Chapter 6: Ricominciare
Katsuki iniziava a sentire caldo e le mutande strette. E anche Izuku, visto che faceva correre le dita della mano destra sull'elastico delle proprie, con degli schioppi improvvisi e forti.
«Togliamole» disse perentorio.
«Non chiedevo altro» miagolò vittorioso il bianchino.
Questo, però, fu preso un po' dal panico e dall'imbarazzo quando anche l'ultima stoffa venne tolta e gettata oltre il letto a una piazza e mezza. Rimase accosciato, dando la schiena a Katsuki e con le mani incrociate sul petto, le mani aggrappate con forza sulle spalle .
«Va tutto bene».
Izuku negò appena. «Anche se so che sei tu e mi va bene farlo...» la sua voce si spense, il capo si chinò verso la porta. «... ho comunque brutti ricordi».
Katsuki gli zampettò vicino: lo abbracciò al suo petto con incredibile dolcezza. Fece correre teneramente le dita sulla pelle tiepida, affondando il naso tra la spalla sinistra e il collo. Piantò un delicato bacio che non fece alcun rumore.
«Neanche io ricordo piacevolmente il sesso. Il mio ex mi trattava come una fottuta bambola per sfogarsi, mentre viveva placidamente con l'amore della sua vita del cazzo. Anzi, se vuoi saperlo, non ricordo niente di bello se ripenso a lui».
Izuku ritrovò un po' più di fiducia, così annuì e si voltò completamente.
Katsuki fece cadere gli occhi sulla sua virilità; constatò che fosse abbastanza ben dotato quell'esile giovane di appena diciotto anni. Invece l'altro sgranò gli occhi nel vedere l'enorme ammasso fallico che aveva sì già toccato e assaggiato in veste di Zuki ma non aveva ben compreso quanto in realtà fosse... mastodontico!
«Prendo i preservativi e il lubrificante» disse il biondo.
Si sporse oltre il letto, aprendo il primo cassetto del comodino, alla sua destra.
«Perché li hai?».
«Non vado a spassarmela con il primo che capita. Questi sono ancora la rimanenza del pacco comprato per quello stronzo di Yo e non volevo buttarli».
«Lo so. Tu detesti gli sprechi» ridacchiò il bianchino.
Katsuki non rispose ma era contento. Il peso della colpevolezza del suo comportamento discutibile con Izuku che gravava da tempo sul suo cuore iniziava ad alleggerirsi sempre di più.
Strappò rumorosamente la confezione rossa del preservativo con i denti e se lo infilò con grande sapienza.
«Lo metterai tu allora?» chiese il più piccolo.
Katsuki di nuovo non rispose subito. Dannazione! Aveva preso la decisione senza pensarci!
«Non mi dispiace se me lo infili tu nel culo».
Izuku sollevò le sopracciglia con un'espressione dubbiosa e un po' contrariata.
«Cosa?».
«Il Dirty Talk non mi dispiace ma non usarlo prima dell'azione, che rende tutto squallido».
«Perché?» Katsuki scoppiò a ridere. «Non mi pare che tu fossi un verginello o santo. Mi hai mandato a fanculo due volte».
«E non me ne pento».
Alleggerita l'aria tra di loro, Katsuki si addolcì un po'. Izuku inspirò a pieni polmoni prima di mettersi a quattro zampe.
«Non voglio che me lo succhi. Mettilo dentro e basta» gli disse con voce un po' rassegnata.
«Oi... se hai paura o non sei convinto, possiamo anche fermarci».
Il più piccolo scosse il capo. Non lo guardava, era rivolto all'armadio bianco con due ampi specchi collocati sulla prima e l'ultima anta. Scorse il volto preoccupato del più grande.
«Non voglio tirarmi indietro. Fammi vedere di cosa sei capace».
«Solo per questa volta ti svelerò una cosa» fu la risposta del biondo.
Izuku lo osservò, dal riflesso dello specchio, spremersi una generosa quantità di lubrificante sulla mano. Questo era trasparente, con qualche bolla e un aroma intenso e piacevole.
