Capitolo 16
«Te l'avevo detto io che ti saresti cacciata nei guai, ma tu devi sempre fare di testa tua, come al solito».
Dan era davanti a me con il suo solito sorriso rassicurante. Benché mi stesse sgridando mi sentivo felice, immersa in uno stato di tranquillità assoluta.
«Ma io dovevo renderti giustizia, tutti prima o poi sono chiamati a pagare per i loro errori. Io però ho fallito, non posso più rimediare».
«Mia piccola detective, non puoi ancora lasciare il tuo distintivo. C'è ancora bisogno di te».
«Ma io non voglio lasciarti di nuovo. Dan, ti prego! Senza di te la mia vita non ha senso. Non voglio rimanere da sola».
«Ma tu non sarai sola. Guarda... Apri gli occhi...».
Con uno sforzo immane, come se dovessi infrangere una barriera, riuscii a sollevare le palpebre. Chino su di me non c'era Dan, ma Austin.
La sua voce diventava sempre più chiara mentre mi diceva: «Apri gli occhi, Lynn! Ti prego... Non mi lasciare anche tu».
«Dove sono? Era tutto un sogno? C'era Dan...».
«Questa volta mi hai fatto prendere proprio un grande spavento. Per fortuna hai una testa dura».
«Da quanto sei qui? È tutto così confuso... Cosa mi è successo?».
«Non ti agitare, sei ancora molto debole. Ti racconto cosa è accaduto. Dopo che Alys ti ha sparato, il proiettile è stato bloccato dal giubbotto, ma poiché la distanza era troppo ravvicinata l'impatto ti ha fatto perdere l'equilibrio. Cadendo hai battuto la testa contro il tavolino accanto a te, provocandoti un trauma cranico. Quando abbiamo fatto irruzione ti abbiamo trovato a terra priva di sensi. Sei stata trasportata in autoambulanza fino all'ospedale dove i medici hanno deciso di tenerti sotto sedazione per favorire la tua guarigione e ridurre lo stress post-traumatico. Non ti preoccupare è normale che tu ti senta confusa. Vedrai che pian piano tutto tornerà normale».
«L'assassina è riuscita a scappare? Ti prego, dimmi la verità. Ho rovinato tutto?».
«In parte sì e in parte no. Te la sei fatta scappare proprio sotto al naso! Dovevo ricordarmi che ancora non sei un'esperta tiratrice. Per fortuna la casa era letteralmente circondata di agenti. Non è potuta andare molto lontano. Ora è in carcere sotto sorveglianza, in attesa del processo».
«Sono contenta che siate riusciti a prenderla nonostante il mio fallimento...».
«Cosa stai dicendo!? Vuoi capire una volta per tutte che le guerre non si vincono da soli, ma con un perfetto lavoro di squadra? Devi imparare a non pensare di essere la sola ed unica persona che può risolvere tutto».
«Non mi crederesti se ti dicessi che questa volta ho imparato la lezione» dissi toccando la fasciatura sulla mia testa. «Dopo la morte di Dan ho creduto che fosse tutta colpa mia. Io dovevo vendicarlo anche per voltare pagina definitivamente».
«Nonostante non sia stata tu a mettergli le manette comunque il tuo ruolo è stato fondamentale per la risoluzione del caso. Credo che tu ti possa ritenere soddisfatta».
«A proposito di rimanere soli, cosa stavi dicendo mentre mi stavo risvegliando?».
Per la prima volta vidi Austin diventare impacciato e dire parole sconnesse: «Ecco, io veramente... cioè intendevo... nulla». Poi aggiunse tutto d'un fiato: «Insomma, quando ti ho visto a terra esanime mi sono sentito morire e in quel momento ho capito quanto tu fossi diventata importante nella mia vita. Lo so che forse non è il momento più opportuno però non riesco più a nasconderti ciò che provo».
Stranamente le sue parole mi diedero la sensazione che tutto fosse già stato stabilito fin dall'inizio. Gli eventi che erano accaduti a entrambi avevano una logica, ossia che Austin ed io ci incontrassimo... Non avevo mai creduto nel destino, però davanti a tutte quelle circostanze era difficile negarlo. Ma cosa volevo veramente io?
«Anche per me sei molto importante. Più di quanto riesca ad ammettere. Solo che quello che provo è così confuso... I ricordi sono ancora troppo vividi».
«Scusami, hai ragione. Voglio solo che tu sappia che io ti aspetterò».
Sorridendomi dolcemente si diresse verso la porta. Improvvisamente mi colse un senso di angoscia. Mi resi conto che non avrei sopportato di rimanere ancora da sola, senza di lui.
«Austin, aspetta. Non andare, io ho bisogno di te. Ho paura che senza il tuo aiuto non ce la possa fare a superare tutto questo».
Mi guardò, si avvicinò e mi accarezzò la guancia: «Basta guardarti per capire che riuscirai a rialzarti da sola. Come anch'io ho sempre fatto. Non voglio che tu stia con me solo perché in questo momento ti senti sola. Sarebbe un sentimento troppo superficiale e momentaneo. Io ti chiedo qualcosa di più profondo. Solo il tempo potrà farti capire se quello che provo io vale anche per te».
