8. Ciò che è più caro a me
La Regina dell'Inghilterra era una donna severa ed austera, tanto che non sorrideva mai, neanche nei momenti di gioia. Le sue sopracciglia sottili ed incurvate davano l'impressione che fosse perennemente arrabbiata, e forse era vero.
La donna non usciva mai dalle sue stanze poiché molto vecchia e malata, tuttavia, non appena saputo dell'improvviso arrivo del suo amato genero, non ci aveva pensato due volte ad andarlo a salutare.
"Ludovic." Disse con il suo solito tono gelido, quasi glaciale, come se lui fosse l'ultima persona al mondo che volesse vedere. In realtà la Regina teneva particolarmente al matrimonio tra lui e suo figlio, soltanto non voleva esternare troppo i suoi sentimenti. "Qual buon vento ti porta qui?"
"Maestà, sono felice di vederla." Il Francese fece una piccola e rispettosa riverenza, abbozzando un sorriso sulle labbra. La Regina non era di certo la suocera migliore del mondo, eppure a Ludovic non dispiaceva più di tanto. "Volevo soltanto fare un saluto, non vi è nessun motivo particolare dietro la mia visita."
"Vedo che il tuo pessimo gusto in fatto di acconciature non è cambiato." Fece l'anziana signora con una punta di sarcasmo nella voce, indicando con l'indice rugoso i capelli lilla del suo futuro genero. "Hai già incontrato Julian?"
"Sì, è stato davvero un incontro toccante." Mormorò il Francese, arrossendo appena nel tentativo di scacciare dalla sua mente le immagini poco caste del loro incontro.
Il pomeriggio si susseguì velocemente, con la Regina e Ludovic impegnati in una piacevole conversazione e Julian che decise di rimanere nella sua stanza per tutto il tempo per evitare di incrociare di nuovo il suo futuro fidanzato.
"Mio Principe, sta bene?" Domandò verso il tardo pomeriggio Nicholas, bussando alla porta del suo sovrano per accertarsi che andasse tutto per il meglio. Julian non si era fatto sentire per tutto il giorno e la cosa lo preoccupava parecchio, soprattutto sapendo che Ludovic era stato da solo con lui in camera da letto.
Julian non rispose e Nicholas, sempre più preoccupato da quel suo strano silenzio, decise di irrompere nella stanza: il Principe era sdraiato sul letto, ancora nudo, avvolto da lenzuola e con il viso nascosto in mezzo ai cuscini.
"Principe, mi ha fatto stare in pensiero. Perché non ha risposto alle mie chiamate?" Il rosso si sedette sul letto, posando una mano sulla schiena snella e perfetta del ragazzo, che reagì ritraendosi immediatamente, come se il contatto fisico gli desse fastidio. Il suo corpo era ricoperto di lividi, succhiotti e altri tipi di abrasioni che Ludovic non era proprio riuscito a risparmiarsi.
"Vai via, non voglio vedere nessuno!" Ordinò il nobile con la voce che gli tremava, stringendo forte le coperte.
"Perché ha acconsentito a farlo con Ludovic se poi questo è il risultato?" Domandò il servo con schiettezza, senza girare intorno alla questione e andando direttamente al punto.
"Lui sarà mio marito, devo tentare almeno di andarci d'accordo, no?" Fu la risposta del reale, che ebbe finalmente il coraggio di voltarsi e rivelare così due occhi stanchi e rossi come il sangue. "Eppure lo odio così tanto, quel bastardo. Dice tanto di amarmi eppure non nega neanche di tradirmi, giustificando il tutto con idiozie. Non voglio sposare una persona del genere io..."
"Allora non lo faccia. Non sposi Ludovic, Mio Principe." Nicholas si sentiva avvampare dall'interno per la rabbia e per la gelosia, mantenendo quasi a fatica l'autocontrollo. Voleva soltanto gridare e prendere a pugni quel bastardo del Duca Francese, senza tenere conto delle conseguenze. Come aveva osato quello stupido far del male all'uomo che diceva di amare? Nicholas non capiva e probabilmente neanche voleva sforzarsi di farlo: in mente aveva soltanto la vendetta.