Ciliegie.
«Non saprei tenerti testa con la bocca, in termini di bravura e prestanza. Mi hai fatto un pompino meraviglioso nel camerino... ma posso puntare solo sulla mia prestazione spacca-culo perché Katsuki Bakugo non sarà mai secondo a nessuno in questo!».
«Kacchan!» si lamentò Izuku. «Non troppo Dirty Talk!».
«Taci, Deku! Mi hai interrotto un discorso serio!».
Quando l'indice ricoperto dal vischioso lubrificante si spinse tra le chiappe del bianchino fino a sfiorare l'anello muscolare dell'ano, le parole gli morirono da qualche parte nella trachea. La schiena si inarcò e poi incurvò come quella di un gatto dinanzi al pericolo.
Katsuki spinse la falange dentro quell'apertura proibita. La punta sfiorò immediatamente una vecchia cicatrice.
«Izuku-» mormorò appena.
«Non fa male. Continua» lo interruppe l'altro, con il capo chino e gli occhi chiusi.
Obbedì il più grande, così iniziò a muoversi dentro e fuori, con la massima attenzione per ogni terminazione nervosa che avrebbe scoperto. I muscoli caldi vibravano contro il suo dito, a ritmo del cuore di Izuku.
Lavorò con calma fino a che non decise di infilare anche il medio.
Il bianchino sussultò ma non di dolore. Emise un miagolio così erotico che il membro di Katsuki prima palpitò e poi si impennò leggermente.
«Cazzo... tutto di te mi fa eccitare...» sospirò.
«Mi sembra che ti dispiaccia come cosa».
«No. Solo che... ho paura che tu possa avere un controllo completo su di me, così come fece Yo» Katsuki abbassò lo sguardo cupo. «Se mi fido troppo poi mi lascerai anche tu e allora non avrò più la forza di andare avanti».
«Non mettermi sullo stesso piano dei pezzi di merda».
La frase un po' rabbiosa fece sussultare il biondo. Ciò lo rinvigorì e allora proseguì con il suo movimento di ben due dita. Izuku espirò pesantemente: stavolta provava solo piacere e non terrore.
«Metti un altro dito».
«Di già?».
«Sì, cazzo e fai presto» borbottò il bianchino. «Non mi piace ripetermi».
«Neanche a me».
Così il biondo obbedì e si stupì anche di quanto facilmente Izuku prese il medio. Adocchiò il suo fallo, poi quello dell'altro. Erano già tutti e due duri.
Non resistette, così aprì bene le natiche con l'altra mano e leccò dall'ano fino al coccige.
Izuku gemette oscenamente, muovendo istintivamente il bacino. Katsuki morse una chiappa: fu allora che l'eccitazione glielo rese di marmo.
Tolse rapidamente le dita, si sollevò sulle ginocchia e tenendo ben aperti i glutei posizionò la punta del membro verso l'apertura. Scivolò in dentro con un po' di fatica: quando arrivò in profondità si abbassò sulla schiena di Izuku e gli avvolse le braccia intorno alla pancia.
Baciò tutte le cunette ossee della vistosa spina dorsale iniziando da sotto i piccoli ciuffetti umidi e bianchi, fino alla giuntura delle due perfette e sode natiche. Si perse un momento per ammirarne la perfezione; le poteva contenere bene nelle sue ampie e grandi mani. Erano morbide e lisce, quasi vellutate. A Katsuki venne un risolino nel realizzare come le sue falangi creassero delle adorabili fossette ombrate.
Baciò entrambe: un odore di mela e pesca gli si insinuò nelle narici. Inspirò a pieni polmoni, rumorosamente, ma stavolta non premette delicatamente le dita. Affondò nella pelle con le unghie, fino a stampare delle mezzelune.
Izuku rilasciò uno sbuffo pesante ma non di fastidio, rabbia o frustrazione. Era erotismo allo stato puro. Katsuki fece vagamente attenzione allo sguardo da predatore in quegli occhi da preda. Ne fu così ammaliato che si alzò lentamente, continuando a fissare lo specchio che rifletteva tutti i loro movimenti senza alcun pudore.
