Extra VI - Gelo Dentro
Due anni prima
Tiffany
Nonostante sia inverno inoltrato, il sole regna incontrastato nel cielo azzurro, baciando con i suoi raggi d'oro l'intero edificio dell'Accademia.
Chiudo lo sportello della botola da cui sono appena uscita e mi rimetto in piedi, scrollando i pantaloni blu della divisa.
Eseguo una rapida perlustrazione visiva dell'ambiente. Sono salita sul tetto della scuola, come faccio ogni giorno, da un anno a questa parte. Dovrei essere a lezione, ma ho smesso di frequentarle mesi fa.
Individuo il Guerriero qualche metro più avanti. È appoggiato con i gomiti al parapetto, lo sguardo nero carbone puntato sul cortile sottostante. Ciuffi di capelli scuri gli ricadono disordinatamente sulla fronte. Stringe tra le labbra il mozzicone quasi finito di una sigaretta, l'espressione fredda e illeggibile, come al solito.
Mi avvicino a Mason Evans e mi posiziono al suo fianco, appoggiandomi di schiena alla ringhiera. Lui non mi ha ancora rivolto un'occhiata, troppo concentrato sulla sua sigaretta e sui Guerrieri che occupano il cortile, cinquanta metri più in basso.
«Vuoi?» mi domanda all'improvviso, porgendomi un pacchetto di sigarette mezzo vuoto.
«Dove le hai trovate?» gli chiedo, afferrandone una dalla scatolina.
Mi passa l'accendino, con un sorrisetto scaltro. «Le ho rubate durante una Sentinella.»
Scuoto la testa, ridacchiando, mentre accendo la sigaretta e la serro tra le mie labbra. Osservo la cenere che ne consuma il bordo e il fumo che ne fuoriesce quasi incantata. Ed è proprio così, che mi sento: come una sigaretta che sta bruciando lentamente, dolorosamente, irrimediabilmente.
Io e Mason non aggiungiamo altro. È sempre stato così, tra me e lui: fumo, silenzio assoluto e il vento che ci scuote i capelli, mentre guardiamo dall'alto il paesaggio sottostante.
È diventato un nostro rituale. Da quando ci siamo baciati, durante il funerale della sua famiglia e di Chris, ci vediamo ogni mattina sul tetto dell'Accademia. Condividiamo un pacchetto di sigarette e la nostra sofferenza, saltando le lezioni mattutine e tenendo distanti gli altri Guerrieri.
Non c'è stato nessun altro momento intimo, però, a parte il bacio che ci siamo scambiati l'anno scorso, al funerale. Sono l'unica persona di cui Mason accetta la compagnia, ma tiene alla larga anche me dal suo cuore e dalla sua anima.
«Domani è un anno» dice lui, d'un tratto, spezzando il silenzio.
Mi giro a guardarlo. I suoi occhi neri sono abissi vuoti, come quelli delle Ombre. I capelli scombinati gli ricadono sul volto affilato, dall'espressione dura e intransigente.
«Lo dici come se non ti importasse» osservo.
Lui punta le sue iridi scure su di me. «Vorrei tanto che non me ne importasse, Bionda.»
Sospiro. Domani sarà l'anniversario della morte degli Evans e di Chris, il mio ragazzo. A distanza di un anno, l'Accademia soffre ancora la perdita del Generale. L'Esercito si è sciolto e Arcandida è diventata un lontano miraggio.
Cerco di non pensare a quella notte, ma è più forte di me. Gli occhi azzurri di Chris invadono i miei sogni, la pallottola che l'ha ucciso è protagonista dei miei incubi, e i ricordi dei suoi baci e dei suoi sguardi carichi d'amore sono la mia condanna eterna.
Sono destinata ad amarlo per sempre, e questo mi distruggerà.
«Cosa hai intenzione di fare?» chiedo, gettando la sigaretta consumata per terra. La calpesto, esattamente come la vita ha fatto con me, strappandomi il ragazzo che amavo.
«Niente. Come sempre» risponde Mason, il tono freddo.
Studio il profilo del Guerriero bello e dannato che mi affianca. Il sole d'inverno accarezza la sua figura marcata, illuminando quei lineamenti congelati dal dolore.
