12. È Lei

Emily

Strano.

È questa la prima parola a cui ho pensato quando, la scorsa sera, ho incontrato Bridget.

Il fatto che l'Ombra non l'avesse uccisa all'istante era strano.

L'aura che emanava, una scossa chiara e scura mai percepita, era strana.

Il pizzicore che ho sentito quando ho sfiorato la sua collana era strano.

Il suo ciondolo l'ho già visto, esattamente al collo dei membri della dinastia Kelley. So che si tramanda di generazione in generazione alle donne della famiglia che salgono al trono.

E poi il portamento, la luce negli occhi, così particolari e unici, i capelli ramati e la determinazione stampata in faccia. La fotocopia di Selene Kelley.

Naturalmente, queste sono tutte ossevazioni di Mark, dato che io non ho mai conosciuto l'ex-Regina di Arcandida.

Una volta che Bridget e Mason sono usciti dal suo ufficio, il direttore si è alzato dalla sedia, lasciando la scrivania, e si è seduto davanti a me, sulla poltrona.

Non ha perso tempo per farmi un ulteriore interrogatorio. «Hai visto la collana? Non mi avevi riferito questo dettaglio.»

«Certo, ci vedo ancora» ho risposto, col mio solito sorrisetto beffardo. Amo provocare le persone. È più forte di me. «Mi sarà passato di mente, per questo non te l'ho detto.»

«Non è il momento del sarcasmo, Emily» mi ha rimproverato, innervosito. «Credo che sia lei

Dopo le parole che ha pronunciato, il sorriso mi è morto sulle labbra. Mi sono irrigidita contro lo schienale, improvvisamente seria. «Come fai a esserne sicuro?»

«Mi è bastato guardarla, Emily. È stato come avere di nuovo Selene davanti.»

A quel punto, ho iniziato a provare rabbia. Perché le normali diciottenni vanno in discoteca, a fare shopping, a spasso con le amiche. Perché io non ho mai potuto divertirmi o svagarmi. Perché, durante le Sentinelle, vedevo le ragazze newyorchesi per strada e le invidiavo. Le invidiavo perché la loro era una vita che si poteva considerare tale.

Passi l'esistenza a cercare qualcuno, per poi scoprire che vive a pochi isolati da te. Serviva solo uno sguardo più attento, una perlustrazione più accurata.

Avrei dovuto essere felice. Finalmente l'avevamo trovata. Invece, ero frustrata, nervosa, furibonda. Tutti i miei sforzi erano stati vani.

Ho sempre cercato di apparire indifferente, agli occhi degli altri, ma stavolta non ci sono riuscita. Dalla mia espressione, Mark deve aver compreso ciò che mi passava per la mente. Sono le stesse sensazione che ho visto in lui, mentre si presentava a Bridget.

Stupore. Rabbia. Rassegnazione.

«Cosa hai sentito, esattamente, quando l'hai vista?» mi ha chiesto, di nuovo. Mi ha posto questa domanda almeno un migliaio di volte.

«Una strana energia. Come la nostra, ma con qualcosa in più» ho mormorato, dando voce alle mie riflessioni confuse.

Gli occhi di Mark sembravano essersi accesi di speranza: finalmente davo una risposta diversa da "niente" o "non è importante".

«Che tipo di energia?»

«Forte. Incontenibile.» Ho fatto una pausa per cercare un altro aggettivo. «Sembrava pericolosa

«Sapresti identificare quel "qualcosa in più"?»

Mi sono morsa il labbro. Quello che avrei detto in seguito avrebbe cambiato ogni carta in tavola. «Ombra. Energia di Ombra, Mark. Velata, ma c'era. E proveniva da lei.»

Il direttore ha sospirato pesantemente, abbandonando la nuca brizzolata sullo schienale in pelle. «Non capisco cosa significhi. È impossibile. Sei sicura che non venisse dall'Ombra che l'ha attaccata?»

