38. Enigmi da Risolvere

Bridget

«Non mi sarei mai aspettata che potesse essere così carino con me! È veramente tutto ciò che ho sempre desiderato. Non credo di meritarmi un ragazzo così. Non è...»

Alexandra continua a parlare senza sosta, non curandosi del fatto che io sia immersa nei miei pensieri.

"«Non ho mai provato per nessuna quello che provo per te.»"

Le parole di Mason si sono marchiate a fuoco nella mia mente, sovrapposte a quelle di Tiffany.

"«Ti ama, Bridget.»" mi ha detto la Guerriera bionda.

Che abbia ragione? No, è impossibile: Mason non può amarmi. Tra noi c'è qualcosa, lo so, lo sappiamo entrambi, ma non è così forte.

Ciò che provo per lui mi spaventa da morire. Non riesco ad analizzare le mie emozioni, terrorizzata dall'idea di trovare un sentimento invalicabile, ingestibile, stremante.

No, io non lo amo, mi autoconvinco.

«Mi stai ascoltando?»

È solo attrazione. Eppure quest'attrazione è così potente da incasinarmi il cervello e il cuore. Non è normale, provare certe cose.

Non posso negare che ho bisogno di Mason. Che lui è tutto ciò che ho sempre cercato. Che mi sento me stessa, in sua presenza. È la luce in fondo alla mia buia galleria. E non voglio che quella luce si spenga.

«Bree, ci sei?»

Ma non lo amo. E so per certo che è lo stesso per lui. Se ci amassimo staremmo insieme. Invece, noi siamo... niente. Non siamo niente. Il nostro rapporto si basa sulla necessità che abbiamo l'uno dell'altra, insieme a qualche bacio rubato. Nient'altro.

«Bridget!» tuona Alex.

Sobbalzo, spaventata, bloccandomi in mezzo al corridoio. «Non c'è bisogno di urlare» borbotto, rifilandole un'occhiata tagliente.

«Beh, avevi la testa tra le nuvole.»

«Scusa. Ero distratta» rispondo mortificata.

«Tranquilla, ma... a cosa pensavi?» Le sue iridi smeraldo mi scrutano, incuriosite dal mio strano comportamento.

Stavo accompagnando Alexandra all'aula dove, a momenti, si terrà la sua ultima lezione della giornata. Frequenta il quinto anno di studi, dove dovrei stare anche io, se fossi una comune Guerriera.

Cosa che non sarò mai.

«Secondo te Mason mi ama?» sputo all'improvviso.

Sgrana gli occhi, rendendoli ancora più grandi. «Perché me lo chiedi?»

«Mi stavi parlando di te e Carter, e voi vi amate. Voglio solo il tuo parere, dato che sei decisamente più esperta di me» le confesso, con le guance arrossate dall'imbarazzo.

«Ti ringrazio, però non credo di saperti dare una risposta.»

«Non preoccuparti» le sorrido debolmente. «Era una domanda sciocca.»

«Bridget» inizia, seria, «l'amore è una certezza. Se tu credi che tra te e Mason manchi questo elemento, allora dovresti parlarne con lui. Forse avete solo la necessità di confidarvi, di cercare quel sentimento che state nascondendo.»

«E se dovesse essere così? Se io lo amassi? Se lui amasse me?» domando a raffica.

Lei ridacchia e appoggia le mani sulle mie spalle. «È una cosa positiva. Amare qualcuno è la sensazione più bella del mondo, fidati.»

"«Non devi gestirlo da sola.»" mi ha assicurato Tiffany.

«Ho paura che tutto questo ci si ritorcerà contro. Sai meglio di me che non abbiamo la possibilità di costruire un futuro.»

«Troverete una soluzione» mi rassicura con un dolce sorriso. «Siete pur sempre Bree e Mason, no?»

Annuisco, un po' più sicura di prima, e riprendiamo a camminare, finché Alexandra non si ferma davanti a una delle tante porte del corridoio.

«Questa è la mia classe» la indica. «Ci vediamo dopo, in mensa, okay?»

«Va bene.»

Prima di entrare, mi abbraccia. È una stretta soffocante, ma non m'importa se rischia di spaccarmi le costole o mi impedisce di respirare, perché per un attimo riesce a cancellare il vuoto che sento dentro da giorni.

«Sai che puoi contare su di me per tutto, Bree» mormora, immersa tra le onde ramate dei miei capelli.

«Lo so, Alex» sussurro, abbracciandola a mia volta.

Mi scocca un bacio sulla guancia e mi saluta, con la promessa di rivederci a pranzo, e si fionda nell'aula, per non perdere l'inizio della lezione.

****

I Guerrieri che si spintonano per uscire dalla classe mi ricordano vagamente i miei compagni di scuola di New York, che facevano di tutto pur di scappare da quella tortura.

