20 "L'ottava grotta: bianca."

Come hai fatto a capire che quella scalinata non era originale?" chiese Nilo, curioso e sorpreso per l'idea geniale dell'amica.
"Non lo sapevo, ho solo avuto un'intuizione: tutti questi riflessi mi hanno ricordato il tuo specchietto ed ho provato a guardare attraverso di esso... Probabilmente non avevo raccolto tutto il filo di raggi di luna, così i lembi rimasti rimandavano ancora false immagini. E' stata solo fortuna."
Mentre cautamente, i tre avanzavano, apparve ai loro occhi, il lago Arcobaleno.
Le gocce di sette colori brillavano qualche istante in contrasto con il tetto a volta, bianco, per poi scomparire al centro delle acque.
"Ce l'abbiamo fatta!" esclamò Clotilde, felice; congiungendo le mani al petto e spalancando i suoi occhi azzurri, radiosi.
Alla loro destra, scorsero un altare in marmo bianco che fronteggiava il lago.
Stella si avvicinò e vide, appoggiato ad un leggio, completamente d'oro, il libro degli incantesimi.
Nilo e Clotilde erano rimasti sulla riva di sabbia fine e chiarissima, a contemplare il lago.
La principessa pensò di aver giocato la carta giusta per il suo ultimo incantesimo: quello di essere capace di leggere quegli strani simboli d'oro che brillavano come fuoco, sulla copertina di cuoio scurita.
Avvicinò la mano e toccò il libro, carezzandolo con amore; la sua speranza di poter rivedere in vita i suoi genitori e suo fratello, il suo regno.
Tutti felici come un tempo.
Lo aprì sulla prima pagina e notò che gli incantesimi erano elencati in ordine alfabetico. Trovava divertente il pensare che quella lingua sconosciuta le sembrasse così familiare, mentre, intanto, cercava qualcosa di utile al suo scopo.
Un urlo la risvegliò.
Alzò gli occhi guardando di fronte a se e scorse l'amica che aveva gridato, stesa, per terra. Davanti alla ragazza, Nilo, lottava contro un grosso cane nero, pareva quasi un orso.
Ringhiava.
Stella non ebbe il tempo di realizzare cosa stesse accadendo.
Il grosso animale aveva aperto le fauci, mostrando bianche zanne acuminate e le aveva strette attorno alla gola del folletto, in una morsa mortale.
La principessa abbassò lo sguardo sul libro e trovò sotto i suoi occhi un "incantesimo di addomesticamento."
Lesse ad alta voce le parole magiche; subito, il cane lasciò la presa e guaì, raggiungendola, festoso, scodinzolando.
La ragazza si diresse alla volta dei suoi amici, seguito dall'ormai fedele cagnolone.
Clotilde teneva la testa dell'amico, appoggiata alle sue gambe e lo chiamava disperatamente.
"Come sta?" chiese Stella.
Clotilde la guardò, due grossi lacrimoni scivolarono sulle sue guance pallide.
"E' morto!" rispose.