Mi sono stretta nelle spalle, sempre più incerta. Non ero sicura di nulla. «Non lo so. Forse ho sbagliato. Ma, se fosse vero, si spiegherebbe perché l'Ombra non l'abbia uccisa, ieri. E anche Mason la scambiata per uno dei mostri di Seth, ricordi? C'è qualcosa di strano, in quella ragazza, e l'hai notato anche tu.»

Si è passato le dita sulla barba insipida, bloccato nei suoi pensieri. «Ne discuterò con il Consiglio» ha decretato, infine. «I Saggi sapranno dare una risposta sulla questione dell'energia. È meglio che tu vada, adesso.»

Senza replicare, mi sono alzata e diretta alla porta. Mi stava chiaramente mandando via.

«Emily» mi ha fermata, davanti al battente, «di' a Mason di venire da me il prima possibile. Voglio parlargli.»

Ho annuito e, con un milione di punti interrogativi che mi ruotavano furiosamente in testa, sono uscita dallo studio.

Non mi ero mai sentita così confusa.

Dovevo capire. Assolutamente.

E l'unico modo era ascoltare ciò che avrebbero detto al Consiglio.

****

L'orologio segna le nove e cinquantuno. Tra meno di dieci minuti la riunione dei rappresentanti dell'Accademia avrà inizio.

Sguscio fuori dalla mia stanza il più silenziosamente possibile. Cerco di camminare piano, per non svegliare gli altri studenti. Prendo l'ascensore e scendo al piano terra. I volti disegnati nei quadri mi fissano in maniera inquietante, mentre raggiungo la Sala Principale. È lì che si svolgono tutte le assemblee e cerimonie.

Riconosco da lontano l'ingresso della Sala: i due battenti di legno chiaro sono accostati, le maniglie d'argento che brillano nella semioscurità. Mi avvicino e sbircio dalla fessura aperta.

Una decina di sedie è disposta circolarmente, al centro della Sala. Il locale è illuminato dai sontuosi lampadari di cristallo, e dalle vetrate alte si intravede il cielo stellato.

Le sedie sono tutte occupate. I membri del consiglio sono già al completo: ci sono i professori, il medico della scuola, i Saggi e Mark.

«Perché ci hai chiamati?» chiede John, il professore che si occupa dell'addestramento dei Guerrieri, al direttore. È il più giovane tra gli insegnanti.

«Riguarda la ragazza?» chiede, invece, un uomo più anziano. Non lo identifico, ma dal volto solcato dalle rughe e dalla capigliatura bianca intuisco che sia uno dei Saggi. Questi ultimi sono gli abitanti storici dell'Accademia; i loro antenati ne sono stati i fondatori, secoli fa.

«Sì» risponde il signor Smith, in tono grave.

«Non capisco perché le hai permesso di restare. Gli umani non dovrebbero entrare in contatto con il nostro mondo» obietta la professoressa di storia, Dakota Moore.

«Gli umani non possono entrare in contatto con il nostro mondo, Dakota» risponde l'anziano che ha parlato prima. «Ma quella ragazza l'ha fatto. È per questo che ci hai convocati, Mark?»

Gli occhi piccoli e scuri del Saggio si incastrano in quelli di ghiaccio del direttore.

«Esattamente» conferma Mark.

«Hai scoperto perché ha varcato le barriere?» gli domanda un professore.

«Sì, e ormai ne sono certo. È lei

Nella stanza cala un silenzio opprimente. Chi ha le palpebre sgranate, chi le labbra schiuse, chi è diventato così pallido che a momenti sembra svenire.

«Oh, cielo» rantola Dakota, gli occhi color acquamarina spalancati. «È proprio lei? Ne sei sicuro?»

«Non ho più dubbi» asserisce il direttore.

«Trovo tutto ciò assurdo» commenta una professoressa dal timbro squillante. «Selene non sarebbe mai stata così incosciente da lasciare la sua erede qui, a New York, nel mirino di Seth.»

«Forse Seth pensa la stessa cosa. Selene sapeva che un giorno la ragazza avrebbe raggiunto l'Accademia, ma nessuno di noi doveva sospettare niente, o l'avremmo messa a rischio» esala il Saggio anziano.

«Furbo, ma altrettanto rischioso» osserva John.

