📖 La Storia Infinita
Maggio 2020
Okay, sto per confessarvi una cosa molto imbarazzante: ho acquistato il libro omonimo (ebbene sì, prima di essere un film hollywoodiano era un romanzo in lingua tedesca) lo scorso dicembre, con l'intenzione di divorarmelo nel giro di qualche giorno, avendo amato tantissimo il suo adattamento cinematografico del 1984, fin da quando ero bambina. Ora, in confronto a quest'ultimo è decisamente più ricco e va a toccare molti altri aspetti, tralasciati nel film, che ricopre solo la prima metà della storia. Dunque, sarà pure un librone, ma...
MI SPIEGATE CHE PROBLEMI HO AD AVERLO FINITO GIUSTO IERI SERA, A DISTANZA DI CINQUE MESI DA QUANDO L'HO COMINCIATO?
Non so voi ma io, cioè, sono basita...
Ok lo studio, ok che devo ripristinare la mia lontana (forse mai esistita) abitudine a leggere, ok le millemila cose che mi frullano nella testa senza che io riesca a concluderne una (compresa qualche inutile ossessione che evito di esplicitare), però che cavolo...qualche mesetto me lo potevo pure risparmiare, così cominciavo a leggere di un altro inetto mio simile, un certo Zeno, mi pare...
Beh, suppongo si possa dire che, nel mio caso, il titolo calzi a pennello! Ma aldilà di tutto questo, è stata una deliziosa, coinvolgente, a tratti anche bizzarra lettura. Giuro che ieri sera sono scoppiata a piangere all'idea che la mia avventura, insieme a questi personaggi, fosse arrivata al capolinea. È una storia davvero toccante, di quelle che ti costringono a farne parte perché il coinvolgimento emotivo e intellettuale è costante. Fidatevi che, nonostante il linguaggio all'apparenza semplice, è una lettura che andrebbe fatta a prescindere dall'età. Non è una storia, è La Storia, perché l'idea di fondo vale per l'umanità intera: ovvero che sono i nostri sogni, la nostra immaginazione, a tenerci davvero in vita. Non importa l'età, non importa il carico di lavoro che aumenta insieme ad essa; smettendo di sognare cessiamo di esistere come esseri pensanti, persone che attraverso la loro ampiezza di sguardo, quella consentita dalla propria fantasia, riescono ad avere un impatto positivo anzitutto su se stessi, estendendo poi le proprie virtù a ciò che li circonda. Per questo bisogna avere sete di cultura, sete di conoscere, di esplorare: Fantàsia non ha confini, ma ha bisogno di noi per arricchirsi e, soprattutto, per non diventare un ideale fine a se stesso.
Detto questo, leggetelo, davvero, perché merita tantissimo. Per quanto lo apprezzi ancora, il film (parlo sempre del primo, sia chiaro) non è sufficientemente incisivo e non rende pertanto giustizia alla visionaria, minuziosa e paradossalmente realistica intuizione di Michael Ende.
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