basita: costavano quanto abiti da sera. "Non è necessario..." tentò.

La donna più anziana scosse la testa con decisione. "Ho regalato il completo notturno a Susan, ora intendo fare altrettanto con te: non faccio differenze tra le mie nuore", dichiarò in un tono che non ammetteva repliche.

A ciò, Nives non poteva trovare nulla da replicare; guardò Margaret con commosso affetto. A quanto pare, era davvero fortunata con le suocere: la prima le aveva voluto molto bene, e con ogni evidenza anche la seconda. "Grazie, Margaret", disse sottovoce. "Non ho mai avuto niente di così bello, da indossare di notte..."

"Penso che lo indosserai per poco", ridacchiò la donna più anziana, e vedendola arrossire rise più apertamente, "ma farai un figurone!"

Sharon andò quindi a prendere alcune vestaglie da abbinare alla camicia da notte, e Nives ne scelse una semplicissima, dal taglio a kimono, in seta sottile e vaporosa.

"Perfetta", sentenziò Raffaella. "Così nascondi completamente la camicia da notte, e quando apri la vestaglia, bam! Sorpresa..." concluse ridendo.

Anche Margaret rise. "E che sorpresa!"

Ormai completamente a suo agio in presenza della futura suocera anche riguardo ad argomenti come la propria intimità con Richard, Nives si unì alla risata, e pure Sharon sorrise, divertita dalla loro complicità.

Mentre Nives si rivestiva, su istruzioni di Margaret la commessa mise i due indumenti in una scatola, ben imballati in carta velina, che poi consegnò direttamente alla destinataria in una busta col marchio La Perla.

"Ora però prendo qualcosa per conto mio", annunciò poi Nives. "Pensavo a qualcosa di spiritoso, non so, degli slip con qualche scritta simpatica..."

Trovò un paio di boxer da donna, molto castigati, rossi con la scritta sex bomb che la fece ridere; li prese senz'altro, sicura che Richard avrebbe apprezzato l'umorismo; insieme ad essi, prese una canottiera dalle spalline sottili, in microfibra dello stesso colore.

"Raffi, tu non compri niente per far impazzire Jerry?" domandò Nives, guardando l'amica con aria interrogativa.

"Ci stavo proprio pensando", rispose la romana. "Ho adocchiato una guepière davvero carina..."

Sharon gliela portò e, dopo averla provata e constatato che le stava a meraviglia, anche a parere delle altre, la prese, abbinandovi un paio di slip di pizzo e delle calze di seta dal bordo pure di pizzo, dello stesso bianco avorio della guepière. A questo, aggiunse un completino leopardato, aggressivo e sexy ma in modo elegante; infine, le tre donne uscirono soddisfatte dal negozio.

"Ora perdonate una vecchia signora", disse Margaret, "ma vorrei fare una pausa e prendere un buon tè prima di proseguire con lo shopping..."

"Ma certo!" esclamò Raffaella, pensando che, all'età di Margaret, un viaggio di due ore in treno, per quanto comodo, era sicuramente stancante. "Chiediamo dov'è la sala da tè più vicina. Offro io!"

Vennero indirizzare alla English Tea Room, a due passi dalla Burlington Arcade; vi si recarono e trovarono un ambiente che ricordava molto il famoso Caffè Florian a Venezia. Scelsero un tè dalla vasta offerta, con qualche tartina, niente di eccessivo perché a mezzogiorno avevano fatto un pasto completo e non erano particolarmente affamate; il conto di circa 180 sterline lasciò Nives allibita, ma del resto era un ambiente di lusso, facente parte di un hotel altrettanto di lusso, e comunque Raffaella, abituata a quel tipo di locali, non batté ciglio. Nives pensò che non avrebbe mai più ritenuto il Caffè Florian esageratamente caro...

Rinfrancata, Margaret decise di recarsi ad un altro centro commerciale di sua conoscenza, il One New Change, meno esclusivo della Burlington Arcade, dove voleva acquistare un paio di scarpe e una borsa.

"Inutile spendere duemila sterline per una borsetta e un paio di scarpe da tutti i giorni", commentò durante il tragitto in taxi, "quando con duecento posso trovare ugualmente degli articoli di ottima qualità."

Il One New Change era nelle vicinanze della cattedrale di St. Paul, dove nel 1981 lady Diana aveva sposato il principe Carlo d'Inghilterra, come rammentò Nives, all'epoca una ragazzina occhialuta e sovrappeso, già con un animo romantico. Si era sempre sentita molto dispiaciuta per come era andato a finire quel matrimonio che le era sembrato così da favola.

Entrate nel centro commerciale, con sorpresa delle italiane Margaret le portò per prima cosa all'ultimo piano, dov'era situato un terrazzo panoramico con una vista mozzafiato su Londra; fotografa dilettante entusiasta, Nives si spiacque di non aver con sé la sua fida fotocamera, ma fortunatamente lo smartphone faceva foto eccellenti, per cui poté usarlo per una serie di spettacolari scatti dello skyline londinese. Fece anche un selfie con l'amica e la futura suocera, che poi inviò a Jerry e Richard via Whatsapp.