***

Nilo si svegliò come da un lungo sonno ristoratore; si sentiva bene e molto leggero. Al suo fianco c'erano Ambrosia e Baldassarre che gli sorridevano.
"Dove sono?" chiese, notando che i due spiriti erano differenti da come li vedeva quotidianamente.
"Sei morto per salvare Clotilde."
"Sono morto?" chiese incredulo "Siamo liberi!" urlò felice.
"Siete liberi finalmente!"
"No." intervenne Baldassarre, e fece un cenno con la testa per indicargli di guardare alle sue spalle.
Il folletto si voltò e vide la grotta bianca: pareva ci fosse una patina biancastra davanti le sue pupille; le immagini erano sfocate ma ancora riusciva a distinguere le tre figure al centro.
Le due ragazze inginocchiate, chine sul suo corpo inerte.
"Stella ti riporterà in vita."
" No! Non può farlo! Non deve!" gridò disperato lui.
Lo sguardo di Ambrosia era mesto ma fermo, e, fissandolo, continuò:
"Sì, non è ancora giunto il tuo momento. Tutti nasciamo sulla terra con lo scopo di fare le esperienze particolari che ci eravamo preposti quando eravamo nel regno delle anime... Tu sei nato per regnare sul tuo villaggio."
"Ma anche tu eri nata per lo stesso scopo ed io... Io..."
"Basta! Abbiamo sbagliato tutti e tre. Perdonaci per quello che noi ti abbiamo fatto."
"Ma io vi ho abbandonati..."
"Avevi sei anni e sei corso a chiedere aiuto... Questa tua morte mi ha resa libera dal vincolo del nostro matrimonio. Quello che devi fare ora è, soprattutto, perdonare te stesso. Il perdono ti renderà libero dal passato e ti permetterà di ricominciare a vivere la vita che meriti di realizzare, lo scopo che ti eri prefisso in questa tua esistenza: essere un re."
E qui volse lo sguardo a Stella.
"Ma anche tu eri nata per essere regina..."obiettò con voce che mal celava i suoi atavici sensi di colpa.
"Ricorda: il perdono ti renderà libero; lascia andare il passato e renderai liberi anche noi." poi continuò con voce supplichevole: "Ascolta le mie parole Nilo: io tornerò sulla terra e diventerò regina. Sì, sarò anche io regina, di un altro regno, poco lontano dal nostro villaggio."
Nilo la guardava con sguardo interrogativo.
"Tu ti sposerai ed io mi reincarnerò nella vostra figlia."
"Io? Mi sposerò? Chi, sposerò: Carlotta o... Stella?" chiese esitante.
In quei giorni passati insieme, aveva compreso di essere innamorato anche lui della bruna principessa, ma se avesse dovuto seguire le leggi del villaggio, Carlotta sarebbe dovuta diventare sua moglie per diritto.
"Questo non mi è dato di saperlo: tu possiedi il dono del libero arbitrio, sei tu, l'artefice del tuo destino. Sarai tu a scegliere la donna della tua vita."
Queste furono le ultime parole che il folletto udì; improvvisamente si ritrovò nel buio più completo, nel silenzio assoluto, poi scorse, lontano davanti a sé, un puntino bianco.
Cominciò ad incamminarsi nella speranza di raggiungere la fine di quel tunnel oscuro.

