18"La sesta grotta: Indaco"

"Adesso ragazze inizia il difficile." disse Nilo.
"Il terreno è pieno di buche, c'è poco spazio tra l'una e l'altra; saremo costretti anche a saltare per superare questi pozzi... Augurandoci di non caderci dentro. A vederli superficialmente sembrano vuoti, ma non posso proprio assicurarvi che sia così: è troppo buio."
"Quando finirà? "chiese piangendo, Clotilde. "Quando? Perché non ammazzarci subito anziché farci soffrire così, poco a poco, lentamente, inesorabilmente..." tirò su col naso.
Stella accarezzava la chioma bionda dell'amica e, piangeva anche lei, in silenzio.
"Se è la valle dell'arcobaleno, vuol dire che siamo quasi arrivati al traguardo. Ogni grotta ha il colore dell'iride, dunque: grotta indaco" e alzò il pollice per enumerare; grotta viola, e mostrò l'indice.
"Due grotte... Le ultime, ragazze! Sette sono i colori dell'arcobaleno: rosso, arancione, giallo, verde, blu." contò ogni singolo colore con le dita dell'altra mano e, aggiunse a queste, le altre due.
"Sette, ragazze, sette!"esclamò, sforzandosi di sorridere loro.
"Ce la faremo! Ora mettiamoci in fila e con cautela, avanzate dietro di me."
Nilo fece due salti superando due buche per lasciare spazio a Clotilde che lo seguiva. Facendo piano sembrava fosse più facile del previsto, ma Stella mise un piede in fallo e scivolò. Fortunatamente ebbe i riflessi pronti per aggrapparsi all'amica, la quale scivolò con lei nel pozzo ma riuscì ad afferrare l'imboccatura, il tempo necessario perché Nilo riuscisse a recuperarla per i polsi. Il folletto le aiutò ad uscire e le ragazze sedettero sulla stretta lingua di terra che delimitava due pozzi adiacenti.
La voce di Stella era tremante:
"Ho sfiorato con i piedi, la punta di frecce acuminate. Vi devo la vita! Ho le gambe che non mi reggono in piedi, non so se riuscirò a proseguire."
"Devi farcela Stella!" la incitò Clotilde "Dobbiamo andare avanti, insieme, tutti e tre! Lo dici sempre tu."
Stella respirò profondamente cercando di calmarsi; quando si sentì pronta, incitò gli amici a continuare il cammino.
la tensione giocava molto a sfavore sull'equilibrio, così fu il turno di Nilo che cadde a faccia in giù in un pozzo.
Clotilde riuscì ad afferrarlo per i piedi: il folletto aveva il naso a pochi centimetri da frammenti di vetro acuminati, e, abituandosi al buio, si vide faccia a faccia con un teschio.
"Aaaaaaaaahhhh!" urlò.
"Aaaaaaaaahhhh!" fecero di rimando le due ragazze che cercavano di tirarlo su.
"Aaaaàaaaaahhhh"
"Aaaaaaaaahhhh!"
"Ah ! "
"Ah!"
Non era l'eco questa volta, ma le due fanciulle impressionate che imitavano l'amico.
"Cosa hai visto?"chiesero contemporaneamente.
Ma il folletto si guardò bene di allarmare le sue amiche parlando della morte di un malcapitato; si limitò a nominare i cocci appuntiti.
L'uscita della caverna era ben visibile, ma così lontana.
Sempre con prudenza, continuarono a spostarsi.
Ad un certo punto udirono Stella esclamare: "Oh!"
I due si voltarono e non la videro più.
Clotilde che era la più vicina, si affacciò sul pozzo, alle sue spalle; agghiacciata, dando ormai per scontato di aver perso per sempre la sua amica.
Buio totale.
Nilo e lei, urlavano il suo nome per capire se fosse caduta proprio lì dentro.
Allungarono le mani incitandola ad afferrarle.
"Hahaha!" risuonò sotto di loro una risata argentina.
"Ciao, sono qui! Voi chi siete?"
Era una voce da sciocchina, ma era proprio la voce di Stella, ed era sana e salva... Ma forse era impazzita.
"Hahaha!" rideva con voce da chioccia.
"Afferra le nostre mani, Stella, riesci?"
"Stella? Chi è Stella? La la la la!" cominciò a cantare "E perché devo afferrarvi le mani? Si sta così bene qui. Non ho voglia di uscire!" voce di bambina viziata e capricciosa.
"Stella, sei davvero tu? "chiese costernato e incredulo, Nilo.
"Stella sei davvero tu?" gli fece il verso la ragazza.
"Ma chi è Stella?"
"È impazzita!" urlò Clotilde ormai sull'orlo di una crisi di nervi.
"Adesso scendo e vado a prenderla!" le disse Nilo.
"No. Non mi lasciare sola, e se impazzisci pure tu?"
