Extra I - La Notte della Vigilia
Sedici anni prima
Mentre Selene Kelley si avvicinava alla villetta dove d'ora in poi avrebbe vissuto sua figlia, Amber Stewart rifletteva su quanto facesse freddo.
Quella notte, il ventiquattro Dicembre, era più gelida del solito. Forse, era l'atmosfera natalizia, che aveva congelato New York in una morsa di neve. O, forse, era il cuore spezzato di una giovane donna che stava per abbandonare la sua bambina. Ma questo, Amber, non poteva saperlo. Non ancora, perlomeno.
Così, si limitò a portare alle labbra la tazza bollente di ceramica, nella quale galleggiava il suo tè. Fece una smorfia, quando si ustionò la punta della lingua.
«Mamma, quanto manca a Natale?» chiese Matthew, arrampicandosi sul sofà.
La donna scoccò uno sguardo all'orologio rotondo appeso alla parete. Erano le undici e cinquanta.
«Dieci minuti, tesoro» rispose a suo figlio.
Matt sbuffò, contraendo i teneri lineamenti. Gli scappò uno sbadiglio e si raggomitolò accanto a sua madre.
Amber sorrise. Due anni fa, il piccolo Matthew si era aggiunto alla famiglia, riempiendo i suoi genitori di gioia. Era il più bel dono che avesse potuto desiderare.
La donna si concentrò sulla semplice e perfetta naturalezza che regnava in casa: Matt che giocava le sue ciocche rosse, i fischiettii di Stefan provenienti dalla cucina, la legna che bruciava nel camino.
Sì, adorava tutto. Adorava sentire suo marito canticchiare mentre cucinava. Adorava le manine di suo figlio che le attorcigliavano i capelli. Adorava il calore e il piacevole rumore prodotto dal caminetto.
Sorseggiò di nuovo il liquido dorato, che non scottava più. Mancavano solo quattro minuti alla mezzanotte.
In quel momento, Stefan Stewart entrò nel salotto. Si sedette accanto ad Amber, sul divano bianco panna, e sorrise alla moglie. Aveva i capelli castano chiaro in disordine e gli occhi marroni pieni di amore.
Il soggiorno di casa Stewart era intrappolato nella quiete, dolcemente spezzata dal crepitare del fuocherello e da qualche sbadiglio non trattenuto da Matt.
Il lampadario spento permetteva alle fiamme di proiettare mosaici di luci e ombre sulle pareti e sul mobilio. Figure che si intersecavano sulle superfici, che si fondevano e danzavano.
Tre minuti.
Stefan le afferrò la mano, sfiorando con l'anello di fidanzamento che lui stesso le aveva regalato: un cerchio d'oro con i loro nomi incisi sopra.
Due e trenta.
Gli occhioni verdi di Matthew analizzavano i regali impacchettati sotto l'albero, pronto ad agguantarli.
Due.
Amber posò la tazza di tè sul tavolino di vetro che affiancava il divano.
Uno e trenta.
Stefan si alzò e si diresse in cucina, tornando pochi secondi dopo con una teglia fumante tra le mani, coperte da spessi guanti da cucina.
Uno.
Qualcuno suonò il campanello.
Amber tirò un'occhiata confusa a suo marito. Lui sollevò le spalle, incitandola a vedere chi fosse, e posò la teglia piena di biscotti sul tavolo. Era una loro tradizione, aprire i regali e poi mangiare i biscotti appena sfornati.
La donna dalla chioma rosso fuoco si diresse alla porta e ne aprì uno spiraglio.
Non c'era nessuno.
Con una ruga d'espressione confusa a marcarle la fronte, spalancò completamente il portone scuro.
In un primo istante, davanti a lei vide solo fiocchi di neve che volavano leggeri. Poi, abbassando gli occhi azzurri, individuò il motivo per cui li avevano disturbati.
Amber si accovacciò vicino alla culla. Era un trasportino per neonati, rivestito da un tessuto vellutato. Intorno al manico erano intrecciati fili di paglia chiara, per facilitarne la presa.
Ci sarebbero volute ore per descrivere la raffinatezza dei minuscoli dettagli che incorniciavano la culla: dai piccoli fiocchi bianchi che decoravano l'impugnatura, al pizzo ondulato che copriva l'interno, alle coperte di lana morbida.
Ma Amber accantonò quei particolari. Perché, avvolta nelle coperte, una bambina strillava. E perché, quando rialzò lo sguardo, non vide traccia dei genitori.
Il pensiero che la piccola fosse da sola la fece sbiancare. Il panico la invase, insieme a un brutto presentimento.
«Che succede?» domandò Stefan, raggiungendo sua moglie sull'uscio. L'uomo notò la culla e la neonata, sgranando le palpebre.
«È mezzanotte!» gridò Matthew, dall'interno.
Sentirono i piccoli e veloci passi del figlio che, probabilmente, si fiondava a scartare i pacchi regalo.
«E lei?» Stefan trovò il coraggio di parlare, nonostante nella sua voce annidasse l'incertezza.
Amber non rispose. Non sapeva come rispondere. La verità era che aveva paura di rispondere.
Quindi, prese delicatamente la culla dal portico e si voltò, intenzionata a rientrare.
«Cosa fai?» la fermò Stefan.
«La porto dentro, o morirà di freddo.»
Lui la seguì, tentennante, e richiuse il battente.
Matthew era seduto sul pavimento, ai piedi dell'albero decorato. Aveva tolto il coperchio all'enorme scatola che custodiva la pista automobilistica, il regalo per il quale implorava i suoi genitori da mesi.
Stefan l'avrebbe affiancato e l'avrebbe aiutato a montare i pezzi, mentre Amber avrebbe ridacchiato, nel vedere suo marito concentrato a guidare le macchinine.
Ma, quella notte, entrambi erano preoccupati per altro. Amber posò con cura la culla sul divano.
«Cos'è quella?» chiese Matt, curioso, indicandola.
«Vorremmo saperlo anche noi» mormorò suo padre.
Amber liberò la bambina dalla morsa delle coperte, stringendola tra le sue braccia. Aveva due iridi scintillanti e venate da macchie color oro.
Stefan adocchiò un pezzo di carta e un paio di oggetti nella culla, tra le coperte stropicciate. Impugnò la spazzola argentata. Sul retro era incisa una frase incomprensibile. La appoggiò sul tavolino e spostò l'attenzione sul secondo oggetto, una catenella d'argento da cui pendeva un fiocco di neve. Abbandonò anche quello, sempre più stranito, e afferrò il bigliettino.
«Prendetevi cura di Bridget» lesse ad alta voce le parole scritte.
«Bridget» ripeté Amber, assaporando il suono di quel nome.
Bridget Stewart. Le piaceva.
Quel ventiquattro dicembre, Amber e Stefan accolsero nella loro dimora la Principessa di Arcandida, l'Erede di Seth.
Quella notte, accolsero la chiave per la pace e per la distruzione eterne.
Spazio Autrice
Piccolo capitolo extra, in attesa del sequel. Prendetelo come un continuo del prologo: dopo che Selene abbandona Bree, Amber la trova e la accoglie in casa sua. È un piccolo sguardo al passato, che spero abbiate gradito.
Nel prossimo extra (sta a voi scegliere se leggerlo no) rivedremo due personaggi che non sono presenti da tempo. Intanto, stellinate e commentate, readers.
Ps: Voi siete matti: 6k visualizzazioni! La storia cresce sempre di più e abbiamo raggiunto la posizione #2 in Fantasia🥈
Xoxo❤
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