Capitolo 17.

Questa mattina mi sento di buon umore. Aver scoperto la verità su Jason ed Ethan, mi ha tolto un peso che mi portavo dietro da una settimana. Ovviamente devo ancora risolvere con Jason. Oggi andrò a casa sua per parlargli e di certo non gli correrò in contro, abbracciandolo e chiedendogli scusa. Non ho nulla da cui scusarmi, anzi dovrebbe farlo lui, visto che si è comportato male nei miei confronti.

Vado in bagno per farmi una doccia. Accendo la stufa e mentre mi spoglio, apro l'acqua calda. Il getto d'acqua mi bagna dalla testa ai piedi lasciandomi un delicato sollievo. Inizio a insaponare i capelli, massaggiandoli delicatamente. Di solito è una tortura doverli lavare perché sono lunghi e mossi ma oggi lo trovo rilassante.

Quando ho finito di lavarmi, esco dalla doccia e mi avvolgo in un'asciugamano e faccio lo stesso con i miei capelli. Nell'armadio afferro un paio di jeans e una maglietta, li indosso e dopo aver asciugato i capelli, scendo in cucina per fare colazione.

Sul bancone c'è un post-it con un messaggio di mia madre "sono andata a correre torno a mezzogiorno". Non so come faccia ad avere la voglia di correre, ogni domenica, con questo freddo poi.

Afferro del pane tostato e ci spalmo sopra della marmellata di ciliegie e in un bicchiere ci verso del latte. Accendo la tv e metto la musica che è sempre una buona compagnia. Stanno dando Stressed Out dei Twenty one pilots, è molto bella come canzone, non a caso si trova quarta in classifica. Appena inizia il ritornello comincio a canticchiarla:
wish we could turn back time, to the good ol' days,
when our momma sang us to sleep but now we're stressed out..

Vengo interrotta dalla vibrazione del mio telefono che squilla ininterrottamente.

«Pronto» dico.

«Flam possiamo vederci oggi per studiare storia dell'arte?» è Dakota e ogni volta che deve studiare per un'interrogazione, viene da me.

«Si va bene» rispondo.

«Per le 16.00 sono da te»

«Va bene, a dopo» non era nei miei progetti passare la domenica a casa, a studiare storia dell'arte ma mi accontento, alla fine sarò in compagnia.

Finisco la colazione, mi trucco e prendo la macchina per andare da Jason.

Sono davanti casa sua, indecisa se suonare o no il campanello. Una parte di me vorrebbe scappare e parlargli al telefono ma so che è da vigliacchi. Devo stare calma e affrontare i problemi faccia a faccia. Dopo un lungo respiro, suono. Fa che non sia lui ad aprirmi...

Per una volta, la fortuna è dalla mia parte e ad aprire la porta è la signora Parker. Vederla è un sollievo e il suo sorriso accogliente mi tranquillizza.

«Ehm..c'è Jason?» il mio cervello elabora questa stupida domanda, mandando all'aria le buone maniere. Avrei potuto dire "buonasera signora Parker, come sta?" e invece ho chiesto se c'è Jason in casa come se non mi importasse nulla della sua presenza.

«Certo, lo trovi nella sua camera» dice facendomi cenno di entrare. Per fortuna lei è molto dolce e gentile, se fosse stata un'altra persona mi avrebbe cacciata di casa.

La seguo nel salone e prima che mi avvio per le scale mi chiede: «Avete litigato, vero?»

Cosa? Spero non glielo abbia detto lui!
«Si..» rispondo imbarazzata abbassando lo sguardo «Perché?»

«Perché è stato insopportabile in questi giorni. Rispondeva sempre male e spesso passava le giornate da solo sul letto. Mi sono iniziata a preoccupare, non l'ho mai visto così e ci ho pensato che era successo qualcosa tra di voi»

Oh no! Pensa che stiamo insieme!
«Si abbiamo litigato, d'altronde sono cose che succedono tra amici» cerco di evidenziare bene la parola amici, così che capisca che tra me e suo figlio non c'è qualcosa.

«Cercate di fare pace» dice.

«Sono qui per questo» la rassicuro.

Mi fa segno di andare in camera di Jason e mentre salgo le scale dice: «E comunque sarei felice se tu fossi la ragazza di mio figlio»

Mi volto e le lancio un sorriso falso, appena mi volto alzo gli occhi al cielo e salgo al piano di sopra.

Riconosco la sua stanza per il nome appeso sulla porta. Mi avvicino e sento la musica, sono sicura che non vorrà essere disturbato ma ormai sono qui e non posso tornare indietro.

