-Capitolo 9
Pov. Crystal
Quando mi allontanai da Alex e da Damian senza permetterle di rispondermi, mi ricorda di una cosa fondamentale: non sapevo dove abitasse.
Quanto posso essere cretina!
Ritornai indietro, sperando che fossero ancora lì, ma trovai solo un gruppo di ragazzi del secondo anno.
Inoltre, se non la smettono di fissarmi, giuro che li picchio.
Così, per evitare una catastrofe, mi limitai a fissarli male.
I ragazzi, cogliendo il mio messaggio, distolsero subito lo sguardo, cercando un'altra ragazza da potere rimorchiare.
Spero che in questa scuola non siano tutti così!
Per non dovere più assistere a quelle scene penose, me ne andai, cercando un'altra soluzione.
Erano da minuti se non ore che stavo davanti alla porta di Damian, indecisa sul da farmi.
All'inizio, mi era sembrata una buona idea chiedere a lui, siccome sembravano amici da molto tempo, ma adesso avrei preferito ritornarmene a casa e fregarmene di tutto.
Se sto ancora un pò qui, i vicini chiameranno la polizia, scambiandomi per una ladra.
Nonostante ciò continuavo a stare ferma dov'ero, fino a quando non sentii suonare il campanello.
Io non ero stata!
Voltandomi, vidi il viso canzonatorio di mio fratello.
-Non mi dire: Crystal Blackwood, la ragazza che non ha mai paura di nulla, si ferma dal suonare un campanello?-
-Ehi! Mica sono così scema da volere entrare spontaneamente nella casa del diavolo.-
Sentendomi offesa dalle sue parole, salii l'ultimo scalino ed aprii la porta che era stranamente aperta.
Appena varcai la soglia, vidi due corpi lottare fra di loro.
Rimasi abbastanza sconvolta, notando che uno di essi era proprio Alexandra.
Il suo sguardo si soffermò subito su di me e mi fece cenno di attaccarlo alle spalle.
Mi mossi il più silenziosamente possibile, cercando di non fare cadere nulla sul parquet, posizionandomi dietro di lui.
Mi diverto troppo coglierlo di sorpresa!
Pronto a girarsi per correre via, inciampò sul mio piede, cadendo rovinosamente a terra.
Era veramente appagante, vedere il suo viso smarrito e, allo stesso tempo, stupito di vedere me in casa sua.
Avrei scommesso che era più sconcertato di avermi vista sorridere con lui.
Più che altro sto ridendo di quel ragazzo, quindi non so se sia la stessa cosa.
Dopo essersi ripreso, si alzò con agilità e, guardandoci tutti, urlò.
-Questo è giocare sporco!-
Ignorando completamente Cam, fece per ricorrermi, ma Alex lo bloccò da dietro.
Lui, alzando le mani in segno di resa, affermò.
-Va bene, mi arrendo. Adesso scendi sorellina, pesi.-
Rimasi un pò sconcertata ma, notando che lo era anche lei, mi tranquilizzai.
Sarà solo un soprannome che le darà, considerandola ormai come tale.
Mi ripresi subito e tempestai di domande Alex, rispondendo solo una di esse: cosa ci facesse lì.
Lei mi guardò come se fossi io quella matta.
-Ci abito qui. Damian è mio fratello.-
Rimasi svariati minuti a metabolizzare la notizia.
Loro due imparentati? Sono praticamente gli opposti.
Alex era dolce, ma aveva anche un lato pazzo nascosto.
Gli occhi erano di un castano chiaro, che ricordavano le foglie in autunno e i capelli erano grigi ma frutto di una decolorazione.
Damian era l'opposto di lei.
Aveva i capelli marrone scuro e gli occhi di un incredibile verde smeraldo.
Tutto ciò mi aveva praticamente stravolto, ma cercai di riprendermi subito, facendo finta di non avere mai vissuto nulla di tutto quello.
All'improvviso, si creò un silenzio assordante, ma Alex si affrettò ad aggiustare tutto con la sua allegria. -Bene, voi ragazzi fuori dai piedi e noi a studiare.-
Damian e Cam trasalirono all'unisono e si scambiarono occhiate diffidenti.
Ero abbastanza confusa.
Una volta sembravano quasi migliori amici.
Non feci in tempo a chiedere che Alexandra li sbattè fuori di casa e noi ci misimo d'impegno a fare quella ricerca.
-Finito! Non ne potevo più di studiare-.
Esclamai euforica, ma cominciai a preoccuparmi seriamente di Alex.
Per tutto il tempo era stata in silenzio e non era decisamente da lei.
Infatti, appena si accorse che la stavo fissando, si limitò a ricambiare con un sorriso stanco.
Qui... c'è qualcosa che non quadra.
Mi misi di fianco a lei e restammo sedute per così tanto tempo che non mi sentivo più le gambe. Arrendendomi al fatto che non sarebbe successo nulla, mi affrettai ad andarmene, ma due mani mi afferrarono per la maglia.
