2. Il Principe Julian
"Il Principe Julian vuole vederti." Una guardia reale gettò in direzione di Nicholas dei vestiti puliti e un paio di scarpe di cuoio, guardandolo dall'alto in basso come se fosse spazzatura. "Togliti quegli abiti lerci, datti una bella ripulita e dirigiti nelle sue stanze; ma fa' veloce, al Principe non piace aspettare."
Nicholas, non appena arrivato al castello, era stato gettato in una stanza molto più simile ad una cella che ad una camera da letto. Si stese sul letto, afferrando il tozzo di pane duro e vecchio che si trovava sul comodino adiacente, e iniziò a mangiare senza fare troppi complimenti. Si dissetò con l'acqua contenuta in una brocca, chiudendo gli occhi ed immaginando che fosse vino, poi si mise sotto le coperte e sprofondò in un sonno che durò fino al mattino successivo.
Nicholas si spogliò, gettando in un angolo della stanza i suoi abiti sporchi e consumati. Due servitrici entrarono in camera pochi minuti dopo, trasportando un grosso catino pieno di acqua. Il ragazzo vi entrò dentro, stringendo i denti a causa della temperatura dell'acqua, che era troppo bassa per i suoi standard; le due donne iniziarono a strofinarlo ed insaponarlo per bene, ripulendolo da tutto il sangue, sudore e terriccio che ormai ricoprivano la sua pelle.
"Oh, ma che bel ragazzo!" Si lasciò sfuggire una delle due, una vecchietta dall'aria simpatica che sembrava davvero amichevole. "Ti dispiace se togliamo anche qualche pelo? È meglio darti un aspetto pulito, quella barbetta incolta e quei due cespugli che ti ritrovi sotto le ascelle devono sparire."
Detto fatto, le due domestiche presero un paio di forbici e dei rasoi, con i quali iniziarono a spuntare i peli del ragazzo, accorciandogli persino i capelli. "Questi però li lasciamo lunghi, sono troppo belli per essere rasati a zero. Il rosso è davvero un colore meraviglioso!"
Nicholas sopportò tutto in silenzio, senza neanche fiatare, finché finalmente non fu completamente asciutto. Si vestì con gli abiti che gli erano stati forniti: un paio di pantaloni larghi di colore blu scuro, le scarpe e una cintura di cuoio che gli circondava anche il torace, lasciandolo tuttavia parzialmente scoperto.
"Grazie di tutto." Borbottò tra i denti con sguardo estremamente serio, facendosi poi indicare la strada da prendere dalle due.
"Mi raccomando, ragazzo: sorridi! A nessuno piace stare con un musone che sta perennemente in silenzio a fissare male la gente!" Squittì in modo adorabile la vecchia signora, salutandolo un ultima volta prima di vederlo scomparire da dietro un angolo.
Il ragazzo camminò per una decina di minuti prima di arrivare a destinazione: il palazzo reale era così grande ed intricato che era impossibile orientarsi!
Bussò alla porta della stanza del Principe, aspettando una risposta con il cuore in gola.
Le due guardie che aveva incontrato il giorno precedente uscirono dalla stanza, guardandolo con aria di sufficienza. Si posizionarono davanti alla porta, con in mano delle lunghe lance appuntite. "Il Principe è dentro, ti sta aspettando. Noi rimarremo qui fuori di guardia perché ci è stato ordinato così ma, se provi soltanto a sfiorarlo con un dito, entreremo dentro e ti faremo rimpiangere persino di essere nato."
Nicholas, da bravo ragazzo di poche parole quali era, si limitò solamente ad annuire con convinzione, entrando subito dopo nella stanza. La porta alle sue spalle si chiuse e lui rimase solo nella camera. Solo con lui.
"Buongiorno, come va?" Chiese con tono amabile il Principe, che se ne stava comodamente seduto su una poltroncina con le gambe incrociate ed una tazzina di the tra le mani. Sorseggiò un po' della bevanda e posò il tutto con una grazia ed una raffinatezza che solo un nobile poteva possedere, alzandosi in piedi per poter guardare meglio il suo servo.
"Accidenti, sei davvero enorme! Quanto sei alto, due metri?" Domandò con curiosità il ragazzo, avvicinandosi ancora di più a lui. "Oh, perdona le mie maniere, non mi sono ancora presentato: io sono il Principe Julian Craven, primo del mio nome. Qual è il tuo nome?"
"Nicholas." Si limitò a dire il rosso, che ancora era piuttosto diffidente nei confronti del ragazzo che lo aveva comprato.