Mentre le ombre della sera si allungavano, indicando che la breve giornata invernale volgeva al termine, le tre donne rientrarono e scesero al pianterreno, dove Margaret trovò le scarpe e la borsetta che facevano al caso suo. Infine, presero un altro taxi e rientrarono, la donna più anziana in albergo, le due più giovani alla casa affittata da Richard.

Quando le due amiche entrarono in casa, udirono la tv accesa in salotto; dopo aver appeso i cappotti, salirono velocemente in camera a nascondere i loro acquisti, che naturalmente dovevano rappresentare delle sorprese per i loro uomini, e poi ridiscesero per raggiungerli.

"Bentornate!" le accolse Jerry, una birra in mano mentre, seduto sul divano, guardava una partita di rugby assieme a Richard. "Ma... dove sono tutti i sacchetti degli acquisti?" domandò, sorpreso di vederle a mani vuote.

"Non è che abbiamo svaligiato il centro commerciale, sai?" scherzò Raffaella, ridendo. "Abbiamo fatto le nostre compere e le abbiamo riposte; ma non temete, a tempo debito vedrete cos'abbiamo preso..."

"Oh?" fece Richard, rizzandosi per guardare Nives con un sopracciglio sollevato alla Spock. "Jerry, preparati... queste due hanno qualcosa in mente..."

"Tu dici?" sogghignò l'arciere, "Uuuhh che paura...."

Risero tutti, poi Richard accennò all'orologio da parete. "Che dite se, invece di cucinare, ordiniamo qualcosa e ce lo facciamo portare?"

"Noi abbiamo fatto un piccolo afternoon tea", gli disse Nives, "sommato al pranzo e prima di quello all'English breakfast, stasera passo... vi faccio compagnia con una bella terrina di insalata."

Ordinarono quindi qualcosa all'Albert Pub, poi Raffaella sorprese tutti tirando fuori il suo mazzo di carte per il divertente Uno! che avevano giocato anche l'anno prima durante le loro vacanze agostane a Villa d'Altariva. Trascorsero quindi un paio di ore in allegria, vincendo e perdendo a turno e ridendo come matti.

Quando si ritirarono nelle rispettive camere, Nives si fece precedere in bagno da Richard, poi quando fu il suo turno, fece una rapida doccia e indossò lo spiritoso set boxer-canottiera che aveva preso; si coprì con l'accappatoio e tornò in camera.

L'attore inglese l'attendeva, già sotto le coperte. Stava leggendo qualcosa sul suo e-reader, ma come la vide lo spense e lo depose sul comodino. Notando che indossava l'accappatoio, pensò che si stesse preparando a mostrargli un completo intimo particolarmente sexy e fece un sorrisetto pieno di aspettativa.

Scorgendolo, Nives gli sorrise di rimando con fare monellesco; sciolse il nodo della cintura, poi con un rapido movimento si liberò dell'accappatoio, lasciandolo cadere a terra.

Abituato a set elegantemente audaci, Richard rimase assai sorpreso dalla semplice canottiera di microfibra, poi lesse la scritta sui boxer e gli tornò il sorriso, più ampio di prima. "Confermo", disse, con voce già leggermente rauca. "Sei una vera bomba del sesso...!"

Lusingata, Nives sorrise e si avvicinò ancheggiando in maniera sexy; calciò via le pantofole, poi si inginocchiò sul letto e posò le mani ai lati delle gambe di Richard, offrendogli una generosa visuale della propria scollatura.

Lo sguardo dell'uomo venne irresistibilmente attratto dalle rotondità che ne spuntavano; sentì la gola diventargli secca, mentre una certa parte del suo corpo cominciava a dare segni di agitazione...

OOO

Nella camera da letto dall'altra parte del corridoio, Jerry uscì dal bagno dopo aver fatto la doccia e trovò Raffaella già sotto le coperte. "Hai sonno?" indagò con aria interrogativa. "O è il freddo?"

"Vieni qui e scoprilo", lo invitò lei, assumendo un'aria birichina che gli fece provare un fremito nel bassoventre, un fremito che solo lei era capace di suscitargli con nient'altro che un'allusione velata e un sorrisetto malizioso, e pure dopo tutto il tempo che erano sposati. Obbedì, infilandosi sotto le coperte.

Non appena lo ebbe fatto, Raffaella si girò su un fianco, piegando un gomito e sostenendo la testa sulla mano, mentre con l'altro braccio abbassava il piumone fino alla vita, scoprendo il reggiseno dalla stampa a leopardo che aveva acquistato quel giorno. "Stasera mi sento molto... felina", dichiarò con voce bassa e roca.

Jerry rimase qualche istante senza parole, poi sogghignò. "Adoro accarezzare i felini per sentirli fare le fusa..."

"Oh, davvero...?" fece lei, sentendosi percorrere da un caldo brivido di aspettativa.

"Sì, davvero... Vuoi che ti mostri come faccio?" mormorò Jerry, sdraiandosi al suo fianco ed abbassando ulteriormente il piumone, scoprendo anche gli slip abbinati.

Raffaella si girò sulla schiena, gli occhi fissi in quelli dell'arciere. "Oh sì, mi piacerebbe... anzi, non vedo l'ora..."

Jerry non se lo fece certo ripetere.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top