"Steeeeellaaa" fece Nilo, parlando in modo canzonatorio "Mi fai vedere il tuo viso?"
Stella si avvicinò, Nilo riusciva a intravedere la sua sagoma, dunque il pozzo non era profondo, avrebbe potuto raggiungerla se avesse allungato le braccia.
"Scommetto che non sai saltare con le braccia in alto." la sfidò.
Certo che sono capace." rispose stizzita, lei:
"Guarda! Guarda!" e cominciò a zompettare.
"Adesso!" gridò il ragazzo e cercò di afferrare Stella, mentre Clotilde lo teneva stretto per la vita per paura che cadesse pure lui nel pozzo, trascinato dal peso dell'amica. Riuscirono a portare in salvo la principessa, che con gli occhi storti e l'aria ebete, sghignazzava. Rideva senza motivo.
Questa volta Clotilde era in coda e controllava Stella.
Quest'ultima ancora istupidita dall'incantesimo del pozzo, per gioco, spinse il folletto, il quale cadde nel pozzo sottostante i suoi piedi; cadde anche la principessa; sbilanciandosi, scivolò nella buca e fu seguita da Clotilde che per afferrare l'amica, aveva perso anch'
ella l'equilibrio.
I tre si ritrovarono nel buio più totale.
"State tutte bene?"
"Si!" rispose Clotilde.
"Si!" aggiunse Stella come risvegliandosi in quel momento "Ma cosa è accaduto?"
"Davvero non ricordi nulla?" chiese l'amica.
"Cosa dovrei ricordare?" replicò Stella.
"Non è successo nulla!" aggiunse Nilo.
"Come siamo giunti qui e perché siamo in piena oscurità?"
"Te lo raccontiamo dopo, ora cerchiamo di uscire." rispose Nilo:
"Clotilde, ora ti farò da scalino con le mani, ti tirerò su, cerca di raggiungere la cima del pozzo."
"Non finisce più. Sono stanca, Nilo!" sbuffò, poi proseguì: "Come desideri, sei pronto?"
La ragazza riuscì a risalire il pozzo.
Silenzio.
Buio.
Come mai non udiva la voce dei suoi amici? Il panico si impossessò nuovamente di lei.
Cominciò a chiamare i due amici, ma non ricevette risposta. Iniziò a pensare alle più immani tragedie.
"Madre, padre, sono tornato! No. Non so dove siano. Non li vedo da tanto tempo." Nilo piangeva disperato: "Mi hanno abbandonato."
La ragazza si batté la fronte con una mano.
"No! Cosa sta sognando ora? Stella, come stai? Stella! Ti prego, Rispondimi!"
La principessa parlò:
"Fratellino, sei qui? Allora sei ancora vivo! Sono contenta!"
La bionda contadinotta sentì i brividi attraversarle la schiena, poi, pensò di fare un tentativo spacciandosi per il principino.
"Sì, sono io Stella. Ho tanta voglia di abbracciarti, ti aiuto ad uscire da lì."
"Fratellino, non vedo l'ora di riabbracciarti pure io."
E cominciò la scalata della parete, riuscendo ad agganciarsi all'amica per tornare in superficie.
Intanto, si udivano i ragli che mandava a gran voce il folletto, nella sua disperazione, nel suo sogno ad occhi aperti.
Stella sortì ed abbracciò con impeto Clotilde, poi, la magia finì il suo effetto e, Stella con gran disappunto e tanta delusione esclamò, guardando l'amica negli occhi:
"Non sei Leo..."
"Mi dispiace, ho dovuto mentirti, altrimenti non saresti più uscita dal pozzo."
"E Nilo? "chiese.
Entrambe si girarono a guardare in basso, nel buio, da dove provenivano lunghi ululati.
"Clotilde, li vedi Baldassarre ed Ambrosia?"
"Stanno perdendo consistenza man mano che procediamo. Questo posto sta assorbendo la loro energia, come aveva già detto Nilo."
"Sono solooooo! Mi hanno abbandonatoooo!"urlava il ragazzo, disperato.
Che ne dici se gli diciamo che siamo noi i suoi spiriti? Riusciremmo a convincerlo?"
"Con te ci sono riuscita, se lo convinciamo che siamo Ambrosia e Baldassarre, ci vedrà così!"
"Nilo, siamo qui! Raggiungici, ti prego!"
Con un balzo sovrumano, il folletto si appese all'orlo del pozzo e, spingendosi con i piedi saltò di fianco alle ragazze, Dopo pochi secondi, anche lui si rese conto di essere accanto alle sue amiche e, guardandosi intorno intravide, sempre più diafane, le due figure agognate, di fronte a lui.
"Dobbiamo uscire quanto prima! Anch'io non ne posso più!"
"Manca poco." Aggiunse Stella, piena di speranza.
Stremati ma felici, riuscirono a varcare l'ingresso della settima grotta.

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