Poteva anche fare quel tipo di sguardo il Nerd?
Un misto di eccitazione e lieve soggezione lo condusse a studiare quelle due gemme smeraldo divenute molto più scure per la penombra della stanza, quasi nerastre. La prima cosa che pensò fu a quanto potessero inghiottire, come un buco nero e allora capì il perchè Zuki gli avesse fottuto il cervello.
Era riuscito a risucchiare la sua anima per poi farla diventare un burattino nelle sue piccole dita nel momento stesso in cui avevano incrociato i loro sguardi. Ma quand'è che quell'eccitante cubista avrebbe iniziato a muoverne i fili rossi che l'avvolgevano strettamente? Katsuki chiuse le palpebre per qualche istante: il silenzio era assordante.
Quando le riaprì, Izuku era tornato docile e lo sguardo quasi tenero. Neanche più beffardo o gelido. Sorrise un po': quello era il suo coniglio!
«Kacchan, tornerai a cucinare anche per me?».
Il tono gentile e un po' flebile intenerì segretamente il diretto interessato. Ciò lo condusse nuovamente con le labbra sulla pelle tiepida, giusto appena sotto la scapola sinistra.
«Solo se tu mi renderai il bagno un brillante come hai sempre fatto».
«Affare fatto! La tua cucina è meravigliosa, avevo anche preso un paio di chili!».
Katsuki ridacchiò contro il suo derma e il rombo della risata si espanse con un fremito solleticante per tutto il piccolo corpo.
Decise finalmente di iniziare a muoversi, sebbene lentamente.
Izuku sibilò di piacere con gli occhi socchiusi. Tentò di artigliarsi il suo membro ma trovò già la mano sinistra di Katsuki.
«Lascia... faccio io» gli mormorò nell'orecchio.
Quel tono roco e pieno di passione lo fece arrendere immediatamente. Katsuki glielo frizionò con gentilezza, dall'alto verso il basso, con la massima cura nel premere ritmicamente le punte delle dita sulle vene pulsanti.
La cavalcata si fece un po' più incalzante dopo una manciata di minuti.
Lo scroto che sbatteva contro le natiche, la mano sapiente intenta a pompare senza mai rimanere nello stesso punto per troppo tempo e i denti del più grande tra il collo e la spalla stavano facendo perdere sempre più la testa al più minuto di corporatura.
Era la prima volta che veniva trattato con gentilezza e non si spiegava il perché. Lui, che aveva sempre e solo infranto cuori e trovato gente senza pudore che gli mollava soldi per una sculettata seducente, stava provando qualcosa rimasto sempre confinato nella sua fantasia.
«Sii mio, Deku...» gemette il biondo.
«Tuo come? Per quanto mi riguarda, Chisaki Kai potrebbe tornare a prendermi e allora mi eliminerebbe. Non ama i tradimenti».
«Il padre adottivo di Eijiro ha molti agganci nella polizia. Farò in modo di tenerti sempre al sicuro, Izuku ma solo se tu sarai mio».
L'altro lo guardò con la coda dell'occhio.
«Tuo come?» ripeté.
«Sii il mio ragazzo».
«No. La tua è solo attrazione fisica e quando finiremo di fare sesso mi vedrai un peso, come da sempre lo sono stato e lo sono per tutti» replicò tristemente l'altro.
Katsuki gli prese il mento, poi si sporse oltre le piccole spalle solo per poterlo baciare. L'altra mano si concentrò sul diteggiare la punta un po' umida del membro dell'altro.
«Sono molto serio su questi fottuti discorsi di sentimenti. Sii mio, Izuku. Mi sono innamorato di te, cazzo!».
«Non ci credo».
«Le sfide mi piacciono e le ho sempre vinte. Non la spunterai con me. L'avevo detto anche a Zuki» Katsuki rise, dopodiché aumentò la penetrazione con un forte rumore schiaffeggiante. «E' deciso. Sei il mio ragazzo!».
«Stai facendo tutto tu».
«Non mi sembri dispiaciuto».
