Capitolo 13.
Mi sveglio e con la mano cerco di afferrare il telefono sul comodino. Accendo il display per vedere l'orario e la luce mi acceca, con un occhio leggo: "10:13". Solitamente il sabato mattina mi sveglio prima, ma ieri sera sono andata a dormire tardi perché sono stata a parlare al telefono con Dakota.
Mentre scendo le scale, per andare in cucina, vengo travolta da un buon profumo di muffin al cioccolato. Vedo mia madre che sta ballando a ritmo di musica mentre controlla la cottura dei dolci. Non posso fare a meno di ridere.
«Buongiorno» dico.
«Buongiorno, sto preparando i muffin. Questi qui sono gia pronti e puoi mangiarli» indica un vassoio con quattro muffin, due al cioccolato e due classici. Ne afferro uno e vado a sedermi.
«Vuoi sapere una bellissima notizia?» le brillano gli occhi e spero con tutta me stessa che sia qualcosa di bello.
«Oggi torna tuo fratello, fra un ora vado a prenderlo all'aereoporto» emette un gridolino di felicità e io non posso fare a meno che sbuffare.
«Alla faccia della bella notizia» dico.
«Sono due anni che non lo vediamo, cerca di non essere scontrosa» dice.
Alzo gli occhi al cielo e corro in camera mia. Mio fratello ed io non siamo andati mai d'accordo. In realtà non siamo proprio fratelli ma è il figlio di mio padre e quando ha conosciuto la mamma, ha deciso di tenerselo ed é cresciuto con noi. Fin da piccola mi trattava male, non mi sopportava, qualsiasi cosa facevo mi criticava e la causa di ogni suo problema ricadeva su di me. È anche colpa sua se ho avuto un passato turbolente. Quando tre anni fa ci ha annunciato che si sarebbe trasferito dall'altra parte degli Stati Uniti, a New York, per questioni di lavoro, sono stata la ragazza più felice. Ora non voglio che torni, averlo tra i piedi anche sono per un giorno mi fa uscire di matto. Cercherò di stare a casa il meno possibile.
«Flaminia, scendi!» la voce di mia madre sovrasta la musica e mi fa tornare alla realtà.
«Non ho voglia» alzo la voce sperando che mi abbia sentito. In realtà, non voglio scendere perché so che è arrivato mio fratello.
«Tesoro, è arrivato Andrea, scendi a salutarlo» dice mia madre entrando in camera mia. Sbuffo e la seguo al piano di sotto.
Quando mi vede arrivare si alza in piedi e viene ad abbracciarmi. Ovviamente non ricambio il gesto, potrei ridere a questa messinscena.
«Sei cambiata tantissimo» dice guardandomi.
«Lo so» rispondo secca.
«Flam, perché non aiuti Andrea a sistemarsi nella sua stanza?» mia madre interrompe il nostro "saluto", le lancio un'occhiataccia perché so bene che la sua è una semplice tecnica per farci passare del tempo insieme e magari rappacificarci.
Salgo di sopra e vado nella sua stanza o meglio quella che è stata sua fino a tre anni fa. Entrando mi meraviglio del fatto che mia madre l'abbia sistemata e pulita alla perfezione. Mi chiedo da quando tempo sapeva del suo arrivo e perché me lo ha detto solo questa mattina.
«Ti sono mancato?» chiede mentre appoggia le sue cose sul letto.
«Eh, proprio tanto» ironizzo. È la verità. A volte mi dimenticavo anche della sua esistenza.
«Okay, ora che "mi hai aiutato a sistemarmi nella mia stanza", puoi andartene» mette in evidenzia le parole che mi ha detto la mamma e già mi sta mettendo nervoso. Ero certa che non sarebbe cambiato e quell' abbraccio era tutta una finta.
Esco dalla stanza sbattendo la porta e vado a chiedere per quanto tempo lo dovrò sopportare.
«Quando se ne va?» sbuffo.
«Resta una settimana. Cos'è successo?» dice mia madre.
«Come una settimana? Io me ne vado di casa. Non voglio passarci neanche un giorno con lui.» la rabbia cresce sempre di più, non ci credo che devo sopportarlo una settimana!
«Mamma questa sera ti presenterò la mia ragazza» Andrea irrompe nella stanza e potrei scoppiare a ridere per la sua frase. Sono proprio curiosa di vedere chi è la sfortunata, immagino sia un'altra delle sue ragazze "una botta e via".
