3. Lividi
Nicholas passò le settimane successive ad allenare il fisico e la prestanza: ogni singolo giorno sollevava pesi, si allenava con la spada e correva libero per chilometri e chilometri, finché finalmente non ritornava sudato nelle sue stanze per riposare.
La nuova camera che gli aveva fornito il Principe era davvero uno spettacolo per gli occhi: ampia, spaziosa, con un enorme letto dalle lenzuola di seta ed una bellissima vasca da bagno in porcellana celeste. Sembrava quasi la camera di un re, e certamente Nicholas non aveva più di che lamentarsi. Inoltre la stanza era a pochi metri da quella di Julian, affinché il servitore potesse accorrere da lui ogni qualvolta ne avesse bisogno.
"Come procede l'allenamento, Nicholas? I tuoi muscoli sono ritornati forti? Accidenti, quel disgustoso mercante e le sue disgustose catene hanno veramente rischiato di farti atrofizzare le braccia." Constatò Julian con una punta di preoccupazione nella voce, sorseggiando una tazza del suo amato the. Ancora il Principe non si fidava ciecamente del rosso, motivo per il quale girava sempre con un piccolo coltellino nascosto nella tasca dei pantaloni. Nicholas, tuttavia, non lo biasimava neanche: l'ultima volta che si erano incontrati l'aveva minacciato mettendogli una mano al collo, era plausibile che Julian non si sarebbe fidato di lui immediatamente.
"Non si preoccupi, ogni giorno che passa divento sempre più forte. Tra non molto sarò di nuovo al massimo della forma, glielo assicuro." Lo tranquillizzò il servitore mentre abbozzava un sorriso per cercare di mostrarsi calmo.
"Lieto di sentirtelo dire." Julian ridacchiò lievemente, alzandosi in piedi per poi raggiungere il suo letto, sul quale erano posati dei vestiti di seta nera veramente splendidi. Il Principe si sbottonò la camicia con cura, togliendola con altrettanta grazia e piegandola ordinatamente sul letto. Certamente aveva dei servitori che avrebbero potuto vestirlo e lavarlo in ogni momento, ma il pensiero di avere tante mani che lo toccavano gli faceva attorcigliare lo stomaco per il ribrezzo, quindi preferiva sempre fare tutto da solo.
"P-principe." Mormorò Nicholas arrossendo all'improvviso, guardando altrove per l'imbarazzo. Il petto di Julian era candido e soffice, così liscio ed invitante che sarebbe benissimo potuto appartenere ad una ragazza. La sua pelle era così bianca che si potevano persino intravedere le vene, priva di peli o imperfezioni; il fisico, inoltre, pur non essendo quello di un guerriero, era asciutto e ben formato, cosa che gli conferiva un fascino tutto suo.
"Che c'è Nicholas? Non dirmi che hai vergogna del tuo Principe che si prova i vestiti per il prossimo galà." Sussurrò con una punta di malizia quasi impercettibile, raccogliendosi con le mani i lunghi capelli neri e spostandoseli su una spalla, scoprendo così un lato del suo collo.
Il rosso balbettò miseramente un "No", tuttavia senza ancora guardarlo in faccia. Nonostante potesse sembrare tanto duro e sfacciato, alla fine Nicholas era soltanto un tenero ragazzo che si imbarazzava davvero per poco.
"Sei sicuro? Dalla tua faccia non si direbbe proprio." Lo provocò nuovamente il nobile, avvicinandosi a lui con passi lenti. Julian lo scrutò con i suoi taglienti occhi rossi, cercando di reprimere un sorrisetto per mantenersi impassibile.
"Probabilmente sono solo stanco, Sua Maestà, è meglio che io vada e mi ritiri nelle mie stanze." Nicholas fece di tutto per evitare di guardare il suo padrone, troppo imbarazzato anche solo per sostenere il suo sguardo. Sapeva che, se soltanto avesse abbassato la testa, si sarebbe ritrovato davanti quel corpo così bello e desiderabile, e a quel punto non sarebbe più riuscito a trattenersi.
