62. Tsunami

Mason

«Se continui a fissarla in questo modo, la consumerai» mi dice Sophia.

Non le presto attenzione e continuo a guardare Bridget, che sta chiacchierando con Alexandra, Emily e Carter.

«Se Carter non le toglie quel braccio di dosso, giuro che vado ad ammazzarlo» ringhio, esprimendo a voce alta tutta la mia contrarietà.

«Rilassati» sbuffa la ragazza riccia. «Sei diventato troppo suscettibile.»

«Non è vero» nego, tirandole uno sguardo offeso.

«Certo, come no.» Rotea gli occhi color miele. «Vuoi soltanto spaccare la faccia a chiunque respiri la sua stessa aria.»

Non posso ribattere, stavolta, perché ha ragione: mi fa infuriare il solo pensiero di qualche imbecille che le gira attorno, incluso il mio migliore amico. Il pensiero di perderla di nuovo mi manda fuori di testa.

«Dovrai smettere di preoccuparti, perché sta venendo qui» annuncia il Capitano.

Scorgo Bridget farsi spazio tra la folla e camminare nella mia direzione. Non credo di aver mai visto niente di tanto perfetto. Quel vestito la fa apparire come una regina determinata, saggia e maledettamente bella. Mi nota e fa un sorriso così splendente che potrebbe illuminare il buio fuori da queste mura.

«Certo che è davvero una rossa da paura» commenta Jack, scrutandola profondamente con le sue iridi verdi.

Tiro un'occhiata rovente all'Ufficiale, al mio fianco. Se non fosse un mio compagno di squadra, l'avrei fatto fuori, probabilmente.

Bridget, intanto, arriva alla nostra postazione. Non ha nemmeno il tempo di parlare, che quel cretino di Jack la ferma, rivolgendole un ghigno ammiccante. Prende la sua mano e lascia un bacio sul dorso, da bravo gentiluomo.

«Lasciatevi dire che siete splendida, stasera, Principessa» la lusinga.

Ci sta davvero provando con la mia ragazza? Bridget rivolge un sorriso timido all'Ufficiale e lui non smette di mangiarsela con lo sguardo. Sento i miei lineamenti contrarsi in una smorfia.

«Jack, smetti ti fare il leccapiedi» lo riprende Sophia, e la ringrazio mentalmente per essere intervenuta al mio posto, evitando così una strage.

«Dico solo la verità» replica lui.

Le guance di Bridget arrossiscono lentamente, passando dal rosa chiaro a una tonalità più intensa.

«Sì, va bene, abbiamo capito» mi intrometto bruscamente. «Puoi andartene, adesso.»

«Ai suoi ordini, Generale» risponde l'Ufficiale, in tono beffardo.

Conto fino a dieci per non rischiare di dare di matto. Vuole solo infastidirmi. Praticamente tutti i miei compagni di squadra sanno della storia tra me e Bridget, e credo che sia stata Sophia a diffondere la voce, data la sua estrema loquacità.

Jack passa accanto a Bridget e le fa un occhiolino. «Ci vediamo, bellezza» le dice, prima di andarsene e confondersi tra la folla. Lei, in risposta, diventa ancora più rossa di prima.

Appena quel depravato è fuori dal nostro campo visivo, Sophia viene colta da una crisi di ridarella.

«È stato esilarante» dichiara tra le risate. «Dovevi vedere la tua faccia, Mason.»

Bridget mi lancia un'occhiata di rimprovero. «Cos'era, quella scenata da fidanzato possessivo?» sbotta, seccata.

«Ma non hai visto come ha provato ad adescarti?» protesto.

«Mi ha solo fatto un complimento.»

«Questo è quello che pensi tu.»

«Accidenti, Mason, non puoi prendertela con ogni ragazzo che mi guarda per più di tre secondi!» prorompe.

I risolini che Sophia si lascia sfuggire interrompono il nostro battibecco. Entrambi ci giriamo a guardarla, accigliati.

«Scusate, scusate» placa la sua ilarità, «ma i litigi di coppia mi divertono.»

Bridget corruga le sopracciglia. «Tu chi saresti?»