Nella mia vita è cambiato tutto e, allo stesso tempo, niente. Studio ancora, ho degli amici, un ragazzo che tiene a me, ma non è come prima. Non sarà mai più come prima.

«E tu che ci fai qui?»

La voce - che mi distrae dai gruppetti di ragazzi che parlano e ridono e dal flusso sedicenni che abbandona rapidamente l'aula - suona piuttosto familiare.

«Il tuo ragazzo è dell'ultimo anno, lo sai, vero?» continua Ryan, guardandomi divertito.

«Non è il mio ragazzo» sbotto, innervosita. «E, poi, sto aspettando un'amica.»

«Ti credo, Principessa» rimarca volutamente l'ultima parola.

«La notizia è già arrivata a tutti, eh?» sorrido piano.

È un sorriso finto, triste. Consapevole di quello che d'ora in poi sarò. Mi accorgo dello sguardo di sbieco che mi dà, ma i miei occhi sono puntati sulla porta, in attesa di una chioma bionda che mi raggiunga.

«È difficile trovare qualcuno che non lo sappia.»

«Comunque, tu che ci fai qui?» cambio argomento. Non voglio iniziare un altro discorso oppressivo sulla mia vera famiglia, sulla mia finta famiglia, sul mio ruolo, sul mio regno, sui miei doveri. Non voglio parlare del mio futuro. «È la tua classe?»

«No, io sono del sesto anno. Giravo qui intorno e ti ho vista» spiega.

Incastro le mie iridi nelle sue, di un castano scuro e caldo. «Hai diciassettenne anni?»

«Proprio così. Pensavi che fossi nello stesso corso del tuo fidanzato e dei suoi amici?»

«Non è il mio fidanzato!» ribadisco, irritata.

«Se lo dici tu» bofonchia.

D'un tratto, si avvicina una Guerriera, che interrompe il nostro battibecco. È una ragazza dai capelli corvini, raccolti in una morbida treccia laterale. La sua pelle lattea crea un contrasto pazzesco con i gli occhi color carbone, enormi e freddi.

Ci raggiunge, sorride a Ryan e successivamente si rivolge a me. «Tu sei Bridget Kelley, giusto?»

C'è qualcosa in lei, nel suo modo di fare gentile, nel suo sguardo rassicurante, nel suo timbro caloroso, che mi spinge a superare la diffidenza e ad annuire.

«Io sono Mackenzie Davis» si presenta.

«Io sono Bridget, ma questo già lo sai, immagino» incespico, leggermente a disagio.

Ormai temo che la gente voglia conoscermi solo perché sarò la loro sovrana, un giorno, e non perché hanno trovato in me qualcosa per cui valga la pena instaurare un legame.

«Io e Mackie ci chiedevamo se ti avrebbe fatto piacere pranzare con noi. Che ne dici?» propone Ryan.

Tiro un'occhiata alla porta, dalla quale fa la sua comparsa Alexandra. Mi adocchia e abbozza un sorriso. Quando nota i due ragazzi con cui sto parlando, increspa le sopracciglia chiare, lo sguardo stranito.

«Mi dispiace rifiutare, ma ho promesso alla mia amica che avrei trascorso la pausa con lei e gli altri.»

«Bree!» esclama la diretta interessata, posizionandosi al mio fianco. «Andiamo? Carter ci sta aspettando.»

Rivolge un secco cenno di saluto ai ragazzi, che rispondono con altrettanta rigidità. Che succede?

«È stato un piacere, ragazzi» li saluto educatamente, prima che la mia amica mi trascini via.

Alexandra marcia speditamente lungo il corridoio e io la seguo, arrancandole dietro. Ci allontaniamo dalla folla di studenti e da Ryan e Mackenzie.

«Si può sapere che ti è preso?» le inveisco contro, una volta che siamo da sole.

«Non mi piacciono quei due.»

«Puoi spiegarmi? Sembrava che ci fosse una specie di faida tra famiglie.»

Interrompe la camminata e mi punta addosso i suoi occhi, nei quali spendono lampi di nervosismo verdi. «Li noto spesso per i corridoi e, onestamente, non li ho mai apprezzati. Sono così taciturni, misteriosi e... strani

«A me sembrano okay» ribatto.

Non li conosco bene - specialmente Mackenzie - ma sento che, in qualche modo, di loro posso fidarmi.

«Beh, non lo sono.» Alex chiude bruscamente la conversazione e percorriamo il resto del tragitto in silenzio.

Quando entriamo nella mensa, rimango sorpresa dal fatto che manchi il consuete coro di sguardi curiosi, rivolto alla sottoscritta. Qualche occhiata malcelata e nient'altro.

