51. Inafferrabile
Carter
Silenzio.
Nonostante il gran frastuono prodotto dagli studenti che chiacchierano vivacemente, al nostro tavolo regna l'assoluto silenzio.
Mason sembra incantato dal nulla; ha lo sguardo perso nel vuoto da quando ci siamo seduti. Non ha nemmeno preso da mangiare. L'ho miracolosamente convinto a uscire dalla sua camera - è da una settimana che è rintanato - e a farci compagnia durante la pausa pranzo, assicurandogli che Bridget non ci sarebbe stata.
È a pezzi per ciò che le ha fatto, e lo vedo chiaramente. Anche se il suo unico intento era proteggerla da Mark e da Seth, il prezzo che ha dovuto pagare è stato così alto da ucciderlo dentro.
Emily, seduta alla sua sinistra, non emette parola. Sta lì, con gli occhi bassi e l'espressione colpevole stampata in faccia, evitando accuratamente di incrociare il mio sguardo. Io, invece, non faccio altro che maledirmi mentalmente.
Sono un coglione.
Una quarta figura si avvicina. Alexandra scosta una sedia dal tavolo e prende posto tra me e Mason.
«Ciao» mormora, guardandomi con sufficienza.
Mason non la degna di un'occhiata, troppo preso a fissare un punto casuale sulla superficie bianca e liscia del tavolo. Forse, spera di trovare una soluzione ai suoi problemi. Vorrei tanto trovarla anche io.
Scruto Alex di sottecchi, non osando avvicinarmi a lei. Evita le mie occhiatine e la sua indifferenza fa più male di uno schiaffo.
Sa tutto. Ha scoperto tutto, oppure mi ha visto. Ci ha visti, mi correggo da solo, scoccando uno sguardo a Emily.
Un pesante telo di freddo silenzio cala sul nostro tavolo. Stiamo soffrendo tutti, chi sopraffatto dal senso di colpa e chi col cuore a pezzi.
«È successo qualcosa?» chiede Alex, storcendo il naso. Lo fa ogni volta che è confusa, e l'ho sempre trovata adorabile.
«Tutto a posto» la rassicuro, inventando una bugia inutile.
La tensione è ben visibile ed è palese che qualcosa abbia incrinato l'allegria che di solito regna tra noi.
Gli occhioni magnetici di Alexandra puntano Mason, seduto proprio dinanzi a lei. Ha l'aria di essere leggermente arrabbiata. Dovrebbe esserlo con me o con Emily - anzi, con entrambi - ma è concentrata sul Guerriero dallo sguardo nero e basso.
«Dove sei stata?» le domando, tanto per fare conversazione.
«Da Bree» risponde seccamente, rimarcando il nome della Principessa e senza staccare le pupille da Mason.
Quest'ultimo torna bruscamente alla realtà, non appena la sente nominare. Alexandra sembra soddisfatta di essere riuscita ad attirare la sua attenzione.
«È da un po' che non la vedo» interviene Emily.
«Ha tutte le ragioni del mondo per non presentarsi» ribatte Alex, acida.
Se credevo che non fosse arrabbiata, mi sbagliavo. È furiosa, e temo che presto esploda e ci travolga con la sua ira.
Tira un'occhiata infuocata a Mason, che incassa il colpo senza ribattere. Bridget le ha raccontato tutto, allora. Dall'espressione afflitta del mio migliore amico capisco che vorrebbe porle un'infinità di domande su Bridget, ma si trattiene.
«Ah, davvero?» continua Emily, ignara della verità.
«Sì, davvero» ripete Alex, aspramente.
«Sta bene?» intervengo, ma ben presto comprendo di aver fatto la domanda sbagliata.
«Me l'hai seriamente chiesto, Carter?» sbotta Alex, fulminandomi.
E poi l'ultimo briciolo di calma e finta tranquillità rimasto in lei si sgretola.
