Capitolo 35.
«Ciao» Ethan mi saluta dandomi un bacio sulla guancia.
«Ethan» ricambio il saluto ma con meno entusiasmo rispetto a lui.
«Andiamo in un bar o a farci un giro?» chiede.
«Al bar magari più tardi, ora camminiamo un po» dopo aver aspettato mezz'ora qui, su questa panchina vorrei camminare e sgranchire le gambe.
«Comunque sei in ritardo» dico per stuzzicarlo.
«Lo so» fa spallucce.
«Ah caspita! Proprio un gentiluomo» ironizzo.
«Perché Jason lo è?» inarca un sopracciglio.
Stiamo partendo col piede sbagliato: «Non stiamo parlando di lui ora» dico seccata.
«Mi spieghi come fai ad essergli amica?»
«Ethan, per favore, non voglio parlare di lui ora. Se sono sua amica è semplicemente perché andiamo d'accordo e quando sto con lui sto bene» non mi va di raccontargli tutti i motivi per cui siamo amici e non sono uscita con lui per parlare di Jason.
«O forse perché ti piace» strizza l'occhio
«No ma anche se fosse a te non dovrebbe importare»
«Io non ti capisco, ti ho avvertito diverse volte di stargli lontano, lo conosco meglio di te»
«So badare a me stessa» sbuffo.
Continuiamo a camminare sul lungomare in silenzio senza dirci nulla. Non sopporto quando mi dicono male di Jason e cercano a tutti i costi di farmi allontanare da lui. Io non ci vedo nulla di male in quel ragazzo.
«Andiamo da Starbucks?» chiede dopo diversi minuti di agonia e imbarazzo.
«Si» sorrido. Cerco di non mostrare molta allegria, anche se dentro di me sto facendo i salti di gioia, perché ad essere sincera sono arrabbiata con lui per prima.
«Un tavolo per due, grazie» dice Ethan alla ragazza che accoglie i clienti all'ingresso.
«Da questa parte, prego» la ragazza ci fa strada e ci indica il tavolo dove sederci. È quello che solitamente prendiamo Jason ed io e ora starci con un altra persona mi fa strano.
«Grazie» dice mentre ci sistemiamo.
«Che ti prendi?» chiede.
«Mh non saprei» inizio a sfogliare il menù. «È tutto così buono»
«Io prendo un frappé alla fragola» dice serio mettendo a posto il menù.
«Alla fragola?» scoppio a ridere.
«Cosa c'è di strano?» chiede.
«Ti facevo uno da frappé alla cioccolata» sorrido. «Comunque io mi prendo una crema al caffè con panna»
Il pomeriggio prosegue bene, a differenza di com'era iniziato. Ethan si è rivelato di nuovo il ragazzo dolce e simpatico che avevo conosciuto un mese fa. Mi scappa un sorriso se ripenso il modo buffo e bizzarro di come ci siamo conosciuti. È stato solo merito di Brian e di quella mattina che ho preso il pullman.
«Flam il tuo telefono» Ethan mi interrompe. Ero così soprappensiero che non ho sentito la suoneria.
Lo afferro e sulla schermata compare il nome della mamma di Margot.
«Pronto» dico un pò preoccupata.
«Flam, cara. L'ospedale ci ha appena comunicato che oggi dimettono Margot, quindi..» non le faccio terminare la frase che emetto un gemito di felicità: «Oh ma è fantastico!»
Jane scoppia a ridere poi completa la sua frase: «Quindi avevo pensato di farle una sorpresa. Ho già chiamato Dakota e Jason, sarei felice se ci fossi anche tu»
«Certo. Come funziona?» chiedo emozionata.
«Noi fra un po' usciamo dall'ospedale quindi voi potreste farvi trovare davanti casa nostra» spiega.
«Si, che bello! Vado subito» sorrido.
«Grazie, a dopo» dice.
«Cos'è successo?» chiede Ethan.
«Oggi dimettono Margot. Mi ha chiamata sua madre per dirmi di andare a casa loro così quando torna le facciamo una sorpresa. Sono felicissima» dico con un sorriso perennemente stampato in faccia.
«Chi è Margot?» Ethan si passa una mano tra i capelli e solo adesso penso al fatto che Ethan non l'ha mai conosciuta.
«La mia migliore amica» spiego. «Frequenta i miei stessi corsi e più di un mese fa ha avuto un incidente ed è stata in coma»
«Ah..» dice semplicemente e mi ritrovo il suo braccio intorno alle mie spalle. «Quindi adesso devi andare?»
«Vieni anche tu» dico.
«No Flam, non la conosco» dice.
«Te la faccio conoscere, dov'è il problema» faccio spallucce. «Dai andiamo» afferro la sua mano e andiamo verso la mia macchina.
«Sei venuto a piedi giusto?» chiedo.
«Esatto»
«Ti riporto io allora» sorrido.