"Non posso non sposarlo, noi siamo promessi." Sussurrò flebilmente il ragazzo dai lunghi capelli color carbone, quasi come se si fosse arreso al suo triste destino.
"Non sposarlo... Ti meriti di meglio." Fu la supplica del servitore, che azzerò ogni tipo di distanza sociale tra di loro dandogli del "tu" senza neanche accorgersene. Era così disperato e desideroso di lui che quasi non si rese conto di aver osato dire troppo; quando finalmente si accorse di aver esagerato, si alzò in piedi, dirigendosi rapidamente verso l'uscita. "Riposi, Mio Principe, io veglierò sempre su di lei perché non vi è nulla di più caro per me."
Nicholas uscì dalla stanza senza aspettarsi una risposta e senza guardare indietro, con le guance rosse per l'imbarazzo ed il cuore in tumulto. Si frugò nelle tasche, trovando una piccola moneta d'oro che faceva parte del suo stipendio, dirigendosi a grandi passi verso i sobborghi della città.
Doveva fare una cosa e la doveva fare subito, non ce la faceva proprio a tenersi tutto dentro, doveva sfogare in qualche modo tutte le emozioni che aveva provato vedendo il Principe ridotto in quello stato.
Nascose il suo volto e i suoi peculiari capelli color fuoco in un cappuccio di pelle marrone e, senza dare nell'occhio, entrò in un edificio dalla strana forma, situato nella periferia della città.
"Benvenuto, signore. È la prima volta che viene qui o mi sbaglio? Mi pare di non conoscerla." Fece un uomo grasso e dai denti gialli con tono disgustosamente cordiale, cercando di entrare nelle grazie del suo ospite. Nicholas, di tutta risposta, lo fulminò con i suoi glaciali occhi blu, senza neanche degnarlo di un saluto. L'uomo deglutì, borbottando qualcosa a bassa voce e sforzandosi di non perdere quel suo orribile sorriso storto. "Allora, ha preferenze? Magra, grassa? Alta, bassa? Abbiamo tutto ciò che vuole, mio signore."
"Magra." Disse il rosso, con tono estremamente serio, cercando di camuffare la voce. "E con i capelli lunghi e neri."
"Le mie donne hanno quasi tutte i capelli corti, solo le più costose hanno il lusso di possedere dei magnifici capelli lunghi. Siete sicuro di volerlo ancora?"
"I soldi non sono un problema, vediamo di muoverci." Fu la secca risposta dell'altro, che allungò una moneta d'oro al venditore alla stessa maniera di chi getta il cibo ai maiali. L'uomo, avido di denaro, afferrò la valuta con un sorriso ancora più disgustoso sul volto, felice di aver trovato finalmente un cliente che non badasse a spese.
"Teresa, un cliente per te!" Urlò l'uomo a gran voce, ed immediatamente una bellissima donna entrò in stanza, guardando Nicholas con fare seducente. La donna in questione era alta e formosa, con due fianchi da urlo che avrebbero fatto impazzire ogni uomo sulla faccia della terra... o quasi.
"Avevo detto magra." Si lamentò Nicholas, incrociando le braccia con un po' di disappunto nella voce.
"Non si può avere, ai miei clienti piacciono formose. Comunque non si disperi, signore: Teresa ha dei capelli così belli e setosi che potrebbero addirittura fare invidia a quelli del Principe."
Nicholas si sentì a disagio quando sentì l'uomo pronunciare quella frase. Sapeva di stare sbagliando, che tutto ciò non era moralmente corretto, ma alla fine era diventato davvero bravo a ignorare i suoi stessi ordini e gettarsi nelle braccia dell'istinto.
"Molto bene." Afferrò con delicatezza la mano della donna, lasciando che lo conducesse in un luogo appartato e chiuso, poi la fece stendere sul letto e la guardò, bramoso e desideroso di possederla.
"Oh, Julian..." Pensò il rosso con la mente sempre più annebbiata dal piacere carnale. "Perché mi fai questo?"
Angolo Autrice
C'è aria d'amore~
Chissà cosa accadrà ohohoh~
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