Capitolo 47.

Il sole che entra dalla finestra mi sveglia, non riesco ad aprire bene gli occhi e ci metto un po' a fare mente locale di dove mi trovi. Sono su un divano e l'arredamento mi è familiare, mi metto a sedere per capirci di più: cazzo, sto da Jason!

Cerco disperatamente il mio telefono per vedere che ore sono ma non lo trovo. Inizia a venirmi l'ansia e il dubbio di averlo lasciato alla festa. Forse è in camera di Jason. Lo spero, è l'ultima mia speranza.

Non potendo fare nulla perché mi trovo in una casa di una famiglia che a malapena conosco, senza sapere l'orario, decido di stendermi. Oggi sarà una giornataccia: ho un forte cerchio alla testa, dolore allo stomaco e in più ho litigato con Jason.

Qualche ora più tardi vengo svegliata da alcuni rumori provenienti dalla cucina. Mi alzo sperando che sia Jason. Se fosse la madre o il padre che cosa dovrei dire?

Vado verso la cucina, apro la porta scorrevole e la madre di Jason si gira verso di me: «Buongiorno tesoro, Jason non mi aveva avvertita che avresti dormito qui»

«Beh, ecco.. in realtà è stata una cosa all'ultimo minuto, ci siamo incontrati ad una festa ed ero disperata perché mi ero dimenticata le chiavi di casa e non potevo rientrare, quindi Jason mi ha offerto di sostare qui» mento.

«Poteva farti dormire nel suo letto almeno» alza gli occhi al cielo. «Sto preparando dei pancake per colazione, mangi con noi?» chiede.

«In realtà non vorrei disturbare ancora, se riuscissi a recuperare il mio telefono nella stanza di Jason, tornerei a casa» dico guardandomi attorno.

«Scherzi? Non disturbi affatto. Vado a svegliare Jason così possiamo fare colazione tutti insieme» mi sorride e va verso le camere.

Divento paonazza, vorrei urlare e dirle di no, non deve svegliarlo e non voglio fare colazione qui.

Penso a qualche strategia per fuggire, lasciare questa casa e tornare nella mia. Ma ho tutto in quella fottutissima stanza e in più non ho la macchina. Mi rassegno e mi siedo a tavola.

«Mamma ti ho detto che non voglio fare colazione» Jason sbuffa entrando in cucina dietro alla madre.

I nostri sguardi si incrociano e la sua espressione si fa ancora più rigida.

«Jason ho lasciato il telefono nella tua stanza posso andare a riprenderlo?» chiedo.

«Fa quello che vuoi» sbuffa e si mette a sedere.

«Non rispondere così» la madre lo riprende, cerca sempre di essere dalla mia parte ma non sa tutta la verità.

Salgo in camera, prendo la mia borsa e il mio telefono. Sblocco lo schermo e trovo diciotto messaggi e due chiamate perse, fantastico!

Per prima cosa scrivo a mia madre, le dico che faccio colazione e torno, il resto dei messaggi sono tutti da Margot e Dakota e ce n'è uno di Ethan. Lo apro immediatamente: *Buongiorno, non ricordo molto di ieri sera perché ero davvero ubriaco, mi hanno detto che ci siamo baciati più volte. Se fosse così scusami*

Leggo più volte quel messaggio e mi impressionano le parole "più volte". Ricordo di averlo baciato solo una volta non diverse. Odio questa sensazione di vuoto che ho nella mia testa, vorrei potermi ricordare tutto.

Non so cosa rispondergli, per il momento lascio perdere, dopo, forse, lo chiamo.

Torno in cucina e la signora Parker mi ha preparato già un piatto con due pancake e sciroppo d'acero. «Grazie» le dico e lei ricambia con un sorriso.

Inizio a mangiare e nessuno parla, la situazione si fa troppo tesa e imbarazzante. Mangio in fretta perché non vedo l'ora di finire e andarmene, non importa se dovrò tornare a piedi ma voglio lasciare questa casa.

«Ho finito, me ne torno in camera» dice Jason uscendo dalla cucina.

«È successo qualcosa?» mi chiede sua madre.

«Non lo so» mento «dopo provo a parlarci»

«Se sta così alle dieci della mattina non so come farò a sopportarlo tutto il giorno» ride e scoppio a ridere anche io.

«Gli passerà» lo spero.

Finisco la colazione, aiuto la signora Parker a sparecchiare e salgo da Jason.

«Posso?» chiedo dopo aver bussato due volte.

Viene ad aprirmi la porta, indossa solo dei pantaloncini e la cosa mi crea imbarazzo. «Ti sei dimenticata qualcos'altro?»

«Vorrei parlarti» dico. Si sposta e mi lascia entrare.

Prima ancora che io possa iniziare a spiegare com'è andata la serata, Jason dice: «Prima di sapere qualsiasi cosa che possa turbare ulteriormente il mio stato d'animo ti dico io una cosa» annuisco e lui prosegue: «sei venuta il pomeriggio a casa mia per ricordarmi della festa, poi hai ammesso di amarmi e alla fine che fai? Vai a quella maledettissima festa e ti baci con non si sa quanti ragazzi. Mi prendi in giro?»