Quando arriviamo davanti alla mia macchina mi accorgo di avere la mia mano tra la sua. La ritiro immediatamente e sento il volto andare in fiamme.
Perché stavamo camminando mano nella mano?
Ethan non dice nulla, fa finta che non sia successo nulla o forse per lui è così. Non voglio che questi piccoli gesti gli mettono in testa idee strane su di noi.
Nella macchina scende il silenzio. Nessuno di noi due parla, a parte i miei pensieri. È una situazione imbarazzante ed è stata causata tutto da quella stretta di mano, ero soprappensiero e ho agito d'istinto.
«Flam, riportami a casa» dice Ethan quando parcheggio davanti alla casa di Margot. «C'è Jason»
«Ma dai» scoppio a ridere. «Non accadrà nulla, andiamo» lo incito a scendere e mi accorgo degli occhi dei miei amici puntati su di noi.
Mentre andiamo verso di loro, le nostre mani si sfiorano e al contatto un brivido mi percorre la schiena.
«Ciao» li saluto e vado ad abbracciare Dakota.
Jason non risponde al mio saluto, Dakota invece ricambia sempre con molto affetto.
«Ciao Flam e ciao Ethan» dice lei. «Come mai anche tu qui?»
«Ero uscito con Flam, poi ha ricevuto la telefonata e mi ha costretto a farmi venire così potrò conoscere Margot» spiega Ethan.
Sento Jason irrigidirsi, mentre Dakota ha uno sguardo meravigliato: «Ha fatto bene. Margot è una persona fantastica e la vedrai ogni giorno con noi a scuola. A saperlo facevo venire anche Brian»
Dakota ed Ethan cominciano a parlare tra di loro e io mi avvicino a Jason: «Ehi» con un dito sfioro la sua mano ma lui resta impassibile.
«Non ti avvicinare»
«Vieni con me» dico allontanandomi dagli altri. Per fortuna Jason mi segue altrimenti sarebbe stato impossibile riuscire a parlargli.
«Qual è il problema?» chiedo.
«È lui il mio problema» punta il dito verso Ethan.
«Non ha fatto nulla di male» cerco di fargli cambiare idea sul suo conto, anche per questo ho voluto che venisse.
«Ti vuole solo usare e tu come una scema credi alle sue stronzate» i suoi occhi sono pieni di rabbia e ho paura che stiamo per litigare in modo pesante.
«Non è vero» abbasso lo sguardo.
«Ma sentiti! Ti avevo detto che non dovevi vederlo più e invece tu ci esci e lo porti anche qui con te»
Non so cosa dire. Il tono di Jason si fa sempre più cupo e alto.
«Questa sorpresa doveva essere fatta dagli amici di Margot, non da chiunque abbia voglia di venire. La cosa che non capisco è cosa ti passava per la testa quando hai deciso di farlo venire con te» sbuffa. «E poi perché non me lo hai detto che ti vedevi con lui?»
«Perché non sei il mio ragazzo» urlo e scoppio in lacrime.
«Giusto, è lui il tuo ragazzo» si riferisce sempre ad Ethan e ora anche loro stanno guardando il nostro "spettacolo".
«E sai che ti dico? Me ne vado, non voglio più vedere né te né tutti loro»
Questa frase è una pugnalata al cuore. «Jason fermati, ti prego, aspetta» inizio a inseguirlo ma non riesco a stargli dietro.
«Jason» strillo con le lacrime sul volto. «Aspetta»
Cerco di raggiungerlo ma non ci riesco, ormai è tardi, è gia salito sulla sua macchina.
Resto immobile sul marciapiede con le lacrime che scorrono sulle guance mentre vedo la sua macchina andare via, allontanarsi da noi, forse per sempre.
«Flam» è Dakota. Mi giro a guardarla e la abbraccio. Continuo a pingere sulla sua spalla mentre lei cerca di farmi calmare.
«Dai non pensare a lui ora. Ti ricordo che Margot sta per arrivare, dobbiamo essere felice»
Annuisco e asciugo le lacrime.
«Ora cerca di stare serena. Quando andiamo via da qui ne parliamo tu ed io e ti sfoghi. Ok?»
«Si» cerco di fare come ha detto lei e le do di nuovo un abbraccio.
«Penso che sia meglio che io vada» dice Ethan.
«Come torni?» gli chiede Dakota.
«Prende un pullman» si avvicina a me e sussurra: «Scusami, non sarei dovuto venire»
«Non è colpa tua, non preoccuparti» mi sforzo di fare un sorriso e lo saluto con la mano.
«Ciao» dice e va verso la fermata più vicina.
Non dovevo farlo venire. Se ora mi trovo in questa situazione è colpa mia. Cosa mi è passato per la testa?
Dovevo saperlo che Jason sarebbe andato di matto e ora non so cosa accadrà o meglio, se tornerà.
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