Raggiungiamo il tavolo in fondo alla stanza, il nostro luogo di ritrovo. O, per meglio dire, il loro luogo di ritrovo. È raro che io sia presente, soprattutto dopo l'ultimo episodio, quando sono ho dichiarato a gran voce di essere la Principessa.

Noto una testa bionda e due castane. Carter, Emily e Mason. Sono seduti intorno al tavolo, a formare una specie di triangolo, e sono immersi nella loro discussione. Io e Alex li raggiungiamo e si zittiscono, rivolgendoci la loro attenzione.

«È da un po' che non ti si vede, Rossa» esordisce Carter, notandomi per primo.

«Sono stata impegnata» rispondo semplicemente, mentre prendo posto.

Carter saluta la sua fidanzata con un dolce bacio sulle labbra. Alexandra si siede sulle sue gambe, e non mi sfugge lo sguardo blu di Emily, infastidito.

«Volano ancora scintille, a quanto vedo» bisbiglio a Mason.

«È diventata una gara di occhiatacce e frecciatine» risponde lui, divertito dallo scontro indiretto delle ragazze. Poi, mi punta addosso i suoi occhi neri. «Come stai?»

Bene, adesso, vorrei dirgli. Gli sorrido e basta, e lui ricambia, un certo imbarazzo che aleggia nell'aria. Anche stanotte, abbiamo dormito insieme, io tra le sue braccia e lui sul mio letto. E posso affermare di aver dormito davvero. Non faccio più incubi, da quando Mason sta con me.

«Lo sentite questo odore? A me sembra puzza di gelosia» fa Alex, derisoria, interrompendo il nostro silenzioso scambio di sguardi.

Intreccia le dita alle ciocche scure di Carter, in un gesto di possessione che fa imbestialire Emily.

«La sentite questa voce? A me sembra quella dell'intrusa» ringhia quest'ultima.

Mason sghignazza davanti all'espressione stremata del suo migliore amico, che ci implora di aiutarlo.

«Ragazze, perché non vi calmate e ne parlate?» intervengo.

«No!» esclamano all'unisono.

«Emily pensa di riuscire a portarti via da me» digrigna Alex, rivolgendosi a Carter.

«Alexandra è sicura di conoscerti meglio di chiunque altro» replica l'altra.

«Mio Dio...» Carter si porta disperatamente la testa tra le mani.

Forzo una risatina, anche se il mio sguardo è concentrato sulle persone che mi stanno intorno. È da quando sono entrata che sento un paio d'occhi perforarmi la schiena. Mi volto e, come mi aspettavo, Ryan mi rivolge un mezzo sorriso, nel momento in cui incastono le nostre iridi.

È seduto accanto alla sua amica, Mackenzie, la quale setaccia l'ambiente con i suoi occhioni neri e profondi. È una tonalità così scura che mi inquieta. Non è come il nero dello sguardo di Mason, intenso e vivo, ma è un colore più cupo e triste.

«Cosa fissi, Rossa?» Carter reclama la mia attenzione, forse per svincolarsi dal litigio delle due Guerriere.

Alexandra intercetta la direzione dei miei occhi e mi tira uno sguardo di rimprovero. «Ancora quei due?» prorompe.

«Di chi parlate?» domanda Mason.

«Sono due ragazzi che frequentano il sesto anno» indica discretamente Ryan e Mackenzie. «A lui piace pedinare Bree.»

«Falla finita» la rimbecco.

«È carino» commenta Emily, rivolgendomi un'occhiata ammiccante.

«Ryan? Mmm, non è male» mormoro distrattamente, troppo concentrata a decifrare lo sguardo del ragazzo.

Non mi sono mai soffermata sul suo aspetto fisico, ma solo sulla burrasca di sentimenti positivi e fiduciosi che ha scaturito in me. Mi fa stare... bene.

«Lo conosci?» mi chiede Mason.

«Ci ho scambiato due parole, niente di più.»

Adesso, è Carter a scoppiare a ridere per la faccia infastidita e contrariata del suo migliore amico. Ignoro l'espressione corrucciata di Mason e riprendo a osservare i due Guerrieri misteriosi.

Scorgo la ragazza e il suo compagno che riprendono a parlare tra loro, ignorando le mie occhiate persistenti.

Mackenzie Davis e Ryan Wood: due enigmi che devo assolutamente risolvere.

Spazio Autrice

Quanti dilemmi amorosi... voi cosa ne pensate? Bridget è in crisi riguardo ai suoi sentimenti per Mason, mentre tra Alex e Emily è ancora guerra.

Inoltre, come se non ci fossero già abbastanza problemi, ci si mettono anche Ryan e Mackenzie. Bree fa bene a fidarsi di loro due? Cosa avranno in mente?

Tranquilli, le risposte arriveranno. Intanto, fate tutte le teorie che volete, adoro leggerle!

Xoxo💐

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