Capitolo 18: Le pagine mancanti
«Signorina?»
Mi volto e vicino al mio tavolo vedo una guardia svizzera con un completo nero da agente segreto.
«Dobbiamo andare» afferma l'uomo.
«Certo» rispondo annuendo.
Alle sue spalle vedo una leggera nebbiolina, dalla quale compare una donna bionda. È vestita esattamente come la guardia svizzera, ma capisco all'istante la sua essenza: è un fantasma.
«Non ti ha vista, puoi stare tranquilla» dichiara la donna fantasma.
Deglutisco e, dopo essere stata bendata, mi faccio guidare dall'uomo.
Arrivata in albergo, apro la porta della mia camera e noto all'istante che tutte le cose di Daniel non ci sono.
Se n'è proprio andato?
«Non vuoi dare un'occhiata al libro? Che cosa aspetti?» insiste la donna alle mie spalle.
«Chi sei?» domando.
«Mi chiamo Michela Meier» risponde.
«Michela?» rifletto ad alta voce. «Oddio. Sei la zia morta di Elia!»
Lei sorride e annuisce.
«Avanti, non vuoi leggere il libro che sei riuscita a prendere dall'archivio più segreto del mondo?»
«C'erano delle telecamere?» chiedo.
«Le ho oscurate con l'energia da fantasma» ride Michela.
Sospiro. Mi siedo sul letto e tiro fuori il libro con attenzione.
«Sei pronta?» mi domanda la zia fantasma di Elia.
Faccio un grosso respiro e affermo: «Sono pronta.»
Apro il libro e inizio a leggere.
Credi al diavolo?
Ovviamente questa domanda è posta in modo provocatorio, perché vuole mettere il lettore di fronte a una verità di fede: si crede unicamente in Dio ma indirettamente anche all'esistenza del diavolo. L'uomo di oggi non crede nel demonio, o se ci crede lo fa in maniera errata o comunque non esatta.
[...]
Di fronte al male l'uomo cerca sempre di muoversi attraverso due posizioni opposte: la via dell'acquietamento o quella della ribellione. La prima cerca in qualche modo di arginare il male pensando semplicemente alla sua provvisorietà ("il bene vincerà"; "alla fine tutto si aggiusterà") senza lottare, mentre la seconda è la lotta contro il male che degenera nelle ideologie che accumulano crimini per liberare.
[...]
I nomi del demonio
Satana: è il più forte, intelligente e bello tra i demoni che si ribellarono. Viene chiamato Satana o, nell'Antico Testamento, anche Satanasso. A quanto pare, la sua radice primitiva significa 'attaccare, accusare, essere un avversario, resistere'. Satana significherebbe 'avversario, nemico, oppositore'.
Diavolo: è così che il Nuovo Testamento si riferisce a Satana. Diavolo viene dal verbo greco diaballo: dividere e accusare. La gente usa la parola diavolo come sinonimo di demonio, ma la Bibbia no. La Bibbia usa la parola diavolo sempre al singolare e sempre in riferimento al più forte dei demoni. La Sacra Scrittura lo chiama anche l'Accusatore, il Nemico, il Tentatore, il Maligno, l'Assassino primigenio, il Padre della menzogna, il Principe di questo mondo, il Serpente.
[...]
La magia, malefici, malocchio, stregoneria, cartomanzia e sensitivi
Questo tema è la causa principale dei disturbi spirituali precedentemente elencati. Infatti i malefici e le varie forme di impedimento sono causati proprio dalla magia a cui ricorrono gli stregoni e i maghi. Inoltre molte persone che ricorrono alla magia per trarre vantaggio o soddisfare curiosità nella loro vita pagano il loro passato magico quando poi si convertono, con disturbi o impedimenti vari che possono sfociare anche in possessioni di terzo grado.
[...]
Possibile definizione e distinzione della magia
La magia non è soltanto una credenza, una cosa priva di ogni fondamento. La magia è un ricorso alle forze demoniache al fine di influenzare il corso degli eventi a proprio vantaggio e a scapito degli altri. Essa è una pratica rituale mediante la quale «si pretende di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio e ottenere un potere sovrannaturale sul prossimo.» Lo scopo della magia è il dominio sulle forze della natura e del maligno attraverso l'uso di spiriti, amuleti o altri feticci. Mediante operazioni precise e rituali, il mago o la strega cerca di raggiungere scopi e compiere azioni che non potrebbe svolgere in modo naturale e ordinario.
Arrivo circa alla metà del libro, quando mi accorgo che mancano due pagine. Sono state strappate.
Alzo lo sguardo sbuffando e guardo la donna fantasma.
«Sai dove sono queste due pagine?» esorto.
«Posso dirti soltanto che devi tornare a Milano. Troverai le pagine sotto un mattone all'interno di una piccola villa privata» risponde Michela Meier.
«Ci saranno un migliaio di ville private a Milano» mi lamento. Lei si limita a sorridere, poi guarda la specchio e sparisce.
«Cazzo!» esclamo.
Mi alzo e vado verso la scrivania per osservare il mio aspetto da donna abbandonata con un magnifico vestito rosso, e improvvisamente i miei occhi vengono rapiti da alcune sfocature dello specchio. Sembra esserci scritto qualcosa, così alito sulla superficie e leggo delle parole sconnesse: ONCO GOD.
È un messaggio in codice per dire che Dio è bello?
«Demetra, devo parlarti.»
È Francesco. È comparso in piedi, al centro del letto e si è imposto con tono serioso.
«Francesco, non è il momento!» esclamo concentrata su quelle lettere.
«Ma è importante!» ribatte lui.
«Sì, ma anche questo lo è. Sono vicina a scoprire il motivo per cui riesco a vedere i fantasmi...» mormoro.
«Ma...» squittisce.
«Niente ma. Se non vuoi aiutarmi, vattene!» lo sgrido.
Lui sospira e si siede sul bordo del letto, osservando lo specchio appannato inizialmente con disinteresse, ma poi in maniera concentrata.
«Non capisco...» dichiaro esasperata.
«Questo è un anagramma!» esclama Francesco.
«L'avevo capito, ma di quante parole?»
«Di una» mi informa il bambino. «Ai miei tempi ci giocavamo sempre.»
«E che cosa significa?» esorto curiosa.
«Codogno» risponde.
«Codogno è una città vicino a Milano» affermo.
«Perché hai l'anagramma di una città sullo specchio?»
«Non l'ho scritto io. È stato un fantasma» dichiaro.
«Chi?»
«Una zia morta di Elia, il cacciatore. Voi fantasmi siete come i brufoli, apparite sempre» ammetto.
«Quindi che cosa significa?» sospira Francesco.
«Che si va a Codogno!»
Presi tutti gli oggetti e li misi nella valigia. Mi vestii con qualcosa di più comodo e lasciai l'albergo. Presi la metropolitana fino alla stazione di Roma Termini e comprai un biglietto per il primo treno diretto per Milano, dove presi quello per Codogno. Ero motivata a scoprire la verità. A tutti i costi.
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