Mi baciò dolcemente sulla fronte e uscì dalla camera. Mi ritrovai tra le quattro mura della stanza che parevano una gabbia che mi stesse soffocando. Davanti a me vedevo solo nero, le lacrime mi rigavano il viso. Nascosi il mio volto nel cuscino per soffocare i singhiozzi. Poi lentamente mi lasciai trasportare in un sonno profondo.
Passarono circa due settimane prima che potessi rientrare a lavoro. Mi vennero a trovare quasi tutti i colleghi e persino Ashley, che dimostrò la sua massima gratitudine regalandomi la sua più bella borsetta, almeno a parere suo.
Anche Austin tornò a farmi visita, ma sempre accompagnato da altri colleghi, come se volesse evitare di rimanere solo con me.
Finalmente arrivò il momento di ritornare al dipartimento. Avrei ripreso la vita di tutti i giorni. Quella mattina era particolarmente soleggiata, il cielo era limpido e un vento caldo già preannunciava l'estate. Siccome era una bella giornata ed era presto decisi di raggiungere la mia meta camminando. Le vie erano ancora piene di gente che si affrettava a raggiungere il luogo di lavoro. L'atmosfera che mi circondava era quella di sempre, ma per qualche motivo quel giorno quella normalità mi sembrava infondere serenità.
Arrivai davanti al dipartimento in perfetto orario e contenta entrai dentro l'edificio. Lo scenario che mi si presentò era molto differente da come me lo immaginavo. Erano tutti in piedi ad attendermi, appena mi videro iniziarono ad applaudire. Si avvicinarono tutti insieme e si complimentarono per il coraggio che avevo avuto nel fare da esca e per l'acume che mi aveva portato a risolvere il caso. Alcuni mi diedero delle pacche sulla spalla, altri si limitavano a osservare la scena sorridendo. Ognuno parlava sopra l'altro. Inutile dire che si creò un gran trambusto. Austin nel frattempo era occupato ad aprire una bottiglia di spumante. Dopo aver festeggiato il capo richiamò gli agenti all'ordine. Mentre ognuno si dirigeva alla sua scrivania e il dipartimento ritornava alla solita attività febbrile, Roxanne mi venne incontro.
«Agente Winter, venga nel mio ufficio. Devo dirle alcune cose».
Una volta lì il capo mi fece segno di accomodarmi.
«Innanzitutto volevo congratularmi con lei per aver risolto il caso. Per un attimo abbiamo tutti temuto di perdere non solo un agente coraggioso, ma anche una persona a noi cara. Per fortuna è andato tutto per il meglio e abbiamo potuto festeggiare come programmato. Non so se qualcuno le ha già raccontato tutto ciò che Alys Hobbes ha confessato durante l'interrogatorio, però ci terrei a riepilogare il caso, così potrò chiarire ogni suo dubbio. Più o meno la ricostruzione che aveva fatto lei era esatta.
Alys è una bella ragazza. Nel 2004 ha un terribile incidente, dove sarebbe morta sicuramente se Matthew Turner non l'avesse soccorsa. Purtroppo rimane sfregiata. Alys si innamora perdutamente del ragazzo che le ha salvato la vita ed è corrisposta. Dopo un po' di tempo scopre che Matthew la tradisce con Mary Knox, la sua migliore amica».
«Ma Mary Knox non è la ragazza che ha visto l'amico di Kyle la sera del concerto?».
«Certo, ed è lei a introdurre Matthew nel mondo della droga. Ma lasciami andare in ordine perché la storia è lunga e complessa. Alys è presa in giro pesantemente dai suoi compagni di scuola a causa della cicatrice. In particolare due ragazzi le rendono la vita impossibile, Dan e Kyle. Il culmine si raggiunge nella festa in spiaggia dove si organizza lo scherzo di eleggerla di nuovo reginetta come l'anno precedente, ma questa volta degli storpi. Ashley, la fidanzata di Kyle, partecipa anche per una rivalsa personale. Alys, tradita dalla sua migliore amica, dal fidanzato e derisa da tutti, inizia a mostrare segni di instabilità comportamentale che sfocerà in una vera psicosi. Questo la porta nel tempo a escogitare la vendetta perfetta».
«Deve aver sofferto molto per pensare e mettere in pratica un piano così spietato!».
«Purtroppo sì. Manda una lettera anonima intimidatoria a Matthew, perché è stato il primo a ferirla. Ma il ragazzo pensa che provenga dal suo corriere della droga, a cui deve dei soldi. Fugge. Alys, proprio nel momento in cui incontri Matthew nel ristorante, agisce. Spara e poi si allontana velocemente senza dare nell'occhio. Tu però l'avevi vista. Era lei la donna in bianco».
Annuii soddisfatta. Fin dall'inizio avevo intuito che era stata lei a commettere gli omicidi.