«È un gesto da Selene» interviene Mark, con aria lievemente malinconica. Deve sentire la mancanza della sua amica d'infanzia. «Ma il punto non è questo.»

«E, allora, qual è il problema?» chiede la professoressa Giselle Collins, frustrata, mentre con la mano sposta una ciocca scura dietro l'orecchio. La sua materia è il controllo e l'utilizzo della magia.

«Non può essere una semplice Arcandida. La sua aura è troppo forte. Ne ho parlato con Emily e l'ha definita energia di Ombra» rivela Mark.

Di nuovo, lo sconcerto paralizza il Consiglio. La tensione è così intensa che potrei persino toccarla.

«Secondo me, state traendo conclusioni affrettate» esordisce uno dei Saggi, notando le espressioni preoccupate dei colleghi. «La ragazza è cresciuta in mezzo agli umani, quindi la sua energia arcandida si è affievolita. Quando ha incontrato l'Ombra, i poteri accumulati sono esplosi e le due energie si sono mescolate, probabilmente. Sono sicuro che presto l'effetto svanirà. Non è nel sangue della ragazza, ma solo nell'aria.»

Sembrano tutti d'accordo con questa brillante teoria, anche il signor Smith. Dopotutto, se ci sono persone in grado di decifrare i misteri della magia arcandida, quelli sono i Saggi, con i loro decenni di studi sui poteri.

«Dobbiamo dirlo agli studenti?» domanda Dakota, facendo ondeggiare il suo caschetto biondo.

«Meglio non parlarne a nessuno, per ora, tanto meno alla ragazza. Creeremo solo scompiglio. Emily Brown, la Guerriera che l'ha portata qui, è l'unica a saperlo.»

Wow. Mi sento lusingata.

«Che dobbiamo fare, con la Principessa? La addestriamo? Le facciamo frequentare le lezioni?» domanda Giselle. Fa un certo effetto sentire il nome con cui ha apostrofato Bridget.

«Frequenterà le lezioni privatamente, finché non si abituerà al nostro stile di vita. All'addestramento ci penserà Mason, con il tuo aiuto, John» risponde Mark.

«Possiamo fidarci a tal punto di Mason Evans?» fa uno dei Saggi, in tono sospettoso.

«È il mio Guerriero migliore. Non preoccupatevi: se la caverà. Terrà sotto controllo Bridget e, nel frattempo, la allenerà. Gliene ho già parlato. Ho anche intenzione di mandarli in Sentinella insieme. Ci pensi tu a comunicarlo a Mason, John?»

Quest'ultimo fa un cenno d'assenso, incrociando le braccia muscolose al petto. «Domani sera lo informerò.»

Quindi, Mason ha la vita della Principessina nelle sue mani. Interessante.

«Esigo la massima riservatezza» impone il direttore. «D'accordo?»

I membri del Consiglio annuiscono solennemente e Mark proclama il termine della riunione. I presenti si alzano e si spargono per la Sala, confabulando tra loro.

Prima che escano e si accorgano di me, mi fiondo nel corridoio adiacente ed entro nell'ascensore. Le porte si chiudono e appoggio la nuca alla parete della cabina, riprendendo fiato.

Mentre l'ascensore si apre sul quarto piano, mi accorgo del guaio in cui mi sono infilata, portando Bridget in Accademia. Sono in possesso di troppe informazioni.

E adesso, il problema è uno. Devo parlarne con qualcuno o tenere tutto per me?

Spazio Autrice

Emily ha scoperto qualcosa di molto importante. Proprio così: Bridget è la Principessa perduta di Arcandida, come molti di voi avevano già ipotizzato. Cosa credete che farà, ora che sa tutto? Mark non vuole che si sappia, ma ormai abbiamo capito che Emily fa di testa sua.

Non abbiate paura di commentare con le vostre opinioni riguardo al capitolo e alla storia in generale, sono curiosissima di leggerle. Se vi è piaciuto il capitolo, lasciate una 🌟

Nel prossimo si torna a casa Stewart, per un saluto e qualche spiegazione.

Xoxo🌺

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