Izuku gemette ma poi sorrise. «Infatti non lo sono. Sarò il tuo ragazzo ad una condizione».
«Quale?».
«Che cucinerai con meno peperoncino. Ho lo stomaco delicato e non ho fatto altro che stare male».
Katsuki socchiuse gli occhi. «Perché non me lo hai detto?».
«Perché tu mi avevi allontanato».
«Non cucinerò meno piccante ma ti abituerò ad apprezzarlo come si deve. Non lo sai che il peperoncino ha molteplici effetti benefici sull'organismo?».
«Scusami, ma io studio per diventare neurologo non nutrizionista» rimbeccò Izuku con finta arroganza.
Katsuki iniziava a sentire il membro sempre più duro, da far male, e i muscoli contrarsi per l'orgasmo imminente. Così si fece molto più galoppante, ansimando e masturbando il sesso del più piccolo.
Mentre faceva vagare lo sguardo languido sulla piccina schiena perfetta che tremava per ogni sua spinta, riuscì a scorgere quasi a fatica un livido. Quel livido, anzi. Il suo cuore affondò nella vergogna ma poi un dubbio non poté restarsene confinato sotto forma di pensiero.
«Come aveva fatto Zuki a camuffare il livido fatto a Izuku?».
«Siamo la stessa persona» gli ricordò l'altro con un tono ovvio ma divertito. «Ti dimentichi del potere del make-up. Niente che un po' di fondotinta e fissante non potessero risolvere, Kacchan».
Il biondo accarezzò la macchia con la punta delle dita. Lo fece timidamente.
«Non fa male. Ha pizzicato per un paio di giorni ma poi sono stato bene» spiegò il bianchino, con leggerezza.
Questo lo fece sentire meglio. E gli ricordò di quanto il suo corpo fosse proprio giunto al limite di quella cavalcata piena di desiderio. Anche rallentando non si sarebbe potuto trattenere e una parte di lui neanche avrebbe avuto voglia di farlo. Quella era davvero la scopata più bella di tutta la sua vita, la prima di tante come spesso si era immaginato di dire alla persona giusta.
A quelle due parole, comprese ancora meglio il sentimento che aveva riempito fino all'orlo il suo cuore ferito: era veramente l'amore che aveva sempre letto con avida curiosità nei libri, quando si rintanava in libreria con la scusa di dover studiare.
Tanti racconti, belli e struggenti, etero e in chiave Boys Love lo avevano spesso e volentieri portato temporaneamente in una realtà dove lui era come un principe seduto sull'erba, sotto a un pesco, con una piccola margherita in mano. Nell'attimo in cui riapriva gli occhi, vedeva sempre la stessa romantica scena: un affascinante ragazzo che si avvicinava, gli porgeva la mano e lo guardava con timido sorriso.
E allora lui capiva; il colpo di fulmine giungeva e si innamorava.
Ora che poteva realmente percepire tutto questo, si sentiva felice e appagato. Zuki gli aveva fottuto il cervello ma Izuku, invece, il cuore.
I loro corpi sussultarono, tutti i pensieri andarono via, spalancando le porte alla realtà. Cercarono di resistere ma non ci riuscirono. Izuku venne sporcando il copriletto rosso carminio, Katsuki si riversò nel preservativo. Uscì da quella calda apertura ma ne approfittò immediatamente per abbracciare a sé l'altro e baciarlo con passione.
Caddero tutti e due sul letto che cigolò un po'.
Il bianchino schiacciò il viso contro il suo petto. Il profumo di colonia di Katsuki era buono da morire e le sue braccia così forti che avrebbe voluto sprofondare in esse per sentirsi costantemente al sicuro.
«Kacchan».
«Mmh?».
«Non so cosa sia l'amore e ti prego di essere paziente con me su questo, ma una cosa è certa...» Izuku gli accarezzò la guancia e lo baciò con dolcezza. «... voglio essere tuo e voglio restare per sempre con te».
«Così sarà, allora».
Rimasero a coccolarsi ancora un po', entrambi con il cuore pieno di gioia...