Non aveva mai visto in vita sua un ragazzo bello come Julian che, oltre a possedere un corpo sublime, era dotato anche di un viso dai lineamenti dolci e delicati, un vero spettacolo per gli occhi.
Il rosso deglutì nervoso, cercando di non pensare al morbido collo di Julian che avrebbe tanto voluto baciare.
Aspetta, aveva pensato proprio "baciare"?
Baciarlo? Lui? Il Principe? Lui che era soltanto un misero servitore?
"Che cavolo sto pensando, sono forse impazzito?" Si domandò tra sé e sé il ragazzo, mordendosi un labbro per cercare di mettere a freno quei pensieri così strani. Lui era soltanto una guardia del corpo, dopotutto, non avrebbe mai potuto permettersi di fare una simile cosa.
"Sei stanco, eh?" Continuò il ragazzo dai capelli neri come il carbone, fermandosi a pochi centimetri di distanza dal suo servitore. La voce di Julian era calma, rilassante e, a detta di Nicholas, anche erotica e sensuale. "Allora vai a riposare, mio caro Nicholas. Non voglio che la mia fidata guardia del corpo sia affaticata."
"Mi perdoni per questa debolezza, le prometto che non si ripeterà."
"Oh no, Nicholas. Tu non hai niente di cui farti perdonare." Sussurrò Julian con molta calma, afferrandogli successivamente una mano. "Mi puoi dire soltanto una cosa? Mi fa un po' male il collo in alcuni punti, ho provato a vedere con lo specchio ma non ci sono riuscito. Non è che potresti dirmi se ho qualcosa di strano sulla pelle?"
Nicholas deglutì un'altra volta, annuendo frettolosamente. Il nobile scoprì il collo raccogliendosi i capelli con le mani girandosi di spalle per permettergli una visuale ottimale, mentre l'altro cercava di non concentrarsi troppo sulla schiena magra e slanciata del Principe.
Allungò una mano, quasi come se fosse desideroso di toccarlo, tuttavia la ritrasse in tempo prima di commettere qualche sciocchezza.
Il collo di Julian era candido e sottile, circondato soltanto da un paio di segni un po' più scuri che ne alteravano la perfezione.
Con molto imbarazzo finalmente si rese conto di cosa fossero quelle macchie violacee: lividi, quelli che lui stesso gli aveva provocato qualche giorno prima quando gli aveva avvolso le mani intorno al collo.
"Ci sono soltanto un paio di piccolissimi lividi, Sua Maestà." Ammise il povero Nicholas, così mortificato da diventare completamente rosso in volto.
Julian fece un piccolo e sadico sorriso, decidendo tuttavia di non andare oltre; aveva avuto finalmente la sua piccola vendetta, non gli sembrava più il caso di continuare.
"Grazie, puoi andare." Ed il servitore uscì lesto dalla camera, dirigendosi velocemente dentro la sua. Una volta entrato si buttò sul letto, iniziando a riprendere fiato come quando si è reduci da una corsa lunga un bel po' di chilometri.
Nicholas si coprì il volto con entrambe le mani, troppo imbarazzato per poter proferire parola. Cosa gli era preso? Lui, che era sempre stato un tosto pronto a ferire ed uccidere persone di ogni età, si era comportato alla stessa maniera di una stupida ragazzina innamorata.
Come cavolo era stato possibile? Come aveva fatto il Principe ad esercitare un simile potere su di lui?
Emise un paio di suoni dal dubbio significato, più simili a delle urla che a delle parole, poi scese lentamente con la mano fino al suo inguine, dove trovò una strana sorpresa.
"È duro." Fu l'unica cosa che il povero ragazzo riuscì a mormorare, chiudendo gli occhi per il troppo imbarazzo.
Angolo Autrice
Chissà cosa sarà il "duro" *coff coff* al quale si riferisce il nostro Nicholas.
Julian ha avuto la sua piccola vendetta, ma forse questo gesto un po' incauto avrà ripercussioni sul futuro dei due ragazzi...
Grazie di aver letto la terza parte di questa storia e ci si vede presto.
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