Da quella maledetta notte, è come se il nulla si fosse impossessato di lui. Ha tagliato i contatti con chiunque, compresi i suoi migliori amici. Sembra che non gliene freghi più di niente e di nessuno.
«Perché sei diventato così?» domando.
Mason sembra sorpreso, per una volta, e non indifferente. «Come?»
«Prima non eri così, lo so. Perché ti sei trasformato in un... Guerriero trasgressivo? Non dirmi che si vive meglio, perché non ci credo.»
Al contrario di quanto mi aspettassi, lui sorride. Ed è un sorriso così triste che mi spezza il cuore. «Dovresti cambiare anche tu, Bionda. Si sta decisamente meglio, credimi. Diventi qualcun altro e ti lasci tutto e tutti alle spalle, anche i ricordi. Si sta bene, con il gelo dentro, sai?»
Provo a immaginare un futuro dove le lacrime non mi bagnano più gli occhi, dove le memorie legate a Chris mi lasciano in pace e dove nessuna emozione riesce più a scalfirmi. E il pensiero è tanto allettante quanto spaventoso.
Sono disposta a rinunciare a me stessa per smettere di stare male?
«Pensaci» dice Mason, staccandosi dal parapetto e spegnendo la sigaretta sotto la suola delle scarpe. «Mi piacerebbe vedere una nuova Tiffany.»
Mi rivolge un ultimo sguardo, con quei suoi occhi neri e freddi come il ghiaccio, e raggiunge la botola.
****
Mi chiudo la porta della mia stanza alle spalle. Ho passato l'intero pomeriggio ad allenarmi, e sono sfinita. L'esercizio fisico mi aiuta a distrarmi dai brutti pensieri, ma ogni volta arrivo a fine giornata con i muscoli in fiamme e con la stanchezza che mi pesa addosso.
Mi dirigo in bagno, bisognosa di una doccia rigenerante. Sfilo la tuta da ginnastica ed entro nella cabina di vetro, posizionandomi sotto il getto d'acqua bollente, che riesce a lavare via un po' di sfinimento.
Quando esco dalla doccia, mi avvolgo in un asciugamano e mi piazzo davanti allo specchio appannato. Tolgo il vapore con la mano e osservo il mio riflesso dal vetro puntellato di goccioline.
Gli occhi castano-verdi sono infossati e pieni di stanchezza, i capelli biondi grondanti d'acqua e il mio viso piegato il una smorfia abbattuta.
"«Dovresti cambiare anche tu, Bionda. Si sta decisamente meglio, credimi. Diventi qualcun altro e ti lasci tutto e tutti alle spalle, anche i ricordi. Si sta bene, con il gelo dentro, sai?»"
Non riesco a scacciare dalla testa le parole di Mason. Ha detto che gli sarebbe piaciuto vedere una nuova Tiffany.
E mente studio il mio viso, un'idea mi balena in testa. È folle, stupido e da vera incosciente, ma voglio farlo.
Voglio cambiare.
Esco dal bagno e raggiungo l'armadio di legno chiaro. Dentro ci sono due divise accademiche, composte da camicia e pantaloni. Di solito non indosso altro, fatta eccezione per l'abbigliamento sportivo e il pigiama.
Apro il cassettone dell'armadio, dove sono riposti gli abiti eleganti che uso per le cerimonie. Afferro una gonna blu e lunga fino al ginocchio, guardandola con occhio critico. Se ci lavoro sopra, potrei realizzare il progetto che ho in mente.
Mi avvicino al mobile che affianca la porta. Apro uno sportello e all'interno dello scomparto trovo una scatolina piena di fili di cotone colorati, aghi da cucito e un paio di forbici per tagliare i tessuti.
Mia madre mi ha insegnato qualche trucchetto per la cucitura, anni fa, quindi prendo il set e mi metto all'opera con la gonna. Poi, agguanto una camicia da una delle divise appese nell'armadio, dandomi da fare per sistemare anche quella.
Indosso i nuovi vestiti e mi dirigo in bagno, scavando nei mobili e nei cassetti fino a trovare qualche arnese per il trucco e la cura della pelle. Ho sempre detestato utilizzare prodotti simili, anche perché a Chris piacevo così come ero, al naturale. E forse questo è uno dei motivi principali per cui comincio a rivestire il mio viso di creme, a passare pennellate di terra sulle guance e a colorare le palpebre e le labbra.
