Capitolo 40.
Chiudo lentamente la porta della sua stanza e mi avvicino verso di lui. Prima di sedermi accarezzo il suo volto: ha un espressione rilassata e vederlo così sembra ancora più bello.
Mi sistemo con la sedia affianco al suo letto. Afferro la sua mano e con l'altra accendo la tv.
Per passare il tempo mi sono comprata anche delle riviste sotto al bar, giusto così per sfogliarle, leggere qualche gossip di cui non mi importa nulla o fare dei sudoku.
Dopo aver fatto zapping per qualche minuto, finalmente trovo un bel film e decido di vedermelo appoggiando la testa sul letto.
«Flam..» una voce debole pronuncia il mio nome, mi alzo di scatto e vedo Jason che mi guarda con un espressione indecifrabile come se non riuscisse a capire quello che sta succedendo.
«Jason, ti sei svegliato finalmente!» mi metto le mani davanti alla bocca per trattenere un esulto.
«Ma dove sto? Cos'è successo?» inizia ad agitarsi e incomincio subito a tranquillizzarlo accarezzandogli il volto, proprio come faceva mia mamma quando mi svegliavo per gli incubi.
«Hai avuto un brutto incidente, non sforzarti» dico. «Ora chiamo i dottori e gli dico che ti sei svegliato»
«No, fermati» mi afferra per un braccio, poi continua: «parliamo un po tu ed io, poi li chiami»
Annuisco e torno a sedermi.
«Raccontami cos'è successo» dice.
«Non lo so di preciso. Io sono venuta a casa tua per parlarti ma tu non eri ancora tornato, i tuoi genitori ed io ci siamo iniziati a preoccupare e dopo ci è arrivata la tragica telefonata dall'ospedale» sospiro. «La macchina è distrutta e i medici hanno detto che sei stato molto fortuna, potevi rimetterci la vita»
«Perché sei qui ora?» chiede.
«Ci sono da oggi pomeriggio e ho deciso con i tuoi genitori che avrei passato la notte qui» spiego e ammetto che mi sto vergognando un po. «A proposito devo chiamarli»
«Non ora Mrs. Copper» sorride in modo malizioso. «Vieni qui» mi invita ad avvicinarmi.
Mi alzo dalla sedia e mi metto in piedi davanti a lui.
«Avvicinati» dice.
Mi avvicino fino a quando i nostri volti non sono uno davanti all'altro.
«Di più» insiste.
Mi avvicino lentamente e il mio cuore accelera sempre di più.
«Baciami» dice.
Vorrei scoppiare a ridere, sono sicura che sono le medicine a farlo parlare.
«No» rispondo.
«Baciami» insiste.
Mi avvicino alle sue labbra e gli lascio un bacio e mi stacco velocemente.
«Cos'era quello? Ho detto che voglio un bacio. Dai non fare la timida» mi fa l'occhiolino.
«Sono le medicine che ti fanno parlare, poi magari quando starai bene mi accuserai per aver abusato di te e averti baciato contro il tuo volere o..»
Non mi lascia concludere la frase che sbotta: «Che palle, quanto parli»
Mette un braccio intorno al mio collo. «Se non vuoi darmi un bacio me lo prendo da solo»
Mi tira a se, appoggia, con molta più forza di quella che avevo messo io, le sue labbra contro le mie. Preme con forza e mi supplicano affinché ricambi il bacio.
«Baciami» continua a ripetermi.
Alla fine mi lascio trasportare e iniziamo a baciarci. Non è la prima volta che ci baciamo ma ogni volta è una sensazione nuova e magica.
«Mi sei mancata Flam» dice e mi stringe sul suo petto.
«Anche tu Jason» sorrido.
«Oggi venivo da te per chiederti scusa» dico.
«Già il fatto che sei qui e che saresti rimasta tutta la notte mi fa capire tanto e in questo caso le parole sono inutili»
«Pace fatta?» ridacchio.
«Perdonata» dice.
«Ora chiamo i tuoi genitori e i medici però»
«No, domani mattina, per favore» mi supplica.
«Fammi avvertire i tuoi genitori che sono in pensiero, almeno dormono tranquilli» dico.
«Più tardi, altrimenti poi vengono qui e non ho alcuna voglia di ascoltarli» alza gli occhi al cielo.
«D'accordo. Ma tu come ti senti?» chiedo.
«Sento la testa pesante e dolore un po ovunque» spiega.
«Riposati allora» gli sorrido.
«Se mi prometti che passerai la notte qui e mi terrai la mano mi riposo» fa un'espressione stranissima e scoppio a ridere come una matta.
«Parker non comportarti in modo infantile»
«Signorina Cooper si da il caso che lei questa sera deve prendersi cura di me, quindi è pregata di ascoltare le mie richieste» cerca di mantenere un espressione seria ma non ci riesce.
Scoppio a ridere: «Ma sentiti!»
«Sei bellissima» esclama.
«Spero che siano davvero le medicine perché questa sera non ti riconosco» rido.
«No, sono serio. Sei bellissima soprattutto quando ridi»
Mi sento in imbarazzo e credo di essere diventata rossa nel giro di pochi secondi.
«Ok resto qui con te però tu adesso riposati» gli sorrido e gli passo una mano sulla guancia.
Annuisce e chiude gli occhi. Sento una strana sensazione dentro di me, sono felice, abbiamo chiarito senza avergli dovuto fare il solito discorsetto noioso e in più mi ha baciata. Non so perché me l'ha chiesto, non so perché ho accettato ma è stato bellissimo.
«Flam» sussurra.
«Dimmi» rispondo.
«Inizio ad avere un vago ricordo dell'incidente»
«È un buon segno» mi giro a guardarlo e sta fissando un punto e ha l'espressione di chi si sta sforzando di ricordare.
«Una macchina stava sorpassando e per evitare il frontale ho sterzato contro un albero e..» si interrompe e io lo invito a proseguire.
«E cosa?»
«Flam quello che guidava la macchina era Christian» mi guarda con aria perplessa.
«Christian?» dico stupita. «Come fai ad esserne certo?»
«Mi è rimasta impressa l'immagine dei suoi occhi puntati su di me e il suo sorriso vendicativo»
«Sei sicuro? Come faceva a sapere che sorpassando avrebbe trovato te?» mi vengono in mente mille domande e mille dubbi.
«Ci saprà fare sicuramente. Flam mi ricordo bene di lui, fidati di me» dice con un'aria disperata.
«Mi fido Jason e solo che non riesco a capire come sia potuto succedere» inizio a pensare a quale assurdo motivo lo abbia spinto a causare un incidente a Jason.
«Domani vado a parlarci» dico.
«No. Ti farà del male» Jason stringe forte la mia mano e cerca di farmi cambiare idea ma questa volta non cedo.
«No devo andarci. Gli farò dei giri di parola giusto per capire se è stato davvero lui» dico.
«Certo che era lui. Ci andremo insieme quando mi dimettono da qui»
«Abbi fiducia in me, lo conosco» gli sorrido per tranquillizzarlo.
«Ne parliamo meglio domani, così magari il mio cervello elabora nuovi dettagli» sorride.
«Va bene»
L'idea che Christian voglia far del male a Jason mi fa diventare matta. Non mi spiego il motivo e le dinamiche dell'incidente. Forse vuole far del male a Jason per ferire me o forse è geloso del nostro rapporto.
Domani devo andare a parlarci assolutamente.
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