«Sophia Benson, il Capitano dell'Esercito» si presenta la ragazza.

«Bene, Sophia, potresti lasciarci un attimo da soli?» le domanda Bridget, con gentilezza.

Sophia acconsente e si dirige verso i tavoli colmi di cibo e bevande, dall'altra parte della sala.

Mi avvicino a Bridget e poso le mani sui suoi fianchi, accostando il suo corpo al mio. «Mi dispiace per la scenata» mi scuso. Poi, le scocco un bacio sulla fronte. «Mi sei mancata, per tutto il giorno.»

«Anche tu» sussurra, dimenticandosi di essere arrabbiata.

Perlustro in rapidità l'ambiente, per assicurarmi che non ci siano occhi indiscreti nei paraggi. Mark è occupato a conversare con una professoressa, ai piedi del palco, perciò decido di approfittare della sua distrazione.

«Andiamo in un luogo più tranquillo?» le propongo.

Annuisce e mi prende per mano. «Seguimi.»

****

Bridget mi porta in biblioteca. Qui è tutto immerso nella quiete; il buio striscia tra gli scaffali colmi di libri, spezzato dai fasci lunari che filtrano dalle vetrate che tappezzano la parete. Raggiungiamo un angolo appartato, dove si trova un camino e di fronte a esso un divano e una poltrona. Persino lo scoppiettio delle fiamme rende l'ambiente pacifico.

Bridget si accomoda sul divano, rivestito di pelle color marrone lucido, e mi incoraggia ad affiancarla. Mi siedo accanto a lei. Davanti a noi, il fuoco brucia il legno, lasciando nient'altro che cumuli di cenere grigia. La luce prodotta dalle fiamme ci investe, scacciando le tenebre.

«Mi è piaciuto il tuo discorso» le dico, interrompendo il silenzio.

Sorride piano, gli occhi immersi nel fuoco. «Grazie.»

Mi accosto un po' di più al suo corpo. Appoggia il capo sulla mia spalla, come se fosse il gesto più naturale del mondo. Arriccio intorno all'indice una delle innumerevoli ciocche sfuggite dalla sua acconciatura, mentre con l'altra mano le accarezzo il braccio, rivestito dal pizzo dorato dell'abito.

La punta del suo dito ricalca le scritte sulla mia divisa, seguendo il filo argentato. Ripassa anche i contorni del fiocco di neve, lo stemma di Arcandida, per poi toccare la sua collana, che ha lo stesso simbolo.

Alza gli occhi sul mio viso, e io studio ogni tratto del suo: le iridi scintillanti come stelle, dove le fiamme del camino creano riflessi di ambra e ruggine, i lineamenti delicati e le labbra rosee e morbide. Ci premo sopra le mie, lasciando un bacio leggero.

Decide di approfondire il contatto strattonandomi per il colletto dell'uniforme; poso una mano sul suo fianco e la faccio stendere, reggendomi con il braccio libero allo schienale del sofà.

Mi mangio i suoi gemiti e cospargo la sua pelle candida di baci, godendomi ogni espressione facciale in cui si contrae il suo viso. Mette le mani sul mio petto e sono sicuro che riesca a sentire il ritmo esorbitante del mio battito cardiaco.

Questa ragazza riesce a scombussolarmi come nessun altro. Mi spegne il cervello e incasina le mie emozioni. Sono sempre stato una specie di blocco di ghiaccio, immune a tutti i sentimenti; poi, all'improvviso, è arrivata lei a portare caos nel mio cuore. Come uno tsunami, che ti travolge senza chiedere il permesso.

«Non puoi nemmeno immaginare quanto ti amo» sussurro sulle sue labbra, con il fiatone.

«Sì, invece. Posso immaginarlo perché è lo stesso modo in cui ti amo io: senza confini» ribatte dolcemente.

Non riesco a trattenere un sorriso da perfetto imbecille.

«Non ci posso credere» mormoro, guardandola dall'alto. È sdraiata sul divano, sotto di me, e divoro il suo corpo con gli occhi, accarezzandole i fianchi con le dita. «Devo aver compiuto un'impresa veramente nobile, per essermi meritato una come te.»