Dopo quasi un quarto d'ora, ammiro il risultato finale, orgogliosa di me stessa. Indosso una minigonna blu e una camicia a maniche corte con i primi bottoni slacciati. La pelle del mio volto appare più liscia e scintillante, le ciglia allungate da una dose generosa di mascara, insieme all'ombretto chiaro e al rossetto rosso fuoco.
Non mi riconosco più. La ragazza che sto guardando è un'altra Tiffany. La vecchia me è sepolta sotto strati di trucco e abiti succinti.
Esco dal bagno, tornando in camera. Guardando l'orologio digitale sul comodino, scopro che è quasi mezzanotte. Quindi, lascio la mia stanza e attraverso il corridoio, il ticchettio dei tacchi che porto ai piedi che rimbomba tra le pareti deserte. Raggiungo l'ascensore e schiaccio il pulsante che mi condurrà al quarto piano.
Arrivo al livello stabilito e cammino fino a trovarmi davanti alla porta della camera che cercavo. Busso un paio di volte e non devo attendere molto prima che il Guerriero venga ad aprire.
Gli occhi neri di Mason incontrano i miei. Le sue pupille mi scivolano addosso, squadrandomi da capo a piedi. Analizzano ogni centimetro del mio corpo, fino a tornare sul mio viso. Faccio un sorriso malizioso, scorgendo il desiderio che gli oscura lo sguardo.
«Sono cambiata abbastanza, adesso?» sussurro il tono suadente.
Mason non risponde. Si limita a circondarmi i fianchi con un braccio e a tirarmi dentro la sua stanza, chiudendo la porta. Mi spinge contro il battente e si china alla mia altezza, le labbra che soffiano sulle mie.
«Sei perfetta, Bionda» mormora.
Poi, Mason mi bacia, esattamente come ha fatto un anno fa. Preme le mani sulla mia nuca, le dita incastrate tra i miei capelli, mentre io gli artiglio le spalle e gli accarezzo le braccia.
Le nostre bocche si scontrano con forza brutale, con sofferenza e disperazione, e buttiamo fuori tutto il dolore che ci ha piegati durante questi trecentosessantacinque giorni.
Mason mi solleva e le mie gambe nude gli circondano la vita, la mia schiena contro la porta e il mio petto addossato al suo. Non smette di baciarmi, mentre io faccio volare le dita sul suo torace e sulla sua schiena.
Stacca il mio corpo dalla porta e mi guida sul letto, sdraiandosi sopra di me. Mi sbottona la camicetta e io gli sfilo la camicia e il gilet, tracciandogli leggere linee sul petto. Mason stampa le labbra su ogni centimetro della mia pelle. Mi toglie la gonna, che finisce sul pavimento insieme ai suoi pantaloni.
E quando ci spogliamo anche della biancheria e gli occhi bui di Mason si ancorano ai miei, in quelle iridi tenebrose leggo una brama immensa. Mi rendo conto che lui non vuole me, non vuole Tiffany, ma vuole il mio corpo, e a me non importa. Voglio solo essere desiderata, anche se nel modo peggiore possibile.
Perciò, quando Mason invade il mio corpo, non mi interessa che abbia appena strappato la mia purezza, l'unica cosa che restava della vecchia me. Non mi importa che questa sia la mia prima, gelida volta, che non sia stata magica come me l'aspettavo, ma solo vuota, cruda e ghiacciata. Non mi importa di aver appena tradito Chris, non mi importa di aver infangato la nostra promessa di amarci per tutta la vita e per tutta la morte.
Non mi importa più di niente. Nemmeno del fatto che è appena scoccata la mezzanotte e che oggi sia l'anniversario della scomparsa del mio ragazzo.
****
Presente
Io e Mason non abbiamo più smesso di frequentarci, da quella notte. Abbiamo trascorso un altro anno insieme, a concederci a vicenda, tra le lenzuola del suo letto o del mio. È andata avanti così, ogni notte, ogni giorno.
Con il passare del tempo, Mason ha iniziato ad allontanarsi da me. Ha cominciato a sciogliere il ghiaccio dalla sua anima. È tornato a frequentare le lezioni regolarmente e a stare in compagnia dei suoi migliori amici, lasciandomi in disparte.