Eijiro espirò una generosa boccata di fumo dalla bocca.
L'aria si era fatta leggermente più calda ma ancora non permetteva di sfoggiare addominali e bicipiti come voleva. Denki era al suo fianco, seduto sull'erba sotto a uno dei sempreverdi nel giardino rigoglioso dell'università.
«Per quanto ancora dovremo mantenere il punto con Katsuki?».
«Fino a quando non ci chiederà scusa o verrà da noi con una buona motivazione per perdonarlo».
«Tipo mano nella mano con Izuku?» chiese Eijiro, con tono sorpreso e curioso.
«Sì, quello potrebbe andare» rispose vagamente Denki, intento a leggere chissà cosa sullo smartphone.
«Bene. Allora lascia perdere il cellulare e prepariamoci ad accogliere Katsuki a braccia aperte e una botta in testa».
Quando il biondo con la saetta guardò dinanzi a sé ebbe un sussulto, poi si alzò velocemente in piedi. Eijiro si fece un po' cupo; non aveva ancora del tutto digerito la scazzottata del Baku-bro con Izuku.
«Oi».
«Oi un cazzo» rispose furioso Denki. «Ciao, Izuku! Come stai?» questo lo disse con un tono così zuccherino che fu quasi scontato pensare che avesse un disturbo di personalità multiple.
In realtà no. Nutriva simpatia amichevole per Izuku e lo aveva considerato suo amico fin dalla prima volta che si erano conosciuti in mensa.
«Bene» rispose l'altro.
Katsuki non lasciò andare la mano del suo ragazzo; anzi, era fiero e con tanto di sogghigno sulle labbra. Eijiro prese un'altra boccata di sigaretta. Gentilmente, tirò fuori il pacchetto dalla tasca posteriore del jeans e lo offrì.
Fu Izuku a prendersene una e a portarla alle labbra.
«Fumi?» chiese stupito Denki.
«Sì. Ed è maledettamente eccitante questo qui» rispose per lui Katsuki, mentre ne afferrava una anche per sé e l'accendeva.
Il verdino se lo tirò vicino con una manata al collo, in modo da poter dare il via alla combustione di sostanze nocive della sua sigaretta. Proprio come fece Zuki, nel camerino del Serenity.
Eijiro e Denki si scambiarono un'occhiatina curiosa.
«Vi presento il mio ragazzo» introdusse il biondo. «... Zuki».
Il giovane con la saetta nera nei capelli spalancò gli occhi in una specie di espressione inorridita. Eijiro si grattò la nuca.
«Non ci sto capendo più un cazzo» ammise quest'ultimo.
«Abbiamo ancora quaranta minuti prima di tornare a lezione. Possiamo raccontarvi» propose il verdino. «Ma il mio nome è e resterà sempre Izuku Midoriya».
Denki portò le mani sui fianchi ma ora sogghignava. «Siamo tutt'orecchi. Anche perché io ed Eiji aspettiamo le scuse di questo coglione qui...» disse, puntando il dito a Katsuki che fumava tranquillamente. «... da troppi giorni!».
Izuku si inchinò dinanzi ai due improvvisamente.
«Vi chiedo scusa per avervi mentito quella sera al parco».
«Ma no, Izuku! Alzati e non preoccuparti! Avrai avuto i tuoi buoni motivi!» farfugliò Denki.
«Se Bakugo ti ha chiesto scusa e ti tratta meglio allora posso anche riconsiderarlo come mio bro» aggiunse Eijiro con una punta di accusa nella voce calma.
«Ci siamo scusati come si deve, Eijiro-san» ridacchiò Izuku, mentre si tirava in posizione eretta.
Denki notò un succhiotto sul suo collo e un altro un po' nascosto dalla felpa nera di Katsuki, appena sotto la mandibola, lato sinistro.
Se la ridacchiò con lo stesso vigore di chi la sapeva lunga.
«Io lo dico sempre che il sesso risolve tutti gli screzi, non è vero Eijiro?».
Il rosso rise di pancia ma poi domandò: «Izuku, ma se tu sei Zuki... vuol dire che quel cubista coniglio tanto eccitante eri sempre stato tu?».