***

Nella grotta, intanto, le due ragazze piangevano disperate; Stella non aveva idea di cosa fare e si era recata a cercare nel libro l'unico incantesimo che le era venuto in mente: "Resurrezione".
L'aveva trovato, ma c'era un avviso che l'aveva fatta desistere dal metterlo in atto.
Il grosso cane nero, ormai addomesticato, le stava accucciato accanto e le leccava le gambe, cercando di consolarla.
Il monito diceva:
"Colui che verrà risuscitato, qualora la sua anima abbia già superato la soglia dimensionale di luce, tornerebbe in vita come un guscio vuoto, senza frutto al suo interno e, potrebbe essere invasato da qualsiasi anima che vaga liberamente, legato ancora alla sua precedente esistenza terrena.
Il rischio è che possa persino ospitare una o più anime malvagie."
Di nuovo si sorprese a pensare a pochi giorni addietro, a come avrebbe voluto che il tempo si fosse fermato a quel mattino in cui ancora non era successo nulla e lei riposava nella sua camera, accanto a quella del suo amato fratellino.
Intanto sfogliava il libro e quando arrivò alla lettera T , lesse:
"Tempo: incantesimo per tornare indietro"
Forse aveva trovato la soluzione. Forse. Non c'era altra via, avrebbe provato.
Chiamò Clotilde e le disse:
"Ascolta, proverò con l'incantesimo per tornare indietro nel tempo. Voglio tornare alle ore precedenti l'assalto di mio zio. Se i miei calcoli sono giusti, tu ti ritroverai al mattino, in casa, all'arrivo del tuo pretendente."
Solo al pensiero di quella giornata, Clotilde sentì una grande nostalgia nel suo cuore per la sua vita tranquilla, il suo focolare.
"Devo chiederti però il permesso di assorbire parte della tua prodigiosa memoria" continuò la principessa "affinché io, una volta tornata indietro, non dimentichi tutto quello che abbiamo vissuto."
"Quello che vuoi, Stella." assentì la ragazza, abbracciando forte l'amica; poi discostandosi e guardandola negli occhi, le chiese:
"Ma, io ti dimenticherò? E dimenticherò anche Nilo?"
"Se tutto andrà bene, verrò a trovarti e torneremo vecchie amiche; ne va della salvezza di tutto il mio regno: solo tu puoi aiutarmi... In cambio, chiedimi qualcosa, uno scambio equo."
Lei ci pensò su e rispose:
"Potresti far crescere il dente davanti, a Francesco?"
"Gli renderò i denti bianchissimi, perfetti. Quando sorriderà, scintilleranno! Volevo dirti anche un'altra cosa... Mi avevi chiesto di rivelarti l'identità di quell'uomo che ti ha salvato nella palude: era Francesco. Ora lo so, ne sono sicura. E' destino che tu sposi lui."
Sorrise mestamente, mentre le lacrime bagnavano gli angoli della sua bocca.
"Questa nostra storia mi rammenta la leggenda del pentolone d'oro che si trova alla fine dell'arcobaleno... Ne hai mai sentito parlare?"
"La mia nonna me l'aveva raccontata, quando ero piccola."
"Io penso che esso rappresenti la realizzazione dei nostri sogni. Tanti si affannano per raggiungerlo; pochi riescono a toccare la meta. Molti uomini muoiono durante il loro cammino. Durante il percorso della loro vita, proseguono per la propria strada con lo sguardo fisso davanti all'obiettivo preposto, e non si accorgono della bellezza che li circonda, delle persone meravigliose che si trovano al loro fianco. Perdono tutte le belle cose che succedono loro, nel momento presente, perché non lo vivono intensamente come dovrebbero. Questo mi ha insegnato il viaggio che abbiamo intrapreso. E' stato bellissimo. Il nostro incontro nel bosco, il volo verso la grotta, la trasformazione in ranocchie, la capanna di Nilo... Lo sbocciare di un nuovo sentimento in me, la tristezza di scoprire che con lui c'era Ambrosia, bellissima ragazza... Ho vissuto ogni attimo intensamente, insieme a tutti voi. Il dolore della sua morte... Sentimenti forti che mi hanno cambiata. Anche tu, ora comprendi che le cose più preziose erano già a portata di mano: la tua capanna, i tuoi genitori, e il tuo futuro sposo... Non un principe.
Io credo sia giusto avere dei sogni, ma sono del parere che per farli avverare bisogna lavorare giorno per giorno, vivendo sempre nel momento presente e assaporando tutto quello che la vita ci offre, ogni singolo istante. Qualunque cosa succeda, non è importante la meta (il pentolone d'oro) quanto ciò che si fa per poterla raggiungere: il cammino che si compie, lungo il sentiero dell'arcobaleno. Io ho scoperto la tua amicizia, ho scoperto l'amore." abbassò lo sguardo verso il corpo inerte di Nilo. "Ho scoperto una nuova Stella: non sono più una ragazza viziata, abituata ad essere coccolata, al centro delle attenzioni. Ho scoperto il dolore, la disperazione e la determinazione. Non avrei mai pensato che sarei stata in grado di vagare, sola per il mondo."
Clotilde replicò: "Io invece pensavo che voi sovrani aveste la vita facile, ma mi sono resa conto che non è così per te, né lo è stato per Nilo."
"Vedi, Nilo è rimasto ancorato al passato e così non ha più saputo vivere nel presente; si è sempre auto punito e non è riuscito a realizzare quello che Ambrosia gli aveva chiesto: vivere la vita, anche per loro che l'avevano persa. Solo ora capisco, pure io, cosa significhi tutto ciò: ho sempre dato per scontato che avrei avuto i miei genitori e mio fratello, al mio fianco; adesso che non ci sono più, rimpiango di non aver vissuto appieno i momenti passati con essi."
"E Nilo? "chiese Clotilde.
Si voltarono entrambe a guardare il corpo immobile del folletto steso a terra, sul viso un lembo di stoffa, lungo fino a coprire lo squarcio della gola.
"Non so se sparirà o se tornerà vivo; io spero che si ritrovi nel suo bosco e sia felice." singhiozzò disperata.
Clotilde l'abbracciò forte.
"E' arrivato il momento di salutarci. Questo è un arrivederci, Clotilde!"
Le due ragazze si abbracciarono per l'ultima volta, poi Stella fece sedere la sua amica accanto a Nilo, e la fece addormentare.
1°incantesimo: acquisire la formidabile memoria di Clotilde.
2°incantesimo: dare una dentatura scintillante a Francesco.
3°incantesimo: tornare al mattino in cui dormivo felice, al 26 agosto 1***, alle ore cinque del mattino.
Non esiste il passato di adesso,
Non esiste il futuro di quel giorno,
Solo il presente: 26 agosto 1***, ore cinque del mattino.

