10. Masquerade

"I miei complimenti per la meravigliosa festa, Regina Alayna." Si congratulò con un ampio sorriso sul volto una contessa di mezz'età dal viso coperto da una bellissima e maestosa maschera dorata con le piume nere. Nessuno osava chiamare la Regina D'Inghilterra per nome, neanche suo figlio, eppure quella contessina impertinente era l'unica alla quale era concesso farlo.

Il suo nome era Jocelyn, una donna sulla quarantina rimasta vedova da ormai cinque anni, conosciuta in tutto il paese per le sue scandalose relazioni clandestine con uomini e donne di ogni estrazione sociale. In un mondo dove l'omosessualità non era punita da nessuno, ma anzi veniva addirittura incoraggiata, la contessa aveva trovato pan per i suoi denti, usando il suo fascino per sciogliere il cuore ormai congelato della sovrana.

La Regina era una donna vecchia ma ancora attraente, ormai vedova da molti anni, che non aveva nemmeno tentato di trovare un rimpiazzo perché distrutta completamente dalla morte dell'amato marito, un uomo bello, virtuoso e saggio come pochi. Jocelyn, tuttavia, era ugualmente bella e virtuosa, avida lettrice di testi storici e filosofici, capace persino di suonare ben tre strumenti musicali, tanto che la Regina riuscì a vedere in lei un pezzo del suo defunto marito che amava tanto.

"È una festa in onore del mio futuro genero, Ludovic, sperando che il suo futuro e quello di mio figlio siano rosei." Fu la risposta dell'austera donna, che rimase ferma nella sua posizione a scrutare annoiata la folla di nobili mascherati che danzavano a ritmo di musica.

Dall'altro lato della stanza vi era Julian, che reggeva in maniera aggraziata e al contempo seccata un bicchiere di vino rosso, osservando senza alcun interesse le persone che volteggiavano intorno a lui. Qualcuno gli posò una mano sulla spalla e lui, intuendo l'identità della persona, trangugiò il vino in un solo sorso, quasi come se si stesse preparando al peggio.

Tuttavia, quando finalmente si girò, non vide l'orribile ghigno di Ludovic ad attenderlo, bensì una misteriosa figura mascherata che non aveva mai visto prima: la persona in questione era un uomo adulto dalla stazza enorme, vestito completamente di bianco e argento con una maschera del medesimo colore che gli conferiva un'aria misteriosa. I suoi capelli erano lunghi fino alla nuca, dello stesso colore della neve, pettinati all'indietro con cura quasi maniacale.

"Chi siete voi?" Domandò un po' allarmato il ragazzo dai capelli neri, trovandosi il secondo dopo nella pista da ballo a danzare con il misterioso sconosciuto.

"Sono soltanto un Cavaliere Argentato di passaggio, Mio Signore." Disse con tono solenne l'altro, stringendo forte a sè il Principe come se non volesse lasciarlo andare.

"Nicholas? Cosa cavolo hai fatto ai capelli?" Domandò il nobile non appena riconobbe la voce del misterioso uomo bianco, non sapendo se scoppiare a ridere o dargli un ceffone. "E che cos'è questa pagliacciata?"

"Mi andava di cambiare look solo per stasera, la cosa vi turba?" Nicholas alzò le spalle, facendo fare una piroetta al compagno di ballo e continuandosi a muovere con passi lenti e sensuali. "Da quel che avevo capito, non apprezzate particolarmente la presenza del vostro futuro sposo. In veste di vostra guardia del corpo ho ideato questo travestimento affinché potessimo ballare insieme senza essere riconosciuto... Ovviamente sempre se vi va."

Prima che il Principe potesse ribattere in alcun modo, i musicisti iniziarono a suonare le note di un lento, e tutte le coppiette di nobili scesero in pista a ballare con i propri partner. Julian fu trascinato in pista a ballare, in mezzo alla folla, con Nicholas che lo teneva stretto a sè per impedirgli la fuga.

"Allora, vuole concedermi questo ballo?" Domandò la guardia del corpo, facendo scivolare una mano sul fianco del ragazzo e avvicinandolo a lui.

"Ho altra scelta?" Julian non sapeva ancora se lasciarsi andare del tutto o rimanere con un po' di lucidità in corpo, ma poi finalmente si convinse ad abbandonarsi tra le braccia della sua guardia del corpo: gli ultimi giorni erano stati un Inferno per lui, in quel momento aveva proprio bisogno di un po' di svago.

Afferrò al volo un bicchiere di vino rosso da uno dei tanti vassoi trasportati in giro dalla servitù e, dopo aver trangugiato il tutto in un solo sorso, si posò con la testa sul petto della sua guardia, lasciandosi guidare da lui. "Sai, sei bravo a ballare. Tanto bravo."

"La ringrazio, Principe, è un onore per me." Disse Nicholas tutto inorgoglito, usando tutta la sua forza di volontà per trattenersi dal posare le labbra sulla testa dell'altro. Alzò lo sguardo per distrarsi, quando vide una familiare testa lilla sbucare in mezzo alla folla: Ludovic stava cercando disperatamente tra gli invitati nel tentativo di trovare il suo promesso sposo che si era allontanato da lui. "Oh cielo, il capoccione rosa la sta cercando, Principe."

"Dannazione, mai che si faccia gli affari suoi, quell idiota." Mormorò Julian senza neanche prendersi il disturbo di alzare la testa, limitandosi semplicemente a stringere la mano a Nicholas. "Andiamocene via di qui, in un posto dove non ci potrà trovare."