«Mentre gli agenti vanno ad accogliere il medico legale, Alys sfrutta il momento propizio per trascinare il cadavere nel luogo del loro primo incontro e lo marchia. Poi fugge».
«Posso chiederle una cosa? Alys ha trascinato il corpo sul retro del bistrot e di questo siamo certi. Però quando siamo arrivati noi alcune tracce di sangue erano ancora fresche. Non credo neanche che gli agenti abbiano lasciato per molto tempo il cadavere incustodito. Come ha fatto Alys a fuggire così rapidamente?».
«La ragazza utilizzava il sistema fognario, in questo modo poteva spostarsi in ogni zona della città senza il timore di essere scoperta. Ma ora torniamo al racconto. Alys viene a sapere che Kyle tornerà in città per riposarsi. Riesce a incontrarlo a casa sua facendosi passare per una sua fan e gli offre un cocktail letale con del Gelsemium Elegants. Kyle torna a casa, ma riesce subito perché non si sente bene. Dopo poco muore. Alys, che lo stava seguendo, trasporta il suo corpo e lo marchia sulla spiaggia dove è avvenuta la terribile festa. Lascia una perlina, dello stesso tipo del bracciale che Alys aveva regato tanto tempo prima a Mary e che quest'ultima indossava sempre. Infatti vuol fare ricadere su Mary la colpa di tutti i delitti, visto il suo coinvolgimento con il mondo della droga. A questo punto si intromette casualmente William Carson che sta cercando uno scoop sugli omicidi».
«Ma come ha fatto questo freelance a scoprire che Mary era coinvolta nella vendetta?».
«Forse per puro caso. Comunque va casa di Mary e trova la foto di scuola che li raffigura tutti insieme. Probabilmente comprende che quella è la chiave dei misteriosi delitti. Alys, che voleva mettere in casa di Mary delle prove che la incolpassero, sorprende William che scappa. Nella fuga scivola, batte la testa su un tubo e incidentalmente muore. Alys temendo che la polizia possa risalire a lei, è costretta non solo a cambiare l'ordine dei delitti, ma anche a rinunciare al suo piano di copertura che vedeva Mary come responsabile di tutti gli omicidi. Lascia un'altra perlina e scrive il nome di Mary sulla mano di William che poi scortica contro l'asfalto per simulare un tentativo di occultamento di prove da parte dell'assassino. Mary Knox viene incolpata ed è trattenuta in prigione. Alys ha timore che l'amica possa farla scoprire e decide di eliminarla subito».
«Non riesco a capire come Alys possa essere entrata nel carcere senza essere vista!».
«Probabilmente durante il cambio notturno delle guardie. Stiamo verificando se qualche complice all'interno l'abbia aiutata. Alys riesce a intrufolarsi nella cella di Mary, la strangola e lascia una corda per simulare il suo suicidio. Approfittando del fatto che noi avevamo abbassato la guardia, Alys decide di completare il suo macabro piano. Mentre Dan sta tornando a casa dal lavoro Alys lo accoltella mortalmente alle spalle. Poi marchia il cadavere e lo porta alla vecchia scuola abbandonata, il luogo dove era iniziato il suo incubo».
A questo punto Roxanne fece una pausa quasi a volermi dare il tempo di riprendermi. Il mio dolore era ancora troppo forte per riuscire a mascherarlo.
Quindi riprese cercando di mantenere un tono professionale: «La sua vendetta si sarebbe conclusa con Ashley che avrebbe voluto solo sfregiare per far vivere anche a lei ciò che per anni aveva dovuto sopportare. Commette l'errore di inviarle una lettera di minaccia come a Matthew e lo fa perché è l'ultima vittima. Questo, come tu sai, ci ha permesso di raggiungerla. Il resto penso che tu già lo conosca molto bene».
«Perché l'assassina ha usato armi del delitto diverse?».
«Come per i luoghi dove spostava i cadaveri anche qui c'è un simbolismo. Uccide Matthew con una pallottola, un modo rapido e doloroso così come lui è entrato e uscito dalla sua vita. Con Kyle invece preferisce utilizzare il veleno perché è letale come le parole crudeli con cui le aveva reso impossibile la vita. Utilizza una corda per Mary perché raffigurava come l'amica non aveva avuto alcun ripensamento a soffocare il loro legame. Per Dan...» si fermò riluttante nel continuare, poi mi guardò e finì la frase: «Un pugnale, perché è affilato come sono state le sue parole».
«Forse anche il colore bianco del suo abito aveva un significato simbolico: è il colore della giustizia» aggiunsi pensierosa.
«Già, quella che per lei finalmente era arrivata. Comunque ora è in attesa del processo. Un caso molto complesso, ma grazie al tuo intuito anche questa volta siamo riusciti a risolverlo. Agente Winter credo che oggi posso dirle senza ombra di dubbio che siamo fieri di averla qui nel nostro dipartimento».
Non ne ero sicura, ma i suoi occhi lucidi parevano rivelare una sincera commozione che mai mi sarei aspettata da lei.
D'altronde niente è come sembra.
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