***

Un mattino, Clotilde si era svegliata con la febbre alta ed era rimasta a casa, seduta accanto al focolare, coperta da un telo di lana, si era di nuovo addormentata.
Fu destata da qualcuno che bussò alla porta.
"Entrate!" urlò per farsi udire.
La porta di legno si aprì con un gemito e, circondato dalla cornice dell'uscio, la ragazza vide stagliarsi la sagoma alta e scura di un uomo giovane dalle spalle larghe.
Il viso, in controluce, non era visibile, ma, quando il ragazzo sorrise, si illuminò la faccia abbronzata e i suoi occhi neri, brillarono.
"Com'è bello!" pensò Clotilde, e capì di essersi innamorata di lui.

***

Stella si svegliò all'improvviso, spaventata, madida di sudore, ansante. Si sedette per uscire dal torpore del sonno, che anche se agitato, le impediva di essere lucida.
Non ricordava l'incubo che l'aveva fatta svegliare, agitata.
Respirò a fondo, più volte, gli occhi chiusi alla ricerca di qualche immagine che fosse rimasta impressa nella sua mente, gli ultimi istanti.
"Hai mai sentito parlare del pentolone pieno d'oro che si trova alla fine dell'arcobaleno?" queste parole riecheggiavano nella sua testa, ma c'era il buio totale. Chi aveva pronunciato quelle parole?
"Alla fine dell'arcobaleno..."
L'immagine di una ragazza bionda, dagli occhi azzurri che la guardava, apparve davanti i suoi occhi.
"Chi sei? Chi sei?" si sforzava di vedere sempre più nitidamente la fanciulla, cercando di allargare la visuale a ciò che la circondava.
"Arcobaleno... Arcobaleno... Cos'hai visto?" si chiese ad alta voce; poi, un "plic!" proveniente da qualche parte, la riportò indietro, indietro.
Non era più nella sua camera, si voltò e scorse una goccia, che rifletteva tanti colori, cadere dal soffitto di una grotta e scomparire nel laghetto sottostante.
"Clotilde!"
In pochi istanti, vide passare nella sua mente, tutto quello che aveva vissuto; a ritroso, dalla morte di Nilo, indietro a quando lo aveva intravisto, per la prima volta, apparire dietro la finestra della sua capanna; poi, indietro, alla notte in cui aveva incontrato Clotilde, nel bosco sino alla visione dei suoi genitori uccisi.
"No!" urlò, e uscì dal letto, corse verso il quadro, aprì la stanza del tesoro usando l'impronta della sua mano e si precipitò all'interno.
Scavò tra i gioielli alla ricerca dello scrigno senza gemme, quando lo trovò, l'aprì e vi guardò dentro: vuoto.
Cosa significava ciò? Aveva sbagliato? Era tornata dopo il momento dell'assalto?
L'angoscia si impossessò di lei, si fiondò nella camera di Leo. Il suo fratellino dormiva tranquillo, nel suo letto.
Il contenuto del piccolo forziere di legno, l'aveva già usato per i suoi scopi, adesso, probabilmente, non ne aveva più bisogno.
Abbracciò il bambino, baciandolo sulle guance, poi si diresse verso l'uscita del pozzo, alla ricerca dei suoi genitori che insieme ai sudditi, vagavano nei dintorni del bosco, raccogliendo la rugiada prima della nascita del sole.
Avrebbe spiegato ogni cosa a suo padre, il popolo sarebbe subito partito per evitare uno scontro sanguinoso.
Stella avrebbe suggerito di insediarsi, in un bosco lontano, dove pare vivesse un noto folletto guaritore.

***

Larga la foglia
Stretta la via
Dite la vostra
Che ho detto la mia.

Se questa favola
Ti ha fatto volar
Dimmi se il seguito
Potrò raccontar...
"IL TRIFOGLIO"
Ti invito a cercar.

Sette i chakra
Sette i colori dell'arcobaleno
Storia un po' frivola
Ma non è solo favola

Piccole gocce di saggezza antica
Che parlano di natura amica
Di armonia di mondi
Differenti e giocondi
Di diversità
Che si completano
Di complicità
Speranze e felicità.

FINE... Primo tempo.
Il seguito l'ho intitolato "Il trifoglio".
A presto!

RINGRAZIAMENTI

Grazie:

Alla mia cuginettona ANTONELLA SPECIALE (di cognome e di fatto!) che mi ha iscritta a WATTPAD.

A mia cugina ROSANNA TODARO per gli splendidi disegni che ha fatto dei personaggi principali e per le foto delle grotte.

A mia sorella Enza per la splendida foto dell'arcobaleno sul lago di Bracciano, del 4° capitolo.

A Sara Sebeni, cuginetta, e Giada Russo, mia figlia, che mi hanno aiutato con gli effetti speciali delle foto.

GRAZIE.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top