«Credo che siamo sempre stati destinati. Non riesco a immaginarmi al fianco di qualcuno che non sia tu.»

«Non devi, infatti. Io ci sarò sempre, finché mi vorrai. Anzi, ci sarò anche dopo, perché sono talmente egoista che non riuscirei a separarmi da te neanche se me lo chiedessi.»

Non mi serve che esprima i suoi pensieri a voce alta: lo leggo in mezzo alle scaglie dorate dei suoi occhi, che per lei è lo stesso.

Sto per incastrare di nuovo le nostre labbra, ma la porta della biblioteca si spalanca di colpo.

Bridget sussulta, mettendosi immediatamente seduta, e io rischio di cadere giù dal divano per il suo scatto repentino.

Volo con lo sguardo ai battenti aperti e alla ragazza che ha fatto irruzione. È una Guerriera dai capelli e gli occhi neri, in contesto con l'abito bianco. È quell'amica di Ryan, Mackenzie, colei che ha rivelato a Mark la vera identità del Principe.

Raggiunge il divano, avanzando con un cipiglio preoccupato sul viso. Ci voltiamo e la osserviamo, da dietro lo schienale.

«È successo qualcosa, Mackie?» le chiede Bridget, notando il pallore della ragazza.

«Mason, devi assolutamente tornare in Sala» si rivolge a me.

«Cos'è successo?» le chiedo

«Lui è qui!» risponde, il tono stridulo e agitato.

Aggrotto la fronte, non riuscendo a capire. Bridget, al contrario, diventa più bianca dell'abito di Mackenzie e spalanca gli occhi.

«Come è possibile?» domanda con un filo di voce spaventata.

«Di cosa state parlando?» intervengo.

«Di Seth!» strilla Mackenzie.

In men che non si dica balzo giù dal divino e mi ritrovo faccia a faccia con la ragazza. Due paia di occhi neri che si confrontano.

«Stai delirando» sibilo. Lo spero, almeno.

«No! Seth è qui, dannazione! Ha trovato un modo per superare le barriere e invadere l'Accademia. Ha portato un esercito di Ombre.»

Il mio inconscio si rifiuta di elaborare l'informazione. Giro la testa in direzione di Bridget. Dire che è sconvolta è poco. I suoi occhi si sono riempiti di un terrore sordo, le palpebre spalancate e le dita che tremano, serrate intorno al bordo dello schienale. Mi accosto lei e le raccolgo il viso tra le mani, ma non smette di fissare un punto indefinito.

«Bree, guardami» bisbiglio.

Le sue iridi, lucide di paura, si spostano su di me. «È qui per me, Mason. Lui vuole distruggermi.»

Scuote con forza la testa e morde le labbra, stringendo le palpebre, come se stesse scacciando una brutta immagine dalla testa.

«Non ti accadrà nulla. Fidati di me» la rassicuro.

«Rimango io con lei» si immischia Mackenzie. «Devo parlarle.»

Annuisco, restio. Non mi piace affatto questa ragazza, ma l'idea di lasciare Bridget da sola mi piace ancor meno.

«Torno subito» prometto a quest'ultima, posandole un bacio tra i capelli.

La lascio e do le spalle alle due ragazze, raggiungendo la porta della biblioteca. Esco e, con il timore che si snoda tra le viscere, mi incammino verso la Sala principale.

Spazio Autrice

Salve readers!

Dopo un dolcissimo momento #Maset, arriva Seth a rovinare tutto. Come sempre, no? Ha tenuto fede alla sua parola e ha attaccato l'Accademia.

La tranquillità non poteva durare per sempre. I prossimi capitoli, gli ultimi, saranno super adrenalinici e sconvolgenti, quindi allacciate le cinture di sicurezza!

Mi dispiace se vi ho messo un po' d'ansia o paura, ma ormai mi conoscete e sapete che adoro questi finali. Nel prossimo appuntamento scoppieranno scintille tra Ombre e Guerrieri!

Pronti? Se sì, lasciate una stellina e andate avanti.

Xoxo🌊

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