«Vi siete messi d'accordo, per caso? Mentre lui si faceva Tiffany, tu baciavi Emily. Un piano perfetto, non c'è che dire. Adesso capisco perché voi due vi trovate tanto bene insieme: siete due stronzi traditori!» mi sbraita contro.
I Guerrieri seduti al tavolo vicino si girano a guardarci, sorpresi dallo scoppio di rabbia di Alexandra. Mason stringe i pugni ed Emily non ha il coraggio di osservare la ragazza, sopraffatta dalla vergogna.
«Smettila!» Mason parla per la prima volta da quando ci siamo seduti, attirando ancora più sguardi. «Non ne posso più! Credi che lei sia l'unica a soffrire? Beh, mi dispiace deluderti, ma ti sbagli di grosso. Anch'io sto male, cazzo! Secondo te non penso a lei ogni dannato minuto delle mie giornate? Secondo te la mia vita ha ancora senso, dopo che l'ho lasciata andare? Ma domani diventerò il Generale dell'Esercito, e sapete meglio di me che non posso permettermi altre distrazioni!»
Si alza, strusciando rumorosamente le gambe della sedia sul pavimento, e si avvia verso l'uscita della mensa, furibondo, lasciando di stucco le due ragazze.
«Dio... Mason Generale» biascica Emily, scostandosi una ciocca biondo-argento dagli occhi. «Perché non ce l'ha detto prima?»
Alexandra fissa sconcertata la sedia dove si trovava Mason, ora vuota. Poi sposta gli occhi su di me.
«Tu lo sapevi» realizza. «Sapevi anche di ciò che ha fatto a Bree, vero?»
Annuisco, con fare colpevole.
«Cosa? Dovevi dirmelo, Carter!» protesta Emily.
«Tranquilla, Emily. D'ora in avanti, avrete un sacco di tempo per parlare. È tutto tuo» sibila Alexandra.
Mi dà un'ultima, triste, amara occhiata e anche lei se ne va, lasciando la mensa.
****
Due ore prima
La biblioteca è il luogo che preferisco, in Accademia. Dopo ore di allenamenti e lezioni, una pausa è proprio ciò che ci vuole. Stendo i muscoli delle spalle e mi rilasso, stravaccandomi sulla poltroncina. Amo ascoltare il silenzio, e qui è sempre presente. I Guerrieri preferiscono tirare pugnali e sfere magiche, invece che immergersi tra scaffali vecchi e impolverati, per questo la biblioteca è praticamente deserta.
«Disturbo?» domanda qualcuno.
Sposto l'attenzione di lato. Una Guerriera dagli occhi blu elettrico mi sorride, piano.
«No, siediti pure» invito Emily ad accomodarsi sulla seconda poltrona, dal capo opposto del tavolo.
Borbotta un "grazie" e accetta la proposta. Appoggia i gomiti sulla superficie di legno e scruta i dintorni.
«Vieni spesso, qui» osserva, le pupille che vagano tra gli scaffali sconfinati.
«Mi aiuta a rilassarmi» rispondo semplicemente.
«Come vanno le cose, tra te e Alexandra?» mi chiede. Comincia a sfogliare un manuale posato sul tavolo, fingendo di non essere particolarmente interessata alla mia storia d'amore.
«Benissimo.»
«Sono contenta per te, davvero» mormora, ma sembra incerta.
Scruto la sua espressione. I lineamenti pallidi, chiazzati di lentiggini, si sono rabbuiati. La conosco da tantissimi anni e, ormai, so interpretare i suoi cipigli. Mi sta mentendo.
«Se "contenta" è un sinonimo di "triste", allora ti credo» ribatto.
Sospira, chiudendo il manuale che stava sfogliando. Le sue iridi, della tonalità dell'oceano più profondo, mi guardano. Sembra che voglia dirmi qualcosa ma che non abbia il coraggio di farlo.
«Sei davvero gelosa di me e Alex?» indago.