Busso e non sento movimenti provenire verso di me. Busso di nuovo ma niente, alla fine do due colpi abbastanza forte e lo sento urlare: «Entra!»

Sono sicura che non pensa sia io, non glielo detto che sarei andata a parlargli. Immagino che pensa sia sua madre. Ora che faccio? Entro?

Le gambe iniziano a tremare, afferro la maniglia e lentamente apro.
«Posso?» chiedo.

«Ah, vieni» dice.

Entro nella sua stanza e lo trovo steso nel suo letto, senza maglietta. Mi chiedo come faccia a stare così con questo freddo. Ha gli addominali perfetti e ben scolpiti, non posso fare a meno di guardarli. Penso che non riuscirò a fare un discorso serio se lui resta così!

«Di cosa hai bisogno?» chiede mettendosi a sedere.

Che ti vesta! Non perché non sia un bel vedere ma mi distrae e sono sicura che se lo capisse si divertirebbe a farlo apposta. «Parlarti..» dico.

«Vieni..» mi fa segno di andarmi a sedere al suo fianco e accetto.

«Dimmi» dice.

«Potresti metterti una maglietta, per favore?» non so come mi sia uscita questa frase, in ogni caso ho fatto bene a chiedere.

«Perche? Sono grasso?» fa finta di essere offeso e io ridacchio.

«No, devo parlarti e sarebbe meglio se ti coprissi» dico imbarazzata.

«Eh va bene» sbuffa e si mette la felpa che stava a bordo letto. «Meglio?» ridacchia.

Se non fosse stato per il discorso serio che gli dovrei fare, lo preferivo prima. Scaccio i pensieri e rispondo: «si, molto»

«Allora? Perché sei qui?» domanda serio.

«Voglio sapere la verità..» dico.

«Se riguarda la storia mia e di Ethan, sappi che da me non riceverai spiegazioni»

«So tutto» taglio secca.

«Di cosa? Cosa sai?» chiede stupito. Si passa una mano tra i capelli e continua a guardarmi serio.

«So della tua storia con Mia e il motivo per cui da migliori amici siete diventati nemici» dico.

«Io lo ammazzo quello. Non sa farsi i fatti suoi» si irrigidisce e spero che riusciremo a chiarirci.

«Non è stato lui a dirmelo. Ho parlato con Mia» confesso.

«Cosa sai di preciso?» dallo sguardo capisco che è sorpreso dal fatto che abbia parlato con lei.

«Ieri sera sono stata a casa loro con Dakota e Brian. I pensieri mi hanno tormentata per tutta la serata e alla fine Mia, in disparte, mi ha chiesto che avessi fatto. Non sapendo che lei è la tua ex le ho detto che avevamo litigato. Mi ha raccontato di te e lei, del fatto che l'hai tradita con un'altra e mentre lei soffriva, tu te la spassavi con molte ragazze. Ethan le è stata affianco per molto tempo ed è stata dura vedere la sorella soffrire, per questo avete chiuso i rapporti» spiego.

Abbassa lo sguardo e non riesco a capire cosa pensa. «Allora ora che sai la verità perché sei qui?»

«Non sono venuta a chiedere conferma se tutto quello fosse vero, bensì vorrei sapere perché tu non hai voluto dirmelo. Cioè se vi odiate per quello, perché ti sei arrabbiato tanto con me quando ti ho chiesto spiegazioni?» chiedo.

«Vuoi la verità?» chiede e io annuisco. «Non volevo farti pensare che sono quel tipo di ragazzo che va con tutte. Si, in passato ero così ma ora non più, sono cambiato. Fidati!» abbassa lo sguardo, capisco che è in imbarazzo e probabilmente non ha mai affrontato un argomento simile. «Avrei potuto dirti che non parlo più con Ethan perché ho fatto soffrire la sorella ma poi ero sicura che avresti voluto sapere di più..»

«Mi fido, l'ho sempre pensato che non sei più il ragazzo di qualche anno fa» gli metto una mano sulla guancia e appena alza lo sguardo gli sorrido.

«Vieni qua» mi dice allargando le braccia.

Mi getto tra le sue braccia e restiamo abbracciati per qualche minuto.

«Mi sei mancata» sussurra.

«Anche tu» replico.

«La mia piccola» a queste parole il mio cuore inizia a battermi talmente forte che se potesse uscirebbe dal petto.

Continuiamo il nostro abbraccio per un pó, è un sollievo aver risolto la situazione e stare qui tra le sue braccia.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top