Capitolo ventotto
Castiel's point of view
M'infilo i primi vestiti che mi capitano sotto mano e mi pettino rapidamente, prima di correre in cucina per fare colazione. Devo sbrigarmi, o arriverò in ritardo a scuola.
- Buongiorno, Cynthia - borbotto, afferrando la mia tazza e un croissant, senza neanche sedermi per mangiare.
- Buongiorno - replica con uno strano tono. Non ho tempo di pensare alle sue stranezze. - Castiel.
- Hmm? - dico distrattamente, con la bocca piena.
- Tuo padre ha detto che se non riprendi ad andare bene a scuola... si libererà del tuo cavallo - m'informa, trattenendo a fatica un sorriso. Sgrano gli occhi e per poco non sputo ciò che sto masticando.
Cosa? Liberarsi... di Shine?
- C-cosa? - mormoro, deglutendo. Bevo un sorso di cioccolata calda, sperando di non farmelo andare per traverso. Accidenti, adesso sono in ritardo.
Lei si limita a sorridere, come a dire: hai sentito. Rovescio quanto resta della mia cioccolata nel lavandino ed esco di casa senza salutare, mettendomi lo zaino in spalla e le cuffiette nelle orecchie.
Sono sconvolto. Se non riprendo ad andare bene a scuola... mio padre darà via Shine? Quando l'ha deciso? Perché non me l'ha detto? Pensa di aiutarmi, togliendomi Shine?
Shining Tears non è solo un cavallo, il mio cavallo. È la mia migliore amica e l'ultimo regalo della mamma, nonché il più prezioso. È la creatura che amo più di chiunque altro e l'unica che allevia la mia solitudine. Non so dove sarei senza di lei.
Le lacrime rotolano silenziose lungo le mie guance mentre aspetto il bus per andare a scuola. Nessuno si accorge del fatto che sto piangendo e, se anche qualcuno lo fa, si fa i fatti propri. La gente è così indifferente.
Non ci posso credere. Adesso che ho più bisogno di comprensione... adesso che pensavo di poter dare un po' più di fiducia a papà! Senza Shine sarò solo, non avrò più motivo di frequentare il maneggio.
Durante le lezioni mi sforzo di prendere appunti e restare concentrato, anche se ho un orribile peso sul cuore. Ogni tanto, quando mi distraggo, disegno la mia cavalla sul bordo dei fogli.
Il pomeriggio dopo scuola farei volentieri a meno di entrare nel tondino e farei anche a meno di occuparmi di un certo cavallo non mio, ma ho promesso di prendermi cura di lui e io non infrango le promesse, al contrario di qualcuno.
- Non ti abbandonerò, Wamblee - lo rassicuro, stampandogli un bacio tra le froge. Lo abbraccio e lui appoggia il muso sulla mia schiena.
Mi sto affezionando e affezionarsi a un cavallo non è mai un errore, a parte quando sai che dovrai separartene. Non permetterò a nessuno di separarmi da loro, nemmeno a mio padre.
Vado nel box di Shining Tears e inizio a intrecciarle la criniera, così, per calmarmi. Quando tornerò a casa affronterò papà.
- Non ti lascerò mai - bisbiglio, baciandole il collo. Strofino una guancia contro di esso. Il suo calore e il suo odore sono estremamente rilassanti. - Non ti lascerò mai, Shining Tears. Anche a costo di scappare con te... te lo prometto, Shine. Sei quanto di più prezioso ho, sei il mio cuore.
Nascondo il volto nel suo collo, percependo le lacrime pizzicarmi gli occhi. Resta immobile, anche quando mi sciolgo in singhiozzi.
Non posso perderla, non voglio perderla. La mia vita non ha senso senza Shining Tears. E ho paura, ho paura di affrontare mio padre, paura che abbia già preso una decisione e non mi ascolti. Ma devo essere forte per Shine.
Saluto i cavalli a malincuore, dicendo loro parole dolci. Entrambi ricambiano il saluto a modo loro.
In cortile June e Will stanno parlando ed agitano una mano nel medesimo istante quando mi vedono. Forzo un sorriso. Si vede che sono fratello e sorella.
Una volta arrivato a casa m'immergo nei compiti per distrarmi dal pensiero delle conversazione che avrò più tardi con mio padre. Poco prima dell'ora di cena raccolgo il coraggio e decido di andare a parlargli.
È in cucina e sta aiutando sua moglie ad apparecchiare la tavola.
- Papà... - esordisco, deglutendo. Sono così nervoso.
- Sì?
- Cynthia mi ha detto che v-vuoi... - vado in panico, tuttavia m'impongo di fare un respiro profondo e proseguire con ciò che sto dicendo. Ma come faccio? Ho un nodo alla gola. - Che vuoi d-dare v-via S-shine se non vado b-bene a scuola...