Ha ricominciato anche a sorridere di nuovo, a essere felice, a sconfiggere il dolore con la gioia. Lentamente, è tornato quello di prima, il Mason di tre anni fa, prima che la sua famiglia fosse uccisa.
Io, invece, no. Da quella notte di intimità, sono cambiata. Sono diventata la ragazza che presta attenzione solo all'aspetto fisico, quella che ama ricevere le attenzioni di ogni Guerriero e che non desidera altro che essere ammirata e toccata da ognuno di loro.
Ho eretto una barriera intorno al mio cuore, in modo che nessuno potesse accedervi. Non ho più permesso a nessuno di amarmi, ma solo di avermi, di possedermi, per poi abbandonarmi.
Mason, nonostante abbia ritrovato la serenità, ha continuato a stare con me. Ormai, le nostre notti di passione sono diventate abitudini, inutili momenti di divertimento per scacciare la noia, la rabbia o il dolore. E a entrambi va bene così. A entrambi va bene usarci.
Anche in questo momento, mentre Mason preme il suo corpo contro il mio e io gli traccio una scia di baci sulla clavicola.
Noto che sembra avere la testa tra le nuvole, che sta pensando ad altro. Mi ha chiesto di raggiungerlo e di aiutarlo a distrarsi, ma è come se avesse ottenuto l'effetto opposto.
Stacco le labbra dalla sua pelle, sbuffando. Mi metto seduta sul materasso della sua stanza, sistemandomi i capelli dietro le orecchie.
«Che ti prende?» gli chiedo, infastidita.
Mason non risponde, ma nei suoi occhi scuri brilla un lampo di dolore. Di senso di colpa. «Non ti avrei dovuta chiamare» riflette tra sé.
Inarco un sopracciglio, stranita. «Ti sei stancato, all'improvviso? È da due anni che andiamo a letto insieme, e fino a una settimana fa ti piaceva ancora.»
«Non sei tu, Tiff» mi assicura.
Studio la sua espressione, contratta dal pentimento. E, come un fulmine a ciel sereno, capisco chi è il problema.
«C'entra quella ragazzina, vero? Quella nuova?» domando in un sibilo irato.
Mi riferisco a Bridget Stewart, l'Arcandida che da una notte all'altra è diventata membro effettivo dell'istituto. So che Mason è la sua guardia del corpo e che ha il compito di proteggerla, che si allenano insieme e condividono le Sentinelle. E ho anche scorto gli sguardi che Mason rivolge alla Guerriera dai capelli rossi. La osserva come se fosse una stella caduta dal cielo, un tesoro prezioso da custodire. Non la guarda con brama o con desiderio, ma solo con... affetto. Credevo che fosse un dettaglio di poco conto. Però, a quanto pare, non è così.
«Dio, non ci credo. Ti piace quella?» sbotto, indignata.
«Stai delirando» ribatte.
Ormai, conosco Mason, e so interpretare le sue espressioni. Mi sta mentendo. Adirata, scendo dal letto e raccolgo i miei vestiti, indossandoli in fretta e furia.
«Chiamami quando ti sarai ripreso» gli ringhio contro.
Dopodiché, senza sentire le sue proteste, esco dalla stanza. E mi sembra quasi uno scherzo del destino quando, in fondo al corridoio, noto una ragazza dalla chioma ramata.
Bridget sta guardando nella mia direzione. Deve aver visto che sono appena uscita dalla camera di Mason. Sembra piuttosto confusa, quindi, con un ghigno gongolante sulle labbra, mi dirigo da lei, decisa a toglierle qualche dubbio.
Non le permetterò di portarmi via Mason. È tutto ciò che mi resta.
Spazio Autrice
Eccovi il nuovo extra, stavolta dal punto di vista di Tiffany. È passato un anno dalla morte di Chris e lei e Mason hanno iniziato a frequentarsi. Lui è diventato una specie di bad boy, diverso dal Mason che noi e Bree conosciamo. Anche Tiffany decide di cambiare e diventa la Guerriera che avete visto in ISDD. La sua "relazione" con Mason è iniziata così, anche se dopo lui si è ripreso e lei no.
Personalmente amo il personaggio di Tiffany, nonostante il suo comportamento. Ha solo sofferto troppo. Voi?
Spero che l'extra vi sia piaciuto! Alla prossima.
Xoxo💜
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