11. Duello
"Tu..." Ludovic stava letteralmente schiumando per la rabbia, con gli occhi iniettati di sangue ed il pugno serrato per evitare di colpire qualcuno in preda ad uno scatto d'ira. "Giù le mani dal mio ragazzo, brutto stronzo."
Nicholas scoppiò in una risata isterica, stringendo ancora più forte a sè il suo Principe. Rivolse un'occhiata d'odio al Francese, mentre le sue labbra si contorcevano in un ghigno. "Lui è mio, idiota dai capelli rosa."
"Sono lilla, non rosa." Puntualizzò l'altro sempre più innervosito, che a stento stava tentando di rimanere calmo per evitare di fare la figura del villano che sa soltanto menare le mani. "Ti farò impiccare per questo affronto, lurido plebeo. Pensavi che con quei capelli bianchi non ti avrei riconosciuto? Mi hai preso forse per uno stupido?"
"No! Non farlo, Ludovic." Implorò Julian in preda al panico, mettendosi tra i due ragazzi mentre tentava di ricomporsi. Tossicchiò un paio di volte, mentre tentava di darsi un po' contegno. "Non ti permetterò di giustiziare questo ragazzo, lui è un mio fedele servitore."
"Già, ho notato." Fu la risposta sarcastica dell'altro, che assottigliò gli occhi in maniera ostile, quasi come se stesse facendo davvero molta fatica a trattenersi. "E dimmi, quello sporco cane ti riempie anche il culo?"
"Non dire sciocchezze, si è trattato solo di un malinteso." Julian adesso appariva calmo e rilassato come al suo solito, con l'unica differenza che le sue guance erano dello stesso colore del sangue a causa dell'alcool: il Principe, ahimè, era solito ubriacarsi spesso, soprattutto alle feste o nei momenti difficili. E quello era davvero un momento molto difficile, roba da scolarsi ben due bottiglie di Chianti in un solo sorso. "Adesso ricomponiamoci tutti e non pensiamo più a questa brutta disavventura, va bene?"
"Non posso, quel servo mi ha disonorato, posando le sue luride mani su di te. Deve pagare per questo, io lo ucciderò."
"Allora partecipa a un duello e dimostra di essere il tipo che farebbe di tutto per amore, persino rischiare la vita." Propose con molta calma il Principe, che riponeva davvero una gran fiducia nelle doti fisiche del suo fidato servitore: con quei muscoli avrebbe benissimo potuto spezzare in due un palo di ferro, nessuno sarebbe mai stato in grado di batterlo a duello. "Battiti in una sfida e vinci il mio cuore."
"Bene, farò come vuoi, Julian." Annuì Ludovic calmandosi un po' e decidendo saggiamente che era meglio accettare la proposta del suo futuro sposo: certo, lui aveva l'autorità per far uccidere un misero servitore come Nicholas, ma era quasi certo che Julian non glielo avrebbe mai perdonato. "Solo che mi sembra un po' ingiusto, sai? Quel tuo servo è così alto e forte, sono sicuro che in uno scontro di forza fisica finirei schiacciato in due secondi."
"E allora cosa proponi, Ludovic?" Julian alzò un sopracciglio in maniera interrogativa, non capendo ancora bene dove volesse andare a parare il Duca Francese.
"Facciamo uno scontro ad armi pari, va bene?" Propose il ragazzo, alzando le spalle con nonchalance mentre abbozzava un ghigno sadico. Julian aveva già osato troppo, trovando quel compromesso, non avrebbe più potuto ribattere su nulla. "Sarà un duello con il fioretto."
E Julian allora capì in che guaio si era appena cacciato: Ludovic era sempre stato un asso con il fioretto e aveva sempre avuto a disposizione i maestri più bravi che gli avevano insegnato tutti i trucchi per vincere a duello. Nicholas non aveva mezza speranza contro di lui, soprattutto se si teneva conto che l'arte del fioretto è un qualcosa di delicato e aggraziato, qualcosa che uno come Nicholas non avrebbe mai potuto padroneggiare alla perfezione.