È da un po' che le due discutono, quando ci riuniamo in mensa, e mi è sorto il dubbio. All'inizio, credevo che fosse per una questione di carattere.
Alexandra ed Emily sono completamente opposte. La prima è allegra, vivace, luminosa come il sole, mentre la seconda è silenziosa, calma e splende fiocamente, come la luna.
Sono il giorno e la notte, e pensavo che il motivo delle loro litigate fosse la diversità. Invece, credo di essere proprio io.
«No! Come ti salta in mente una cosa simile?» esclama Emily, forse un po' troppo sulla difensiva.
«È solo che non fate altro che scannarvi da giorni» le faccio notare.
«È difficile da spiegare» sussurra.
«Provaci» la incoraggio. «Non c'è niente che tu non possa dirmi, Em.»
«Non è importante, ora che ci penso» afferma. «Lascia stare.»
Non è importante. La realtà è che sono io, a non essere abbastanza importante per lei.
«Devo andare.» Mi rimetto in piedi. «Alexandra mi starà cercando.»
Aspetto pochi secondi, in piedi davanti al tavolo. Cosa sto aspettando? Aspetto che mi fermi e mi chieda di rimanere. Aspetto che mi dica che io conto per lei. Aspetto che ammetta di essere infastidita dalla mia ragazza. Ma, come supponevo, non lo fa.
«Oh, beh... ci vediamo dopo in mensa?» chiede, farfugliando.
Annuisco e mi allontano. Cammino lentamente, sperando che mi richiami. E, all'improvviso, vengo fermato, ma non dalla sua voce. A bloccarmi, è una stretta al braccio.
Mi volto e accade tutto così in fretta che non ho nemmeno il tempo di accorgermene. Ho solo il tempo di vedere gli occhi blu di Emily, prima che le sue labbra si appoggino con prepotenza sulle mie.
Rimango spiazzato per un istante. Poi, mi riprendo, e l'unica cosa che riesco a fare - la peggiore - è ricambiare il bacio. Chiudo automaticamente gli occhi e mi lascio inebriare dal suo tocco morbido.
Le dita di Emily mi circondano la nuca, attorcigliandomi i ciuffi di capelli, e io poso le mani sui suoi fianchi. Spingo i polpastrelli sulla camicia che le copre la pelle e la attiro più vicina a me.
Un tornado di emozioni mi investe. Mi sento bene come non lo sono mai stato, mentre le nostre labbra si rincorrono. Uno scoppio di pura felicità. È da una vita, che voglio farlo.
Ma sto sbagliando.
La prendo per le spalle e la stacco da me, rendendomi improvvisamente conto di cosa sta accadendo.
«Perché l'hai fatto?!» le inveisco contro, in preda al panico.
«Scusa, Carter... i-io...» balbetta, le guance chiazzate di rosa intenso e uno sguardo mortificato.
«Se il tuo obiettivo è mettermi nei casini con Alexandra...»
«Ti ricordo che tu hai ricambiato! Io sarò anche stata impulsiva e stupida, ma tu mi hai assecondata, Carter!» ribatte, liberandosi dalla mia presa. «È anche colpa tua.»
E, dannazione, ha ragione. Ho appena tradito la mia ragazza.
«Non farlo mai più!» le sbraito contro.
«Tu hai paura di guardare in faccia la verità!» mi accusa, puntandomi il petto con l'indice.
«E quale sarebbe, la verità, Emily?»
«Sei ancora innamorato di me e non vuoi ammetterlo a te stesso» afferma, sicura di sé.
«Io amo Alexandra.»
Le mie parole sono appena udibili. Le ho pronunciate in tono così vacillante che nemmeno io mi credo. Mi vergogno a confessarlo, ma la verità è che nutro un sacco di dubbi sui miei sentimenti per Alex.
«A me non sembra» replica la Guerriera, sfacciatamente. Anche lei è brava a leggere le mie emozioni. Ci conosciamo meglio di chiunque altro.