Per un attimo mi fissa con aria indecifrabile. Lancia un'occhiata a sua moglie, lei ricambia l'occhiata senza commentare. Io interpreto la cosa come: ah, gliel'hai già detto? Avresti dovuto aspettare.
Le parole fanno male. Il silenzio fa male. Perché mi sta facendo questo? Non bastava Brooklyn?
- Be', se lo farai io... io... non te lo perdonerò mai! MAI! - grido, scoppiando a piangere.
- Castiel... - mormora, però io non lo ascolto. Corro via e vado fuori, fuori di casa, sbattendomi la porta alle spalle. C'è solo un posto dove posso andare ed è al maneggio.
Sono esausto quando arrivo, oltre a sentirmi tradito, deluso e per l'ennesima volta con il cuore infranto.
M'intrufolo nel box di Shining Tears senza fare troppa attenzione, tanto la scuderia e il cortile sono deserti. È sera, d'altronde.
Wamblee e Shine sono sorpresi di vedermi a quest'ora, probabilmente stavano sonnecchiando, eppure mi accolgono immediatamente con sbuffi e nitriti.
Cingo il collo dorato della mia cavalla con le braccia e lei mi passa una zampa attorno al corpo.
- Quanto vorrei che la mamma fosse qui - singhiozzo. - Lei non ti darebbe mai via. Lei non mi farebbe questo.
La stringo forte. Il mio cellulare, nella tasca dei jeans, continua a vibrare. So che è mio padre e non ho intenzione di rispondere né alle sue chiamate né ai suoi messaggi. È un comportamento poco maturo da parte mia, ma non m'importa.
Metto il telefono sul silenzioso, scorrendo i messaggi senza rispondervi.
Papà: Castiel, dove sei?
Papà: rispondi.
Papà: Castiel, torna a casa.
Papà: è un ordine.
Papà: per favore...
Papà: rispondi al telefono.
Rimetto il cellulare in tasca e appoggio la fronte a quella di Shine, chiudendo gli occhi.
- Stanotte resto qui con te - bisbiglio, sfiorandole il muso con le labbra. Mi siedo sulla paglia, accoccolandomi contro la mia cavalla quando si sdraia. Mi sento così solo e incompreso.
All'improvviso si accendono le luci nella scuderia. Non ho tempo per uscire dal box e nascondermi, quindi spingo Shine e la convinco ad alzarsi, prima di appiattirmi contro la parete del box, sperando che chiunque sia entrato non venga a controllare qui. Ho il cuore in gola.
- Castiel...?
La mia solita fortuna.
- W-will...
- Cosa ci fai qui? - mi chiede, stupito.
- I-io... è... una lunga storia - borbotto, pregando di trovare una scusa per restare qui. - Ti prego, Will, fa' finta di non avermi visto. Giuro che non sto facendo nulla di male.
Ci riflette per un lungo istante, grattandosi il mento liscio. Non l'ho mai visto con la barba.
- Ah, ho capito - dice, abbozzando un sorriso.
- C-cosa?
- L'ho fatto anch'io, un paio di volte, quando avevo la tua età. Mi son preso delle sgridate tremende.
- Wil-...
- Facciamo un compromesso: tu vieni a dormire dentro e io non chiamo i tuoi genitori.
Dedico una fugace occhiata a Shine, la quale sta sonnecchiando.
- Okay - accetto, seppur controvoglia. Non è la prima volta che dormo nel box con la mia cavalla. Anche con Brooklyn, quando...
M'affretto a scacciare il pensiero e seguire Will in casa. Non ci sono mai entrato: è enorme e su tutte le pareti sono appesi dipinti o foto di cavalli. Ci sono anche diverse statue.
Mi conduce nella sua camera, proporzionale alla casa in cui vive, ovvero grandissima. C'è un letto matrimoniale al centro e io mi chiedo se ci dorma solo il mio istruttore.
Alla parete sopra la scrivania sono affissi degli scatti che ritraggono Will da quando aveva più o meno la mia età fino ad alcuni di Gold Medal da puledro. Un'immagine cattura il mio sguardo: Brooklyn bambino in groppa a Sunny Day e Will accanto, con una mano sul collo del proprio cavallo.
Anche Will la sta fissando e guarda altrove quando cerco i suoi occhi.
- Ti darei qualcosa di più comodo da mettere ma sei così mingherlino che nulla ti andrà bene - borbotta, infilandosi sotto le coperte. - Comunque c'è spazio, perciò se vuoi toglierti qualcosa... non ti toccherò.
- Okay - dico di nuovo, sfilandomi i jeans. Occupo il lato vuoto del letto. Will mi osserva.
- Buonanotte - dice, spegnendo la luce. Restiamo a studiarci, nel buio. - Non dirmi che vuoi il bacio della buonanotte.
- Eh? C-cosa? Io... no!
Ridiamo.