«Falla venire a cena» dice la mamma tutta felice della notizia.
Fantastico! Una cena di famiglia è quello che ci mancava a rovinare tutta la giornata. «Io non ci sarò» annuncio.
«Invece si, potresti invitare anche il tuo ragazzo. Com'è che si chiamava? Jackson?»
«Jason e non è il mio ragazzo!» alzo la voce per il nervoso.
«Invitalo lo stesso almeno sono sicura che resti a cena con noi» dice la mamma.
Sbuffo e esco di casa. Ho bisogno di fare una passeggiata e riflettere. Non ho alcuna intenzione di stare a cena con mio fratello e la sua ragazza, devo pensare a un modo per svignarmela. Senza accorgermene mi trovo davanti casa di Jason, guardo l'orario ed è passata mezz'ora da quando sono uscita. E se andassi da lui? Potrei chiedergli per questa sera, sarei felice se ci fosse.
Sento delle voci al piano di sotto e suppongo che qualcuno sia arrivato.
Scendo ed è Jason che si sta presentando a mio fratello. Alla fine ha accettato di venire. All'inizio era un pò sgomento all'idea ma per fortuna ora è qui, gliene sono grata e troverò il modo per farmi perdonare. Gli vado incontro e gli butto le braccia intorno al collo. «Grazie che sei venuto» sussurro.
Ci stacchiamo dall'abbraccio e andiamo in sala per aspettare che inizia la cena. Poco dopo veniamo interrotti dal suono del campanello. Andiamo a conoscere questa ragazza.
Quando varca la soglia rimango senza parole. Non ci posso credere che è lei la ragazza di mio fratello. Barbie, la tizia che ho conosciuto al bowling è a casa mia. Rimango scioccata ma mai quanto Jason che si è ritrovato una sua ex qui, a casa mia. Vorrei che fosse solo un incubo!
«Che bello rivederti, non pensavo fossi sua sorella» si rivolge a me mostrando un sorriso falso. «E ciao Jason» dice guardandolo.
«Quindi vi conoscete?» chiede mio fratello.
«Già» rispondo. Avrei voluto aggiungere un 'purtroppo' ma mi sono contenuta. Marika inizia a raccontargli di come mi abbia conosciuto e della sua storia con Jason.
La cena si trascina lentamente. Avere davanti mio fratello e Marika che si scambiano gesti d'affetto, non mi aiuta a gustarmi il cibo. In più Jason da quando ha visto la sua ex si è irrigidito e sono preoccupata.
«Hai deciso che università frequenterai?» mi chiede Marika.
«Vorrei studiare Letteratura inglese ma non so dove, sto aspettando le risposte» dico.
«E tu Jason?» chiede mia madre.
«Architettura» resto stupita dalla sua risposta, ho sempre pensato che avrebbe intrapreso la facoltà di medicina.
«Vado a prendere il dolce» annuncia la mamma. Per fortuna la cena è giunta al termine e per i miei gusti è durata anche troppo. Credo che sia stata la peggiore in tutta la mia vita.
Mangio la mia porzione di torta in fretta e appena Jason finisce dico: «Noi abbiamo finito, ce ne andiamo in camera»
Gli faccio cenno di seguirmi e in cambio ricevo un'occhiataccia da parte di mia madre e di mio fratello, mentre Marika mi scruta dalla testa ai piedi.
«Ora sembro maleducato che me ne sono andato dal tavolo» fa Jason mentre si siede sul margine del mio letto.
«Scusa, non riuscivo a starci un secondo in più» dico.
«Okay» dal suo tono di voce capisco che è arrabbiato ma deve capire che non è colpa mia.
«Senti se avessi saputo che Marika era la ragazza di mio fratello non ti avrei fatto venire. Lo so che non è bello trovarsi una ex in una cena ma non è colpa mia» dico sperando di fargli recepire il messaggio.
«Vieni qua» mi fa segno di sedermi sulle sue gambe, poi prosegue «Non è colpa tua e non sono arrabbiato» mi accarezza con una mano la guancia e con l'altra mi cinge la vita.
«Sei bellissima» sussurra vicino al mio orecchio, lasciandomi un leggero bacio sul collo. Un brivido mi percorre tutta la schiena e sul mio volto si stampa un sorriso.
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