"Sei un uomo di poche parole, eh, Nicholas? Beh, meglio così. Odio le persone che sanno soltanto parlare ma che poi, nella pratica, non combinano niente di buono." Julian incrociò le braccia dietro la schiena e si voltò di scatto, guardando chissà dove. "Ho bisogno di un fidato servitore che mi faccia da guardia del corpo, ma non riesco a fidarmi di nessuna delle guardie imperiali. Devo trovare alla svelta qualcuno, e quel qualcuno potresti essere proprio tu!"
"E cosa le fa pensare che io sia l'uomo che cerca, eh?" Domandò Nicholas con fare irriverente, incrociando le braccia in maniera sfrontata.
"Che sfacciato." Commentò il Principe con un risolino, fermandosi a pochi passi dal suo letto. "Mi piace, non è da tutti essere coraggiosi abbastanza da potermi sfidare. Probabilmente ho fatto bene a comprarti e forse sarai davvero un ottimo servitore."
"Io non sono di nessuno!" Esclamò all'improvviso il ragazzo dai capelli rossi, spingendo senza alcuna delicatezza il Principe sul letto, per poi afferrarlo dal collo. Lo guardò serio con i suoi occhi color del ghiaccio, minacciando di fargli del male.
"Non ti conviene." Sussurrò Julian con voce fredda ed estremamente calma, rimanendo perfettamente immobile e calmo. "Posso chiamare le guardie in qualsiasi momento e ti giuro che non saranno per niente gentili con te."
"O forse posso scappare minacciandoli di ucciderti! Sarai un ostaggio perfetto." Le labbra di Nicholas si incurvarono in un ghigno malefico che quasi intaccò la bellezza del suo volto. Strinse ancora di più il collo morbido e candido del Principe, mentre con l'altra mano gli afferrò il polso sinistro, tenendolo ancorato al letto per evitare che potesse sfuggirgli.
"Le mie guardie saprebbero colpire un uccello con una freccia a decine di metri di distanza, puoi anche uccidermi ma ti assicuro che non uscirai vivo da qui." Rispose il Principe, mentre con la mano libera afferrava un coltellino nascosto in una tasca dei suoi pantaloni, puntandolo alla gola dell'altro. "Sempre se prima riesci a sopravvivere a me."
Nicholas accennò un ghigno, ridacchiando per un paio di secondi prima di avvicinare il suo volto a quello del Principe. Lo guardò dritto negli occhi, allentando la presa sul collo e rimanendo a fissarlo con il viso che distava solo qualche centimetro dal suo. "Sono fisicamente più forte di te, potrei spezzarti in due in qualche secondo e scappare da questo palazzo senza lasciare traccia. Tuttavia ti ammiro perché gli altri nobili non avrebbero mai reagito come te: avrebbero semplicemente pregato per la loro vita, piangendo e disperandosi come animali al macello. Tu, invece, non hai mai perso la calma, nemmeno per un secondo, ed è questo quello che io ammiro in un uomo."
Il servitore lo lasciò andare poco dopo, alzandosi in piedi e aspettando che il Principe si rialzasse. Forse aveva osato troppo, comportandosi in quel modo, tuttavia non aveva potuto farne a meno. Era stato tutto così spontaneo che quasi non era riuscito a trattenersi. "Molto bene, sarò il tuo servitore."
Julian ridacchiò soddisfatto, alzandosi in piedi e facendogli segno di inchinarsi davanti a lui. Gli porse la mano, che Nicholas prontamente afferrò per poi baciare sul dorso. "Nicholas, tu mi piaci molto. Sei sfacciato ed impulsivo, ma sei anche molto profondo e hai una grande morale, il che è davvero ammirevole. Avrai una paga di cinquanta monete d'oro al mese per i tuoi servigi, mi aspetto grandi cose da te."
Julian si sedette nuovamente sulla sua poltroncina, afferrando la tazzina del the e facendo segno al ragazzo di ritirarsi nelle sue stanze. Nicholas obbedì alla richiesta senza battere ciglio, ma poco prima che potesse andarsene, fu interrotto da un colpo di tosse.
"Nicholas, prima di andartene" fece il nobile, guardandolo con uno sguardo così micidiale e severo da fargli mancare persino il respiro. "Guai a te se mi manchi ancora di rispetto, la prossima volta non te la farò passare liscia. E ricorda: quando parli con me devi darmi del 'lei', ci siamo intesi?"
"Sì, Sua Maestà." Fu l'unica cosa che Nicholas disse, sorridendogli in maniera audace prima di chiudersi la porta alle spalle. Quel Principe gli piaceva davvero tanto, non era il solito nobile snob con la puzza sotto il naso, sembrava invece quel genere di persona che il rosso apprezzava più di tutti. Ma, dopotutto, soltanto il tempo avrebbe potuto dirlo con certezza.
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