- Vieni qui - mormora, allungando un braccio. Mi avvicino cautamente e lui mi stampa un sonoro bacio sulla fronte. - Meglio?
- W-will...
- Non fare il timido, adesso. Non sta scritto da nessuna parte che devi essere in una relazione con qualcuno per le dimostrazioni d'affetto. Quindi puoi abbracciarmi, se vuoi.
Sistemo un braccio attorno alla sua vita e Will poggia il viso contro i miei capelli.
- Io e June dormivamo così, da piccoli - farfuglia, sbadigliando. - Buonanotte, Castiel.
- Buonanotte...
~~~
È passata una settimana da allora e io ho preso una lavata di capo infinita. Ho subito in silenzio, ma non perché sapevo di meritarmela, bensì perché ho deciso di non rivolgere più la parola a mio padre.
Pensavo mi avrebbe messo in punizione, poi ho ricordato che, a parte per andare a scuola e al maneggio, non esco mai. Non gioco più ad Alicia e ritirarmi il cellulare sarebbe inutile. Che vita triste.
- Castiel? - mio padre bussa sullo stipite della porta. Alzo lo sguardo dal quaderno e inarco un sopracciglio.
- Sì? - replico, guardingo.
Forse è venuto a dirti che si è deciso a vendere il tuo cavallo.
- Posso parlarti?
- Okay.
Si siede sul letto, sospirando.
- Io... questa storia è tutta colpa mia - dice, scuotendo il capo con rassegnazione. Sgrano gli occhi.
Cosa?
- Castiel, io... io non ho mai detto di voler dar via Shining Tears. Cynthia l'ha detto. Io stavo dicendole che ero preoccupato per la tua situazione scolastica e lei ha proposto questo per spaventarti.
Sono allibito. Per spaventarmi? Quello non era semplicemente per spaventarmi, era per farmi soffrire e c'è riuscita alla grande, allontanandomi pure da mio padre.
- Perché... perché non me l'hai detto subito?
- Perché sei scappato via! Sei scappato e io... io... ero terrorizzato. Terrorizzato che potesse accaderti qualcosa, che non tornassi più. Terrorizzato di perderti senza poter far niente come ho perso tua madre. Ed ero furioso... furioso con me stesso perché stavi scappando da me - fa una pausa, passandosi una mano sul volto. - So di essere un pessimo genitore. Ma so anche quanto tieni a quel cavallo, Castiel! Non ti farei mai un torto del genere. Non sono una persona così meschina.
Ho gli occhi lucidi.
- Nell'ultima lettera che mi ha lasciato tua madre... mi ha proibito di vendere Goldie e Shine, o non me l'avrebbe mai perdonato.
Una lacrima sfugge al mio controllo e mi riga una guancia.
- Lo sai quanto odiavo quei cavalli? A volte passava più tempo con loro che con me. Anche tu hai iniziato a passare tutto il tuo tempo con loro... e come posso biasimarti? Ero incapace di mettere da parte il mio dolore per pensare a quanto stessi soffrendo tu. Eri solo un bambino... il mio bambino. E quando ho visto che quel cavallo ti rendeva felice... ho smesso di odiarlo.
- Papà...
- Mi dispiace, Castiel - dice, prendendosi la testa tra le mani. - Lo so quanto stai male per... per quel ragazzo. E sto male anch'io, a vederti così e a non poter far nulla per aiutarti. Non cercherei mai di farti star peggio.
Mi alzo e mi rifugio tra le sue braccia, singhiozzando.
- Ti voglio bene - dico con voce rotta. Mi stringe con dolcezza.
- Ti voglio bene anch'io, tesoro - mormora, posandomi un bacio fra i capelli. - Sei la persona più forte che conosca e sono così orgoglioso di te.
Mi scosto per asciugarmi il viso.
- Papà... scusa. Scusa se sono scappato quella sera... non lo farò mai più.
Abbozza un sorriso.
- Scuse accettate, Castiel - replica, dandomi una pacca gentile sul capo. Vorrei chiedergli tante cose: se gli manca la mamma, perché ha sposato Cynthia, se verrà mai ad assistere a una mia competizione o anche solo a fare una carezza a Shine. Ma ci sarà tempo per tutte queste domande un altro giorno.
Prima di uscire dalla mia stanza mi lancia un'ultima occhiata, sorridendo quando i nostri occhi s'incontrano. Ricambio il sorriso.
Non vedo l'ora di dire a Shining Tears che non dobbiamo più preoccuparci di venir separati.
-
Note dell'autrice:
ohayo, pasticcini! S'intravede uno spiraglio di luce in fondo al tunnel... sì sì, nel prossimo capitolo i nostri eroi faranno un passo avanti. Un passetto. Etto etto. Ma noi ci accontentiamo, vero? Grazie a tutti i lettori che escono dal silenzio. Siete fantastici, pasticcini miei. Un abbraccio
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