«Ero ubriaca Jason, ho baciato solo Ethan ma contro la mia volontà per uno stupido gioco della bottiglia» mi passo la mano tra i capelli. «Poi perché ti stai arrabbiando tanto? Siamo solo amici ti ricordo e hai deciso tu di non venire a quella festa. Mi hai fatto arrabbiare ieri pomeriggio e ieri sera ho voluto divertirmi» spiego.

«Vuoi sapere perché mi sto arrabbiando? Perché ti amo anche io, cazzo! E non sopporto il pensiero che qualcun altro possa averti» prende una sedia e si siede.

«Perché allora non me lo hai detto ieri pomeriggio?» chiedo stupida dalla sua risposta.

«Perché sono uno stupido» sbuffa.

«Speravo venissi alla festa» ammetto.

«Volevo venire, ma ero convinto che mi avessi richiamato prima di andare»

«Ah» è l'unica risposta che riesco a dare. Crolla il silenzio nella stanza e decido di alzarmi e tornare a casa.

«Ei, aspetta!» mi afferra per un braccio. «Facciamo finta che la festa non sia mai esistita e non sia successo nulla?» chiede.

«Mmh, okay» sorrido.

Si alza e mi abbraccia. Ricambio l'abbraccio e un sorriso stupido compare sulla mia bocca.

«Ti riporto a casa» dice.

«Grazie» sorrido.

In macchina, la musica ci fa compagnia. Osservo Jason che sembra più sereno rispetto ad un'ora fa. Ha dei lineamenti perfetti, mascella possente, capelli mossi e occhi verdi.

«Sei pronta per Londra?» chiede.

«Psicologicamente si, per il resto un po' meno» sorrido «Tu?»

«Si, non vedo l'ora di partire. Però ti confesso una cosa..»

Odio quando lascia a metà le cose, mi mette troppa curiosità: «Cosa?»

«Non ho mai preso un aereo e ho terribilmente paura»

«Dici sul serio?» scoppio a ridere.

«Si e non ridere di me» fa il broncio fingendo di essere offeso.

«Vedrai sarà bellissimo» appoggio la mia mano sulla sua poggiata sul cambio.

Stringe la mia mano e la porta sulle sue labbra lasciandoci un bacio: «Solo se ti siedi affianco a me»

«I posti sono assegnati dal biglietto» spiego.

«Li scambiamo con qualcuno che sta vicino di posto» mi fa l'occhiolino.

Scoppio a ridere, è questo il ragazzo che amo: «Va bene»

Purtroppo è già arrivato a casa mia. Vorrei stare ancora un po' con lui e approfittare del buonumore tornato ma devo assolutamente rientrare altrimenti mia madre finirà per mettermi in punizione.

«Ci sentiamo più tardi» dice baciandomi la guancia.

«Ciao» lo saluto e scendo dalla macchina.

Rientro a casa e vado dritta in camera per togliermi questo vestito stretto e queste scarpe.

«Non pensare di chiuderti in camera» urla mia madre mentre mi vede salire di corsa le scale.

Alzo gli occhi al cielo: «Arrivo e ti spiego tutto» le dico.

Mi infilo il pigiama, lascio il telefono sul comò e corro di sotto preparandomi all'interrogatorio che mi farà.

«Dove sei stata questa notte?» incrocia le braccia e questo non è un buon segno.

«Alla festa, perché?» chiedo perplessa.

«A dormire, intendo» precisa lei.

«Da Dakota» rispondo, ricordandomi che Jason aveva mandato un messaggio a mia madre facendo finta che avrei dormito dalla mia amica.

«Peccato che quando ho chiamato sua madre lei non sapeva nulla e in camera di Dakota non c'eri. Dimmi la verità.»

Merda.

«Ho dormito da Jason» ammetto abbassando lo sguardo per la vergogna.

«Perché non ce l'hai tu una casa?» inizia ad urlarmi addosso. «O comunque se avessi avuto intenzioni di dormire da qualcun altro potevi benissimo chiedermelo e non mi sarei arrabbiata. Venire a sapere la verità dagli altri e non da mia figlia è la cosa che mi fa arrabbiare di più»

Resto a testa bassa e non ho coraggio di aprire bocca.

«State insieme tu e quel Jason?» chiede.

Quel Jason. «No, non stiamo insieme io e quel Jason» evidenzio bene le parole dette da lei.

«Allora perché sei andata a dormire lì?» chiede.

«Ero ubriaca e Jason non ha voluto riportarmi a casa perché non voleva che tu mi vedessi in quel modo. Mi ha portata da lui e ho dormito sul divano» le dico la verità perché ormai è gia delusa per il mio atteggiamento.

«Ah quindi ora sei anche un alcolizzata?» mette le mani sui fianchi.

«Dio mio mamma! Non esagerare» sbuffo.

«Sappi comunque che sono molto delusa e sarai in punizione fino a quando non parti per Londra»

«Va bene» dico e salgo in camera mia.

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