Il diretto interessato annuì. Denki pestò un piede al povero fidanzato. Fu il turno di Katsuki di scoppiare a ridere.
«Scusa, tesoro... ma lo sai che ci sei solo tu per me!» si scusò il povereretto dalla chioma rossa.
L'altro lo guardò con finta rabbia: «Continua così e la prossima te lo ficcherò nel culo senza preparazione».
Eijiro si portò istintivamente le mani sulle natiche.
«Messaggio recepito forte e chiaro!».
«Bene. Ma comunque stasera te lo succhierò a morte. Avrai un calco dei miei denti lì sopra per una settimana».
Stavolta Eijiro si camuffò la patta dei jeans. Risero tutti e quattro.
«Senti, Izuku» Denki gli portò un braccio intorno alle spalle. «Sei tanto bravo a sedurre... non è che mi potresti dare qualche consiglio per impressionare Eijiro?» gli sussurrò in un orecchio.
«Volentieri».
«Tornerai al Serenity, Izuku?» domandò improvvisamente il rosso crinito.
Il verdino guardò il cielo azzurro. Le nuvole gonfie erano delicate e si muovevano appena sulla brezza del tiepido vento. Si specchiavano di tanto in tanto sui grandi occhiali che indossava e che gli rimpicciolivano di poco ma in modo adorabile il visetto diafano.
«No. Non più. Sarò il coniglio solo di Kacchan d'ora in poi».
Il biondo esplosivo arrossì e senza indugio, spintonando di lato Denki, lo baciò con passione.
Eijiro mollò uno schiaffone sulla nuca del suo recuperato bro che, per tutta risposta, imprecò in modo così colorito fa far ridere Izuku. Il suon della risata che mai avevano ancora udito fu come una carezza gentile e un forte senso di gioia.
«Che cos'è questa storia di Kacchan?» chiese malevolo e con i denti a squalo ben in vista.
«Arriveremo anche a questo» rispose il verdino.
«Un piccolo spoiler?» provò Denki, la voce si fece acuta come quella di una ragazzina.
«Fatti gli stracazzi di cazzi tuoi!» lo avvertì Katsuki, rosso come un pomodoro.
«Eh, finalmente qualcuno ha sciolto il cuore di pietra del nostro principe dai modi discutibili» commentò quello con la saetta nera tra i capelli.
Eijiro era contento.
Da piccolo aveva sempre amato leggere e farsi leggere storie con il lieto fine ma non pensava che un giorno la frase -e vissero per sempre felici e contenti- avrebbe potuto applicarla anche alla realtà.
Finalmente era arrivato il momento giusto di dirlo.
Ancora non sapeva cosa avesse portato Izuku e Katsuki così tanto vicini e moriva dalla voglia di scoprirlo però riconosceva, senza ombra di dubbio, che era tutto finito per il verso giusto.
«Stasera pizza. Offro io» disse improvvisamente Katsuki.
«E birre! Ci devi parecchie bevute» ricordò Denki. «Vero Eiji?» e il rosso lo guardò amorevolmente prima di stringergli la mano.
«Esatto, Denki...» gli disse sorridente.
Il mondo, il cuore, il cielo per Katsuki erano sempre stati cupi e temporaleschi, ma adesso finalmente appariva sereno. Ed era tutta opera di quel ragazzo particolare.
Ma non solo...
Il merito andava anche al suo segreto... o meglio, al Segreto del Nerd!
The End
Angolo di Watchie
Eh sì. La storia è proprio finita. Grazie a tutti, con il cuore, per aver seguito questa storia con così tanta premura e attenzione. Dopo Ymir, è la seconda breve BakuDeku con più visualizzazioni. Se vi piacciono storie così potrei scovare nel fondo della mia fantasia e tirar fuori AU interessanti. Domani si parte con la KiriBaku. Non so quanti capitoli avrà ma presumo meno di dieci. Poi si vedrà che cosa pubblicherò. Grazie, grazie a tutti! Alla prossima!
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