-Sai... tu sei la prima amica che ho. Anzi... forse non possiamo neanche essere considerate come tali, ma sei l'unica persona che ha avuto la pazienza di starmi vicino-.
Feci una risatina e, vedendo il suo sguardo offeso, mi affrettai a dire. -Secondo me, sei te quella che ha dovuto sopportare di più. Basta ricordare il modo in cui ti ho trattata il primo giorno-.
Lei ci pensò su, per poi affermare.
- Sì, forse hai ragione.
Il punto, però, è un altro: mi stai rimanendo vicino.
Nonostante non ti abbia parlato per tutto il tempo, sei ancora qui.
Poi... non ho potuto fare a meno di notare il tuo sguardo, quando ti ho rivelato che Damian è mio fratello.
In effetti non hai torto ad essere confusa, perché non lo siamo veramente-.
Le sue pupille si dilatarono e i suoi occhi divennero completamente neri, ma era inequivocabile il dolore che stata rivivendo.
-Alex... non sei obbligata a raccontarmi tutto. Anzi... non c'è ne bisogno.-
Lei mi interruppe e, guardandomi decisa negli occhi, disse.
-Non mi stai costringendo a farlo: sono io che voglio liberarmi di questo peso. Non l'ho mai raccontato a nessuno e questo macigno comincia a pesarmi.
A volte mi opprime, sentendo quella maledetta sensazione di non riuscire a respirare-.
Si fermò un secondo per riprendere il controllo di sé, trattenendo le lacrime che le fecero diventare gli occhi incredibilmente lucidi.
-Loro sono la mia famiglia adottiva e non me ne lamento.
Mi hanno sempre trattato bene, riempendomi di quell'amore che nessuno mi aveva mai riservato.
Ho vissuto con loro fin da bambina quasi una neonata, infatti Damian non può fare a meno di paragonarmi a nostra madre.
Dice che ci assomigliamo molto.
È anche per questo che il nostro rapporto è andato a peggiorare con il tempo.-
Si fermò un secondo, per guardare le mie reazioni, aspettandosi di vedermi scomparire oltre quella porta e non ritornare mai più.
Io la capivo.
Non me ne sarei mai andata, lasciandola lì da sola in balia delle ombre del passato.
Alexandra, notando che non avevo nessuna intenzione di andarmene, liberò un sospiro di sollievo, dicendo la frase piùl dolorosa del racconto.
-Loro non ci sono più.
Sono morti entrambi.-
Quelle furono le parole che fecero traboccare il vaso.
Vidi davanti ai miei occhi un Alexandra forte, diventare una persona senza emozioni, sentendosi costretta a sorreggere tutto da sola.
Rivedendo in lei il mio stesso dolore, non riuscii a trattenermi dall'abbracciarla.
-Non ti devi preoccupare: io non me ne andrò.
Se hai bisogno di una spalla su cui piangere, io ci sarò.
Se ti succede qualcosa di straordinario, io sarò lì a gioirne con te.
Se qualcuno ti farà soffrire, io sarò la prima a schierarmi nel tuo esercizio, per spezzargli le ossa.-
A quell'ultima frase, non potemmo fare a meno di ridere, ma i suoi occhi rimasero ugualmente lucidi, iniettati di sangue dallo sforzo di trattenersi.
-Non c'è ne bisogno.
Per stasera, sfogati per tutte quelle volte, che non hai mai potuto farlo.
Io rimarrò a sostenerti.-
Senza preavviso delle lacrime bagnarono ininterrottamente le sue guance, che mi affrettai a raccoglierne una ad una con le mie mani.
Da oggi in poi... avrei preso i suoi problemi e gli avrei resi i miei, pur di non vederla soffrire ancora.
Ed ecco qui, un altro nuovissimo capitolo.
Desidero dedicarlo alla mia migliore amica e a tutte quelle persone, che mi hanno sostenuto e che continuano a leggerlo ogni giorno.
A tutti voi, che continuate a dedicare minuti della vostra vita, leggendo la mia storia.
Grazie di cuore a:
Bloodstorm15, che hai sempre creduto in me e in questa storia.
Fra0602, ogni tuo commento ,mi hanno aiutato a continuare questa storia
Raffaellagiordano079, ogni giorno con un tuo messaggio, mi aiuti continuamente a credere in me stessa.
Coniglietto3, sei stata la prima persona, che mi ha convinto a continuare in tutto questo con i tuoi commenti.
Giuseppegargiulo3, sei una di quelle persone, che mi ha aiutato a credere in me e mi pare giusto, ringraziarti di ciò
Poi, ci sarebbero moltissime altre persone da ringraziare, ma potrei continuare così all'infinito. Perciò, mi dedicherò a voi al prossimo capitolo.
Adesso, vi auguro solo una buona lettura e spero possa continuare ad essere così.
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