«Perché mi hai baciato? Avanti, rispondi a questo.»
Sono soddisfatto nel constatare che la mia domanda l'ha messa in difficoltà. Ma, alla fine, risponde, e dice qualcosa che mi spiazza completamente.
«Mi piaci, Carter.»
«Non prendermi in giro» sibilo, certo che sia uno scherzo.
«È la verità. So che sei innamorato di me da tempo. L'ho scoperto per caso, origliando una conversazione tra te e Mason. Da quel momento, ho iniziato a ricambiare, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo. Mi spaventava così tanto, il pensiero di rovinare la nostra amicizia. Posso essere brava quanto voglio a battere le Ombre, ma quando si tratta di te vado completamente in tilt.»
«E me lo dici ora? Me lo dici dopo anni di sofferenze per il tuo menefreghismo, dopo che mi sono arreso all'idea di non poter amare nessun'altra all'infuori di te, dopo che mi sono fidanzato?»
«Non sei l'unico che teme le proprie emozioni!» urla di rimando. «Ti ho amato in silenzio per tutto questo tempo, preferendo nascondermi invece di confidarti tutto. Sei il mio migliore amico, Carter. Tu e Mason siete l'unica famiglia che ho. Pensavo che fosse errato, ma ho capito che sono stata io, quella a sbagliarmi. Peccato che sia troppo tardi! Stai con un'altra e siete felici. Sei felice con una ragazza che non sono io. Mi detesto per averti fatto stare male, in questi anni, e mi detesto per essermi fatta sfuggire l'opportunità per creare qualcosa. Perché ti amo, Carter, ma sono una stupida ipocrita a dirtelo solo adesso.»
Gli occhi blu di Emily sono velati di lacrime. Non l'ho mai vista perdere il controllo così. Non si è mai esposta a questo punto, né agli altri né a me. Si è sempre tenuta tutto dentro e, ora che mi ha buttato addosso ogni suo pensiero, non so come prendere la situazione.
Emily mi ama. Possibile che siamo stati entrambi così ciechi? Se ce ne fossimo accorti prima, saremmo qualcosa di diverso di due semplici amici. Non riesco a capacitarmene.
«Cosa dovrei fare, ora?» le chiedo, esasperato. «Come faccio con Alex?»
«Non devi chiudere con Alexandra per causa mia. Anzi, scordati di questa scenata, se non ricambi i miei sentimenti.»
Scordarmene? Come potrei scordarmi della dichiarazione della ragazza che mi piace da quando sono bambino?
Poi ripenso alla mia fidanzata. Non posso fare questo ad Alexandra. Non posso lasciarla solo perché sono un egoista che non riesce a controllare le proprie emozioni. Non se lo merita.
«Mi dispiace, Emy, ma hai detto bene: ormai è troppo tardi» decreto, infine.
La consapevolezza si scolpisce sul suo viso affranto. «Capisco.»
Mi dà le spalle ed esce dalla biblioteca.
L'ho voluta disperatamente e, ora che posso averla, le permetto di andarsene. L'ho sempre considerata inafferrabile, irraggiungibile, ma non appena si è lasciata prendere, l'ho mandata via.
Ho rifiutato colei che ho sempre desiderato.
Spazio Autrice
Carter con Emily o Carter con Alex?
In ogni caso, povero Carter. Non sa nemmeno lui cosa vuole. Prima Emily lo ignora, e dopo lo bacia. Come vi é sembrata la dichiarazione a scoppio ritardato di Emily? Nonostante aspettasse questo momento da una vita, Carter l'ha respinta. Ha sbagliato? L'ha fatto principalmente per Alex. Secondo voi, lui cosa avrebbe voluto davvero?
Comunque, readers, non esitate a segnalarmi, con un commento, errori di battitura e sviste. Non mi offendo, anzi, mi fate un enorme favore!
Xoxo🐍
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