Capitolo 1
Era diverso dagli altri bambini,questo non si poteva negare.
Avrebbe dovuto ascoltare fin da subito i suoi sentimenti,ma questo lo capì troppo tardi.
«»
*Molti anni prima,nella villa Harrison*
«Il principe baciò la principessa,ed ella si risvegliò dal lungo sogno grazie al bacio del vero amore.»lesse Julie,la balia.
«...E vissero felici e contenti» concluse.
Era un bellissimo pomeriggio primaverile,il giardino della villa Harrison era rappresentato in tutto il suo splendore.
I vari alberi di ciliegio disposti lungo il sentiero di sassi erano più vivi che mai,con i fiori di un rosa intenso.
Il piccolo conte Nicholas Harrison,si trovava seduto su una delle tante panchine del giardino insieme alla sua balia,al figlio di un amico dei suoi genitori e alla sua futura sposa.
Perché sì,così funziona.
L'amore non è come nelle fiabe,questa è la vita reale.
I matrimoni sono basati sul denaro e non sui sentimenti altrui e,sono spesso organizzati fin dalla più tenera età.
Lui era destinato a passare tutto il resto della sua vita con Elisabeth.
Elizabeth Clarke è la ragazza che tutti vorrebbero: gentile,cordiale e genuina.
La moglie perfetta,ma non per lui.
Iniziò ad osservare la sua futura sposa,intenta a parlare con la balia.
Al loro fianco vi si trovava il primogenito degli amici dei suoi genitori.
Nicholas non era a conoscenza del nome di quel bambino,dato che egli se ne stava in costante silenzio,ma da sempre,desiderava sentire il suono della sua voce.
Decise di avvicinarsi.
«Piacere,io sono Nicholas Harrison,vieni spesso qui con i tuoi genitori eppure non abbiamo mai parlato» disse porgendogli la mano,tentando di essere il più cordiale possibile.
Il bambino senza dire una parola si alzò dalla panchina e iniziò a camminare allontanandosi da Elizabeth e Julie.
Continuarono a percorrere il sentiero di sassi che vi si trovava nel giardino della villa.
Dopo aver camminato per una decina di minuti Luke si sedette sul prato e con la mano fece cenno a Nicholas di seguirlo.
"Mi chiamo Luke Evans,scusa se non mi sono mai presentato" disse voltandosi verso di lui.
Sorrise.
Il sorriso più tenero e innocente del mondo.
Luke Evans è leggermente più basso di lui,ha i capelli color caramello,il viso ricoperto da lentiggini.
Mentre gli occhi sono di un verde puro,cosi trasparente da poterci intravedere le stelle.
Passarono l'intero pomeriggio a parlare e ad osservare il cielo limpido di metà marzo,tranquilli senza doversi preoccupare di niente.
Quella sera si sarebbe tenuta una cena tra le tre rispettive famiglie: Harrison,Clarke e Evans.
Gli adulti conversavano tra di loro,come sempre,non badando a tutto il resto.
La signora Clarke era l'esatta copia di sua sua figlia,aveva i medesimi capelli biondi e i celestiali occhi azzurri.
Ella indossava un elegante abito sui toni del rosa, ricco di pizzi e merletti.
Mentre il Signor Clarke, era caratterizzato dal suo costante sguardo freddo e distaccato.
La signora Evans,nonché madre di Luke,iniziò a fare varie domande,ma Nicholas non le prestava attenzione,era intento ad osservare il suo nuovo amico.
Amico.
Che strana parola.
Si poteva definire tale?
Avevo parlato per poco meno di un giorno,eppure i sentimenti che provava quando era al suo fianco erano sinceri.
Era felice di sentire la sua voce,di poter avere qualcuno come Luke al proprio fianco.
Era felice e voleva urlarlo al mondo intero.
Ma avrebbe dovuto capire che quella felicità non sarebbe durata in eterno.
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Quella sera i signori Harrison erano più silenziosi del solito,ma il ragazzino non ci diede tanta importanza. Infondo sapeva che non vi era amore tra i suoi genitori,come in tutti i matrimoni. Chi ama realmente lo fa di nascosto,lontano dai pettegolezzi e pregiudizi.
Ma lui era felice,l'unica cosa che lo preoccupare era il suo imminente compleanno.
Il giorno dopo avrebbe compiuto 7 anni.
Era felice e non vedeva l'ora che arrivasse l'alba,quella dannata alba.
Il giorno successivo appena si alzò dal letto,si diresse verso la camera dei genitori:ma era vuota.
Allora girovagò fino ad arrivare alla sala da pranzo e lì vide il signor Harrison intento a urlare.
Si nascose dietro la porta,era ben a conoscenza del carattere del padre e di quanto potesse diventare violento.
La cicatrice sul suo occhio destro ne era la prova.
Forse anche per questo non aveva mai avuto il coraggio di chiamarlo 'papà'.
Quattro semplici lettere,eppure così difficili da dedicare ad una persona che non ha mai amato nessuno,al di fuori di sé stesso.
<<Caro,non fare così.
Devi capire che non tutte le soluzioni devono essere prese con violenza>>disse la signora Harrison con la voce rotta.
Non l'aveva mai vista così fragile e distrutta.
Sembrava un piccolo pezzo di vetro che,colpito nel punto giusto,si sgretolava in mille minuscoli pezzettini.
Il vetro,duro ma allo stesso tempo fragile.
Nicholas non aveva mai capito come funzionasse il mondo.
"I più forti vincono,i deboli perdono" gli ripeteva sempre il padre.
Ma come può il mondo distinguere una persona forte da una debole?
Il piccolo conte era rimasto assorto dai suoi problemi,quando un urlo richiamò la sua attenzione.
Era la voce di sua madre.
Si voltò e la vide:la sua amata mamma,bella come la luna e pura come l'acqua di un torrente.
Secondo il giovane Harrison era un'offesa definirla 'bella come il sole'.
Il sole se lo osservi fa male.
Nessuno passa il tempo ad osservarlo o men che meno dipingerlo.
Ma sua madre non gli aveva mai fatto del male.
Sua madre era la luna,una bellissima luna.
Piena di piccoli crateri paragonabili alle ferite che si era procurata durante tutto il corso della sua vita.
Suo padre invece era per lui il sole.
Gli faceva male scottandolo,e non si poteva stare con lui rimanendo illesi.
Lui,Nicholas Harrison,a soli sette anni,aveva assistito all' eclissi della sua famiglia.
Essa però aveva una differenza,ad essere oscurato non fù il sole ma la luna che inerme cadde a terra.
La luna era morta.
Il sole lo osservò e portandosi l'indice alla bocca mugulò un "shh"
Poi il buio.
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