Nicholas era la forza bruta, la violenza, Ludovic invece era uno stratega, un artista della spada capace di tagliare in due con precisione una foglia caduta da un ramo: erano gli esatti opposti, con l'unica differenza che Ludovic era avvantaggiato nella sfida.
"Va bene, avrai il tuo duello con il fioretto. Domani, a mezzogiorno, nella radura che si trova in mezzo al bosco che circonda il mio palazzo." Fece Julian con un po' di titubanza, impossibilitato ormai a ritirare la sfida. "Se perderai, lascerai immediatamente il castello e non tornerai per un anno."
"Già, ma se vinco..." Ludovic lo guardò con i suoi freddi e taglienti occhi da felino, già pregustando con enorme desiderio la sua più che certa vittoria; Nicholas sembrava così goffo e maldestro che non sarebbe mai stato capace neanche di impugnare in maniera corretta un fioretto: Ludovic gli avrebbe trafitto il cuore in poco meno di un secondo, aggiudicandosi così la vittoria. "Se vinco tu sarai mio e mi sposerai."
***
"Principe, io-" mormorò Nicholas mortificato dal suo comportamento, inginocchiandosi in un angolo della camera da letto del suo padrone. Julian lo zittì posando un dito sulle sue labbra, poi lo costrinse ad alzarsi e a guardarlo negli occhi.
"Sei così forte e robusto, eppure perché ho l'impressione che tu di fioretto non ne sappia niente?" Julian sospirò seccato, senza però mai perdere il suo proverbiale sangue freddo nemmeno per un secondo. "In qualche modo faremo, non ho intenzione di lasciarla vinta a quello stupido."
"I-io, se solo non avessi agito così impulsivamente..."
"Parleremo del tuo comportamento domani, non appena il duello sarà terminato." Il nobile tirò fuori dalla tasca una sottospecie di pillola, costringendo Nicholas a prenderla, poi lo guardò negli occhi con fare severo, ordinandogli di ingoiarla.
La guardia non poté fare altro che obbedire al suo ordine, senza neanche chiedergli cosa fosse quello strano medicinale che gli era stato somministrato. Decise semplicemente di fidarsi di lui, come qualsiasi bravo servitore dovrebbe fare nei riguardi del suo padrone.
"Principe... Mi sento strano." Nicholas si sentì girare la testa dopo un paio di secondi, iniziando addirittura a vederci doppio: quello strano farmaco stava facendo effetto, e Nicholas sapeva che non sarebbe stato in grado di combatterlo ancora per molto. Si distese sul letto del nobile, guardando il soffitto che diventava sempre più scuro e sfocato, mentre Julian si stese accanto a lui, coprendolo con le coperte.
"Stai tranquillo, va tutto bene. È solo un sonnifero, dormirai per un giorno." Lo tranquillizzò il nobile con fare quasi materno, mentre pian piano lo cullava con la voce per farlo addormentare al più presto. "Non permetterò che tu muoia per mano di quello stupido, giammai."
"Principe..." Fu l'unica cosa che Nicholas riuscì a dire, mentre i suoi sensi si facevano sempre più intorpiditi e il suo corpo si rilassava.
"Stai tranquillo, c'è solo una persona capace di battere Ludovic con il fioretto, e quella persona sono io." Julian sorrise in maniera amorevole, posando le labbra sulla fronte della sua guardia del corpo un attimo prima che perdesse i sensi.
Nicholas, intuendo quello che il Principe volesse fare, tentò di allungare un braccio per fermarlo, ma ormai era troppo tardi: il sonnifero aveva fatto effetto, il rosso si addormentò del tutto pochi secondi dopo, sprofondando nel più nero degli incubi.
"Tranquillo, Nicholas." Sussurrò il Principe, che ormai aveva già preso la sua decisione. "Vincerò il duello e non lascerò che nessuno ti faccia male."
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