-Dottore, io non so più come fare. Harry non vuole indossare la neuroprotesi. Si rifiuta di utilizzarla. Si è totalmente isolato nel silenzio, e quel che è peggio è che, dopo l'impianto, come saprà, il suo apparato uditivo è totalmente inattivo. Prima sentiva qualche tono forte, ora dopo l'intervento senza la protesi è completamente sordo. Non sappiamo più come fare-
La madre adottiva di Harry era una donna piacente, sulla quarantina, dal corpo formoso ed il viso dai lineamenti gentili. Louis poteva leggere la preoccupazione nei suoi gesti, nel suo torcersi le mani e nello sguardo.
-Signora Styles, comprendo la sua preoccupazione. Le assicuro che farò del mio meglio per occuparmi di suo figlio. Per fare ciò, ho bisogno di sapere quanto più possibile lei possa dirmi su Harry. È evidente che questo suo atteggiamento è comparso dopo la morte del dottor Dumont. Che rapporto c'era tra loro due? Erano molto amici?-
Louis osservò il viso della donna accartocciarsi nel dolore.
-Per Harry era il suo salvatore. Lo venerava. E temo che abbia sviluppato una sorta di attaccamento affettivo nei suoi confronti. Ci eravamo accorti che avesse preso una sbandata per il dottor Dumont. Ma come dargli torto? Pensavamo fosse una cotta adolescenziale, qualcosa di passeggero. Le volte che gliene ho accennato, Harry ha sempre negato di essersene innamorato. Io ho sempre avuto l'impressione che fosse una cotta platonica e soprattutto senza basi concrete, quindi nulla di particolarmente preoccupante. Ci ridevamo su... ed andavamo alle visite di controllo con il sorriso, scherzando su quanto fosse bello il dottore. Oh, le sembrerò blasfema, a parlare così di una persona che non c'è più...-
-Le assicuro di no. Non c'è niente di male nel ricordare qualcuno con affetto. La scomparsa del dottor Dumont è stato un grosso colpo per tutti, immagino che per suo figlio sia stato piuttosto scioccante-
-Appena lo ha saputo è impietrito. Pareva di gesso, ho temuto stesse per svenire. Ricordo che era seduto e che è sbiancato. Appena ha chiuso la chiamata, ha telefonato al dottore. Sa, avevamo il suo numero. Veniva a cena a casa nostra, abbiamo fatto dei pic-nic insieme, avevamo instaurato un bel rapporto di amicizia.  Harry gli era molto legato. Lo ha chiamato non ottenendo risposta, poi ha chiamato la sua segretaria, ed infine mi ha guardato con una espressione che mi ha ucciso. Sembrava un condannato a morte che ha appena ricevuto la sentenza- concluse tristemente la donna.
-A parte il rifiuto di utilizzare la protesi, Harry ha manifestato qualche altro disagio, o disturbo...?-
La donna sollevò su di lui uno sguardo stupito.
-Come, il dottor Stevenson non gliel'ha detto?-
-Che cosa?-
-Harry ha smesso di comunicare con tutti, e non è più uscito dalla sua camera. Abbiamo fatto di tutto per smuoverlo, sbloccare la situzione, ma ad ogni tentativo il suo rifiuto era totale, e quando abbiamo provato a forzarlo ha iniziato a stare malissimo, sembrava stesse per fare un infarto. Ad un certo punto abbiamo richiesto l'intervento dell'ambulanza. Hanno detto che ha avuto un attacco di panico, ma il primario ci ha accennato all'agorafobia. È per questo, che è ricoverato in psichiatria da stamattina-
-In effetti il dottor Stevenson non mi ha detto nulla di tutto ciò- commentò Louis.