Il Cavaliere Argentato annuì con la testa, afferrando saldamente il braccio del nobile dai capelli neri e iniziando a farsi largo tra le dozzine di nobiluomini e nobildonne truccati e vestiti nelle maniere più assurde e ridicole. "Questi parrucconi si truccano davvero come dei pagliacci, è davvero divertente vedere a cosa porti la ricchezza eccessiva e la superficialità morale." Pensò tra sé e sé Nicholas, che sin da piccolo aveva sempre odiato lo spreco eccessivo e la ricchezza che circondava gli aristocratici stolti e superficiali. "Queste persone sono così povere e misere; l'unica cosa che possiedono sono i bei vestiti di seta, i diademi di pietre preziose e le monete d'oro, nient'altro."

Julian era diverso, invece. Nicholas lo aveva capito sin dal loro primo incontro: gli altri aristocratici erano disgustosi e stomachevoli, con la faccia imbiancata di cipria e le dita ricoperte di anelli d'oro e diamanti. Julian non si truccava, no, era una vera e propria bellezza naturale, ma soprattutto non aveva mai indossato né un anello né una collana.
Anche nei vestiti, Julian era semplice: quelli che indossava erano indubbiamente vestiti di ottima fattura e materiali pregiati, ma erano sobri e per nulla appariscenti, quasi come se il nobile detestasse la moda che imponeva agli aristocratici di verstirsi in maniera pomposa.

"È questo che mi piace di te, Julian." Pensò Nicholas con un sorrisetto sul volto, allontanandosi dalla stanza nella quale si stava svolgendo la festa e nascondendosi con Julian in uno stanzino piccolo e quasi del tutto buio. "Accidenti, dove siamo finiti?"

"È lo stanzino delle scope, presto, accendi una candela!" ordinò il Principe con il suo solito tono autoritario, cercando di mettersi in una posizione comoda: quella sottospecie di ripostiglio era così piccolo e stretto da impedire qualsiasi movimento, tanto che i due si trovavano a pochi centimetri di distanza.

"Non ci sono candele in questo posto, forse sarebbe meglio cambiare nascondiglio." Disse con un filo di voce la guardia, arrossendo a causa della vicinanza con il suo padrone.

"No, sento passi nel corridoio. Se usciamo adesso verremo beccati di sicuro." Julian si addossò contro il muro, respirando piano per cercare di emettere meno rumori possibili. "Nicholas, mi stai schiacciando. Indietreggia un po', te ne prego."

"Principe, sono già con la schiena contro il muro, non posso andare più indietro di così." Mentì spudoratamente il rosso, che in realtà non aveva alcuna intenzione di staccare il suo corpo da quello del suo amato Julian.

"Non mentire, c'è dello spazio libero dietro di te."

"Allora riformulo la risposta: non voglio andare più indietro di così." Nicholas sorrise in maniera un po' sadica, togliendosi di dosso la maschera e guardando il Principe con insistenza: ormai i loro occhi si erano abituati a quell'oscurità, tanto da essere in grado di distinguere le espressioni facciali.

"Cosa significa tutto questo?" Domandò un po' allarmato il reale, gettando una veloce occhiata alla porta in caso avesse dovuto aprirla per correre via.

Nicholas afferrò il volto del Principe, forzandolo a guardarlo negli occhi. "Guardi me, Julian, non voglio farle del male. Io non la lascerò fuggire, non questa volta."

"Nicholas, sei forse impazzito? Cosa ti è preso, hai bevuto un bicchiere di troppo?" Il nobile iniziava ad essere sempre più preoccupato, a tal punto da non sapere più cosa pensare: cosa voleva Nicholas in quel momento? Fargli del male oppure si stava trattando soltanto di un malinteso? "Lasciami immediatamente andare o-"

Ma, prima che Julian potesse finire di parlare, si ritrovò con le labbra incollate a quelle della sua guardia del corpo, totalmente impossibilitato a parlare. Nicholas iniziò a baciarlo con foga e desiderio, facendo scivolare le braccia sul corpo paralizzato del Principe, che invece non sapeva neanche come reagire. "Parli troppo, quella bocca dovrebbe smetterla di blaterare stronzate e iniziare a baciare me."

Julian lo guardò negli occhi con le guance rosse, non sapendo neanche come reagire: tutto si aspettava fuorché questo, ma dopotutto non gli dava fastidio ricevere attenzioni da parte di Nicholas, quindi si limitò ad annuire in maniera accondiscendente.

Forse Nicholas aveva osato troppo, a parlargli in quella maniera sfacciata e rude, ma non era colpa sua se Julian tirava fuori il peggio di lui soltanto esistendo. La guardia gli accarezzò prima i fianchi in maniera dolce e delicata, poi si decise a fare qualcosa di inaspettato e gli posò una mano sul gluteo destro, stringendo un pochino. Nicholas non sapeva come avrebbe reagito, tanto che si preparò addirittura a ricevere uno schiaffo in faccia: tuttavia, la realtà fu meglio delle previsioni, tanto che Julian non solo non fece niente per allontanarlo, ma addirittura si ritrovò ad ansimare.

"Ti piace, eh? Scommetto che ti piacerebbe di più essere scopato senza alcuna pietà da me, Julian." Disse Nicholas con la lussuria che già gli aveva annebbiato la mente, provocato dalla reazione del Principe. Riprese a baciarlo senza alcuna castità, toccandolo con desiderio e voglia di lui, quando la maniglia dello stanzino si abbassò e qualcuno aprì la porta.

"Tu..." Ludovic stava letteralmente schiumando per la rabbia, con gli occhi iniettati di sangue ed il pugno serrato per evitare di colpire qualcuno in preda ad uno scatto d'ira. "Giù le mani dal mio ragazzo, brutto stronzo."

Angolo Autrice

E quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare.
Okay no.

Come farà il nostro Nicholas contro quella bestiaccia di Ludovic?
Quali saranno le conseguenze del suo gesto?

Alla prossima!

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